Obiettivo campus a zero emissioni per l’Ateneo Milano Bicocca

Il piano di riqualificazione energetica dell’Università Bicocca di Milano è stato presentato in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2022/2023.

La Rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, durante il suo intervento all'inaugurazione dell'anno accademico

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Obiettivo zero emissioni per il campus dell’Università Bicocca di Milano, che sfrutterà l’energia geotermica del sottosuolo e il fotovoltaico per riscaldare e raffrescare gli ambienti.

Il progetto è stato presentato in occasione dell’inaugurazione del 25esimo anno accademico dell’Ateneo, 2022/2023, alla presenza della rettrice Giovanna Iannantuoni (nell’immagine di apertura), del ministro dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, che ha portato i suoi saluti in video e dell’architetto e urbanista Carlo Ratti che ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Senseable cities”. Con la definizione “Senseable cities”, Ratti indica città sensibili e capaci di sentire, grazie ai dati, alle tecnologie e alla componente umana. A proposito di città, infatti, l’esperienza della Bicocca dovrebbe fare da apripista ed essere replicata su più larga scala alla città di Milano.

Geotermia e fotovoltaico per scaldare e raffrescare gli ambienti della Bicocca

Il progetto di rigenerazione partirà dall’edificio U19 (via Boschi di Stefano), in cui si svolgono le attività di ricerca e monitoraggio geologico ambientale. Questo verrà ristrutturato e ospiterà un sistema ad energia rinnovabile geotermica e solare, che sarà riprodotto anche in piazza della Scienza, sulla quale si affacciano gli edifici U1, U2, U3 e U4, che potranno beneficiarne. La stima è di un risparmio complessivo dell’80% sui costi energetici per riscaldamento e raffreddamento. Inoltre, in quest’area verranno testate soluzioni e tecnologie con l’obiettivo di replicarne l’utilizzo in altre zone della città di Milano. L’obiettivo è quello di produrre energia pulita non solo per il campus, ma anche per il territorio.

La piazza della scienza dell'Università Bicocca alimentata da energia geotermica
La piazza della Scienza

Il sistema funzionerà grazie a pozzi per l’estrazione dell’energia geotermica che, in combinazione con i pannelli fotovoltaici posizionati sui tetti degli edifici, consentirà progressivamente di ridurre la dipendenza da fonti energetiche fossili esterne. Per garantire l’isolamento termico degli edifici sono previste pareti ricoperte di vegetazione. Per l’irrigazione sarà usata l’acqua di falda estratta per l’impiego geotermico.

Le città come laboratori a cielo aperto

Come ha sottolineato il professor Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, le città sono sempre state motori d’innovazione dell’umanità. Anche oggi bisogna renderle dei “Living Labs”, cioè laboratori a cielo aperto in cui testare idee sperimentali con un approccio collaborativo, luoghi in cui raccogliere idee nuove e coraggiose utili ad affrontare le sfide del futuro, in primis quelle dettate dal cambiamento climatico.

Una visione che la Bicocca ha abbracciato pienamente con i suoi 37mila studenti, 73 corsi di laurea, 19 corsi di dottorato, 303 progetti di ricerca per un valore economico di 160 milioni di euro e aderendo con altri quattro atenei milanesi al progetto di rigenerazione urbana Musa, finanziato dal PNRR.

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