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[post_content] => Lo zintek® è una lega di zinco, rame e titanio di pregio qualitativo.
È conforme alla normativa europea EN 988 “Zinco e leghe di Zinco – Prescrizioni per i prodotti laminati piani e per l’edilizia”, che stabilisce i requisiti per i prodotti laminati piani di lega zinco-rame-titanio utilizzati in edilizia e forniti in forma di nastri, lamiere o bandelle.
Viene prodotto a partire da zinco con titolo 99,995 di zinco di qualità Z1, a cui vengono aggiunti elementi in lega (titanio), che ne aumentano la resistenza alla deformazione permanente nel tempo, e rame, che ne incrementa la resistenza alla trazione. La combinazione dei due permette che il coefficiente di dilatazione risulti ridotto.
Colori e cromie
Lo zintek® naturale, appena uscito dal laminatoio, appare grigio chiaro, lucido, omogeneo e brillante.
Una volta a contatto con ossigeno e acqua, la sua superficie si ricopre progressivamente di uno strato protettivo composto da carbonato basico di zinco, che resta stabile nel tempo e ne garantisce la lunga durata.
L’aspetto naturale del laminato può essere variato tramite trattamenti particolari di prepatinatura, che modificano le cromie senza alterare la resistenza e la durabilità del prodotto.
Oltre alle versioni naturale e prepatinata, Zintek propone The Color Line: una linea di laminati colorati che esalta le qualità materiche dello zintek® preservandone le caratteristiche tecniche e funzionali. Sono disponibili nove varianti: Blu Mediterraneo, Verde Laguna, Verde Mirto di Sardegna, Rosso Antico, Marrone Terra Naturale, Grigio Roccia, Grigio Fumo, Grigio Lunare e Nero Grafite.
L'impiego di zintek® in architettura
Lo zintek® non è influenzato dalle variazioni di temperatura causate da lavorazione e posa, è incombustibile, resiste ai raggi ultravioletti e non subisce l’erosione del vento.
È un prodotto naturale e riciclabile, le cui caratteristiche chimico-fisiche ne permettono l'ottima lavorabilità e saldabilità.
Inoltre, prevendo la compatibilità con differenti tecniche di posa, aderisce perfettamente a qualsiasi profilo.
Grazie alla grande versatilità e all’alta resa estetica è ideale sia in contesti di restauro conservativo che in realizzazioni contemporanee.
Soluzioni per coperture e facciate
Lo zintek® è pensato per adattarsi ad ogni disegno progettuale. Prevede diverse tipologie di rivestimento:
sistema aggraffato
sistema a scandole
sistema con doghe
Soluzioni per lattonerie
Zintek offre soluzioni per grondaie esterne e interne, colmi, elementi di raccordo e corpi sporgenti, oltre a una gamma di accessori per lattonerie.
È nata una nuova cittadella nel cuore di Trento: è il quartiere Le Albere, grandioso progetto di riqualificazione urbanistica che porta la firma di Renzo Piano, e che ha visto Zintek Srl nel ruolo di general contractor per la realizzazione di tutte le coperture.
Commissionato dal fondo d’investimento Castello SGR, il quartiere Le Albere sorge nell’area industriale ex Michelin, che viene così restituita ai cittadini dopo anni di abbandono.
Tre gli elementi che hanno guidato il Renzo Piano Building Workshop nella progettazione: mantenere un rapporto con l’esistente, ricucire lo strappo con il tessuto cittadino e recuperare il rapporto della città con il suo fiume.
L’intero complesso, sviluppato su una superficie di 11 ettari, comprende circa 300 appartamenti, 30mila metri quadrati per uffici e negozi, 2.000 posti auto, 30mila metri quadrati di piazze, strade, percorsi pedonali e ciclabili, una rete di canali e 5 ettari di parco pubblico, senza contare i giardini di ciascuna palazzina. Inoltre all’interno de Le Albere si trovano un centro culturale polifunzionale e il MUSE, nuovo Museo tridentino di scienze naturali che ospiterà al suo interno mostre permanenti e temporanee, una biblioteca, un archivio, laboratori e addirittura un pezzetto di foresta pluviale.
In un progetto tanto esteso le coperture hanno assunto eccezionale importanza: ad esse è infatti toccato il compito di dare uniformità stilistica all’intero complesso.
Per questo lo Studio Piano ha vagliato attentamente i materiali disponibili sul mercato, preferendo alla fine illaminato in zinco-titanio zintek® commercializzato da Zintek Srldi Porto Marghera: prodotto di alte prestazioni tecnologiche, estremamente malleabile e versatile, ha consentito di seguire in ogni dettaglio la complessità del disegno progettuale.
Pur condividendo geometrie comuni, infatti, tutti gli edifici che compongono il complesso Le Albere sono differenti tra loro: quelli destinati a uffici sono rettilinei, mentre quelli residenziali presentano una curvatura concava o convessa, diversa da stabile a stabile, determinata dal disegno originale di Renzo Piano. Proprio per poter rispettare queste peculiarità è stato necessario intervenire in modo “artigianale”, sfruttando al massimo le potenzialità del laminato zintek®.
Grazie alle sue caratteristiche e all’uso dell’aggraffatura, che ha consentito una grande libertà espressiva, si sono potuti rispettare i punti di forza del progetto: un’estrema pulizia formale, una rigorosa modularità geometrica ripetuta in ogni elemento e la riduzione dei corpi sporgenti sul tetto.
Per il lato inferiore delle coperture è stato poi proposto un inedito abbinamento di metallo e larice naturale a vista, che rispetta la modularità ripresa in tutti gli edifici: i bordi appaiono uguali da qualunque punto li si guardi, e hanno uguali spaziature, determinate da fughe rigorosamente studiate.
Oltre a curare l’aspetto più visibile delle coperture, Zintek Srl ne ha proposto l’accoppiamento con un pacchetto di isolamento e ventilazione di altissima performance che rispondesse sia alle esigenze estetiche del progetto, sia a quelle funzionali e applicative, e che garantisse alle coperture maggiori durata ed efficienza.
In qualità di general contractor, per la realizzazione del pacchetto di copertura Zintek Srl ha dunque ricercato tra i produttori e fornitori presenti sul mercato i partner più adatti, che si distinguessero per professionalità ed esperienza, e per per la condivisione degli stessi valori in base ai quali il quartiere Le Albere è stato progettato e costruito.
In particolare, la società si è rivolta a LignoAlp e Riwega.
A Lignoalp(marchio registrato della DAMIANI-HOLZ&KO SpA per strutture in legno su misura) Zintek Srl si è rivolta per l’ingegnerizzazione dei pannelli strutturali in legno multistrato (x-lam). Società che da sempre considera l’ambiente e il futuro i tesori più importanti da preservare, LignoAlp punta solo su costruzioni sostenibili, con certificazione CasaClima, e sull’uso di materiali a basso impatto ambientale.
Per le membranefunzionali e la lineavita, Zintek Srl si è invece rivolta a Riwega Srl, società che da sempre punta a costruire un sistema produttivo e distributivo di materiali innovativi che migliorino la vita dei cittadini e delle industrie, nel pieno rispetto dell’ambiente e con un occhio di riguardo al risparmio energetico.
La filiera di valore Zintek, frutto delle iniziative lungimiranti intraprese anni fa e portate avanti con costanza, come la creazione di una Scuola di lattoneria e la costruzione di una rete collaudata di professionisti, ha quindi permesso di realizzare coperture a regola d’arte, la cui qualità è stata documentata passo per passo con controlli periodici e verifiche del rispetto di normative e procedure.
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Il progetto del nuovo ingresso-biglietteria è stato curato da H&A Associati in collaborazione con l’Ufficio Progetti Speciali della Biennale, ed è stato pensato per essere un’opera discreta ma incisiva, capace di colpire inserendosi al tempo stesso in maniera armoniosa nel paesaggio circostante.
Parte integrante e significativa dell'intervento è stata la riqualificazione degli spazi verdi antistanti, trasformati in un’accogliente area naturale riservata all'utenza per l'attesa e l'incontro.
La realizzazione rientra nel “Progetto di sviluppo e potenziamento delle attività de la Biennale di Venezia in funzione della costruzione di un polo permanente di eccellenza nazionale ed internazionale a Venezia” e costituisce uno dei 14 progetti strategici resi possibili grazie ai fondi del Ministero della Cultura relativi al Piano Nazionale Complementare (PNC) al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Elemento caratterizzante del nuovo ingresso-biglietteria è la presenza dello zinco-titanio zintek®, impiegato per la copertura dell'intera struttura e scelto sia per la sua eleganza che per la capacità di dialogare magistralmente con il contesto naturale.
Con una superficie di oltre 230 mq, la copertura supera il perimetro dell’edificio dando vita a sporti profondi, che fungono da porticato e riparo per i visitatori.
Per la posa del manto è stata utilizzata la tecnica della doppia aggraffatura, che valorizza i volumi e accentua la forte identità architettonica del progetto.
Per la parte interna del portico è stato invece preferito un effetto specchiatura, che stabilisce un piacevole contrasto donando leggerezza e riflessione alla copertura e restituendo giochi di luce e profondità che moltiplicano visivamente lo spazio e la vegetazione circostante.
Accanto ai materiali nuovi e contemporanei introdotti nella struttura, gli architetti hanno deciso di preservare alcuni elementi originali della serra preesistente, quali i pilastrini in mattoni faccia a vista e i serramenti “all’inglesina”, reinterpretandoli in un dialogo tra passato e presente.
Con circa 130 mq di superficie interna e dieci postazioni operative, la nuova biglietteria offre un servizio al pubblico migliorato, rappresentando al contempo un gesto di restituzione urbana: un ingresso rinnovato, degno di una manifestazione prestigiosa come la Biennale, che è spazio di accoglienza, relazione e qualità architettonica.
[post_title] => I Giardini della Biennale di Venezia rinnovano gli ingressi
[post_excerpt] => L'ingresso della Biennale di Venezia cambia aspetto. Nel cuore dei Giardini di Sant’Elena, un recente intervento introduce una nuova architettura.
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[post_content] => Triennale di Milano ha di recente ospitato il convegno “Zintek al Davines Village: forma e materia in architettura”, dedicato al prestigioso progetto della nuova sede aziendale Davines a Parma.
A cura di: Fabiana MurgiaL’evento, animato da diversi interventi, ha presentato lo sviluppo del progetto in tutte le sue fasi, dall’idea alla definizione della stessa su carta, fino alle fasi di cantiere e alla materializzazione dell’involucro finale con tutti i suoi dettagli.
Davines, noto brand di cosmetici dedicati all’haircare e allo skincare, rappresenta un punto di riferimento per il mondo della cosmetica grazie alla professionalità e alla qualità dei suoi prodotti, realizzati in un’ottica sostenibile e impiegando solo materiali naturali e di pregio.
L'azienda, che si dimostra da sempre attenta e impegnata in azioni rispettose per l’ambiente, ha voluto per sé e per i suoi dipendenti un complesso aziendale capace di inserirsi armoniosamente nel territorio parmense e di creare un luogo di lavoro familiare, all’interno del quale il lavoratore possa sentirsi a suo agio.
Ecco che la collaborazione tra gli architetti Matteo Thun e Luca Colombo e il paesaggista Tommaso del Buono, spinti da queste richieste e ispirati dal contesto rurale, ha dato forma al Davines Village, un vero e proprio villaggio cosmetico che accoglie tutte le funzioni necessarie per la creazione dei prodotti Davines.Per la realizzazione di un progetto così ambizioso e sensibile allo sviluppo di un impatto positivo sull’ambiente, non poteva mancare l’intervento di Zintek, rinomata azienda produttrice di laminati, da anni impegnata nella collaborazione con progettisti, imprese e maestranze.
Zintek, con i suoi rivestimenti in zinco-titanio, conferisce agli edifici caratteristiche di bellezza, autenticità, durata e qualità, e lo fa in modo altamente sostenibile.
La presentazione del progetto si è aperta con l’intervento dell’architetto Matteo Thun, il quale ha tenuto a sottolineare la responsabilità etica e professionale che tutti gli architetti sono obbligati a dimostrare nei confronti del pianeta, contestando l’utilizzo dell’aggettivo “sostenibile” ad accompagnare materiali, tecniche e interventi in quanto la sostenibilità in architettura non deve essere una scelta, bensì deve appartenere intrinsecamente alla volontà di operare del progettista.Successivamente l’architetto Luca Colombo si è concentrato sull’analisi dei dettagli tecnici del progetto, mostrando i particolari della struttura e le modalità di applicazione e fissaggio del rivestimento zintek®, mentre l’intervento del paesaggista Tommaso del Buono ha rivelato tutti gli aspetti del progetto verde che circonda il villaggio e si inserisce in esso.
Il progetto architettonico del Davines Village
Il Davines Village deve il nome alla sua configurazione, definita da una serie di casette che richiamano l’immagine di un vero e proprio villaggio in miniatura.
I volumi edificati interessano il 20% dell’area agricola che li ospita, mentre il restante 80% è dedicato allo sviluppo della vegetazione, oltre a rappresentare un’opportunità di ampliamento futuro per l’azienda.E’ possibile individuare due macro aree suddivise per conformazione e per funzioni: il villaggio, che ospita principalmente gli uffici e al quale è destinata la parte amministrativa e gestionale, e il PCM, zona dedicata alla produzione, al confezionamento e al magazzino.
Gli uffici si sviluppano linearmente su due livelli e racchiudono diversi cortili, ispirandosi all’architettura rurale del luogo.
Il piano terra, composto da una serie di facciate in vetro che corrono lungo tutto il perimetro, funge da basamento per i volumi del piano superiore, coronati da coperture a falde inclinate che disegnando un profilo riconducibile a una serie di case accostate.
Osservando il villaggio appare subito evidente la contrapposizione tra la trasparenza del vetro, che interessa le facciate dei due piani inserendosi all’interno di montanti in legno lamellare, e la pienezza del rivestimento di zinco-titanio.
Mentre il vetro arricchisce gli ambienti di lavoro facendo permeare la luce naturale e dona una visione panoramica degli spazi esterni, il rivestimento zintek® avvolge lo scheletro metallico generando armonia e continuità tra le forme.L’ingresso principale pone al centro della scena un volume indipendente, con involucro in vetro e copertura laminare, dedicato alla ristorazione e alla serra.
Un’entrata secondaria funge da passaggio carrabile e parcheggio mentre un terzo ingresso è stato concepito come passaggio d’emergenza da utilizzare in caso di necessità straordinarie.
Il PCM è ricavato in una stecca lineare a pianta rettangolare, disposta su tre piani e retrostante alla zona ristorativa, mentre il magazzino si affaccia sull’autostrada mostrando una facciata piena rivestita in laminato zintek® che si contrappone alla facciata interna ricoperta da pennelli in policarbonato e finitura trasparente.I volumi del magazzino sono sormontati da grandi falde inclinate, ma a differenza degli uffici, che mantengono un profilo inclinato anche internamente, prevedono l’installazione di controsoffitti.
Il progetto verde
Il progetto delle aree verdi, curato dallo studio Del Buono Gazerwitz, ha previsto la piantumazione di specie vegetali autoctone, sottolineando il carattere sostenibile dell’intera opera e la volontà di integrazione totale con il paesaggio circostante.Alla zona d’ingresso sono stati destinati carpini bianchi e alberi d’alto fusto, con funzione ornamentale e di schermatura per gli stabilimenti limitrofi, mentre per i parcheggi sono stati posizionati dei gelsi che crescendo assumeranno la funzione di una vera e propria tettoia ombreggiando la superficie.
Il disegno del progetto lascia spazio a due corti principali, una posizionata a sud e una a nord.La corte sud è padroneggiata da una vasca d’acqua rettangolare con ninfee, nella quale si specchia la serra, inserita in una pavimentazione di pietra forte fiorentina utilizzata anche per il vialetto d’ingresso e per la corte nord.
La funzione di delimitare i diversi spazi e separare gli edifici dalle zone centrali della corte è affidata all’utilizzo di piante arboree ed erbacee; ne risulta una visione d’insieme che conferisce un aspetto lussureggiante.La corte nord assume l’aspetto di una vera e propria piazzetta di raccolta e di sosta all’aria aperta, ombreggiata dalla presenza di tigli con chioma a tettoia e arricchita da siepi di alloro sferiche che spezzano la linearità della pavimentazione e con la loro fragranza coinvolgono anche l’olfatto nella percezione di ogni particolare di questa elegante architettura.
Davines sperimenta e da forma ai suoi prodotti utilizzando una serie di essenze a km zero, raccolte direttamente dall’orto scientifico del Davines Village, una struttura geometrica, delimitata da una circonferenza di siepi d’alloro e da filari di platani a spalliera, che inscrive un quadrato suddiviso in tanti piccoli orticelli e racchiude una fontana centrale.A chiudere il progetto del verde l’area agricola, che ospita pioppi e cipressini e potrebbe divenire in futuro la base per un ampliamento dell’azienda.
Quest’area si insinua tra l’orto scientifico e il km verde, una vera e propria barriera acustica e ambientale, che corre lungo l’autostrada, formata da un bosco ricco di piante capaci di assorbire alte concentrazioni di CO2 e pm10, rendendo salubri la qualità dell’aria e gli ambienti della struttura.
Il contributo di Zintek, con i suoi rivestimenti in zinco-titanio
Zintek ha avuto un ruolo fondamentale in questo progetto e ha permesso di reinterpretare in chiave moderna un’architettura ispirata alla più classica edilizia rurale.
Il laminato zintek® riveste con eleganza ed estrema semplicità l’intero profilo dei volumi, senza generare soluzioni di continuità e integrando perfettamente tutte le componenti dell’involucro, partendo dai canali di gronda fino ad arrivare alle schermature solari, tutto seguendo un approccio rigorosamente green.
L’involucro, scandito da una serie di aggraffature che conferiscono un aspetto ritmato, avvolge le facciate degli uffici e le rende un tutt'uno con le coperture, formate da lastre preformate a tutta lunghezza di falda e caratterizzate da una struttura portante estremamente leggera con duplice strato isolante atto a garantire un comfort ottimale degli spazi interni e un efficiente isolamento acustico.Ancora una volta Zintek dimostra di essere un'azienda che si contraddistingue per la qualità dei suoi materiali e l'attenzione particolare nei confronti dell'ambiente, soddisfacendo al meglio tutte le richieste progettuali.
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[post_content] => Per tutti coloro che devono fare i conti con superfici, scelta di materiali e voci di capitolato, Zintek propone Zintek P.O.L., il software unico nel campo dei rivestimenti metallici per il calcolo di preventivi on-line.
Pensato per professionisti, progettisti, architetti e imprese che utilizzano il laminato zinco-titanio zintek®, Zintek P.O.L. consente in pochi click di calcolare preventivi assolutamente precisi in formato PDF, per la realizzazione di coperture, facciate e lattoniere in zintek®.
Il software è accessibile gratuitamente dal sito www.zintek.it, non richiede l’installazione di driver o programmi aggiuntivi, ma solo la semplice registrazione.
Come funziona
Si tratta di uno strumento di lavoro semplice e flessibile, per avere un preventivo dettagliato bastano pochi dati, non si deve inserire nessun paramentro se non la semplice superficie e la scelta tra zintek® naturale o prepatinato:
1. Creare un nuovo progetto
Una volta inseriti i dati per elaborare il capitolato: tetto copertura e complementi, in tempo reale vengono visualizzati costi parziali e totali;
2. Visualizzare l’archivio
I progetti possono essere inseriti, modificati, cancellati. Una volta salvati, i dati sono conservati in un archivio personale, e possono essere sempre visualizzati;
3. Stampare il capitolato
Visualizzando la pagina riassuntiva del capitolato si può decidere se creare un documento completo. Il capitolato sarà pronto per la stampa o l’invio tramite posta elettronica.
