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Si chiama Smarthouse e per costruirla, dalle fondamenta al tetto, bastano due settimane. Pur essendo in buona parte precostruita, non è paragonabile a ciò che di solito viene definito un prefabbricato. Prima di tutto perché viene realizzata (in tutte e sette le versioni), in solido cemento e non in legno. E poi, anzi bisognerebbe dire soprattutto, perché Smarthouse è la prima casa precostruita così “intelligente” da poter provvedere da sé al proprio fabbisogno energetico. Sviluppata in collaborazione con il Dipartimento di Energetica dell’Università di Firenze e prodotta da Mabo Group, big italiano nel settore della prefabbricazione, Smarthouse è la “cugina” italiana del famoso modello di casa a basso consumo energetico che sta prendendo piede nel Nord Europa: in Inghilterra (dove oggi più del 30 per cento delle nuove case viene realizzato in base a questo modello), Olanda e Danimarca. La sua nascita, preannunciata poco più di un anno fa durante un convegno sul risparmio energetico, verrà festeggiata mercoledì 7 maggio nella suggestiva cornice del Borgo di Poppi, in Toscana. All’ombra dell’omonimo castello medievale, a pochi chilometri dal quartier generale di Mabo Group, verrà presentata la prima Smarthouse in classe A, cioè dotata del certificato energetico che a partire da quest’anno, in base al nuovo quadro normativo, dovrà essere allegato al rogito e descrivere caratteristiche e prestazioni energetiche di ogni edificio di nuova concezione. In tempi brevi, con costi fissi e a prezzi ragionevoli (1.600 euro al mq) si prevede saranno circa una trentina coloro che entro il 2008 potranno insediarsi nella propria Smarthouse. L’obiettivo di Mabo Group è di portare entro il 2010 la produzione dello stabilimento toscano a regime, raggiungendo quota 200 Smarthouse prodotte ogni anno. «E’ un progetto che ci ha coinvolto molto. Lavorare fianco a fianco con i ricercatori dell’Università di Firenze — commenta Roberto Falsini, presidente di Mabo Group, la cui famiglia è tra i fondatori e maggiori azionisti del gruppo — è stata un’esperienza entusiasmante, che stiamo portando avanti tuttora, sempre su progetti che riguardano il risparmio energetico. Sappiamo bene di non poter risolvere con le nostre Smarthouse i problemi delle grandi metropoli, ma anche lavorando su mercati di nicchia o specializzati si può sempre contribuire a migliorare l’attuale situazione». Partendo da questo presupposto, Falsini rivela un altro paio di novità che stanno giusto dietro l’angolo. La prima si chiama Smartschool, edificio “intelligente” destinato a rendere energeticamente autosufficienti scuole materne ed elementari («insieme si stanno rivelando un mercato molto interessante»), che dovrebbe essere presentato al mercato entro settembre. Sempre in quel periodo si prevede anche il “fine lavori” per il nuovo centro commerciale di Narni (in provincia di Terni): una struttura prefabbricata di 15.000 mq per la quale verrà usata l’innovativa copertura Zenit Sole. Destinata ad edifici industriali o commerciali, questa copertura — evoluzione di un prodotto Mabo Group già esistente, riveduto e rivoluzionato insieme ai ricercatori dell’Università di Siena — consente di produrre energia mediante pannelli fotovoltaici, alimentando così il fabbisogno della struttura sottostante. Una soluzione innovativa all’insegna dell’indipendenza e del risparmio energetico che ha incontrato immediatamente il favore del mercato, con 12 milioni di euro di ordini 2008 messi insieme in pochi mesi da Mabo Group. E un impatto più che positivo sul trend di crescita del fatturato di quest’anno, che secondo il budget dovrebbe salire dai 110 milioni di euro del 2007 ai 150 milioni previsti per l’esercizio in corso. «Il nuovo quadro normativo relativo al rendimento energetico nell’edilizia — tiene a precisare Falsini — ci ha sicuramente aiutati. Il cambiamento, all’estero come poi in Italia, è stato visibile fin da subito: prima tutti ti chiedevano immediatamente dell’aspetto estetico dei prodotti, adesso la prima cosa che fanno è domandarti le caratteristiche dal punto di vista energetico». Oggi presente sui mercati esteri con una quota del 10 per cento del fatturato “tradizionale”, derivante cioè in gran parte dall’offerta di soluzioni “chiavi in mano” nel capo dei prefabbricati (con grande occhio alla qualità e anche qui al risparmio energetico), Mabo Group ha progetti di crescita al di là delle Alpi anche per i suoi prodotti “Smart” e “Zenit Sole”: «Certo non subito — mette le mani avanti il suo presidente — ma l’interesse comunque c’è». Per ora, di sicuro c’è solo che all’estero il gruppo toscano ha già cominciato da un po’ a guardarsi in giro, e che nel suo mirino sono già finiti quattro paesi: Francia, Spagna, Repubblica Ceca e Bulgaria. Ma le novità, anche su questo fronte, potrebbero essere giusto dietro l’angolo. Fonte repubblica.it Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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