Oramai pare certo che la rata della TASI, che avrà scadenza il prossimo 16 giugno non verrà prorogata. All’incontro tra i Comuni, presieduto dal presidente ANCI Piero Fassino, è emerso quanto uno slittamento, che si era ipotizzato per dicembre, risulti inattuabile soprattutto per quei comuni che hanno già stabilito delle scadenze, che ora devono rispettare, perchè altrimenti non sarebbero in grado di erogare i servizi a loro carico. I Comuni devono decidere sulle aliquote Tasi entro il 23 maggio e ad allegarle al portale del federalismo fiscale: informazione che deve poi essere registrata anche sul sito del ministero dell’Economia entro il 31 maggio. Va stabilita anche l’eventuale maggiorazione dello 0,8 per mille da attribuire tra prima e seconda casa, accompagnandola alle relative detrazioni. Bisogna inoltre fissare la quota dell’imposta che va pagata dall’ inquilino (tra il 10 e il 30% dell’importo dovuto in base all’aliquota sec). L’aliquota base Imu è dell’1 per mille e può arrivare nel 2014 ad un massimo del 2,5 per mille. Se il Comune non ha preso alcuna decisione entro il 23 maggio, i proprietari di prima casa potranno pagare tutto in unica soluzione il 16 dicembre. Le seconde case, invece, non riusciranno a scappare dall’appuntamento del 16 giugno, quando dovranno pagare Imu e Tasi. Per la Tasi, in caso non sia stata deliberata un’aliquota dal Comune, dovranno pagare il 50% dell’aliquota base dell’1 per mille, togliendo però, secondo le Finanze, una quota forfettaria del 10% annuo (quindi il 5% per la prima rata) che spetta invece all’inquilino. I proprietari fanno però notare che la legge lascia ai Comuni la scelta fra il minimo del 10% e il massimo del 30% a carico dell’inquilino, ma nulla dice in caso di mancata decisione. In assenza di interventi legislativi, a loro parere, la norma è quindi inapplicabile per gli immobili locati e invitano a sottrarre una quota del 30% che spetta agli affittuari. Per il 2014, dalle Finanze fanno notare che la somma di Tasi e Imu non potrà superare il 10,6 per mille, cioè l’aliquota massima dell’Imu prevista lo scorso anno, ma questo valore può comunque essere superato se le amministrazioni comunali decidono di utilizzare il possibile aumento dello 0,8 per mille, che serve a dare maggiori detrazioni per l’abitazione principale. Nessuna proroga alla TASI 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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