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[post_content] => Nell'ambito della seconda parte del seminario “Zinco-titanio zintek® per l’involucro edilizio”, si svolge il 12 settembre una visita guidata ad alcuni edifici a Trento.
[caption id="attachment_743450" align="aligncenter" width="1200"] Particolare di copertura presso il quartiere “Le Albere” – Trento[/caption]
Visita in particolare al quartiere “Le Albere”, importante intervento di riqualificazione dell’area industriale ex Michelin sviluppato su un’area di 11 ettari e firmato da Renzo Piano, in cui Zintek ha svolto il ruolo di general contractor per la realizzazione di tutte le coperture.
[caption id="attachment_743448" align="aligncenter" width="1200"] Il quartiere “Le Albere” – Trento[/caption]
I partecipanti potranno verificare, a dodici anni dalla posa, l'ottimo stato di conservazione dello zintek® negli edifici delle Albere toccando con mano i vantaggi dell’involucro edilizio metallico e le tecniche di installazione.
[caption id="attachment_743449" align="aligncenter" width="1200"] Sacrario di Castel Dante – Rovereto (TN)[/caption]
E' inoltre prevista la visita al MUSE, il Museodelle Scienze di Trento, e sarà presentato il progetto di restauro del Sacrario di Castel Dante, in cui il rivestimento della cupola è stato fatto con zinco-titanio zintek®.
Programma
7.30 – Partenza da via San Marco, Milano, con pullman privato
10.30 – Prima parte della visita al quartiere “Le Albere”
11.00 – Incontro di approfondimento sulla progettazione e realizzazione del quartiere “Le Albere” presso la sede dell’Istituto Atesino di Sviluppo, con interventi di:
Ing. Walter Boller, presidente di IURE Srl, Project Manager progetto “Le Albere”
Arch. Danilo Vespier, Vespier Architects Genova, associato RPBW per il progetto “Le Albere”
Arch. Vittorio Di Turi, coordinatore della progettazione del cantiere “Le Albere”
Arch. Matteo Donini, assistente del coordinatore della progettazione del cantiere “Le Albere”
Ing. Viviana Patton, collaboratrice di IURE S.r.l., esperta in Certificazione LEED
Prof. Marco Imperadori, titolare della cattedra di Progettazione e Innovazione tecnologica, Dipartimento ABC, Politecnico di Milano
12.30 – Light lunch
14.00 – Seconda parte della visita al quartiere “Le Albere”
15.00 – Visita al MUSE
16.00 – Presentazione caso studio Sacrario di Castel Dante di Rovereto, con intervento di:
Arch. Manuela Baldracchi
17.00 – Rientro a Milano (arrivo previsto alle 19.30), con pullman privato
Iscriviti all'itinerario guidato
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[post_content] => Immerso in un contesto molto particolare nell’area di Tholen, Paesi Bassi, Waterrijk Oesterdam è il nuovo lussuoso resort, progettato da BINT Architecten. Per la realizzazione dei tetti delle ville sull’acqua è stato scelto il laminato zinco-titanio zintek® prodotto da Zintek.
a cura di Silvia GiacomettiIndice degli argomenti:
Forme, colori e spazi determinano la capacità di un luogo di generare benessere sia per il corpo che per la mente. Per questo motivo diventa quindi fondamentale scegliere un’architettura e con essa i materiali ideali utili a raggiungere tale capacità di ristoro e relax.
Immerso in un contesto molto particolare nell’area di Tholen, Paesi Bassi, Waterrijk Oesterdam è il nuovo lussuoso resort, progettato dagli architetti Michel van den Bogaard ed Evert Pronk, di BINT Architecten.
Situato sull’acqua nel centro del Parco Nazionale di Oosterschelde, il resort offre ville sull’acqua davvero molto particolari, un piccolo porto, una spiaggia e un edificio centrale dove sono collocati la reception, gli appartamenti dell’hotel, le strutture riservate alla ristorazione, i negozi e le aree benessere.
Il progetto
Il progetto dell’edificio centrale si basa su tre direzioni principali che si diramano verso il paesaggio circostante, mentre le braccia dello stesso, che sono ad un angolo di 120 gradi, simulano un gesto d’invito.
Partendo da questo dettaglio, gli architetti hanno pensato di “accogliere” letteralmente da qualsiasi parte le persone a “braccia aperte”, invitandole al centro del villaggio vacanze.
La sua funzionalità principale è quella di essere un grande atrio in vetro da cui è possibile ammirare il paesaggio circostante da ogni angolo.
Il progetto è dettato dalle regole del piano di sviluppo, come le altezze del crinale e le altezze delle grondaie. Inoltre, ogni architettura è stata pensata per sfruttare al massimo e nel pieno rispetto dell’ambiente il bellissimo paesaggio e la sua favorevole posizione. Le camere dell’hotel godono tutte di una vista mozzafiato e offrono assoluta privacy.
La sfida più grande è stata la logistica e in particolare la gestione dei rifiuti residui. Poiché gli architetti non volevano alcun retro all’edificio, hanno creato un seminterrato speciale sotto l’edificio per il deposito transitorio. Per raccogliere i rifiuti, i camion della spazzatura possono raggiungere il seminterrato tramite una rampa specificatamente predisposta per gestire questa particolare attività.
Oltre al contesto, molta attenzione è stata concentrata anche sui materiali utilizzati. La base del resort era già in legno e zinco. Poiché questo si adattava molto bene all’idea originale degli architetti, l’intera costruzione è stata portata avanti utilizzando esattamente queste due specifiche tipologie di materiale. Il tetto marrone del ristorante è un’aggiunta speciale all’edificio.
L’intervento di Zintek
Data la particolare funzione e posizione del Resort Waterrijk Oesterdam, gli architetti hanno scelto di utilizzare per tutte le ville sull’acqua tetti di zinco. Un materiale, lo zinco, che grazie alle sue particolarità, è risultato il più adatto per combinarsi perfettamente con l’aria, e per armonizzarsi con il resto degli edifici già esistenti.
Inoltre, lo zinco assicura una massima durata nel tempo, senza necessità di manutenzioni continue e costose.
I tetti di tutte le ville e dell’edificio centrale sono così stati realizzati in laminato zinco-titanio zintek® prodotto da Zintek, in una colorazione naturale quelli delle ville, in una combinazione naturale e marrone terra quello dell’edificio centrale.
Per il tetto dell’edificio centrale dove sono collocati la reception, gli appartamenti dell’hotel, le strutture riservate alla ristorazione, i negozi e le aree benessere gli architetti hanno optato per il laminato zinco-titanio zintek® in una combinazione naturale e marrone terra tra le sei tonalità proposte dai “The colored ones”.
Come copertura delle ville sull’acqua, lo zintek® è stato scelto nella versione naturale, perché “in grado di combinarsi in perfetta armonia con l’ambiente”. Le case stesse sono state progettate per integrarsi completamente con ciò che le circonda e risultarne quasi incorporate.
I materiali naturali e le tonalità marrone/grigio rafforzano proprio questa immagine e combinandosi con il blu dell’elemento acqua, hanno il potere di migliorare l’umore e ridurre lo stress.
Le molteplici varietà cromatiche dello zintek® fanno sì che sia in grado di sposarsi con qualsiasi materia per trasformarsi in puro elemento architettonico e, al contempo, il suo essere naturale, riciclabile ed esente da manutenzione lo rendono un prezioso alleato della natura circostante.
Il Resort Waterrijk Oesterdam è un progetto che denota una grande importanza architetturale e ambientale per il paese, e che vede queste corrisposte anche attraverso l’elevata qualità dei materiali utilizzati zintek®, in quanto rispettosi di tutti i requisiti in merito all’uso responsabile delle risorse, alla valutazione del ciclo di vita di prodotti e materiali e alla loro conformità a livello europeo.
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[post_content] => L'isola abitata più vicina a Venezia è Murano, che, grazie al sistema di trasporto pubblico, può essere considerata facente parte del quartiere storico del capoluogo. Simbolo della sua identità è la lavorazione vetraria resa possibile dalle fornaci che vennero trasferite dal Duecento su quest'isola per questioni di sicurezza: per questo, Murano è universalmente conosciuta come "l'isola del vetro", ed è il punto di riferimento mondiale per la produzione di manufatti artistici di vetro di pregio.
La storia delle Conterie
Nata nel 1898 dall'unione di produttori locali che operavano nei pressi del Museo del Vetro e della Chiesa di San Donato, l'antica industria delle Conterie, produttrice di perle e perline (appunto le "conterie"), dopo la severa concorrenza orientale, è stata acquistata nel 1995 dal Comune di Venezia, che decide di avviarne il restauro, con l'obiettivo di realizzare una residenza studentesca e un complesso residenziale (entrambe oggetto di un concorso internazionale), un ampliamento del Museo del Vetro e delle attività artigianali e commerciali. Una parte del lotto è stata destinata privatamente ala costruzione di un hotel.
[caption id="attachment_577259" align="aligncenter" width="600"] Le Conterie, area industriale dismessa di Murano[/caption]
Il recupero progettuale
Il recupero delle aree industriali dismesse è sempre più uno strumento per avviare operazioni più vaste di rigenerazione urbana, perché si tratta normalmente di aree di dimensione consistente, in posizione centrale o comunque strategica e con proprietà non frazionate. Il principale dibattito sulle possibili operazioni di recupero si possono ridurre schematicamente tra la conservazione dei manufatti e il loro adeguamento per accogliere funzioni ad esso compatibili, da una parte, e la demolizione completa con sostituzione con nuovi volumi dall'altra.
[caption id="attachment_577262" align="aligncenter" width="600"] Il connubio tra ciò che è stato ristrutturato e le nuove costruzioni[/caption]
Il caso delle Conterie dimostra che ci sono infinite soluzioni tra queste due alternative: infatti, si è scelto di trattare in maniera differente i due edifici che saranno denominati di seguito A e B: mentre per l'edificio B è stata prevista la conservazione delle capriate ad arco in cemento armato, l'edificio A verrà demolito, ad eccezione della facciata nord, tema principale del progetto.
Il progetto, che rientra tra gli interventi della “Variante al P.R.G. per l’area delle Conterie di Murano”, si pone i seguenti obiettivi: la ricostruzione di un organismo di sedime e volumetria inferiori a quello esistente, il mantenimento, sul fronte nord, della facciata esistente e l’apertura di un sottoportico pubblico tra il nuovo campo a sud e calle delle Conterie, al fine di garantire una connessione tra le zone residenziali esterne e l’ambito dell’area delle Conterie.
[caption id="attachment_577263" align="aligncenter" width="600"] Uno dei passaggi tra i nuovi spazi[/caption]
Scopo del progetto è quindi, pur conservando la memoria dell'area industriale, quello di dare all'intervento la scala adeguata a un insediamento residenziale, con particolare attenzione alle relazioni con il contesto urbano circostante. Gli elementi che più hanno motivato le scelte progettuali sono riassumibili in: un’area di circa 120 m x 20 m, un fronte nord vincolato dalla facciata esistente con tre ordini di aperture, poste a un interasse di 5.10 m, un affaccio verso sud su un fronte continuo di circa 10 m di altezza su tutta la lunghezza, e una facciata costituita da due livelli di grandi archi sovrapposti.
[caption id="attachment_577265" align="aligncenter" width="400"] Gli archi delle facciate[/caption]
La facciata conservata
La facciata, realizzata all'inizio del secolo, il più possibile in aderenza all'andamento spezzato del muro di perimetro lungo la calle delle Conterie, serviva ad ottimizzare l’uso dell’area disponibile, in modo di trovare un allineamento costante e regolare per realizzare la struttura dell’edificio. La lunghezza di 120 m, fuori scala rispetto alle dimensioni delle costruzioni circostanti, è ammortizzata dalla presenza di volumi in aderenza alla facciata che ne impediscono la percezione completa. L’edificio centrale tra le due ciminiere, di cui il piano di recupero consentiva la demolizione, è stato volutamente conservato e ristrutturato proprio a questo scopo. La facciata e il muro di confine sono collegati tra loro da pareti perpendicolari che de finiscono passaggi di attraversamento e di accesso agli alloggi e cortili privati a uso degli appartamenti del piano terra.
[caption id="attachment_577266" align="aligncenter" width="400"] Parte della facciata e del muro perimetrale conservati[/caption]
Le coperture Zintek
Per la realizzazione delle coperture degli alloggi, è stato scelto lo zinco-titanio prodotto da Zintek, società veneziana con sede a Porto Marghera che da tempo si occupa di progetti di restauro conservativo. La decisione di ricorrere al laminato zintek® è stata dettata da due serie di motivi: da un lato le caratteristiche tecniche del materiale, che si è ormai affermato in ambito architettonico per la sua estrema versatilità, la resistenza agli agenti atmosferici e alla corrosione, l’efficacia nell'abbinamento a pacchetti di ventilazione che consentono di controllare il consumo energetico; dall'altro, le sue potenzialità applicative, che ne permettono l’adattamento a ogni genere di disegno progettuale.
Le regolarità geometriche previste dal progetto, indispensabili per ottenere quell'effetto di alternanza tra pieni e vuoti che alleggerisce il complesso nel suo insieme e allo stesso tempo ne movimenta l’andamento, sono state sottolineate ed enfatizzate dall'uso dello zintek® e dalla sua applicazione secondo la tecnica detta “tedesca” (o “belga”) con giunto a listello, per marcare le giunture tra le lastre. Una dettagliata progettazione esecutiva e l’intervento di manodopera qualificata hanno permesso di ottenere installazioni precise e un risultato finale impeccabile.
[caption id="attachment_577267" align="aligncenter" width="600"] Coperture in laminato in zinco-titanio zintek®[/caption]
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Sin dai primi concept di progetto, aMDL (architetto Michele De Lucchi S.r.l.) ha voluto sviluppare un edificio fortemente riconoscibile in modo da creare contrasto con la torre adiacente, sede centrale di UniCredit, e con gli edifici limitrofi. La sua scala relativamente piccola ha permesso al team di progettazione di immaginare l'edificio come se fosse un oggetto seduto su un podio, con una forma naturale che rappresenta l'idea di un elemento singolo.
La scelta di realizzare una struttura organica vetrata, formata da centine in legno lamellare, dona un senso di protezione e allo stesso tempo permette di vedere tutto quello che accade all'interno. Il sollevamento del livello piano terra interno di 110 cm. rispetto alla quota esterna del podio separa la struttura dall'area circostante ed enfatizza la personalità ed il senso di leggerezza dell'edificio. Per accentuare la morbidezza delle forme, la struttura di centine verticali e le travi in legno lamellare del soffitto sono isolate dai volumi interni che racchiudono tutta la circolazione verticale, i servizi igienici e le condotte impiantistiche principali.
La forma dell'edificio è in parte una risposta diretta alla configurazione conica del sedime di proprietà e ai due differenti livelli di altezza relativi al possibile volume edificabile.
LIVELLO 0 - LO SPAZIO POLIFUNZIONALE
Il piano terra è l'area più importante dell'edificio. E' stato alzato di 110 cm dal pavimento del podio per l'esigenza di integrare la struttura delle fondamenta (connesse alle colonne esistenti) e il sistema di ventilazione sotto il pavimento. Questo livello è accessibile da scale esterne e da una rampa (per le sedie a rotelle e i passeggini) che conduce direttamente sul piano di ingresso di fronte all'atrio principale.
Sei sale distribuite intorno all'edificio fungono da uscita di emergenza e da eventuali punti di accesso. Il piano terra è stato progettato per avere una configurazione ce possa ospitare conferenze fino a 700 persone. Tale configurazione presenta due livelli di piattaforme smontabili che migliorano la visuale verso il palco.
LIVELLO +1 - LA PASSERELLA DELL'ARTE
Una passerella sospesa a sei metri sopra il pavimento aggiunge efficienza e flessibilità all'utilizzo dello spazio eventi dell'auditorium. Dai corridoi laterali si accede alle scale, ai bagni e agli ascensori. La lobby di ingresso comprende una reception e un grande display a muro ed è separata dall'auditorium da vetrate e muri che nascondono i meccanismi delle porte automatiche.
LIVELLO +1 - MINI TREE, L'ASILO UNICREDIT
Grande attenzione è stata prestata anche all'aspetto sociale del progetto: all'interno della struttura è stato infatti riservato uno spazio dedicato all'infanzia e alle future generazioni, con la creazione di un asilo nido per 50 bambini da 0 a 36 mesi.
Il disegno del nido è stato sviluppato in collaborazione con Reggio Children, realtà da sempre sperimentale nel campo dell'infanzia.
LIVELLO +2 - IL CUORE PULSANTE DELL'EDIFICIO
La distribuzione dell'attività interna è stata guidata da esigenze funzionali: i posti a sedere dell'auditorium e la divisione degli spazi al piano terra sono stati coordinati con le necessità e le restrizioni dei vani antincendio oltre che con l'integrazione e l'impianto dei sistemi di ventilazione. La mancanza di spazi di servizio sotto il livello del podio a comportato l'introduzione di un volume tecnico al secondo piano, in modo da non avere impianti di copertura, valorizzando così la prospettiva dello sky lounge e aiutando a mantenere l'integrità formale dell'edificio.
LIVELLO +3 - LA GREENHOUSE
In linea con il concept di progetto iniziale, l'ultimo piano dell'edificio è stato pensato per creare un unico spazio caratterizzato dalla forma delle travi in legno lamellare.
Questo spazio, combinato con le viste sul podio circostante e il parco, crea per l'UniCredit un ambiente che può essere utilizzato in modo esclusivo per eventi speciali e mostre. Il soffitto di pannelli acustici in impiallacciatura di legno è intervallato da lucernai che aggiungono luce naturale allo spazio dello sky lounge.
In caso di necessità, l'ambiente può essere oscurato con tende motorizzate incassate nel controsoffitto. Un divisorio di vetro separa il terzo piano dall'auditorium principale, permettendone la vista dall'alto.
LE GRANDI "ALI" APRIBILI
Per sottolineare la sua relazione con il contesto circostante e permettere all'edificio di comunicare anche all'esterno le sue attività, la facciata è stata disegnata per includere due grandi portelloni di 12 m di larghezza e 5,5 m di altezza. Queste grandi aperture vengono anche utilizzate come maxi schermi LED che insieme a un sistema audio esterno permettono di assistere a concerti o eventi sia dal paro sia dal podio.
LE COPERTURE ZINTEK®
UniCredit Pavilion è un progetto esemplare non solo per le sue qualità architettoniche, ma anche per l'elevato grado di sostenibilità ambientale raggiunto. Questo grazie a una progettazione concentrata sulla performance energetica, sull'uso delle risorse e sulla scelta dei materiali.
Tra questi, il laminato zinco-titanio zintek® prodotto da Zintek di Porto Marghera, scelto per la realizzazione delle coperture e del rivestimento esterno dei grandi portelloni laterali, grazie alle sue qualità funzionali e formali.
Dal punto di vista della funzionalità, il laminato segue lo stile green del progetto grazie alle certificazioni ambientali conseguite dalla società.
Dal punto di vista della resa estetica, le caratteristiche di grande malleabilità dello zintek® hanno permesso di seguire e accentuare l'intera forma dell'edificio, creando un'unica "pelle" di rivestimento che enfatizza l'ispirazione naturalistica del disegno originale.
Il sistema di copertura del tetto è stato progettato per dare continuità alla struttura portante dell'edificio, ed è concepito come una superficie che unisce le due parti in legno lamellare. Il sistema utilizza moduli da 900 mm di larghezza per la sottodivisione dei pannelli mettalicci in zintek, l'integrazione dei lucernai, i pannelli fotovoltaici e le griglie di ventilazione.
