Ritardi nei pagamenti in edilizia

Ritardi nei pagamenti in edilizia

Da una ricerca di Cribis D&B (società di business information del Gruppo CRIF) sui ritardi nei pagamenti nel settore edile, si evince come dal 2007 le imprese che pagavano puntualmente sono calate di quasi un terzo, mentre sono in grande aumento quelle che ritardano di oltre un mese.
Così nel 2012 si conferma, in Italia, il trend negativo nello scenario dei pagamenti commerciali: si allungano i tempi di pagamento concordati con i clienti, calano i buoni pagatori e aumenta la percentuale delle imprese che saldano le fatture con ritardi superiori ai 30 giorni. In questo scenario nazionale, solo il 43,2% delle imprese edili è stata puntuale nei pagamenti, una percentuale lievemente inferiore rispetto a quella nazionale, che è del 44,3%. All’interno del comparto sono risultati maggiormente in difficoltà le imprese del microsettore della Costruzione di Edifici (40,8% di pagamenti puntuali) e soprattutto quelle dell’Edilizia Specializzata (solo il 35,6% di pagamenti alla scadenzai) che per altro mostra anche un’elevata percentuale di ritardi superiore ai 30 giorni (12,2% del totale contro una media nazionale del 10,5%). Meglio gli Installatori, con il 44,5% di imprese virtuose.

PAGAMENTI PER CLASSI DI RITARDO, ITALIA VS SETTORI EDILIZI, DICEMBRE 2012
PAGAMENTI PER CLASSI DI RITARDO, ITALIA VS SETTORI EDILIZI, DICEMBRE 2012

Entrando maggiormente nel dettaglio, il 48,7% delle imprese edili salda i debiti entro i 30 giorni, l’8,1% oltre il mese. Rispetto al 2010, complessivamente il comparto edile ha registrato un lieve miglioramento nella puntualità (passando dal 42% all’attuale 43,2%) ma al contempo sono anche decisamente aumentati i ritardi oltre i 30 giorni (+3,1 punti percentuali).

RITARDI OLTRE I 30 GIORNI, CONFRONTO 2010 - 2012
RITARDI OLTRE I 30 GIORNI, CONFRONTO 2010 – 2012

 

Analizzando le dinamiche a livello territoriale, dallo studio di CRIBIS D&B emerge che le imprese edili del Nord Est confermano la percentuale più alta di pagatori puntuali (51,5% del totale), mentre quelle del Sud e Isole sono quelle con la performance peggiore (31,1%). Il Nord Ovest si assesta al 50,8% e il Centro al 38%.
Andamento sostanzialmente simile per il ritardo oltre i 30 giorni, dove il dato più critico riguarda il Sud e le Isole, con il 12,2% di casi.

ABITUDINI DI PAGAMENTO PER AREA GEOGRAFICA, DICEMBRE 2012
ABITUDINI DI PAGAMENTO PER AREA GEOGRAFICA, DICEMBRE 2012

“Nel nostro Studio abbiamo registrato delle dinamiche che in questi ultimi anni hanno caratterizzato in modo significativo la vita delle imprese – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B -. Prima di tutto continua il processo di istituzionalizzazione dei ritardi dei pagamenti, cioè la trasformazione dei ritardi in termini contrattuali: le imprese non vogliono perdere clienti e fatturato e quindi concedono qualcosa nei termini di pagamento. Secondariamente alcune imprese non riescono più a stare sul mercato e ritardano oltre modo il saldo delle fatture. Basti pensare all’andamento dei fallimenti, aumentati del 65% rispetto al 1° trimestre 2009, con quasi 40 imprese fallite al giorno. Come evidenziano anche i dati emersi dal nostro Studio, il settore dell’edilizia non gode di buona salute e questo deve far alzare la guardia in quanto rimane ancora rilevante il numero di imprese che non onorano gli impegni entro i termini contrattuali”.
“Negli ultimi anni però le imprese italiane hanno messo sempre più la gestione dei pagamenti al centro della propria gestione finanziaria – conclude Preti –  e hanno investito in strumenti come quelli messi a disposizione da CRIBIS D&B, che consentono di intercettare tempestivamente i segnali deboli di deterioramento dell’affidabilità dei propri partner, di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire tempestivamente con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa. Un’operazione, questa, non a costo zero ma che riteniamo potrà portare benefici concreti anche dopo la fine della crisi”.

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