E’ questa la forte denuncia che arriva dall’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria aderente a Confindustria che ha diffuso i risultati del Report sul mercato pubblico dei servizi di architettura e ingegneria nel Lazio per l’anno 2014. A commentare i dati è l’ing. Luca Montesi, coordinatore regionale per il Lazio dell’Associazione di Via Flaminia:“La comparazione dei dati riguardanti l’affidamento di servizi di ingegneria e architettura nel mercato pubblico del Lazio riferiti al quinquennio 2010-2014 conferma sostanzialmente la stagnazione del settore e una scelta difettosa delle procedure di gara. La scarsa utilizzazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e la cospicua quota di affidamenti diretti e di incarichi dati al massimo ribasso continuano ad incidere visibilmente sulla qualità dei servizi resi i cui riflessi negativi sulle opere (in)compiute sono facilmente riscontrabili, anche in termini di lievitazione dei costi a consuntivo e dilatazione dei tempi inizialmente previsti.” Si consolida il ricorso all’appalto integrato (progettazione esecutiva e costruzione) che invalorerappresenta nel 2014 ben quindici volte l’affidamento di servizi in maniera separata dai lavori.Si tratta di una tendenza che comporta problemi, disfunzioni e danni per l’interesse pubblico perché“il progetto-spiega Montesi-troverà il proprio dettaglio solo dopo l‘affidamento dei lavori e “per mano” dell’impresa esecutrice dei lavori stessi. L’appaltatore progettista è, infatti, potenzialmente in conflitto con gli interessi qualitativi dell’opera già definita in termini economici, dovendo, per propria (legittima) missione, massimizzarne il profitto. Il progetto, quindi, documento cardine della programmazione, può subire manipolazioni a scapito di tempi ,costi e qualità dell’opera finita.” Al calo degli affidamenti di Amministrazioni dello Stato ed Enti Locali si contrappone l’aumento rilevante degli incarichi dati da concessionarie e dai privati sovvenzionati. “E‘ l’effetto delle ‘deleghe’– dice Montesi- conferite alle società in house e ai concessionari che, a vario titolo, divengono“facenti funzioni” della P.A. Nulla quaestio se questo strumento non rappresentasse spesso, come tristemente documentato dalle cronache, un sistema di elusione, di accantonamento dei principi della concorrenza e, non da ultimo, un appesantimento in termini di tempi e costi delle procedure “. La soluzione che l’OICE prospetta è quella di guardare a quanto avviene all’estero: “Un allineamento – afferma Montesi – alle procedure di selezione e affidamento invalse nelle amministrazioni di organismi internazionali quali, ad esempio, World Bank, EU Commission, European Bank for Reconstruction and Development, rappresenterebbe – sempre secondo l‘ing. Montesi un buon viatico alla soluzione di questi annosi problemi.” Nel 2014, inoltre, i servizi per opere edili hanno totalizzato appena sei milioni di euro, meno del sei percento del totale dei servizi: “Il riflesso dell ‘esiguità dei fondi stanziati -sottolinea ancora l’ing. Montesi – è il forte e preoccupante degrado del patrimonio edilizio su tutto il territorio regionale. Purtroppo, dietro alla natura estetica del degrado, si nascondono gli effetti devastanti indotti sulle capacità produttive in ambito regionale, specialmente quelle del turismo, commercio e terziario.” In sostanza, quindi il progetto non ha ancora quel ruolo centrale che dovrebbe avere. L’ing. Montesi conclude quindi affermando che “a differenza di quanto accade in molti Paesi, nel Lazio, e più in generale in Italia, sembra che non si sia capita l‘importanza di rendere sistematica la progettualità di qualità poiché essa rappresenta un vero e proprio investimento finanziario per risultati economici, temporali e di qualità che restituirebbe.“ Troppi appalti integrati abbassano la qualità 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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