Ance Lombardia: rilanciare il settore attraverso interventi orientati alla qualità

Molto positivo il parere dei costruttori edili di ANCE Lombardia, l’Associazione Regionale dei Costruttori Edili Lombardi, sul progetto di legge recante «Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia», recentemente approvato in via definitiva da parte dell’Aula consiliare. Un provvedimento accolto dai costruttori edili come un’opportunità unica per rilanciare il settore, che attraversa una fase molto delicata, e per mettersi in gioco su un nuovo modello di sviluppo edilizio ed urbanistico “sostenibile”, in quanto improntato all’utilizzo di ciò che già esiste e sul perseguimento dell’ecoefficienza e dell’innovazione del prodotto.

Ossigeno alla filiera delle costruzioni
“Con questo provvedimento Regione Lombardia riconosce il ruolo strategico degli investimenti nel settore delle costruzioni per uscire da una grave crisi economica ” sostiene il Presidente Luigi Colombo. “Un comparto, quello delle costruzioni, che in Lombardia conta circa 140mila imprese e 330mila addetti, contribuendo per circa il 10% al prodotto interno lordo regionale”. Dati, questi ultimi, che non tengono conto di un enorme indotto, costituito da migliaia di imprese produttrici di materiali per l’edilizia e dai fornitori di servizi di consulenza, progettazione ed intermediazione immobiliare, che beneficeranno senza dubbio, assieme alle imprese edili, degli effetti di questo importante provvedimento.

Puntare sulla qualità per competere in tempo di crisi
“Siamo pronti a metterci in gioco, mettendo a disposizione il know-how delle nostre imprese per realizzare interventi di qualità”, sostiene Colombo. Di particolare interesse, a questo proposito, le norme relative alla demolizione e ricostruzione. “Interventi sostenibili per definizione, in quanto rimpiazzano entità vetuste, che causano spesso degrado estetico e sociale nell’intorno, con edifici moderni, al passo con le esigenze del mercato, che non consumano suolo nelle periferie e che consentono a chi le abita di accedere a collegamenti infrastrutturali e servizi alla persona”.
D’altra parte, il settore delle costruzioni è già da lungo tempo impegnato sul fronte dell’innovazione. “È il mercato che lo richiede” sostiene Colombo, secondo il quale “la domanda di immobili abitativi e terziari è sempre più esigente ed attenta ad istanze come quelle del risparmio energetico, punto cardine del provvedimento varato ieri dal Consiglio, e delle nuove tecnologie, come la domotica”.

Priorità alla sostituzione edilizia
Un provvedimento “a termine”, quello varato ieri dal Consiglio, ma che rappresenta un’opportunità fondamentale per l’avvio sperimentale di una politica urbanistica orientata alla qualificazione e alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, al riuso delle aree sottoutilizzate e dismesse e alla “rottamazione” del vecchio di scarsa qualità, attraverso puntuali interventi di sostituzione edilizia orientati al risparmio energetico e all’innovazione delle tecnologie e dei processi costruttivi. L’auspicio è che dagli esiti dell’esperienza, limitata ad appena 18 mesi (24 per le norme sull’edilizia sociale), di questo piano di sostegno al settore delle costruzioni, si possa addivenire ad una sua stabilizzazione e messa a regime nell’ambito delle politiche urbanistiche lombarde.

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