Pompe di calore: risparmio delle famiglie e decarbonizzazione

DAIKIN ITALY

Quella delle pompe di calore è una soluzione per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici ormai piuttosto nota, ma forse solo agli addetti ai lavori. Un’indagine commissionata da Daikin Italia rivela infatti che c’è ancora un forte gap culturale: molti italiani non sanno per esempio che il climatizzatore in inverno può essere utilizzato per riscaldare, temono che questa tecnologia non sia efficiente quanto le caldaie a condensazione e il prezzo rappresenta un blocco all’acquisto. Eppure efficientamento energetico e risparmio grazie alle PdC vanno di pari passo

A cura di:

Pompe di calore: risparmio delle famiglie e decarbonizzazione

Partendo dalla necessità di decarbonizzare il nostro patrimonio edilizio, assicurando contemporaneamente il risparmio per le famiglie italiane, Daikin Italia ha recentemente organizzato un evento, prima di tutto culturale, dedicato al ruolo delle pompe di calore, cui hanno partecipato esperti di Politecnico di Milano, Enea, Kyoto Club ed esponenti di Assoclima.

Un’interessante occasione di confronto per capire i vantaggi e le potenzialità di questa tecnologia e quanto sia importante la consapevolezza, di professionisti e cittadini, per accelerare la transizione energetica e la decarbonizzazione.

Andrea Grassi, Direttore marketing Daikin Italia
Andrea Grassi, Direttore marketing Daikin Italia

Partiamo col dire, spiega Andrea Grassi, Direttore marketing Daikin Italia, che le pompe di calore rappresentano il punto di contatto tra risparmio e decarbonizzazione e i vantaggi che assicurano sono ormai noti, ma forse solo agli addetti ai lavori ed è necessario fare cultura.

Decarbonizzazione per garantire il risparmio delle famiglie

Francesco Ferrante, vice presidente di Kyoto Club – realtà no profit che riunisce imprese e associazioni impegnate nell’obiettivo di raggiungere i target di riduzione delle emissioni di gas-serra assunti con il Protocollo di Kyoto, l’Accordo di Parigi e il Green Deal europeo – ha ricordato che puntare sulla decarbonizzazione è il solo modo per garantire il risparmio delle famiglie e lo sviluppo economico non può prescindere dagli obiettivi ambientali della decarbonizzazione.

Come sappiamo la crisi climatica, iniziata negli anni ‘70, ha continuato ad aggravarsi, tanto che, già nel 1997, l’Europa ha preso impegni per diminuire le emissioni, e anche se a livello globale queste hanno continuato ad aumentare, il Vecchio continente le ha diminuite svolgendo una funzione di leadership.

Gli impegni della COP di Parigi del 2015 erano chiari: “la temperatura media del pianeta non dovrebbe superare gli 1,5° rispetto al periodo pre industriale, per evitare il rischio che si inneschino dei fenomeni di cui non possiamo prevedere la reversibilità. Oggi – ricorda Ferrante – siamo a 1,4°C di aumento delle temperature e secondo gli scienziati il rischio è di arrivare a un + 2,5/2,9”.

La buona notizia è che siamo ancora in tempo per salvare il Pianeta. Ma l’unica risposta è quella dell’uscita dalle fonti fossili, puntando su maggior efficienza energetica, ricorso alle energie rinnovabili, decarbonizzazione ed elettrificazione dei consumi.
La COP28 appena conclusa in questo senso ha fatto qualche passo in avanti, con l’impegno a triplicare la potenza rinnovabile globale e raddoppiare il tasso medio annuo di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030 e la decisione di di abbandonare i combustibili fossili al 2050.

Le pompe di calore: soluzione per l’efficientamento energetico degli edifici

L’Ing. Luca Molinaroli Professore Associato del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, ha spiegato che guardando i dati delle emissioni è chiaro che agire sui trasporti per la decarbonizzazione è importante, ma l’ambiente costruito è molto più impattante.
“Gli edifici infatti sono responsabili del 40% delle emissioni dei gas effetto serra e più o meno il 20% di queste è associabile al riscaldamento”.