I lucernai e i pannelli fotovoltaici colorati sono stati posizionati per creare un effetto "pixel" su tutta la copertura.
Tecnicamente, il soffitto si compone di un pannello acustico in legno multistrato, una barriera al vapore, due livelli di forte isolamento e una membrana traspirante, impermeabile all'acqua, resistente ai raggi UV e saldata a caldo per una totale sigillatura dei sormonti. Su questa si trovano un listello di legno per creare un'intercapedine di aerazione e un tavolato in legno con strato separatore drenante e antirombo a supporto del rivestimento in laminato zintek.
LA SCALA ELICOIDALE FONTANOT
La scala elicoidale realizzata per UniCredit Pavillon presenta strutture laterali in acciaio di carbonio verniciato RAL 9018 e una struttura portante composta da lamiere di spessore variabile costituenti una sezione a cassone trapezoidale assemblate tramite saldatura a completa penetrazione. La struttura portante dei gradini e pianerottoli (alzata e pedata), è realizzata in lamiera e predisposta per l'ancoraggio delle pedate in legno. La scala è realizzata a rampa elicoidale autoportante vincolata rigidamente al solaio di partenza di altezza ml 7,00 circa ed una larghezza di ml 2,00 circa, predisposta per lo sbarco dell’elevatore (ascensore) collocato nella parte centrale. I gradini e pianerottoli sono realizzati in legno, massello di rovere fiammato spessore mm 40 con finitura naturale, predisposti per l’inserimento di bussole filettate per il fissaggio alla struttura portante in acciaio al carbonio. Nella parte di calpestio sono stati incastonati N° 3 listelli in acciaio inox AISI 304 come antiscivolo. La ringhiera della scala completa sia nella parte interna che esterna è realizzata in acciaio al carbonio verniciato RAL 9018 con elementi verticali ed orizzontali. Nella parte superiore, come elemento di finitura vi è in elemento in legno massello di rovere di sezione rettangolare. Il corrimano di sezione circolare, elicoidale, è fissato ai vari pannelli che compongono la ringhiera con particolari elementi in acciaio Inox con finitura satinata. La balaustra al piano di arrivo è realizzata con pannelli in cristallo temperato extra chiaro mm 10/10.
La parte inferiore della scala ,gradini e pianerottoli, è caratterizzata con pannelli di lamiera stirata verniciata in colore RAL 9018, con funzione di insonorizzazione.
Nella parte inferiore della scala è stato inserito un sistema di illuminazione lineare (LED).
LA STRUTTURA IN LEGNO WOOD BETON
La realizzazione della struttura in legno lamellare dell’involucro esterno e della copertura è stata affidata a Wood Beton Spa.
La particolare conformazione geometrica dell’edificio, ha suggerito di realizzare la struttura portante esterna con colonne, travi e pilastri in legno lamellare, scelta intrapresa anche per conferire all'involucro stesso un determinato pregio estetico.
La struttura di legno dell’UniCredit Pavilion è composta da:
montanti verticali incernierati al piede di sezione 32x80-90 cm, lunghezza 10-20 metri. La cerniera al piede è un dettaglio molto importante del progetto ed il corrispondete elemento metallico è stato particolarmente curato e rifinito durante la fase di produzione. Nei montanti verticali è stata predisposta una scanalatura per consentire l’inserimento di un sistema di frangisole automatizzati;
travi di copertura, sezione 32x80-120 cm, lunghezza massima 32 metri. Il nodo di aggancio tra trave e pilastro ha una geometria variabile, ogni connessione è diversa dall’altra. La variabilità è incrementata dal fatto che l’edificio è simmetrico lungo l’asse longitudinale solo fino ad un certo punto;
travi di controvento mediane, sezione 32x76 cm;
travi di controvento a livello della copertura: travi di acciaio a sezione circolare diametro Ø320, spessore 20 mm.
Il legno utilizzato per la struttura dell’edificio è legno lamellare di larice. A differenza della finitura solitamente adottata per le strutture in legno, in questo caso il legno è stato richiesto “levigato” per motivi estetici e di durabilità.
Tutta la struttura in legno è stata calcolata per una resistenza al fuoco pari a R90’: per raggiungere tale prestazione le parti metalliche sono state trattate con apposite vernici intumescenti.
Inoltre, la struttura del padiglione è stata isolata sismicamente dalla parte inferiore, con l’impiego di isolatori che risultano essere in luce alla platea.
Per la realizzazione della copertura del tetto, sono stati utilizzati pannelli di legno multistrato, posizionati sopra l’estradosso delle travi curve.
Gli elementi strutturali sono autoportanti e garantiscono stabilità non solo ai carichi derivanti dal peso proprio, ma anche a quelli di vento e neve.
Lo skyline di Milano è in continua evoluzione ed ora si modifica ulteriormente con la zona di Porta Nuova Garibaldi, vera protagonista indiscussa del nuovo profilo del capoluogo.
Una città che cambia in vista dell’EXPO 2015.
Le tre torri del nuovo quartier generale di UniCredit, la struttura del Podio, gli uffici e gli spazi commerciali si organizzano intorno alla piazza Gae Aulenti, già diventata punto di riferimento per i cittadini.
Sul lato occidentale della piazza, in direzione del Progetto Porta Nuova Isola e in prossimità dell’area che ospiterà il parco pubblico, si elevano due pareti metalliche piegate in vele simmetriche, che non mancano di suscitare la curiosità dei passanti.
Una forma plastica simile a una scultura, nata da un’esigenza funzionale (la schermatura dei camini dei gruppi elettrogeni dell’intero complesso) e diventata una sfida per gli architetti dello studio Pelli Clarke & Pelli (PCPA) progettisti delle torri e della piazza.
Per il rivestimento della struttura è stato scelto il laminato in zinco-titanio zintek®, il cui cromatismo si inserisce armoniosamente nel contesto circostante (pareti specchiate degli edifici, pavimentazione in pietra): con la sua adattabilità ai profili più diversi, il laminato ha permesso di seguire la geometria dei gusci di copertura dei camini secondo fasce orizzontali inclinate, dando vita a una forma di natura organica che ricorda la leggerezza e il movimento di un fiore.
Zintek ha poi contribuito alla riuscita dell’opera non soltanto fornendo il proprio materiale, ma collaborando strettamente con i team di progettazione e costruzione per rispettare la complessità del disegno. Il rivestimento in zintek® è infatti stato realizzato tramite fissaggio di pannelli microforati (con fori quadrati di 4 mm di lato e interasse di 20 mm) su una carpenteria asimmetrica e disassata. Per seguire l’inclinazione della struttura e al contempo salvaguardare l’assialità dei fori, in corrispondenza dei quali sarà possibile inserire un sistema di illuminazione a led, tutti i pannelli sono diversi tra loro per dimensioni e inclinazione, e grazie alle costolature agganciate generano un effetto geometrico continuo.
«La forma del fiore» sottolineano gli architetti dello studio PCPA «ha preso spunto dall’ambiente costruito e dalla sequenza di spazi che circondano la piazza Gae Aulenti. Le “facciate a vela” delle torri hanno determinato il dettaglio e il gesto percepito, con i due petali che appaiono al tempo stesso aprirsi e abbracciare. La sua funzione non è solo quella di elegante punto di riferimento o di segno di interpunzione per la torre adiacente, è anche un dispositivo di orientamento e un invito formale alla piazza.»
Oggi le due grandi quinte della scultura sembrano partecipare del movimento che anima la piazza, riflettendo con intensità sempre mutevole la luce che cambia nel corso della giornata, e diventano parte di quella vocazione a “cosa pubblica” che il nuovo quartiere ha posto tra i suoi obiettivi principali, e che sta brillantemente raggiungendo.
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[post_content] => Nel pensiero globale sulle città contemporanee, la rigenerazione di manufatti in disuso - intesa sia in termini formali sia di modi d’uso e di caratteristiche prestazionali - consente la restituzione alla collettività di un pezzo di città abbandonato che viene non solo riattivato, ma re-inventato, e diviene portatore di nuovo valore.
In quest’ottica risultano importanti sia il lavoro effettivamente svolto sull'edificio, sia la definizione delle relazioni e delle connessioni con il contesto nel quale si inserisce: in sostanza, è fondamentale il lavoro sul progetto urbano nel suo insieme.
Da queste premesse è nato il nuovo Venezia Lifestyle Center, progettato dall'architetto Armando Dal Fabbro: intervento conclusivo del Parco Scientifico Tecnologico (PST) di Venezia, situato a Porto Marghera, l’edificio si trova proprio al centro di nuovi sviluppi del territorio.
Il progetto ha visto la rigenerazione e l’accorpamento di due fabbricati, l’ex magazzino fertilizzanti e l’ex mensa dell’azienda Agrimont: una volta demolite le pannellature in laterizio e consolidato il sistema di arconi in cemento armato che definisce le due navate poste a T che compongono il manufatto, l’edificio è stato rivestito in vetro, ritrovando così la sua caratteristica forma con gli ampi spioventi e i volumi delle cosiddette “lanterne”.
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La struttura è un polo di attrazione, concentrazione e rappresentazione delle energie urbane della città metropolitana di Venezia, proponendo formati innovativi di retail e spazi di relazione: alterna e coniuga nelle varie fasce orarie del giorno e della notte: convenience store e farmers market, degustazione-ristorazione, formazione, eventi, spazi commerciali di vendita, musica e intrattenimento.
Un intervento di particolare valore non solo per la riscoperta delle potenzialità del singolo oggetto architettonico, ma anche in quanto primo passo verso un futuro progetto di rigenerazione urbana, volano per il rilancio di attività e possibilità.
La realizzazione è di Nova Marghera spa, società impegnata dal 2000 nella riqualificazione e valorizzazione delle vaste aree industriali dismesse della macroisola nord di Porto Marghera, ha realizzato 42.000 mq del complesso direzionale Vega.
Venezia Lifestyle Center si trova al centro dei nuovi sviluppi – con il VEGA Park già in funzione e tanti nuovi progetti in corso (oltre 150.000 mq di nuova edificazione).
La forma delle due pagode di cristallo - che prendono origine dal vecchio “magazzino fertilizzanti”- è l’esempio della trasformazione post industriale di costruzioni oggi adatte ad eventi espositivi, ricerca, sviluppo progetti.
All’esterno, grande cura è stata posta nella qualificazione dello spazio pubblico, che si sviluppa in continuità con gli ambienti interni in una nuova piazza pedonale attrezzata per installazioni ed eventi, e destinata a divenire un luogo urbano di aggregazione.
Il Centromigliora la qualità della vita di un pezzo di città - fino ad oggi Destinato al solo lavoro - con attività vive 24 ore su 24, che avvicinano lo sviluppo waterfront di Marghera agli esempi internazionali di riqualificazione di zone ex industriali e lo rendono valido anche per il mercato internazionale.
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La scelta della rigenerazione e l’uso di materiali autoctoni e prodotti a chilometro zero da aziende locali, come nel caso del laminato zintek® prodotto nello stabilimento di Porto Marghera impiegato per le coperture, rende infatti quest’opera uno tra i primi e più virtuosi esempi di un’architettura del paesaggio che ha nell’integrazione fra le necessità progettuali, urbanistiche ed economiche uno dei propri punti cardine.
Scheda Tecnica
superficie territoriale:
mq 12.700
SLP progetto:
10.000 mq
Arena Teatro all'aperto:
1660 mq
Parcheggi:
655
Apertura cantiere:
settembre 2008
Fine Lavori:
2010/2011
Destinazione d'uso:
Retail & Leisure, direzionale
SPAZI COMMERCIALI - Iniziata la commercializzazione:
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[post_content] => Le Albere, questo grande complesso polivalente, è tante cose insieme: è un'ambiziosa opera architettonica, è un luogo ideale per vivere, è il più importante intervento di riqualificazione urbana fino ad oggi realizzato in Trentino.
Un intervento che si inserirà con successo nel tessuto cittadino.
Si sviluppa su un'area di 11 ettari, con circa 310 mila metri cubi di costruito, un grande Museo della Scienza, 300 appartamenti, 5 ettari di parco pubblico, 30 mila metri quadrati destinati a uffici e commercio, due piani di garage interrati con circa 2000 posti auto, di cui 480 condominiali e ad uso comune, e 30 mila metri quadrati di strade e piazze.
L'area avrà un sistema di reti e di cablature per consentire efficienti telecomunicazioni e un ottimale funzionamento degli impianti domotici. Una centrale unica di trigenerazione produrrà l'energia necessaria alla vita del quartiere. Caratteristiche e numeri che ben esprimono la dimensione e le capacità ricettive de Le Albere e ne fanno un polo di attrazione per tante attività e per molte persone, capace di rispondere ad una richiesta sempre maggiore di vivibilità, di aggregazione e di idee innovative.
A Le Albere si troverà il dinamismo di un quartiere sempre attivo e frequentato abitualmente, ad ogni ora del giorno. Questo grazie alla convivenza di più funzioni quali residenze, uffici, negozi, spazi culturali e ricreativi. Con destinazioni d'uso diverse, distribuite sui differenti piani degli edifici, secondo un'impostazione caratteristica del centro storico.
Pochi sanno che Albere in dialetto trentino significa pioppi (populus alba) e che intorno al 1500 formavano il filare d'ingresso del Palazzo che ne prese il nome. L'area lungo il fiume Adige, dapprima importante centro di produzione della Michelin, è ora oggetto del più significativo intervento di riqualificazione urbana mai realizzato in Trentino.
Un'opera di nuova concezione, ideata e progettata dall'architetto Renzo Piano.
Un pezzo di città, a due passi dal centro storico, che riporta Trento a contatto con il suo fiume e dove vivere, lavorare e fare shopping sarà un'abitudine quotidiana. L'area è caratterizzata da due importanti strutture, veri e propri luoghi di attrazione: il Polo Sud e il Museo della Scienza, detto anche MUSE. Un punto, questo, di aggregazione socio-culturale e di interesse collettivo che guarda il cinquecentesco Palazzo delle Albere abbracciandolo in uno spirito di continuità. Residenze, attività commerciali, spazi ricreativi e uffici occupano il resto dell'area, in un tutt'uno con il cuore pulsante della città di Trento.
Ecosostenibilità ed efficienza energetica
Un attento studio dei dettagli e delle tipologie di tamponamento, insieme a un'accurata scelta dei materiali isolanti, hanno permesso di innalzare le prestazioni degli edifici in termini di risparmio energetico e di contenimento della dispersione termica. Il tutto garantito dalla certificazione CasaClima.
L'intero complesso è servito da un'unica centrale di trigenerazione, capace di riscaldare e raffreddare tutti gli edifici: un sistema energetico centralizzato all'avanguardia, che fa risparmiare combustibile, riduce l'impatto sull'ambiente e i costi di manutenzione. All'esterno, l'attenzione per l'ambiente e l'uso corretto di materiali e delle risorse è ben visibile in diverse soluzioni architettoniche. Legno per le facciate autoportanti, pietra locale per rivestimenti e percorsi, pannelli fotovoltaici su tutte le coperture, schermi di piante rampicanti sulle facciate est degli edifici a uffici.
Il sistema dell’acqua
Un altro dei temi chiave del progetto è costituito dalla presenza dell’acqua nel parco, e sin dall’inizio della progettazione, uno degli obiettivi è stato quello di riavvicinare Trento al suo fiume.
Il suo centro storico ne è stato privato sin dalla metà dell’Ottocento, quando i lavori di rettifica del tracciato dell’Adige, eseguiti dagli Austriaci per la costruzione della ferrovia e per la sistemazione di zone paludose, comportarono oltre ad un allontanamento fisico anche un aumento della pendenza media, della velocità dell’acqua e della variabilità del livello del fiume nelle diverse stagioni.
Questo ha determinato il fatto che la prossimità del fiume all’area ex-Michelin attualmente è solo psicologica, dato che oggi il suo regime torrentizio, con piene impetuose, ne impedisce ogni utilizzo o beneficio.
Da questa attenzione particolare alle tematiche e alle problematiche legate alla presenza del fiume nasce l’idea di inserire all’interno del progetto un sistema di canali che attraversando l’area da nord a sud alimenta i due grandi specchi d’acqua sui quali “galleggiano” i volumi che accolgono le funzioni a forte carattere pubblico. L’acqua svolge quindi più funzioni, da quella ludica e ricreativa, a quella tecnologica, con vasche a pelo libero che agiscono come bacini di accumulo per riserve idriche da utilizzare per irrigazione, antincendio o laminazione delle acque di raffreddamento prima della loro restituzione in Adige, fino a quella culturale, con percorsi di studio di temi scientifici, legati al Museo della Scienza, distribuiti lungo i canali.
Il sistema del verde pubblico
Il verde pubblico rappresenta il terzo grande tema di questo intervento.
Il sistema connettivo costituito da filari di alberi che vanno a costituire l’ossatura del progetto sulle direttrici est-ovest e , diventa elemento trasversale unificante dei tre grandi protagonisti di questo intervento: la città esistente, il nuovo quartiere e il parco sul fiume.
Oltre a piante ad alto fusto lungo le strade e i percorsi, il verde è costituito anche da alberature di media altezza, a formare boschetti con masse ombreggianti più dense e alberi monumentali esemplari, tra cui alcuni già esistenti sull’area.
Questi ultimi due tipi di alberature sono inserite su un manto erboso che si estende dal fronte degli edifici fino a Via Sanseverino e oltre fino al fiume, e da Palazzo delle Albere fino a Via Monte Baldo. Si tratta di un grande prato attrezzato, da utilizzare in ogni sua parte per attività all’aria aperta, ricreative o di relax, in cui unico elemento di decoro saranno fioriture in semenza mescolate ad un manto erboso tenace, falciato a differenti altezze.
Il sistema del costruito
Gli edifici sono rappresentati essenzialmente in due tipologie. In linea, lungo l’asse della ferrovia, contenenti funzioni non residenziali , protetti acusticamente con accurate scelte tecnologiche di facciata sul fronte est costituendo essi stessi una barriera contro il rumore proveniente dalla ferrovia, per il resto del quartiere che si stende verso il parco. Edifici a corte, caratterizzati da diversi “tagli” che permettono di avere dalle strade scorci dei giardini condominiali interni, accolgono funzioni di tipo prevalentemente residenziale. Una maggiore libertà tipologica caratterizza i volumi destinati alle funzioni a più marcato interesse pubblico.
Il sistema delle coperture
Uno degli elementi caratterizzanti ed unificanti di tutto l’ intervento è costituito dal sistema delle coperture.
Prediligendo l’uso di strutture di legno ed acciaio, pur nella diversità delle funzioni, delle altezze e delle inclinazioni, esse andranno a formare un sistema semantico unico che si estenderà su tutto il costruito. Anche qui una maggiore libertà espressiva caratterizza i due “ poli “ culturali dell’intero intervento, il museo della scienza a nord ed il “polo sud” destinato ad accogliere un centro meeting polifunzionale ed altre attività di interesse collettivo
La città ritrovata
Il nuovo quartiere Le Albere amplierà verso sud-ovest il centro della città. Immerso nel verde, è vicino a quelle infrastrutture che lo arricchiscono ed integrano sempre più con il contesto urbano: il polo universitario e i vari livelli di scuola pubblica, dalla materna alle superiori, la pista ciclabile lungo l'Adige accessibile dal parco fluviale, l'autostrada del Brennero e la tangenziale.
Tutti luoghi raggiungibili comodamente a piedi, in bicicletta, in auto o con il trasporto pubblico.