Emissioni dei trasporti vs quelle degli edifici
Emissioni dei trasporti vs quelle degli edifici

Elettrificare il settore del riscaldamento con pompe di calore significa decarbonizzarlo “rispetto ad una caldaia, una pompa di calore richiede circa il 70 per cento in meno dell’energia per generare il medesimo output“. Si tratta infatti di una tecnologia matura e affidabile, anche se oggi c’è ancora molto scetticismo da parte dell’utente finale perché è convinto che non funzioni bene come una caldaia ed è bloccato dal costo più alto. In questo senso secondo l’Ing. Molinaroli sarebbe auspicabile garantire uno schema incentivante.

Pompe di calore: uno stock giovane ed efficiente

Marco dall’Ombra Capogruppo Pompe di calore Assoclima, ha ricordato i più recenti dati del settore. Lo stock di PdC in Italia supera i 18,5 milioni, 17,5 sono split, con un’età media di circa 7 anni e un’ottima efficienza. Oggi ci sono circa 500.000 pompe di calore aria-acqua che stanno cominciando a sostituire le caldaie, l’età media di questo parco è di circa 4 anni e la metà è stato venduto negli ultimi 2 anni, grazie ai bonus.

Anche se è molto più conveniente scaldarsi con la pompa di calore piuttosto che con il gas, in Italia questa transizione è difficoltosa, nonostante la capillarità della rete elettrica sia superiore a quella del gas.

Per favorire l’ingresso delle pompe di calore in maniera più massiccia, secondo Dall’Ombra bisognerà diminuire il fabbisogno degli edifici installando per esempio infissi performanti e sistemi a cappotto, ma anche sostituendo in maniera graduale il vettore energetico e rendendo i consumatori più consapevoli.

La ricerca Ipsos: la PdC, questa sconosciuta

La ricerca realizzata da Ipsos per Daikin evidenzia che molti italiani non sanno che il proprio climatizzatore in pompa di calore, in inverno può essere usato per riscaldare: una scelta efficiente ed economica.

Il 20% degli intervistati non usa il climatizzatore in inverno perché non conosce la funzione riscaldamento; il 48% non la considera un’opzione adeguata; il 30% lamenta un discomfort (aria secca, temperatura non uniforme…), ma in questo caso Daikin ricorda che sono sufficienti semplici accorgimenti, come impostare la temperatura attorno ai 23°C e diminuire la velocità della ventola al minimo. 7 intervistati su 10 pensano che l’impatto ambientale delle pompe di calore sia uguale se non peggiore rispetto al riscaldamento a gas.

Il 30% degli intervistati non accende la pompa di calore in inverno per limitare i consumi ed evitare un aumento dei costi, senza sapere che in realtà è proprio il contrario: l’alta efficienza energetica dell’apparecchio garantisce infatti una diminuzione dei costi in bolletta fino al 57% rispetto alla caldaia a gas tradizionale e la riduzione delle emissioni di CO2 fino al 76%.

Un dato confermato anche da uno studio di Enea che ha messo a confronto in 5 città italiane, i consumi di riscaldamento attraverso caldaia a gas tradizionale o climatizzatore, in un appartamento “tipo” di circa 100mq e a basso isolamento. In tutti i casi ci sono stati risparmi, diversi a seconda della temperatura esterna, dai 1.180€ (-46% ) a Cuneo a 308€ a Palermo -57%.
La pompa di calore infatti richiede poco più di un quarto dell’energia rispetto alla caldaia.

Differenza spese riscaldamento ed emissioni annuali utilizzando pompa di calore o caldaia
Fonte Emea

Si tratta di un settore che rappresenta una grande opportunità di sviluppo economico per l’Euorpa e l’Italia e su cui Daikin sta continuando a investire: l’azienda ha recentemente avviato a Cecchina in Lazio un centro di produzione europeo per le pompe di calore condominiali. 

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

EDILTREND

Le ultime notizie sull’argomento


Articolo realizzato in collaborazione con...

DAIKIN ITALY

Daikin Industries Ltd. è la multinazionale giapponese leader mondiale nei sistemi di climatizzazione per applicazioni residenziali, ...