Due nuovi sottopassi alla ferrovia si aggiungeranno a quelli già esistenti, per consentire il collegamento con il centro storico e gli altri punti della città.
Muse, Il museo della Scienza
Negli ultimi decenni la funzione e gli spazi dei musei hanno assunto caratteristiche completamente diverse da quelle ricoperte per secoli. Un tempo lo scopo delle istituzioni museali era principalmente raccogliere, studiare e conservare capolavori, testimonianze del passato e reperti; mentre l'attività dei musei contemporanei comprende un'ampia gamma di azioni di stampo culturale che coinvolgono in prima persona il visitatore grazie all'interattività delle esposizioni, alla multimedialità e alla interdisciplinarietà. Lo scopo perseguito, oltre a quello istituzionale di ricerca e conservazione, è stimolare nelle persone il desiderio di conoscere, fornendo gli strumenti di approfondimento necessari. Il museo è dunque un luogo dove porsi domande e soddisfare le proprie curiosità, in una cornice architettonica suggestiva ed affascinante in cui le esperienze del sapere, dell'approfondimento e dello scambio culturale permeano ogni spazio.
E il Museo della Scienza di Renzo Piano, il MUSE, ne è un grande esempio.
I principi fondanti del progetto, che vuole dare applicazione concreta ai messaggi di cui il MUSE si farà promotore, sono le trasparenze e la razionalizzazione energetica. A un sistema energetico centralizzato che serve tutto il quartiere de Le Albere, si aggiungono infatti la produzione locale di energia attraverso pannelli fotovoltaici collocati su gran parte delle coperture del Museo e un sistema autonomo di sonde geotermiche per il condizionamento degli ambienti, quali collezioni e sale informatiche. L'edificio nel suo complesso riflette dunque la missione del suo progettista, Renzo Piano: "esplorare, spiegare e proteggere il mondo naturale".
Residenze
Fuori un grande parco e lo scorrere del fiume, dentro uno spazio studiato nei minimi particolari secondo criteri di funzionalità e con soluzioni tecnologiche avanzate. Da qualsiasi punto di vista la si guardi, una residenza a Le Albere propone un modo avanzato di concepire la casa. Questo nuovo pezzo di città offre un'ampia scelta di residenze rispondenti ad ogni richiesta.
Appartamenti di taglio diversificato, ad uno o a due livelli, in gran parte con doppio affaccio: sul parco o sulla strada pubblica e sui giardini interni condominiali. Al piano terra troviamo negozi e varie attività commerciali, ad eccezione degli edifici che si affacciano direttamente sul parco, destinati a sola residenza. Mettere radici qui vuol dire condividere la vita di un quartiere attivo, frequentato, ricco di verde e di occasioni culturali, lavorative e sociali. La posizione a due passi dal centro storico e dall'Adige dà la possibilità di avere un rapporto privilegiato con la città antica e con la natura del luogo.
Negozi
Un'attività commerciale a le Albere è una vetrina sempre aperta tra due grandi poli d'attrazione: Il MUSE e il Polo Sud. Vuol dire essere in un pezzo di città vivace e attiva, dove convivono cultura, svago, residenza, studi professionali e sedi d'impresa, le attività commerciali sono distribuite al piano terra lungo i viali interni. Ogni negozio è integrato nel progetto architettonico globale e le insegne ed i marchi commerciali troveranno collocazione su apposite strutture.
Gli spazi sono concepiti come ambienti "open-space" da personalizzare, dotati di impianti che permettono un'ottima flessibilità di allestimento. Gli accessi e le vetrine sono affacciati su ampi porticati. Nei piani interrati sono previsti locali di deposito e appositi spazi per la collocazione di ulteriori cassonetti dei rifiuti, separati da quelli del residenziale. L'ampio uso del vetro permetterà di attraversare con lo sguardo l'intera struttura e renderà visibile dai portici e dalle strade l'offerta di prodotti e la vivacità degli spazi commerciali.
Uffici
Negli edifici riservati agli uffici, le ampie vetrate e le tende predisposte per le facciate ricreano, anche all'interno, un'atmosfera naturale e rilassante che contraddistingue l'intero progetto architettonico. Un ufficio a Le Albere è un luogo funzionale e innovativo. Gli spazi, grazie alla maglia regolare di pilastri e alla profondità degli ambienti, possono essere attrezzati indifferentemente come ambienti singoli chiusi, come "open space" o secondo una combinazione delle due modalità.
Le finiture e l'impiantistica garantiscono un alto livello di fruibilità e di allestimento. Gli edifici affacciati sul lato est dell'area sono caratterizzati da una vera e propria "parete verde" realizzata con piante rampicanti. Un ufficio a Le Albere dà prestigio all'azienda e allo studio professionale.
Zintek per Le Albere
Per il quartiere Le Albere Zintek Srl ha svolto il ruolo di General Contractor per la realizzazione di tutte le coperture.
L’impiego del laminato di Zinco nell’edilizia ha una lunghissima tradizione tanto da renderlo, a livello europeo, il materiale non ferroso per copertura e rivestimento di più largo utilizzo.
Lo zintek® , infatti si pone ai massimi vertici per
• Rispetto ambientale.
• Economicità rispetto ai metalli non ferrosi utilizzati in analoghe applicazioni.
• Assenza di manutenzione.
• Lunghissima durata nel tempo.
• Gradevole aspetto estetico.
Le caratteristiche chimico-fisiche consentono un'ottima lavorabilità e saldabilità.
La resistenza alla corrosione atmosferica consente l'abbattimento dei costi di manutenzione e rispristino, valorizza l'architettura degli edifici nei contesti più disparati.
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[post_content] => La tendenza è ormai nota, e nuovi segnali si colgono ogni giorno.
Per fronteggiare la crisi contemporanea e garantirsi un futuro, le imprese abbandonano l’individualismo spinto all’estremo e rispolverano concetti all’apparenza demodè come “aggregazione”, in una moderna versione dell’ “uno per tutti e tutti per uno” caro a Dumas.
Laddove piccole realtà solitarie sono destinate a perdersi tra le insidie di una fase economica particolarmente difficile, la loro unione sulla base di interessi e finalità comuni può non solo condurre alla salvezza, ma costituire un plus di competitività sul mercato internazionale.
Da quest’idea prende l’avvio uno dei progetti più ambiziosi degli ultimi anni, quello del World Join Center, il centro mondiale del gioiello, sorto a Milano e destinato a diventare punto focale per il sistema produttivo non solo lombardo, ed esempio per molte iniziative a venire.
Il World Join Center, WJC, nasce su iniziativa di Relive Company – società di real estate che agisce sul territorio con interventi di realizzazione, acquisto e recupero di immobili – per trovare nuove risposte alla sfida che il mercato globale lancia al mondo della gioielleria italiana.
Partendo dal presupposto che la frammentazione e l’isolamento siano fattori che minano la competitività, Relive Company ha proposto di concentrare in un unico centro polifunzionale le imprese orafe italiane e le piccole e medie imprese milanesi e lombarde ad elevata qualità produttiva, andando a comporre un polo unico compatto e di grande visibilità: un distretto verticale, il primo in Italia, in grado di rappresentare il settore orafo tanto per tipologia di prodotto quanto per regionalità.
La concretizzazione di questa proposta, il WJC, è dunque un vero e proprio luogo per la solidarietà imprenditoriale, capace di mantenere l’unicità di ciascuna impresa e di moltiplicare al contempo le possibilità e le risorse di tutte.
Perché l’esperimento di aggregazione fosse efficace, era necessario innanzitutto individuare il luogo ideale in cui edificare la struttura: in seguito all’analisi dei grandi progetti di riqualificazione urbana, la scelta è caduta sull’area cosiddetta PII Portello, nella zona nord, vecchia sede di capannoni per il marchio Alfa Romeo e oggi al centro di trasformazioni, da qualche mese ancora più intense in previsione dell’Expo che Milano ospiterà nel 2015.
Quest’area, sulla quale sta sorgendo un parco urbano con alloggi, negozi, uffici e scuole, è inoltre sufficientemente vicina alle autostrade e all’aeroporto di Malpensa da potersi definire ideale porta d’accesso alla città e finestra sul mercato che si sviluppa al di là di essa.
È dunque tenendo a mente la collocazione in un ambiente vivace e particolarmente sensibile ai mutamenti, e la volontà di creare un edificio capace di catalizzare l’attenzione, che l’architetto Marco Cerri e la Urbam Spa hanno progettato un complesso di grande impatto visivo e attento agli aspetti più strettamente tecnologici e funzionali.
Rimanendo fedele all’idea di raggruppare realtà diverse ma complementari, la struttura è stata disegnata, sulla base di un’ellisse bicentrica, come una serie di volumi distinti che vanno a riunirsi attorno a un nucleo coperto.
I corpi di fabbrica presentano sviluppo verticale differenti: due piani per quello a nord, nove e 19 per quello a sud, con la grande “torre” che raggiunge l’altezza massima consentita e, richiamando un’antica cittadella, identifica l’accesso alla città.
Funzione, questa, accentuata dalla facciata continua in cristallo dell’edificio che, con i continui mutamenti di luminosità, focalizza l’attenzione.
Provenendo dall’esterno, si possono raggiungere i parcheggi sotterranei mediante un ampio spazio di ingresso e uscita, mentre l’accesso al parcheggio all’aperto avviene lungo un percorso a senso unico che facilita le manovre e la viabilità, e che conduce naturalmente all’uscita.
L’ingresso pedonale poi prevede due ampie scalinate di rappresentanza più una rampa per disabili, coperte da una pensilina in acciaio e vetro; ai lati delle scale, quattro vasche piene d’acqua che richiamano il laghetto che sorgerà nel parco circostante.
L’originale articolazione architettonica influisce anche sull’organizzazione degli spazi interni, per la quale le parole d’ordine sono “convivenza” e “condivisione”: mentre infatti nei corpi rialzati trovano spazio gli uffici del terziario e gli studi professionali di notai e commercialisti, l’atrio centrale è una vera e propria piazza su due livelli, con un vasto spazio vuoto al centro che assume il ruolo di centro nevralgico, di sinapsi attraverso cui tutti gli stimoli, ovvero i visitatori, i clienti, gli stessi lavoratori, transitano per raggiungere le proprie destinazioni.
Quello che al piano terra è un portico sviluppato lungo la circonferenza della costruzione, al primo piano diventa un ballatoio, ed entrambi affacciano sul lato interno sotto la copertura parzialmente trasparente. I due piani sono poi uniti da un’ampia scalinata, che crea al centro dell’ambiente un suggestivo pozzo di luce.
Attorno alla piazza si dispongono gli spazi destinati a ciascuna azienda, mentre al suo interno si trovano i servizi, da quelli finanziari a quelli di rappresentanza, ai quali ogni azienda può fare riferimento, e che costituiscono esattamente il punto di forza del WJC.
Tutte le aziende avranno quindi a disposizione spazi privati e modellati sulle proprie esigenze, differenti tra loro soprattutto per l’altezza netta e la dotazione degli interni, e contemporaneamente potranno godere di un centro congressi, un auditorium con oltre 250 posti, un asilo, una zona fitness, sportelli bancari, punti di ristoro e attività commerciali e di artigianato, senza contare gli spazi stessi della piazza, utilizzabili per eventi come manifestazioni e sfilate di moda.
L’intero volume della piazza è sovrastato da una struttura, in parte trasparente e in parte opaca, che protegge l’ambiente da pioggia e sole e completa l’immagine di una moderna agorà, permettendo a chi si trova all’interno di muoversi in totale comfort.
Copertura, controsoffittatura e rivestimento di parete dell’edificio centrale sono stati realizzati con lastre in zinco-titanio zintek®, materiale utilizzato sempre più spesso per la realizzazione di coperture e facciate in opere d’eccezione, per dimensioni e valore internazionale, com’è il caso del WJC.
Merito delle sue numerose qualità, a partire dalla facilità di lavorazione, che ha permesso di seguire in ogni dettaglio il progetto: lo zintek® è in effetti molto malleabile, e può essere modellato secondo qualsiasi forma.
La soluzione tecnica adottata è stata quella della doppia aggraffatura in copertura, dell’aggraffatura angolare in facciata e del sistema a doghe nel controsoffitto.
Lo zintek® è inoltre estremamente resistente all’azione degli agenti atmosferici, e il processo di ossidazione della superficie non fa che aumentare tale resistenza: una volta posato, quindi, il laminato non richiede interventi di manutenzione, rivelandosi una scelta affidabile ed economica, in quanto elimina di fatto i costi legati a periodiche riparazioni.
Ma zintek® non è solo malleabile e resistente: possiede anche innegabili pregi estetici legati al suo colore grigio brillante, che vira verso una tonalità ardesia con il passare del tempo, e che lo rende elegante e insieme discreto, perfetto in abbinamento ad altri materiali, ai quali si affianca esaltandone le proprietà.
Lo si può ben vedere nei giochi di rimandi luminosi che la copertura dell’atrio intrattiene con la superficie in cristallo della torre; giochi particolarmente affascinanti nelle ore notturne, quando entrano in campo anche le luci artificiali.
La combinazione dei due elementi rende le superfici quasi vive, fluttuanti, e richiama le fondamentali immagini di vivacità e fermento che si respirano in quest’area interessata da profonde rivoluzioni.
Imponente e moderno, il WJC non è però soltanto un tributo all’estetica e a un’efficace ripartizione degli spazi: a partire dalle specifiche date da Relive Company, concretizzate nel progetto di Marco Cerri e di Urbam Spa, la sostenibilità del complesso in rapporto all’ambiente ricopre infatti un ruolo determinante.
Per quanto parlare di ecosostenibilità in un progetto così esteso possa sembrare difficile, l’attenzione di committenza e architetto è andata proprio in questa direzione: l’intero fabbricato è infatti cuore di un sistema energetico che si dirama in tutte le sue parti, dall’architettura alla struttura portante, fino alla tecnica degli impianti.
Per ridurre al minimo il consumo di risorse e l’impatto ambientale degli edifici si è fatto ricorso a studi sui materiali e simulazioni dinamiche del flusso dell’aria e della modulazione della luce diurna: l’illuminazione solare filtrata dalle pareti in vetro ha consentito di ridurre i consumi di elettricità.
L’uso combinato di soluzioni energetiche alternative e di nuove tecnologie ha quindi portato all’eccellenza la sintesi tra funzionalità, qualità e compatibilità ambientale. A questo processo non è estraneo l’uso dello zintek®: oltre a essere perfettamente biocompatibile, in quanto naturale, non verniciato e riciclabile, il laminato in zinco titanio contribuisce infatti a minimizzare gli impatti dei sistemi termici dal momento che la sua posa prevede la realizzazione di un’intercapedine di ventilazione.
Questa, una sorta di spazio libero tra la superficie da rivestire e il rivestimento stesso, dà all’edificio la possibilità di “respirare”, nproprio come una seconda pelle, facilitando così la dispersione dell’umidità in eccesso, e di nconseguenza la regolazione della temperatura e del benessere interni.
Grazie a una progettazione accurata e a nun’altrettanto accurata messa in opera, frutto ndella collaborazione (ancora una volta concettochiave) tra committenza, progettista e imprese realizzatrici – tra le quali Zintek srl, che ha come sempre messo in campo la consulenza dei propri tecnici e la competenza di installatori qualificati –, Il World Join Center si presenta al mondo dell’imprenditoria e alla società intera come espressione compiuta di una sinergia, e come perno attorno al quale le diverse aziende coinvolte trovano la loro completa valorizzazione.
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[post_content] => Da sempre l’uomo progetta e costruisce i propri luoghi di preghiera. Non è un caso che molti dei monumenti millenari giunti fino a noi siano templi e chiese: la cura con la quale, in ogni epoca, si sono disegnati e costruiti edifici sacri è sempre stata proporzionale all’importanza attribuita alla religione stessa. Una chiesa, come pure un tempio, una moschea, una sinagoga, è il luogo privilegiato nel quale da un lato si può entrare in comunione con il divino, e dall’altro ci si riunisce riconoscendosi e distinguendosi come appartenenti a una determinata fede. La progettazione di una chiesa di gloriosa committenza rappresenta spesso la summa dell’attività professionale di un architetto.
Nel corso dei secoli anche l’architettura sacra ha seguito le tendenze ad essa contemporanee, mantenendo però sempre presenti determinati fattori, quali un certo decoro, una suddivisione codificata degli spazi, un certo impiego della luce, che fanno delle chiese di ogni epoca luoghi riconoscibili entro i quali ritrovare il senso del raccoglimento e del sacro.
Questo almeno fino agli ultimi decenni. Con il Concilio Vaticano II si è dato avvio ad un importante cambiamento dove la liturgia e quindi l’edificio sono divenuti oggetto di sperimentazione al fine di avvicinarsi alla sensibilità e alle esigenze di una società “moderna”. Purtroppo nella maggior parte dei casi le nuove chiese si sono svincolate dalla propria funzionalità originaria rischiando così, nei casi migliori, di diventare “semplicemente” opere di qualità estetica elevata, e, nei peggiori, edifici brutti, simili a qualunque cosa, da magazzini a palestre, tranne che a chiese. C’è chi parla a questo proposito di architettura per architetti, ossia a tal punto carica delle concezioni estetiche, delle simbologie e delle mitologie proprie del progettista, da divenire leggibile solo per lui.
Se quindi nella realizzazione di nuove chiese, alle quali si richiede di essere moderne, è venuto spesso a mancare l’elemento fondamentale, ovvero il rispetto per la funzione d’uso, particolare rilevanza assumono i lavori di quegli architetti che, abbandonando una concezione autoreferente, abbiano saputo restituire a questi luoghi la propria sacralità.
È questo il caso della nuova aula liturgica di San Lorenzo Martire costruita a Rualis, a pochi passi da Cividale del Friuli: nata come intervento di ampliamento della preesistente chiesa di Santo Stefano, è riuscita nell’intento di coniugare etica, estetica e dialettica, divenendo un punto di riferimento per il piccolo centro che la ospita.
Se il merito di questo successo va diviso tra una pluralità di fattori, è certo che buona parte vada riconosciuta all’efficacia del progetto, concepito e portato avanti dall’architetto Sandro Pittini, titolare dal 1990 di uno studio professionale che si occupa prevalentemente di progettazione di edifici e luoghi pubblici, con particolare attenzione per i temi attinenti il sacro. L’esperienza maturata nel settore è figlia di una personale quanto lineare concezione dell’architettura: essa esiste in quanto espressione di un’idea di spazio, e lo spazio è la progettazione di un interno. Questa, a sua volta, consiste nella definizione di una stanza, per quanto grande possa essere: dalla scala del paesaggio alle dimensioni minute di un alloggio. La questione essenziale nel progetto in architettura diventa allora individuare il “tema” attorno al quale far nascere e costruire la stanza, poiché saranno il tema, e la fedeltà del progetto ad esso, a determinare la coerenza interna dell’opera, e quindi la sua riuscita. Nel caso di una chiesa, il tema progettuale non può che essere quello di rendere possibile la presenza del sacro attraverso la materialità dell’architettura, dimensione di per se stessa trascendentale, sulla quale è cioè necessario lavorare per evocazioni.
L’architetto Pittini ha scelto di rimettere al centro del luogo di culto la presenza del divino e la comunione dell’uomo con Dio. Una volta definito il tema che avrebbe supportato e guidato l’intero progetto, ci si è trovati di fronte alla questione, già sopra accennata, delle dimensioni: la nuova aula liturgica, con annessi aula polifunzionale e ufficio parrocchiale, era infatti prevista come ampliamento di un complesso già presente, costituito dalla chiesa di Santo Stefano e dalla casa canonica, a loro volta inseriti nel contesto urbano del paese.
Non volendo snaturare il carattere del luogo si è scelto di dar vita a nuovi edifici che, anziché sovvertire il ruolo e l’importanza di quelli preesistenti, li integrassero in modo proficuo, valorizzandoli e valorizzandosi al loro fianco. Come sottolinea l’architetto Pittini, si è voluto evitare ciò che è accaduto in molti altri casi analoghi, quando la progettazione di nuove chiese fin troppo maestose a fianco delle precedenti ha finito per scompaginare l’equilibrio tra le due, risolvendosi in un fallimento. Per questo a Rualis molta attenzione è stata posta anche nella ripartizione dei luoghi e delle funzioni: il tabernacolo, ad esempio, è rimasto nella chiesa esistente, mentre nella nuova aula liturgica si è collocata la sola custodia eucaristica; viceversa, il fonte battesimale esistente ha trovato nella nuova chiesa la sua collocazione definitiva all’interno di una apposita cappella.
La chiesa di San Lorenzo è stata collocata a fianco dell’altra, in modo da costituire il punto finale di un percorso che parte dal sagrato esistente e attraversa quello nuovo, creando una sorta di corte interclusa, una stanza a cielo aperto, attorno alla quale si dispongono tutte le funzioni parrocchiali.
Si ha quindi, tra le due aule liturgiche, uno spazio vetrato che le connette, tramite l’ambiente comune della sacrestia, in una composizione dei fuochi liturgici che vede i due presbiteri in stretta relazione tra loro. Al fine di evitare una sovrapposizione di segni, ma al contrario valorizzandoli, integrando nel progetto quelli esistenti, si è deciso di non dare alla nuova chiesa una facciata, ma di definirla solo grazie ai propri volumi: le pareti, lineari ed essenziali, e la calotta superiore che ne costituisce la copertura.
Tutto il progetto è stato giocato su misurati contrasti tra luce e oscurità, tra duro e morbido, per enfatizzare la distinzione tra il fuori, quindi in certo senso la vita quotidiana, e il dentro, il luogo dell’incontro e il colloquio col divino, dove la dispersione dell’esterno lascia il posto al raccoglimento.
Linee pure e geometrie razionali disegnano una pianta ovale che, vista dall’esterno, ricorda vagamente un’arca, imbarcazione salvifica e simbolo dell’alleanza di Dio con il suo popolo; a nord-est, in direzione del parco, un portale in legno recupera il disegno rigoroso di certe chiesette votive frequenti nel paesaggio friulano.
La parte superiore di copertura della nuova aula, infine, dove inizialmente era stata prevista una soluzione a doppia falda, torna anch’essa alla forma curva, rinforzando l’immagine di uno spazio ovale disegnato per avvolgere, contenere e proteggere i fedeli.
La calotta di copertura si apre per accogliere la luce del sole, che l’architetto ha utilizzato come vero elemento progettuale: lo spazio viene definito dai fiotti di luce che, entrando dal soffitto, sottolineano ed esaltano l’area del presbiterio e la piccola cappella entro la quale è ospitato il fonte battesimale. La luce accoglie quindi chi si reca nella chiesa a pregare e a partecipare alle funzioni. I fedeli sono circondati dalla luce divina che, creando un benefico senso di appartenenza, si fonde nei materiali utilizzati – il cotto, il legno – e convoglia lo sguardo alla grande croce in cemento armato che presiede sia la struttura architettonica che quella religiosa, indirizzando l’assemblea verso l’altare. In opposizione a questo calore interno, l’esterno vuole invece ricordare un guscio, una dura corteccia capace di proteggere e di comunicare forza e durata nel tempo.
Perché la nuova chiesa potesse inserirsi nel contesto urbano di Rualis, dando l’impressione di continuità, era necessario che il suo aspetto esterno mostrasse di appartenere al “lungo tempo”, a una tradizione. Ecco dunque motivate la scelta della pietra, del cemento e soprattutto dello zinco-titanio zintek® per la copertura dell’intero edificio: materiali capaci di durare, trasmettendo l’appartenenza a un tempo superiore a quello del singolo, che diviene il tempo dell’umanità mutevole che della chiesa farà il proprio tempio.
Lo zintek®
In un primo momento la copertura era stata pensata in piombo, per indicare, in accordo con il tema progettuale, il concetto fondamentale di durata.
Per diverse ragioni l’idea è stata abbandonata, e il piombo sostituito con il laminato in zinco-titanio zintek® equivalente da un punto di vista cromatico. Questo perché, come ricorda anche l’architetto Pittini, tale materiale al momento della posa presenta già un aspetto che mostra di appartenere al tempo lungo di cui si diceva sopra. Inoltre lo zintek® prepatinato non riflette la luce, ma la assorbe: l’effetto finale non è quindi squillante, ma di sommesso, armonioso accordo con le superfici circostanti.
Lo zintek® è dunque capace di sostituirsi al piombo mantenendo le suggestioni figurative di quest’ultimo, di cui è, in un certo senso, l’evoluzione tecnologica, grazie alla compatibilità ambientale, alla praticità d’uso, all’estrema malleabilità e al fatto di non necessitare di manutenzione.
La compatta, elegante copertura in zintek® eredita così il compito di rappresentare la resistenza e la durata nel tempo, quella “trasfigurazione dei materiali nel sacro” che costituisce una delle linee portanti del progetto.
Geometricamente impeccabile, cromaticamente pacata, integrata con le costruzioni circostanti a formare un’unità di forme e contenuti, la nuova chiesa di San Lorenzo fa già parte della storia del paese di Rualis. La si può dunque considerare un’opera riuscita, nonostante l’assenza di imponenza e grandiosità. Riuscita in quanto rispetta appieno il tema progettuale fissato fin dall’inizio. Tutte le sue parti, dal disegno alla posizione, dai materiali alla definizione degli interni, si dispongono con coerenza al servizio dell’obiettivo principale, che è quello di restituire ai fedeli non una vuota scatola preziosa, ma un luogo, reale, nel quale riscoprire la vicinanza con il divino e con la propria fede.
In parole povere una chiesa, non un monumento: una presenza viva destinata a essere riempita, percorsa, popolata dei sentimenti e delle preghiere della sua comunità. E solo così, paradossalmente, potrà forse un giorno diventare davvero un monumento, inserito in quella tradizione della quale già oggi, a pochi mesi dalla sua nascita, è un elemento insostituibile.
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L’intervento, promosso dal Comune di Bergamo, intende offrire a questa parte della città un complesso moderno, versatile e accogliente, capace di ospitare attività sportive e ricreative.
Il progetto, a firma dello studio Settanta7, si inserisce in un più ampio piano di riqualificazione dell’area urbana, che coinvolge anche il vicino Parco Ovest.
L’edificio si compone di due volumi complementari e si apre visivamente verso il parco attraverso un’ampia vetrata curva. Questa scelta architettonica permette alla luce di entrare generosamente negli ambienti interni, amplificando la percezione dello spazio e creando una continuità visiva tra esterno e interno.
Il dinamismo del volume principale è esaltato da un disegno irregolare e da un rivestimento in zinco-titanio zintek®, scelto nella tonalità Blu Mediterraneo.
Questo materiale non solo garantisce elevate prestazioni tecniche in termini di durabilità, resistenza agli agenti atmosferici e flessibilità applicativa, ma conferisce all’edificio un aspetto vivo, capace di interagire con l’ambiente circostante. I riflessi cangianti delle superfici metalliche trasformano la pelle dell’edificio in un elemento identitario del progetto.
La posa a giunti regolari con aggraffatura angolare ha consentito al rivestimento zintek® di adattarsi perfettamente anche ai tratti più complessi della facciata, dando vita a un involucro continuo, espressivo ed elegante.
L’organizzazione degli spazi interni è studiata per garantire massima funzionalità e accessibilità, con percorsi separati per atleti, arbitri e pubblico.
Il legno lamellare a vista, altro tratto distintivo dell’intervento, conferisce calore agli ambienti e contribuisce a creare un’atmosfera accogliente.
Anche la luce, elemento architettonico ricorrente nel progetto, attraversa e modella gli spazi, contribuendo a un equilibrio armonico tra calore materico e rigore costruttivo.
La nuova palestra di San Tomaso de’ Calvi si propone dunque come un esempio virtuoso di architettura contemporanea al servizio della collettività: una struttura integrata nel contesto urbano, pensata per accogliere e valorizzare le relazioni sociali e la pratica sportiva.
[post_title] => Volume, luce e materia: a Bergamo un centro sportivo in zinco-titanio zintek
[post_excerpt] => A Bergamo, nasce un nuovo centro sportivo che ridefinisce lo sport e il tempo libero, un luogo pensato come spazio di comunità e identità condivisa.
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A Sella Nevea, piccola frazione di Chiusaforte in provincia di Udine, la frequenza delle precipitazioni impatta sulla salute degli edifici, che risultano ancora più provati se non sottoposti alla necessaria manutenzione.
Il tal senso, un caso esemplare è rappresentato dal condominio Montasio che, costruito cinquant'anni fa, mostrava chiari e numerosi segni di deperimento: lamiere delle coperture corrose, ferri di armatura ossidati, scale condominiali e terrazzi privati con sfondellamento dell’intradosso, e scala principale in parte staccata dal corpo e dai plinti di fondazione.
Sotto la guida dell'architetto Fulvio Caputo e del suo team, il progetto di recupero si è focalizzato sul raggiungimento di tre obiettivi principali: il miglioramento della resistenza dell'edificio, l'efficientamento energetico e il rinnovamento dell'aspetto.
Le opere strutturali hanno interessato in prevalenza le coperture, per le quali si è proceduto partendo da una fase preliminare di asportazione del precedente “tetto provvisorio”, a cui è seguito il consolidamento della struttura portante lignea e, infine, la realizzazione di un tetto ventilato rivestito in zinco-titanio zintek®.
La scelta di un tetto ventilato trova ragione in molteplici aspetti, fra cui:
l'estrema leggerezza, che lo rende il sistema di copertura più leggero esistente;
le eccellenti performance in termini di isolamento termico, che consentono un minor utilizzo dell’impianto di riscaldamento, a beneficio di un risparmio in bolletta e una minore dispersione di inquinati nell’aria.
La scelta del rivestimento esterno in zintek® ha permesso di dotare la copertura di nasi paraneve e filtri antineve, inseriti a protezione della presa nord della camera di ventilazione del tetto dal possibile ingresso di pulviscolo gelato.
Terminati i lavori del tetto, il progetto si è concentrato sul consolidamento dei corpi di fabbrica al fine di ridurre le lesioni nel cemento armato, riparare i fondelli dei poggioli e dei passaggi comuni, e ripulire la superficie cementizia, ricoprendola con prodotti protettivi.
Per migliorare dal punto di vista energetico le prestazioni del condominio sono stati previsti l'inserimento di un cappotto termico, la sostituzione di infissi e serramenti e l'introduzione di una nuova centrale termica con relativa caldaia.
Grazie agli interventi di rigenerazione, l’edificio attesta oggi tre classi in più nella prestazione energetica globale, passando da un consumo annuo di 256,38 kWh/mq a 93,78, che equivale a solo il 37% dell'energia che utilizzava prima.
Infine, l'uso di nuove coloriture abbinato all'ammodernamento di infissi, parapetti e illuminazione, ha reso possibile rinnovare totalmente l'aspetto del palazzo, donandogli carattere e un’inedita profondità prospettica.
[post_title] => A Sella Nevea un condominio opta per il tetto ventilato in zinco-titanio zintek
[post_excerpt] => Per il recupero di un condominio nel comune di Chiusaforte (UD), è stato scelto di realizzare un tetto ventilato rivestito in in zinco-titanio zintek®.
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Curato dall’architetto Giovanni Berti, il progetto rappresenta uno splendido esempio di integrazione fra architettura e paesaggio montano.
La nuova Malga, inserita nel versante ovest, riesce infatti a rispettare e valorizzare il contesto naturale, uniformandosi armoniosamente al tempo stesso con gli edifici circostanti, sui quali non è stata apportata alcuna modifica.
La realizzazione è in parte interrata, e presenta un tetto verde che si fonde con il pendio naturale, creando continuità con le linee della natura attorno.
Occupa una superficie di circa 410 mq, e si sviluppa su due livelli. Il piano seminterrato ha un'estensione di circa 270 mq e ospita i servizi, i magazzini, i locali tecnici e le stanze per il gestore.
Al piano terra è invece riservato lo spazio per accogliere i visitatori e destinato alla ristorazione, che include una cucina, un bar, una sala ristorante e un'ampia terrazza-solarium di circa 200 mq.
Per la realizzazione della nuova struttura sono stati preferiti materiali ecosostenibili a basso impatto ambientale.
Inoltre, per la fornitura e il montaggio degli elementi strutturali e dei materiali di finitura è stata favorita la filiera corta.
I bassi consumi hanno permesso alla Malga Zambana di ottenere la Classe A+ di certificazione energetica.
Infine, per il rivestimento delle pareti esterne, fornite di cappotto termico in lana minerale, è stata fatta una scelta duplice: per i versanti sud e ovest è stato impiegato il legno di larice trattato con pigmenti grigio cenere; per il lato nord e il tetto è invece stato utilizzato lo zinco-titanio zintek® nella colorazione Marrone Terra Naturale della serie «The Color Line».
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[post_excerpt] => Sul Monte Paganella si trova la Malga Zambana. La costruzione, in condizioni critiche, è stata ricostruita ed è ora una splendida struttura ristorativa.
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L'istituzione dell’Archivio Nazionale delle Pubblicazioni e della Cultura nasce allo scopo di preservare e diffondere l’eredità culturale della Cina tramite la conservazione di libri antichi, testi religiosi, stampe, genealogie famigliari, monete, tavolette in legno, francobolli e resti ossei utilizzati in passato dagli oracoli per la divinazione.
Fra i moltissimi volumi custoditi nella filiale di Xi’an, che superano il numero di 50.000, sono presenti anche sette preziose edizioni storiche del Manifesto del Partito comunista, risalenti ad epoche diverse.
Inoltre, la struttura ospita due importanti mostre, entrambe dedicate ad approfondire la rilevanza della regione dello Shaanxi nella storia cinese: la prima focalizzata sulla cultura classica cinese, la seconda invece sulla Via della Seta.
Il progetto dell'Archivio Nazionale di Xi’an è stato curato dall’Istituto di progettazione e ricerca architettonica del nord-ovest della Cina (CSCEC), sotto la guida dell'architetta, docente dell’Università Tsinghua di Pechino e membro dell’Accademia cinese di ingegneria Zhang Jinqiu (张锦秋), il cui lavoro, profondamente ispirato all’architettura tradizionale cinese, costituisce un elegante incontro fra scienza ed estetica, reinterpretando in chiave moderna suggestioni antiche.
Il complesso sorge lungo le pendici del monte Guifeng, nella catena del Qinling, e si compone di un padiglione principale, a partire dal quale si diramano, dislocandosi su sei differenti livelli, diversi padiglioni accessori.
Gli edifici, che si sviluppano in modo simmetrico rispetto all’asse centrale, incrementano di numero via via che si sale verso la cima del monte, dove sorge il Padiglione Wenji, cuore dell'Archivio e principale punto di accesso.
Il Padiglione Wenji ha forma quadrata e pareti in pietra, e richiama lo stile delle dinastie Han (206 a.C.-220 d.C.) e Tang (618-907 d.C.).
La sua sommità è caratterizzata da un grande tetto a doppia falda, posto al centro, e da due coperture a doppia piramide ai lati.
Per le coperture, che interessano una superficie totale di circa 35.000 mq, sono state scelte le lastre di zinco-titanio zintek® nella versione colore Grigio Roccia della serie «The Color Line», posate in doppia aggraffatura.
In occasione di un'intervista per China News Service, Liu Chengyong (刘成勇), direttore dell’Archivio, ha ricordato l'intento della struttura di costituire "un ponte per gli scambi e l’apprendimento reciproco tra la Cina e i paesi stranieri", con l'obiettivo di proteggere e conservare la civiltà cinese, rafforzarne il valore e promuovere il dialogo con altre culture, affinché il mondo capisca meglio la Cina e la Cina capisca meglio il mondo.
[post_title] => Zintek riveste l'Archivio Nazionale delle Pubblicazioni e della Cultura di Xi'an, Cina
[post_excerpt] => Xi’an, in Cina, ospita l’Archivio Nazionale delle Pubblicazioni e della Cultura. Per le coperture sono state scelte le lastre zintek®.
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La chiesa, risalente agli anni Cinquanta, è stata gravemente lesionata dal sisma del 2012. Per questo, nel 2015, la Diocesi di Mantova e la Parrocchia di San Lorenzo Diacono e Martire hanno indetto un concorso per la progettazione di un nuovo complesso parrocchiale, con la richiesta che la nuova chiesa fosse accogliente e includesse spazi in grado di facilitare la partecipazione dei fedeli e le attività collettive.
Durate le fasi di scavo per le fondazioni, sono emersi all'interno del sito i resti di tre chiese precedenti, rispettivamente di età preromanica, del Cinquecento e del Seicento. In accordo con la Soprintendenza si è quindi optato per la conservazione dei reperti e la creazione di un apposito percorso didattico-divulgativo, che si snoda in due piccole sezioni espositive.
La nuova struttura si compone di due fabbricati, intersecati fra loro: la chiesa vera e propria, definita da un tetto che richiama la tradizionale copertura a capanna, e un corpo più basso che ospita la cappella feriale, il battistero, la sagrestia e gli altri spazi parrocchiali.
L’accesso principale avviene dal sagrato, ed è poi presente un secondo ingresso che si apre sulla corte interna. In una porzione del corpo dell’aula trova sede anche la cella campanaria, che ospita cinque campane novecentesche.
L'aula liturgica presenta un ampio spazio centrale, scandito da pilastri e finestrature a tutta altezza. Si è preferito non utilizzare vetrate decorate, così da incrementare il senso di raccoglimento e consentire ai fedeli di vivere un ambiente luminoso, dove sono posti in risalto l’altare e la grande croce in cemento armato.
Nelle ore notturne, le aperture sul muro di cinta permettono all’illuminazione interna di estendersi verso l'esterno, richiamando l'effetto di una lanterna che brilla nel buio.
La semplicità e la purezza delle forme sono stati gli aspetti che maggiormente hanno definito il progetto degli architetti. A questo scopo, sono stati eliminati gli oggetti superflui, preferendo per tutti gli elementi presenti l'uso di uno stesso colore, il classico rosa-rossiccio dei mattoni in cotto.
Per le pareti è stato impiegato un cemento rosa, che dona un sentore caldo e accogliente, per i pavimenti la pietra rosata della Lessinia, e per i pilastri un calcestruzzo color cocciopesto pigmentato con ossidi di ferro.
Per il tetto a capanna è invece stato preferito un rivestimento in zinco-titanio zintek® nella colorazione Rosso Antico. Questa tonalità, che fa parte della serie «The Color Line», stempera la freddezza del metallo e restituisce l’impressione di un manto vellutato.
La copertura a doppia falda è stata realizzata con lastre aggraffate di larghezza uniforme, che presentano giunti longitudinali in aggraffatura angolare e un giunto trasversale a corsi sfalsati.
Grazie all'uso dello zintek® è stato possibile ottenere una copertura liscia e apparentemente priva canale di gronda, in realtà nascosto abbassando il colmo pur mantenendo i requisiti di pendenza per la corretta ventilazione.
Inoltre, il rivestimento in zinco-titanio ha permesso alla copertura, costituita da travi d’acciaio e sorretta da una fondazione rigida poggiata su tiranti, di beneficiare di un peso complessivo contenuto.
Il risultato è una struttura durevole, resistente e al tempo stesso flessibile, in grado di sopportare anche sollecitazioni estreme come quelle dovute a maltempo o fenomeni sismici.
[post_title] => Zintek per il nuovo complesso della Chiesa del Santo Spirito di Pegognaga
[post_excerpt] => Per la copertura della nuova Chiesa del Santo Spirito di Pegognaga (MN) è stato scelto un rivestimento in zinco-titanio zintek®.
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Il Sacrario di Castel Dante è un monumento a ricordo dei caduti della Prima guerra mondiale. Realizzato tra gli anni 1932 e 1936, nel luogo dove precedentemente sorgeva un antico maniero da cui prende il nome, ospita le spoglie di 20.280 soldati italiani, austroungarici e cecoslovacchi.
La conservazione della struttura presentava diverse criticità, ascrivibili in prevalenza alle infiltrazioni di acqua piovana. Tali infiltrazioni avevano interessato sia le terrazze, originariamente pavimentate con grandi lastre in pietra, che la cupola, ricoperta con lastre di piombo.
Al fine di risolvere questi problemi, la Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento, su delega del Ministero della Difesa – Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, proprietario del sito monumentale, ha commissionato nel 2015 un progetto di restauro.
L'intervento è stato affidato all’arch. Andrea Bonazza, il quale ha disposto, fra i vari lavori, la conversione integrale del manto di copertura della cupola. Questo è stato sostituito con una copertura in lamiera di zinco-titanio zintek®, appoggiata su tavolato ligneo con intercapedine ventilata.
Il nuovo sistema consente una corretta areazione sotto il manto, come anche la formazione di giunti di dilatazione tra elementi verticali, orizzontali ed obliqui, assicurando così la durata del materiale nel tempo e l’efficacia dell'impermeabilizzazione.
Il laminato in zinco-titanio zintek®, che presenta uno spessore di 7/10, è stato scelto sia per gli eccellenti standard di durabilità che per la peculiare colorazione opaca, molto simile a quella del piombo originario e in grado quindi di mantenere inalterato l’effetto del progetto originale, definito dall’alternanza della pietra calcarea del rivestimento, del cemento del cornicione e del metallo della copertura.
[post_title] => La lamiera in zinco-titanio di Zintek scelta per il restauro del Sacrario di Castel Dante
[post_excerpt] => Per il restauro del Sacrario di Castel Dante, la cui struttura evidenziava problemi di infiltrazioni, si è fatto ricorso alle soluzioni Zintec.
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Il progetto nasce da un'idea di "sottrazione" che ha conferito al complesso un senso di leggerezza, richiamato e amplificato da spessori e masse ridotti all’essenziale, che esaltano inoltre la continua interazione fra indoor e outdoor.
Grande spazio è riservato alle aree verdi, disegnate dallo studio Del Buono Gazerwitz Landscape Architecture, e parte fondamentale del progetto.
All'elemento naturale è infatti destinata la quasi totalità dei 77.000 mq del Village: il 20% della superficie è riservata agli edifici aziendali; mentre la restante parte ospita le corti con alberi e arbusti, lo stagno, le serre, l’orto scientifico, il parco e il "Chilometro Verde", una fascia alberata sul fronte autostradale che funge da filtro acustico e blocco delle polveri sottili generate dal traffico.
La centralità data ai concetti di purezza, natura e semplicità in fase di ideazione del progetto si è tradotta nella scelta di impiegare legno, vetro e metallo.
Grazie alle ampie facciate trasparenti, sostenute da montanti di legno lamellare, gli ambienti di lavoro godono della luce naturale, senza che vi sia necessità di ricorrere a luci artificiali. A protezione dall'irraggiamento solare sono state scelte le coperture in zinco-titanio zintek®.
L’involucro in zintek® si estende senza soluzione di continuità dal manto di copertura fino ai rivestimenti di facciata e ai controsoffitti, andando a creare un pattern visivo che uniforma l’intero fabbricato grazie al ritmo delle aggraffature, sviluppate in modo costante lungo tutte le sezioni del manto.
Negli ambienti interni, gli spazi presentano soffitti inclinati che seguono l’andatura del tetto.
Il primo piano è riservato a uffici e sale riunioni. Il ground floor invece ospita aule dedicate alle attività formative, due sale conferenze e i “test space” – stanze arredate predisposte come saloni estetici dove testare i prodotti. Qui è presente inoltre una zona ristoro che, affacciata sui giardini, richiama nella struttura le serre in vetro e ferro, a testimoniare nuovamente l'importanza della trasparenza nella filosofia progettuale del Davines Village.
[post_title] => Davines Village: le soluzioni Zintek per il prestigioso progetto
[post_excerpt] => La nuova sede di Davines, a Parma, trae ispirazione dall'archetipo architettonico del villaggio rurale e vede la presenza delle soluzioni Zintek.
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La riqualificazione della scuola primaria che rende omaggio a Tina Anselmi, insegnante, partigiana e prima donna a ricoprire la carica di ministro in Italia, è parte del piano di rinnovamento degli edifici scolastici finanziato dal Ministero dell’Istruzione e finalizzato alla diffusione di scuole aperte, sostenibili, attrezzate e connesse alla comunità.
Il progetto della Scuola primaria Tina Anselmi
Il progetto della scuola di Marcon porta la firma dello Studio AI Progetti di Mestre, che ha agito su due corpi di fabbrica adiacenti circondati da ampie aree verdi, ora dedicate alle attività sportive.Il complesso scolastico ospita aule per 660 alunni, una sala mensa, spazi comuni e una palestra certificata Coni di livello B2 e ha ottenuto la classificazione di classe d’uso IV come edificio strategico da utilizzare in caso di calamità.
Gli ambienti sono stati organizzati secondo una logica di ispirazione nordeuropea, definendo spazi flessibili e riconfigurabili in base alle necessità. Ne è un esempio l’atrio di ingresso che può essere trasformato in un’arena per spettacoli e rappresentazioni in caso di necessità.
Si viene a definire, quindi, un rapporto nuovo tra edificio, collettività e territorio ed entrano in gioco elementi della tradizione come la conformazione della casa rurale e la copertura a falde, reinterpretati in chiave ultra-contemporanea attraverso la scelta del rivestimento in zinco-titanio zintek®colorato per tutte le facciate.
Il coinvolgimento di Zintek di Venezia Porto Marghera
Per la realizzazione del rivestimento di facciata è stata coinvolta l'azienda Zintek di Venezia Porto Marghera, produttrice dello zintek® ed esperta nel campo dell’edilizia scolastica.
Lo zinco-titanio ha dimostrati di essere la soluzione soluzione ideale grazie alla sua resistenza, durabilità, riciclabilità e assenza di manutenzione. Tutto questo ha permesso di unire funzionalità, sicurezza e pregio estetico.Nello specifico, per rivestire la facciata, sono state accostate tre diverse tonalità di zintek® della serie «The Color Line»:
Grigio Roccia,
Verde Laguna per il complesso delle aule,
Blu Mediterraneo per la palestra.
Questi accostamenti hanno dato luogo a un effetto di giocoso dinamismo, amplificato dai profili marcati delle aggraffature angolari e dalla scelta di posare lastre a giunti sfalsati di lunghezza e passo variabili.
Lo zintek® Grigio Roccia è stato impiegato anche per le lattonerie di raccordo di copertura e negli imbotti di porte e finestre, mentre le coperture sono realizzate in zintek® naturale, posato a doppia aggraffatura su tavolato di legno fugato, con intercapedine aerata.
[post_title] => Zintek ha rivestito la facciata della nuova Scuola primaria Tina Anselmi
[post_excerpt] => Zintek ha contribuito alla realizzazione della nuova Scuola primaria Tina Anselmi a Marcon fornendo rivestimenti di facciata in zinco-titanio zintek® della serie «The Color Line».
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Zintek ha contribuito alla riqualificazione della copertura della Chiesa della Beata Vergine del Rosario, parte di un complesso parrocchiale situato a Lamezia Terme e composto da casa canonica, chiesa e centro pastorale, i cui lavori di realizzazione sono iniziati negli anni Sessanta e si sono protratti fino alla fine degli anni Novanta.
Oggetto del progetto di riqualificazione la chiesa e il centro pastorale, sottoposti a un intervento di risanamento conservativo e di riqualificazione della copertura.
Le problematiche rilevate
La copertura della chiesa prima dell'intervento appare caratterizzata da falde modellate secondo i principi delle superfici corrugate in cemento armato, è in grado di offrire adeguata resistenza statica, nonostante gli spessori ridotti delle solette, e riproduce nella forma l’idea di una grande tenda, con riferimento alla tenda Biblica dei Patriarchi Ebrei.
Si tratta, però, dell'unico elemento strutturale mai completato, con solamente uno strato di guaina bituminosa a protezione della soletta in cemento armato.
Infiltrazioni, assenza di isolamento termico in copertura e forti condizioni di discomfort termico in ogni stagione hanno reso necessario l'intervento di risanamento della copertura, con attenzione all'incremento dell’efficienza energetica e alla riqualificazione architettonica.
Il progetto di riqualificazione
Le condizioni al momento del sopralluogo hanno spinto ad opzionare la realizzazione di una copertura isolata e ventilata, capace di garantire durata e protezione negli anni e in grado di esaltare le caratteristiche del tetto.
La scelta è ricaduta, quindi, sulla copertura in zinco-titanio zintek® che, unitamente al pacchetto di isolamento, ha permesso di risolvere le problematiche presenti, incrementando le prestazioni termiche.
Lo zintek® gode di particolari proprietà quali lavorabilità e adattabilità a forme architettoniche complesse e si distingue per le eccellenti caratteristiche prestazionali di tipo meccanico, particolarmente adatte in questa situazione per valorizzare anche la particolarità della morfologia del tetto.
Realizzazione della copertura in zinco-titanio zintek®
La complessa geometria delle falde ha richiesto l'esecuzione di uno studio accurato delle linee di compluvio e displuvio e un’analisi del disegno delle “linee di aggraffatura” sulle falde. In questo modo è stato possibile enfatizzare l’idea espressiva del simbolismo della tenda, nel rispetto del progetto originario.La copertura nuova color Verde Laguna, tonalità scelta nella serie «The Color Line» di Zintek, si armonizza con la texture della muratura in pietra dell’edificio e richiama valenze simboliche espresse nella liturgia cristiana, secondo cui il verde rappresenta il colore ordinario della speranza che accompagna il cammino quotidiano dei sacerdoti e dei fedeli.
La copertura è stata posata con la tecnica dell’aggraffatura angolare, consigliata per pendenze maggiori di 25°: i tagli delle singole lamiere in zinco-titanio, ognuna diversa dall’altra, e le pieghe delle aggraffature di giunzione evidenziano l’applicazione di un sapere artigianale e di livello sartoriale.
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[post_excerpt] => Zintek ha partecipato alla riqualificazione della Tenda dei patriarchi, una chiesa risalente agli anni Sessanta alla quale è stata ridata nuova vita architettonica focalizzandosi sul disegno della copertura.
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[post_content] => L'oggetto dell'intervento è la scuola primaria Rita Levi Montalcini situata a Porto Potenza Picena, in provincia di Macerata, un edificio iconico che dialoga con il tessuto urbano esistente, distribuito su due livelli secondo un impianto a C che circonda una corte interna.
L’edificio è caratterizzato da un’architettura originale che definisce una serie di spazi progettati pensando a una scuola inclusiva e ospita 24 classi e una mensa, oltre a una palestra e a un auditorium accessibili dall'esterno per permettere l'utilizzo anche agli ospiti esterni e non frequentati.L’ordinario schema aula-corridoio è interrotto da spazi di fenditura che creano dinamiche inaspettate e maggiore flessibilità, mentre il design promuove con convinzione attività outdoor grazie alla terrazza dedicata alla didattica all’aperto e agli spazi ludico-sportivi.
Il contributo di Zintek
Zintek ha contribuito alla realizzazione dei prospetti fornendo un involucro esterno in zinco-titanio che definisce geometrie evidenti trasformando la facciata in un vero e proprio elemento costruttivo, capace di assumere ulteriori significati espressivi e funzionali.
La scelta cromatica del rivestimento si è orientata sul Blu Mediterraneo della serie «The Color Line», a richiamare idealmente la vicinanza del complesso scolastico al mare.L’utilizzo dello zintek® ha permesso di rompere la rigidità dei prospetti esterni; ne è un esempio la scansione alternata con diverse larghezze delle lastre che permette di alleggerire e alterare i prospetti est e ovest particolarmente lunghi.
Le lastre sono posate verticalmente e caratterizzate da una lunghezza massima di 8 m, prive di giunti trasversali e sviluppate secondo la tecnica dell’aggraffatura angolare. Per creare un gioco modulare, inoltre, sono stati utilizzati tre passi diversi contribuendo ulteriormente alla scansione ritmata della facciata.
Tutti i materiali utilizzati nel progetto sono ecocompatibili e naturali e contribuiscono a rendere la scuola un edificio confortevole, sano e a basso consumo energetico, secondo i principi dell’architettura bioclimatica.
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[post_excerpt] => Per la realizzazione della facciata della nuova scuola primaria di Porto Potenza Picena è stata scelta la qualità dello zinco-titanio zintek®.
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[post_content] => Qualità, fascino e prestazioni eccellenti hanno spinto a scegliere lo zintek® per dare un contributo alla riqualificazione del quartiere Panlong. Nello specifico il materiale è stato scelto per realizzare le coperture del museo d’arte Panlong Tiandi Cultural and Arts Centre.Caratterizzato da un design ora contemporaneo ora tradizionale, che funge da ponte tra passato e presente, il Panlong Tiandi Cultural and Arts Centre si inserisce nel progetto di riqualificazione dell'intero distretto di Panlong, a Shanghai, un tempo antico villaggio di risaie.
L'obiettivo della riqualificazione dell’area è quello di recuperare l’identità di un passato fatto di campi di riso, corsi d’acqua e spazi verdi e definire un punto di incontro tra questa realtà e quella contemporanea, fatta di edifici moderni o ispirati allo stile antico.Il progetto del nuovo quartiere prevede un nucleo centrale, corrispondente all'antica città d’acqua, riqualificato per accogliere nuovi edifici destinati a negozi, ristoranti e bar, attorno al quale è previsto un anello formato da parchi e zone verdi dedicate ad attività ricreative, parchi giochi per bambini e spazi per la coltivazione. Attorno a questo anello verde sorgerà, poi, l’area residenziale caratterizzata da case e appartamenti di lusso.
Tra modernità e tradizione con le coperture in zintek
L'incontro tra modernità e tradizione domina il museo d'arte grazie ai dettagli progettati dall'architetto Zhu Xiaofeng dello studio Scenic Architecture. Tra questi la realizzazione delle coperture in zintek® (laminato zinco titanio) che richiama alla mente le immagini delle architetture tradizionali degli antichi villaggi attorno alle risaie.Scelto per il colore, che permette di percepirne la texture, e per la particolare consistenza, lo zintek® mostra una trama molto precisa e riconoscibile anche da lontano, garantendo eleganza e purezza delle linee, e si accosta al vetro e agli altri materiali creando un effetto suggestivo, ma mai invadente. Il risultato è un ambiente nel quale trascorrere momenti di relax e che comunica con l'esterno.
“Nel passare in rassegna le altre aziende che producevano zinco-titanio – testimonia l’architetto Zhu Xiaofeng – non ero soddisfatto dei colori che proponevano, in particolare per quanto riguarda il livello di grigio, che risultava sempre o troppo chiaro o troppo scuro, oppure virava troppo verso blu. Io invece avevo ben chiaro in mente il colore che volevo: una specifica tonalità tra il blu e il verde, che in cinese chiamiamo Qīng. Ecco perché quando ho visto i prodotti Zintek ho detto: questo è esattamente quello di cui ho bisogno, quello che voglio”.
Come in tutte le opere realizzate da Scenic Architecture anche in questo caso spicca l’utilizzo dell’architettura ontologica che risponde ai bisogni dell’uomo, della natura e della società, stabilendo un equilibrio attraverso nuovi ordini architettonici.
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[post_content] => L’intervento di restauro del Sacrario Militare di Castel Dante di Rovereto presentava in particolare tre aspetti critici: la cupola, i serramenti e le terrazze. Per la cupola l’architetto Bonazza ha previsto la sostituzione integrale del manto di copertura con uno analogo in lamiera di zinco-titanio di Zintek, durevole nel tempo ed esente da manutenzione.
a cura di Silvia GiacomettiIndice degli argomenti:
Il Sacrario Militare di Castel Dante di Rovereto è uno dei luoghi più significativi sorti in ricordo delle vittime della Grande Guerra in Italia. Costruito negli anni 1932-36 a cura del C.O.S.C.G. – Onoranze delle salme dei caduti di guerra, nel luogo dove un tempo sorgeva un antico maniero (Castel Dante), il monumento ospita oggi le salme di 20.280 soldati italiani, austroungarici e cecoslovacchi.
Il progetto iniziale ha avuto una gestazione lunga e difficoltosa ma il risultato finale è un possente manufatto a forma semicircolare, impostato su un alto basamento composto di due gradoni terrazzati destinati ad accogliere le spoglie dei caduti in loculi disposti nello spazio murario dei due ordini di gallerie. La costruzione è stata ultimata nell’aprile del 1937 e il monumento è stato inaugurato il 4 novembre del 1938.
Un po' di storia…
Il Sacrario prende origine da un contesto bellico, da una guerra che ha chiesto il sacrificio di migliaia di giovani vite, ma è un monumento che guarda al futuro e che esorta alla pace.
Si erge sulla sommità di un colle, in una posizione ben visibile da tutta la Val Lagarina, a fianco del colle che ospita la Campana della Pace. È un luogo che va raggiunto a piedi, attraverso un parco, percorrendo un breve tracciato in salita che orienta lo sguardo verso il cielo.
Salire la maestosa gradinata fino al portale monumentale entrare nell’ampia sala luminosa sormontata dalla cupola, dove sono poste le are di Fabio Filzi e Damiano Chiesa e ridiscendere le scale interne per percorrere i tre anelli del basamento accompagnati dai nomi di migliaia di vittime, incisi nella pietra delle cellette, è un’esperienza che toglie il fiato e che ferma il tempo.
Il progetto di restauro
Il progetto di restauro è da ricondursi alle problematiche evidenziatesi nella conservazione della struttura legate al tema delle infiltrazioni di acqua piovana che avvenivano ormai da tempo sia dalle terrazze originariamente pavimentate con grandi lastre in pietra, sia dalla cupola che presentava un manto di copertura in lastre di piombo.
Il restauro è iniziato nel gennaio 2019 e si è concluso dopo l’interruzione per emergenza sanitaria da Covid-19. Il progetto di restauro è stato commissionato nel 2015 all’architetto Andrea Bonazza di Trento dalla Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento, su delega del Ministero della Difesa - Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, proprietario del sito monumentale.
Il primo approccio con il monumento e con il sito è stato orientato verso la conoscenza del sistema architettonico, sia da un punto di vista fisico e materico (sulla base del progetto dell’architetto Andrea Bonazza), sia per quelle particolari componenti dell’architettura capaci di rendere un edificio qualcosa di molto più complesso, trasformandolo in un vero e proprio elemento simbolico.
Il monumento presentava tre aspetti critici su cui concentrare l’attenzione progettuale: la cupola, i serramenti e le terrazze. Per la cupola l’architetto Bonazza ha previsto la sostituzione integrale del manto di copertura con uno analogo in lamiera di zinco-titanio, durevole nel tempo, esente da manutenzione, posato su un’intercapedine con tavolato ligneo e facilmente lavorabile su parti curve.
L’intervento di Zintek
Il rivestimento di copertura in zinco-titanio zintek® dello spessore di 7 / 10, scelto non solo per la garanzia di durata nel tempo del materiale, ma anche per il colore opaco che assomiglia molto al piombo originale, è modellato sulla cupola lungo i meridiani conci concentrici, con passo di partenza non superiore a 60 cm.
Le lastre sono state posate con il sistema di giunzione in aggraffatura doppia e ancorate alla sottostruttura in legno con viti in acciaio inossidabile mediante graffette di fissaggio.
La sottostruttura è costituita da tavolato in legno di abete grezzo essiccato di spessore 3 cm, larghezza 10 / 12 cm anch’esso sagomato a conci concentrici secondo i meridiani della cupola.
Tra le tavole è stato lasciato uno spazio di circa 6 mm per permettere l’areazione del lato inferiore del manto metallico. Il tavolato è stato posato su doppi listelli in legno, a loro volta fissati alla soletta cementizia con ancoraggio chimico. I listelli creano una intercapedine aerata tra la struttura della cupola e il manto metallico. Tra il rivestimento metallico e il tavolato è stata interposta una stuoia a filamenti drenante antirombo con altezza di 8 mm. Essa crea uno strato di separazione che consente la fuoriuscita di eventuali condense che possono formarsi sotto il rivestimento in metallo nei periodi di cambio stagione e al contempo riduce la diffusione acustica provocata da pioggia e grandine.
La stratigrafia
Il manto metallico di copertura e il suo supporto di posa sono separati dalla struttura della cupola per mezzo di un’intercapedine aerata. L’intercapedine aerata favorisce i “moti convettivi ascensionali” e le coperture ventilate possono produrre un abbassamento della temperatura durante le ore di insolazione estiva e migliorare il comfort termico del sottotetto.
[caption id="attachment_659549" align="aligncenter" width="680"] Dettaglio stratigrafia[/caption]
Il lavoro è stato particolarmente complesso poiché il profilo della cupola presenta, oltre alla calotta semisferica superiore, anche parti inclinate e tratti verticali, concludendosi alla base con il canale di gronda, perfettamente integrato a formare un tutt’uno con il manto. Il tema del controllo delle dilatazioni è stato risolto con l’impiego di ganci speciali (formati da due unità scorrevoli) già predisposti da Zintek.
[caption id="attachment_659550" align="aligncenter" width="680"] Dettaglio gronda[/caption]
Questo dettaglio, che apparentemente sembra una giunzione trasversale semplice, offre tuttavia un doppio ostacolo alle infiltrazioni grazie alla ripiegatura della lastra inferiore e alla bandella di fissaggio stagnata. Per evitare infiltrazioni nel tempo dovute all’effetto di capillarità è stata interposta nella giunzione una stuoia a filamenti drenante.
Il rivestimento di copertura in doppia aggraffatura
Questo sistema si adatta bene a molteplici forme architettoniche comprese le cupole. La tenuta all’acqua di un sistema aggraffato è strettamente legata alla pendenza del tetto. L’altezza della aggraffatura standard è di 25 mm e deriva dalla piegatura verso l’alto dei bordi longitudinali.
Una volta agganciate le lastre, la piegatura del lembo di bordo crea una aggraffatura angolare. La aggraffatura doppia è frutto della ulteriore piegatura della aggraffatura angolare. Per consentire la dilatazione trasversale delle lastre, la piegatura verso l’alto del bordo di aggancio viene realizzata con un angolo di 95° in questo modo si crea in corrispondenza delle giunzioni uno interspazio di circa 3mm che assorbe la dilatazione trasversale delle lastre.
L’interasse delle lastre può raggiungere la larghezza massima di 600 mm che corrisponde a uno sviluppo effettivo di 670 mm. Per la realizzazione della cupola l’interasse utilizzato ha una misura variabile compresa tra un massimo di 580 e un minimo di 60 mm.
Scheda progetto Restauro del Sacrario di Castel Dante
Luogo: Rovereto (TN)
Progetto architettonico di restauro: arch. Andrea Bonazza
Direttore Lavori: arch. Manuela Baldracchi
Cliente: Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento
In libreria da gennaio il primo frutto della collaborazione fra Zintek Srl, l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) e l’editore Marsilio: si intitola Progetto Porto Marghera, e raccoglie una serie di riflessioni sul futuro dell’area industriale veneziana.
Realizzato con la collaborazione di Armando Dal Fabbro, professore associato in composizione architettonica e urbana presso la facoltà di Architettura dello IUAV, e di Patrizio M. Martinelli, architetto e dottore di ricerca in composizione architettonica presso lo stesso istituto, il volume sottolinea la necessità di un masterplan globale di grande respiro per Porto Marghera, per conciliare le esigenze di sviluppo urbano e riconversione funzionale con la volontà di mantenere viva la realtà produttiva locale, inserendola in un nuovo contesto di città metropolitana.
Muovendo da questa idea di fondo, Progetto Porto Marghera compie un excursus nell’esperienza di progettazione svolta dal professor Dal Fabbro, e culminata nella riconversione di un vecchio magazzino per dare vita al Venezia Lifestyle Center, luogo di aggregazione per installazioni ed eventi, ma soprattutto primo passo verso una realtà nuova tutta da progettare.
Accompagnato da un ricchissimo corredo iconografico, che comprende schizzi, prospetti, disegni tecnici e immagini storiche dell’area interessata dalla riconversione, il libro ripercorre la genesi del progetto e la sua realizzazione, con un focus sul doppio ruolo svolto da Zintek Srl sia come produttore del laminato zintek® usato per le coperture sia in qualità di azienda locale coinvolta nella ridefinizione e riqualificazione del territorio.
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[post_content] => Per una città che si muove sull’acqua, battelli, vaporetti e motonavi rivestono un’importanza vitale, e punti di imbarco e biglietterie sono per cittadini e turisti parte integrante del quotidiano.
Lo sanno bene gli architetti Pierpaolo Fugali e Luca Gasparini, che su incarico della società PMV SpA hanno lavorato per regalare all'azienda di trasporti di Venezia, ACTV, strutture efficienti e allo stesso tempo rispettose della particolarità dell’ambiente.
Partito dall’isola di Burano, dove è stato allestito il primo terminal, il nuovo volto della mobilità cittadina conta oggi cinque approdi già realizzati e il progetto di rinnovare tutte le biglietterie sparse per la città.
Consapevoli dell’importanza del tema progettuale, gli architetti hanno scelto di rifarsi a una suggestione storica, seppure di storia recente: gli imbarcaderi sono infatti ispirati a un pontile degli anni ’50, oggi smantellato, realizzato al Lido su progetto dell’architetto Duilio Torres. Da quest’idea sono nate strutture lineari e semplici, che non cercano di mimetizzarsi nell’ambiente, ma anzi denunciano la propria diversità, rendendo esplicito il confronto fra vecchio e nuovo.
Pur diversi per dimensioni e collocazione, i cinque terminal (Burano, San Marco Giardini, Pietà, Lido Santa Maria Elisabetta, Lido San Nicolò) e le biglietterie condividono una struttura di base:
• uso degli stessi materiali, che rendono i fabbricati subito riconoscibili, soprattutto grazie ai rivestimenti in zinco-titanio zintek®;
• rapporto col fronte acqueo, risolto con l’uso di grandi superfici vetrate per mantenere la permeabilità visiva;
• trasparenza e facilità di movimento, con l’apertura del fronte sul lato terra;
• comfort per chi transita e per chi lavora;
• removibilità delle strutture;
• rispetto delle normative impiantistiche;
• risparmio energetico, con l’installazione di impianti fotovoltaici
Graficamente le lastre in zintek® danno a ciascun pontile e biglietteria il suo carattere principale, dal momento che rivestono la struttura portante delle opere e collegano di fatto l’acciaio, il vetro e il legno.
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[post_content] => Presso il centro congressi Interbrennero di Trento si sono riuniti oltre 300 operatori del mondo real estate, professionisti, architetti, docenti universitari, imprenditori e addetti ai lavori, per un evento già definito tra i più qualificanti di questo 2012.
Merito di un’organizzazione attenta in tutte le fasi della giornata, ma soprattutto dell’alta qualità degli interventi che hanno raccontato nel dettaglio il grandioso progetto di riqualificazione urbanistica capace di riportare in vita l’area industriale ex Michelin, regalando alla città un nuovo cuore e un nuovo rapporto con il fiume Adige.
Con il coordinamento del direttore del quotidiano Trentino Alberto Faustini, che ha moderato la giornata, sono intervenuti: l’amministratore delegato di Castello SGR Giampiero Schiavo, che ha presentato il ruolo dell’investitore istituzionale; il presidente di Patrimonio del Trentino SpA Claudio Bortolotti, che ha introdotto il rapporto tra Trento e il suo fiume; il professor Gabriele Masera, che ha fornito una panoramica sul sistema di copertura; il professor Antonio Frattari, che si è occupato di impatto ambientale e certificazioni energetiche.
Sono stati inoltre proiettati un documentario esclusivo sull’evoluzione del cantiere fornito dal Renzo Piano Building Workshop e una video-intervista allo stesso Piano, nella quale l’architetto ha condiviso l’idea progettuale alla base de Le Albere.
Fuori programma molto apprezzato l’intervento del presidente di Confindustria Venezia Luigi Brugnaro, che con la sua presenza ha voluto omaggiare ZINTEK come una delle realtà più vivaci del panorama veneziano.
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[post_excerpt] => Grande successo per la convention Le Albere - Un passo nel futuro, organizzata da Zintek Srl lo scorso 30 marzo per presentare il nuovo quartiere di Trento progettato da Renzo Piano.
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[post_content] => Nel caso del quartiere Le Albere, riqualificazione dell’area ex Michelin della città di Trento, il motore propulsivo è Castello SGR, società di gestione del risparmio indipendente specializzata in fondi comuni di investimento immobiliare
Muovendo dall’obiettivo dichiarato nella propria missione, ovvero offrire un servizio orientato alla valorizzazione, alla riqualificazione e allo sviluppo di patrimoni immobiliari, Cartello SGR ha scelto di dedicarsi al recupero dell’area ex Michelin di Trento attraverso il Fondo Clesio.
Qualità della vita, comfort abitativo e rispetto ambientale sono state le linee guida che hanno portato alla definizione del progetto, vera riqualificazione civica e sociale di una zona che da area dismessa diventa nuovo cuore vitale della città.
LE ALBERE sarà uno spazio ricco e abitabile, una risposta eco-sostenibile ai bisogni dei cittadini e alle esigenze delle amministrazioni locali, e occasione di crescita per un intero territorio (che infatti collabora attivamente alla sua creazione, come si vede dal coinvolgimento di numerose imprese trentine).
Per dare forma compiuta a questo disegno, Castello SGR ha convocato uno degli architetti più acclamati al mondo, Renzo Piano, celebre per la sua capacità di rispettare le caratteristiche delle città nelle quali lavora e di creare allo stesso tempo spazi ampi e luminosi, nel rispetto dell’ambiente.
Una volta incaricato lo Studio Piano della progettazione del nuovo complesso, Castello SGR ha poi delegato alla società IURE SpA (che offre consulenza e supporto qualificato per lo sviluppo progettuale e operativo di grandi iniziative immobiliari) i servizi di property e project management e di commercializzazione dell’area.
La realizzazione dell’intervento è stata quindi affidata alla Colombo Costruzioni SpA di Lecco, che ha operato in qualità di capogruppo della consortile Trento Futura S.C.A.R.L., in associazione temporanea di imprese con PAC, Consorzio stabile FINEDIL, Sandrini Costruzioni e Gadotti F.lli.
Colombo Costruzioni ha affidato a Zintek Srl il ruolo di general contractor per la realizzazione di tutti i manti di copertura, e Zintek Srl ha richiesto a sua volta la collaborazione di una serie di produttori e fornitori partner, e di installatori qualificati per la posa dei materiali.
Dalla nascita dell’idea alla sua concretizzazione: un percorso di crescita complesso e articolato, nel quale ogni attore trova la sua giusta collocazione per creare una catena non di montaggio, ma di valore condiviso.
[post_title] => Come nasce Le Albere: dal fondo di investimento al singolo installatore
[post_excerpt] => Quello verso il progresso umano, che non si identifica con la ricchezza dell’individuo, ma con la qualità della vita di tutti, è un viaggio lungo, che coinvolge realtà molto diverse tra loro e accomunate dal medesimo desiderio di cambiare e migliorare il mondo, un passo alla volta.
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[post_content] => Dopo quindici mesi di lavori, torna all’eleganza originaria il palazzo delle Poste di Trieste, maestoso monumento del passato imperiale della città.
Progettato sul finire dell’Ottocento dall’architetto austriaco Firedrich Setz, famoso per aver realizzato quasi tutti gli uffici postali dell’Impero asburgico, il palazzo delle Poste di Trieste è senz’altro la sua opera più riuscita. Con il piano terra bugnato, le colonne della facciata principale, le finestre timpanate e le bifore, riprende le caratteristiche dell’architettura cinquecentesca italiana, mentre nella copertura movimentata da cupole e comignoli si rifà a un gusto più nordico. Il risultato, in puro stile eclettico, rimanda comunque l’immagine di imponenza ed efficienza tipica dell’architettura imperiale.
Al momento della sua costruzione, il palazzo ospitava gli uffici postali e quelli delle Finanze; oggi è sede della filiale triestina di Poste Italiane, della sezione Entrate del Ministero delle Finanze e del Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa. Sempre utilizzato, quindi, e sempre al centro della vita commerciale e amministrativa della città, l’edificio cominciava a mostrare segni piuttosto evidenti di declino, che hanno reso necessario progettare un restauro globale.
Gli interventi hanno riguardato le facciate, rimesse a nuovo, i fregi, rinnovati (ma non tutti, per mantenere comunque una traccia del tempo passato), e la copertura, interamente rifatta utilizzando il laminato in zinco-titanio zintek®.
Solo un materiale malleabile e adattabile come lo zintek® poteva consentire di seguire i profili irregolari dei tanti elementi decorativi presenti sui tetti, dall’abbaino della cupola centrale ai cupolini laterali, sagomando ad hoc ciascuna lamina e posandola poi con le altre a creare in caratteristico manto uniforme. Solo il laminato in zinco-titanio, inoltre, poteva garantire sia continuità cromatica con la tradizione, assumendo una volta ossidato la stessa tonalità della copertura precedente, sia una nuova, eccezionale resistenza anche a condizioni climatiche estreme, come il vento forte caratteristico di Trieste. Come ulteriore accorgimento, sulle lastre di zintek® sono poi stati applicati dei fermaneve, per evitare il crollo di blocchi di neve in caso di aumenti improvvisi di temperatura.
Per ulteriori informazioni
www.zintek.it
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[post_excerpt] => Il palazzo delle Poste di piazza Vittorio Veneto torna al suo meglio: dopo il restauro durato oltre un anno ripristinati facciate e decori, e interamente ricostruite in zintek® le coperture di cupole, abbaini e camini
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[post_content] => Finalmente ultimato il nuovo World Join Center, centro mondiale del gioiello, nella periferia nord di Milano: edificio polifunzionale di grande impatto, raccoglierà le piccole e medie imprese del settore orafo meneghino e lombardo nel primo distretto verticale italiano, creando un vero luogo di solidarietà imprenditoriale.
Nato da un’intuizione felicemente creativa della società di real estate Relive Company, il WJC è la risposta alle sfide che il mercato globale lancia a un’imprenditoria oggi in difficoltà: se frammentazione e isolamento minano la competitività, puntare sull’aggregazione di imprese che condividono interessi e obiettivi può portare a potenziarne le risorse, pur mantenendo le peculiarità individuali.
L’area prescelta, nella zona nord della periferia meneghina, oggi interessata da profonde trasformazioni anche in vista dell’Expo che Milano ospiterà nel 2015, è abbastanza vicina alle autostrade e all’aeroporto di Malpensa da poter essere ideale porta d’accesso alla città. Partendo dalle suggestioni offerte da questa collocazione, l’architetto Marco Cerri e la società Urbam Spa, incaricati del progetto, hanno saputo creare un complesso di grande impatto visivo e insieme attento agli aspetti tecnologici e funzionali: una serie di volumi distinti riuniti attorno a un nucleo coperto, disegnati sulla base di un’ellisse bicentrica; ciascuno dei corpi di fabbrica presenta differente sviluppo verticale, con due piani per il corpo a nord e nove e 19 per quello a sud, la cosiddetta “torre” .
L’articolazione architettonica dell’esterno influenza naturalmente anche la gestione degli spazi interni, ispirandosi al concetto di condivisione: mentre infatti negli edifici rialzati trovano spazio gli uffici del terziario e gli studi professionali di notai e commercialisti, l’atrio centrale è una vera e propria piazza su due livelli – con un porticato al piano terra e un ballatoio al primo piano – attraverso la quale lavoratori e visitatori possono transitare, e sulla quale affacciano i diversi esercizi commerciali e di rappresentanza.
Ogni azienda ha così a disposizione spazi privati e modellati secondo le proprie esigenze, e può allo stesso tempo godere di un centro congressi, un auditorium con oltre 250 posti, un asilo, una zona fitness, sportelli bancari, punti di ristoro e attività commerciali e di artigianato, senza contare gli spazi stessi della piazza, utilizzabili per eventi come manifestazioni e sfilate di moda. L’intero volume è poi sovrastato da una struttura, in parte trasparente e in parte opaca, che protegge l’ambiente da pioggia e sole e completa l’immagine di una moderna agorà, permettendo a chi si trova all’interno di muoversi in totale comfort.
Copertura, controsoffittatura e rivestimento di parete dell’edificio centrale sono stati realizzati con lastre in zinco-titanio zintek®, materiale presente sempre più spesso in progetti di valore internazionale grazie alle sue numerose qualità, a partire dalla facilità di lavorazione, che ha permesso di seguire in ogni dettaglio il progetto. Il laminato è inoltre molto resistente all’azione degli agenti atmosferici, e il processo di ossidazione della superficie non fa che aumentare tale resistenza: una volta posato, quindi, non richiede interventi di manutenzione, rivelandosi una scelta affidabile ed economica.
Accanto alle doti tecniche, lo zintek® possiede poi innegabili pregi estetici legati al suo colore grigio brillante, che vira verso una tonalità ardesia con il passare del tempo, e che lo rende elegante e insieme discreto, perfetto in abbinamento ad altri materiali, come si può vedere nei giochi di rimandi luminosi che la copertura dell’atrio intrattiene con la superficie in cristallo della torre: la combinazione dei due elementi rende le superfici quasi vive, fluttuanti, e richiama le immagini di vivacità e fermento che caratterizzano quest’area urbana.
Imponente e moderno, il WJC si distingue anche per un’attenzione particolare all’ecosostenibilità: per ridurre al minimo il consumo di risorse e l’impatto ambientale degli edifici si è fatto ricorso a studi sui materiali e simulazioni dinamiche del flusso dell’aria e della modulazione della luce diurna, e l’illuminazione solare filtrata dalle pareti in vetro ha consentito di ridurre i consumi di elettricità.
L’uso combinato di soluzioni energetiche alternative e di nuove tecnologie ha quindi portato all’eccellenza la sintesi tra funzionalità, qualità e compatibilità ambientale, e anche in quest’ambito zintek® ha portato un personale contributo: oltre a essere biocompatibile, in quanto naturale, non verniciato e riciclabile, il laminato in zinco-titanio contribuisce infatti a minimizzare gli impatti dei sistemi termici dal momento che la sua posa prevede la realizzazione di un’intercapedine di ventilazione. Questa, una sorta di spazio libero tra la superficie da rivestire e il rivestimento stesso, dà all’edificio la possibilità di “respirare”, facilitando la dispersione dell’umidità in eccesso e di conseguenza la regolazione della temperatura e del benessere interni.
Grazie a una progettazione accurata e a un’altrettanto accurata messa in opera, frutto della collaborazione (ancora una volta concetto-chiave) tra committenza, progettista e imprese realizzatrici – garantita dalla partecipazione di Zintek srl in qualità di general contractor per la realizzazione di rivestimenti (coperture, facciate, controsoffittature) –, Il World Join Center si presenta al mondo dell’imprenditoria e alla società intera come espressione compiuta di una sinergia, e come perno attorno al quale le diverse aziende coinvolte trovano la loro completa valorizzazione.
[post_title] => La creatività Zintek per il World Join Center
[post_excerpt] => E’ pronto a entrare in funzione il World Join Center di Milano, polo unico per l’oreficeria lombarda che sfida il mercato con l’arma dell’aggregazione
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[post_content] => Archiviati i tempi in cui edificio pubblico faceva rima con grigio e triste, gli architetti contemporanei riscoprono il coraggio di osare con forme e colori, pur mantenendo rigorosi standard qualitativi e di funzionalità.
Un esempio riuscito di questa tendenza è stato da poco inaugurato a Scorzè, in provincia di Venezia, voluto dall’azienda Anva srl e progettato dall’architetto Gianni Rigo.
Stimolato dalla sfida a creare qualcosa che si distinguesse nell’insieme piatto e banale del contesto circostante, Rigo ha ideato un complesso ricco di vitalità: per questo edificio, votato ad accogliere attività terziarie e artigianali, ha pensato due parallelepipedi in colore rosso sui quali si librano strutture metalliche curvilinee.
I loro movimenti e i punti di intersezione con le pareti sottostanti danno vita ad ampi spazi chiusi da vetrate che, assieme alle coperture metalliche realizzate con lastre aggraffate in laminato di zinco-titanio zintek®, creano una sorta di manto danzante che avvolge la struttura conferendole respiro e dinamicità.
Gli spazi così ottenuti sono quindi allo stesso tempo contenitore per le aziende che vi trovano spazio, e prima rappresentazione dei valori di trasparenza ed efficacia che le quelle stesse aziende condividono.
Scelto per la grande duttilità, che ha permesso di assecondare ogni linea progettuale, e per il colore grigio ardesia della sua versione prepatinata, lo zintek® si è armonizzato alla perfezione con gli altri materiali utilizzati, garantendo allo stesso tempo resistenza agli agenti atmosferici, durata nel tempo e comodità, dato che non necessita di manutenzione. L’eccellente riuscita del progetto si deve poi anche alla stretta collaborazione con cui i progettisti e i tecnici di Zintek® srl hanno lavorato, seguendo in parallelo tutte le fasi di realizzazione, dal preventivo alla posa del materiale.
Come dunque il pregio estetico dell’opera viene amplificato dalla sua validità funzionale, così l’incontro produttivo di competenze differenti moltiplica il valore dei risultati. Anche in questo caso, l’unione fa la forza.
[post_title] => Edificio artigianale commerciale Scorzè
[post_excerpt] => Nella nuova progettazione delle periferie urbane si fa strada la voglia di sperimentare: nascono edifici colorati e dinamici, in cui estetica e funzionalità si esaltano a vicenda.
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[post_content] => A quasi 80 anni dalla sua nascita, la Centrale del latte di Vicenza trasloca nella nuova sede di via Faedo, nei pressi del casello autostradale di Vicenza est. Una grande struttura di 13mila metri quadrati sarà dunque il punto di riferimento per la raccolta e il trattamento del latte vicentino e del Veneto, e la produzione di yogurt, formaggi, dessert, panna e uova.
la richiesta della proprietà di rilanciare l’immagine della Centrale e dei suoi prodotti non come semplici beni da immettere sul mercato, ma come tesori della città e dei suoi abitanti, era chiaramente una sfida comunicativa, e come tale è stata affrontata. La committenza ha voluto un complesso moderno, efficiente e curato in ogni dettaglio, che sapesse porsi nei confronti della collettività come un servizio, in piena trasparenza.
Prima di tutto ci si è concentrati su quale fosse il messaggio da evidenziare: trattandosi di un’azienda presente sul territorio dal 1929 e impegnata nella produzione di alimenti legati al concetto di naturalità e di famiglia (latte, burro, formaggi, uova, dessert), l’immagine principale era quella di una struttura vicina alla gente e attenta alle necessità sia di chi acquista i suoi prodotti, sia di chi ci lavora.
Qualità quindi, a livello produttivo, con le certificazioni ISO 9001:2000 e UNI 10939 del 2001, e a livello del personale, con la garanzia del migliore comfort possibile, a partire dal controllo di temperatura, luce e rumore ottenuto grazie all’isolamento dal terreno dei due nuovi edifici.
Di questi, collegati tra loro da un corridoio aereo, l’uno comprende i reparti di produzione e di stoccaggio, gli impianti di servizio e i servizi al personale, mentre l’altro ospita amministrazione, direzione, una rivendita di prodotti e una sala per la formazione.
Il complesso è poi circondato da un’area verde di 6.500 metri quadrati, per la quale ogni pianta è stata scelta per la sua resistenza, ma anche per il colore delle foglie e i tempi di fioritura, e in cui perfino il bacino di compensazione ha la forma di un piccolo lago contornato da vegetazione.
Per ridurre al massimo l’impatto estetico della consistente dotazione impiantistica della centrale, si è scelto di integrare il più possibile quest’ultima nei corpi di fabbrica: efficace si è rivelata in questo senso la scelta del laminato in zinco-titanio zintek® per il rivestimento di facciata, poiché ha permesso di integrare le parti funzionali degli immobili con quelle tecnologiche. Utilizzando lo zintek®, scelto per le sue versatilità e resistenza, si è costruito una sorta di guscio che riveste e protegge tutta la struttura, esaltandone la forma e unendo alla resa estetica l’ottimizzazione delle prestazioni, dal momento che non richiede interventi di manutenzione e che il suo impiego ha consentito di creare un’intercapedine di ventilazione tra la muratura e il rivestimento stesso, che favorisce il mantenimento del microclima interno.
Nelle facciate, lo zintek® è associato a blocchi in calcestruzzo bianco, che rimandano alla tipica pietra calcarea vicentina: in questo modo, con un alternarsi visivo tra il colore bianco e il grigio ardesia tipico dello zintek®, viene anche suggerito un parallelismo tra l’aspetto della centrale e i suoi processi produttivi, durante i quali il latte, bianco, viene accompagnato nel suo viaggio di trasformazione attraverso impianti realizzati in lega metallica.
Un dettaglio, questo, che sottolinea ulteriormente l’attenzione posta al messaggio di piena fruibilità e trasparenza che si voleva trasmettere con la nuova centrale, costruita nel privato ma per il benessere della collettività. Messaggio rinforzato dalla scelta dell’azienda di partecipare a numerose iniziative di carattere sociale, e di prevedere al proprio interno un percorso didattico dedicato alle scolaresche, che vengono condotte alla scoperta delle diverse fasi di produzione.
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[post_excerpt] => Inaugura con piena soddisfazione la nuova sede della Centrale del latte di Vicenza, punto di riferimento provinciale del settore, che si affida a zintek® per trasmettere un’ immagine di trasparenza e fruibilità
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[post_content] => Partendo da una serie di vincoli imposti, dalla posizione alla tipologia di ambienti da realizzare, la collaborazione tra la committenza e l’autore ha dato vita a una soluzione originale, a cavallo tra divertissement estetico e precisione formale e funzionale, che tiene conto delle necessità lavorative dei diversi soggetti ospitati nella struttura, trasmettendo però un univoco senso di creativa libertà, che è la cifra del progetto e concretizza il sogno di un’architettura di sapore internazionale.
Il dover creare un edificio letteralmente incastrato tra altri due fabbricati, dotandolo di una personalità che spiccasse, e tenendo sott’occhio la funzionalità degli uffici e le esigenze di ogni cliente che ne avrebbe preso possesso, è apparso alla committenza e all’autore un compito affascinante. Per risolverlo, la soluzione scelta è stata quella di uno spazio forte, dall’identità allo stesso tempo ben definita e continuamente mutevole.
Reinterpretando la classica opposizione tra gioco e lavoro, visti da sempre come concetti antitetici, è stata concepita un’architettura forte, capace di imporsi al primo sguardo, facendo ricorso a un uso peculiare del colore.
Sono stati pensati uffici perfettamente efficienti ma dalle forti connotazioni ludiche, ricorrendo a un generoso uso del colore. Non colore tradizionalmente applicato alle pareti, ma distribuito a piene mani sulle facciate esterne e nei diversi ambienti, con vetrate rosse, gialle, azzurre, verdi, violette, distribuite secondo varie geometrie, e negli interni, con mosaici coordinati.
Inoltre non è stata privilegiata una facciata rispetto alle altre, ma tutte sono state interpretate come fronti, ciascuna della stessa importanza, e ciascuna definita da una scelta progettuale, con l’utilizzo di specifiche combinazioni di materiali. Marmo, cemento, vetro, acciaio, mattone, zinco-titanio: tutti contribuiscono all’unicità dell’insieme, che rivela, da ogni lato, prospettive inedite e tagli curiosi, dalle suggestioni pittoriche vicine a Mondrian.
Il risultato è un edificio accogliente e sempre mutevole, il cui intersecarsi di linee e piani definisce spazi perfettamente vivibili, stimolanti, luoghi per pensare e luoghi per produrre.
Quel grigio movimento
La volontà di creare un ambiente di lavoro che combattesse anche esteticamente l’idea di un’attività routinaria e grigia ha quindi portato al disegno di un’architettura accogliente, giocosa e amichevole, pur nella razionalità dell’organizzazione e degli spazi e delle funzioni.
Nel gioco di piani e linee che si intersecano, rompendo l’ortogonalità classica a favore di un ritmo squisitamente originale, tra le stanze dalle porte a vetri, che ricordano la galleria degli specchi di un luna-park, si aprono quindi inattese terrazze, angoli in cui rifugiarsi per cercare pace o ispirazione, spazi pensati per creare e non per eseguire meccanicamente mansioni ripetitive.
A fare da collettore tra i diversi sprazzi di colore sono chiamati i materiali più diversi, dal marmo all’acciaio, dal cemento al vetro, in un’alternarsi che dona all’edificio un’impronta decisamente ritmica.
Ciascuna facciata utilizza rivestimenti in laterizio o metallo: in particolare, per la facciata est è stato utilizzato lo zinco-titanio zintek® per il rivestimento a scandole. Le finestrature, disposte con apparente irregolarità lungo tutta la superficie della facciata, generano un senso di forte dinamismo cui contribuisce il caratteristico colore grigio tipico dello zintek® prepatinato. L’effetto è insieme rigoroso e lieve, grazie anche al variare della luce che, rimbalzando sulla superficie metallica, si propaga per l’intera facciata, creando continui effetti di profondità.
The Colours appare quindi come un contenitore allegro e alternativo di idee e creatività, rispecchiando in pieno il lavoro progettuale che, partendo da vincoli piuttosto stretti, ha saputo scardinarli dall’interno e configurarsi come un’opera unica, di carattere, e vicina a una leggerezza, fatta di sostanza e significato, che non dispiacerebbe a Italo Calvino.
Scheda tecnica
- Città Vicenza
- Nome Progetto The Colours
- Progettista Arch. Massimo Broglio
- Tipologia d'intervento zintek® Facciata edificio commerciale
[post_title] => Il colore come elemento progettuale
[post_excerpt] => Singolare, ricco di personalità e di efficienza impeccabile: ecco definito, in sintesi, il complesso direzionale-commerciale The Colours di Zanè (VI), commissionato dall’immobiliare Europroject all’architetto Massimo Broglio
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[post_content] => Il desiderio di mettere le ali alla Marca con la costruzione di un vero aeroporto prende corpo qualche tempo dopo con Virgilio Appiani e, di progetto in progetto, lungo quasi un secolo raggiunge gli anni Novanta, con la consacrazione dello scalo trevigiano come punto nodale del trasporto passeggeri nazionale, per toccare l’apice ai giorni nostri con la nuova aerostazione intitolata ad Antonio Canova, oggi pienamente operativa.
Si può dire che lo scopo di creare un edificio in equilibrio tra il design moderno, la tecnologia e l’omaggio alla tradizione veneta sia stato raggiunto: merito di un progetto attento a ogni variabile, dalla valutazione del contesto ambientale alle specifiche dettate dalla destinazione d’uso, fino alla fondamentale scelta dei materiali.
Considerando l’importanza che vanno assumendo nel presente i cosiddetti luoghi di passaggio, si è scelto di dar vita non a un semplice contenitore di funzioni e persone, ma a un vero e proprio spazio vitale, dove il concetto guida è quello dell’armonia degli opposti.
Le ampie superfici vetrate, l’impiego di travature in legno per gli interni e quello del mattone faccia a vista per gli esterni si rifanno infatti alla tipica edilizia locale, che si sposa alla perfezione con il contesto della campagna circostante, mentre la struttura fortemente simmetrica, i dettagli in acciaio e la copertura, nel grigio del laminato zinco-titanio zintek®, richiamano la modernità del tessuto urbano (il centro di Treviso è a un paio di chilometri) e della società contemporanea, perennemente in movimento e sempre più interessata a coniugare il comfort con la funzionalità.
Il nuovo edificio si presenta quindi diviso in tre blocchi, uno centrale, a due piani, e due laterali più alti, le “torri”, la cui essenziale linearità è spezzata dall’inserimento di piccoli fori luce di forma quadrata.
Su ciascuna delle due torri i progettisti riprendono il tema del bow window proponendo un grande finestrone a forma semicircolare.
La facciata nord del blocco centrale è caratterizzata da una parete vetrata continua che reinterpreta la classica separazione tra interno ed esterno, permettendo al viaggiatore in sala d’attesa di osservare la realtà del “fuori”, e al passante di scoprire quanto avviene “dentro”, in un’interazione continua che accentua la vocazione dinamica della struttura.
Parimenti la parte sud dell’edificio, quella che guarda alle piste dell’aeroporto, grazie alla sua facciata in vetro consente ai passeggeri in partenza un primo contatto con gli aerei, proseguendo il percorso di avvicinamento al viaggio che si conclude al momento dell’imbarco.
Al suo arrivo il viaggiatore viene accolto da un grande portico - le cui forme richiamano una sorta di stoà moderna - il quale, insieme alla copertura in zintek®, segna in modo forte l’impaginato del prospetto principale.
La sezione trasversale dell’edificio è costituita da due falde speculari, una maggiore e una minore, che assumono l’aspetto di due ali pronte a spiccare il volo.
Suggestione favorita in particolar modo dalla scelta del laminato in zinco-titanio zintek® naturale, che conferisce alla copertura dell’intera aerostazione un piacevole aspetto estetico, tipica caratteristica di questo materiale una volta posato.
Oltre a questa, lo zintek® naturale offre un grande ventaglio di peculiarità. Praticità e resistenza, innanzitutto: il laminato in zinco-titanio zintek® è molto malleabile e facilmente lavorabile, e può essere adattato a qualsiasi forma geometrica, sia le più ardite, sia le più lineari, qual è il caso dell’aerostazione.
Qui per la posa è stata adottata la tecnica dell’aggraffatura doppia, che ha consentito di rendere il tetto un unico elemento continuo, come richiesto dal progetto, ottenendo un effetto finale di grande pulizia e distinzione.
Esposto agli agenti atmosferici lo zintek® dimostra una resistenza particolarmente elevata.
La naturale ossidazione non ne altera l’aspetto, come succede ad altri materiali, e non c’è rischio che gli ossidi formatisi col tempo, colando, sporchino le superfici circostanti.
Da tutto ciò deriva uno dei maggiori punti di forza di zintek®: una volta posato non necessita né di trattamenti protettivi né di particolari cure.
Questo significa che il suo impiego in opere edili di uso civile come aeroporti, scuole, centri commerciali, ecc. consente di abbattere l’onere della manutenzione.
Parallelamente ai benefici per l’esterno, l’impiego del laminato zintek® per le coperture contribuisce al mantenimento del comfort interno: la corretta posa delle lastre prevede infatti la realizzazione di un’intercapedine di ventilazione capace di dissipare l’umidità latente, ovvero di far respirare la superficie sulla quale viene posato.
L’ufficio progetti Zintek è in grado di assistere il committente/progettista nella scelta del pacchetto di sottostruttura più idoneo alle diverse esigenze: nel caso dell’aerostazione molta importanza è stata data al controllo e allo smaltimento dell’umidità e alla riduzione dell’apporto di calore dovuto all’irraggiamento della grande superficie di copertura, con un aumento del benessere degli ambienti sottostanti, fondamentale in un edificio destinato ad accogliere e gestire un continuo flusso di persone.
Lo zintek® è inoltre un materiale naturale, totalmente riciclabile, qualità che lo rendono un’ottima scelta anche dal punto di vista del rispetto ambientale, nell’ottica di un’architettura biocompatibile che si va diffondendo in tutti i settori.
Pulizia, tenacia, duttilità, ecologicità: tutti appelli cui zintek® risponde senza problemi.
Ma nella progettazione di una struttura pubblica di grande visibilità i connotati tecnici non sono tutto: esiste anche la voce dell’estetica. Non basta a un materiale di essere resistente e pratico: è necessario che sia anche elegante e che si sappia inserire in un insieme armonico, la costruzione finale, che in ogni progetto riuscito è ben più della somma delle sue parti.
Nel caso specifico dell’aerostazione di Treviso, la necessità di combinare la tradizione con la modernità, senza dimenticare la funzionalità dell’edificio, ha avuto come risultato alcune scelte precise: struttura essenziale nelle forme con inserimento di dettagli di movimento; elementi tradizionali intrecciati con dettagli high-tech.
Un continuo avvicendarsi di nuovo e antico, dunque, un gioco di accenni al quale prende parte con naturalezza il laminato zintek®: evoluzione tecnologica dello zinco puro, e in certo senso erede del piombo, che ricorda per il colore assunto una volta ossidato, lo zintek® si sposa perfettamente con le nuance calde del legno e del cotto dei mattoni.
Due sono le tonalità del laminato disponibili: quella naturale, di un grigio lucido che, con il passare del tempo, vira verso una tonalità ardesia, e quella prepatinata, sottoposta in stabilimento a un trattamento di decapaggio che le conferisce un aspetto preinvecchiato.
Di queste, per la copertura dell’aerostazione è stata scelta la prima: il risultato è un manto uniforme, che ricopre la struttura trasmettendo insieme il senso di sicurezza e solidità tipici del metallo e un chiaro messaggio di placida raffinatezza.
Un manto che fa da specchio al cielo, sul quale, grazie anche ai giochi di luce resi possibili dalle costolature tipiche della posa con aggraffatura doppia, si riflettono gli umori cangianti delle nubi: quanto di più appropriato, in fondo, per un luogo non-luogo pensato per il transito della più varia umanità, un’aerostazione che, comunque la si guardi, oggi la porta d’accesso, finalmente compiuta, al sogno di volare della città di Treviso.
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[post_excerpt] => Come tutte le creature terrestri anche Treviso, città d’acque e di verdissima pianura, sogna da sempre di volare.
È del 1910 la prima parabola aerea che si disegna nei cieli sopra Santa Maria del Rovere, all’inseguimento di un record mondiale, mentre nel 1929 nasce la sezione locale dell’Aero Club Italia
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[post_content] => Forme avveniristiche che hanno origini lontane nel tempo, ma vicinissime nello spazio: Marcello d’Olivo, nato a Udine, teorico della città come equilibrio fra architettura e natura e massimo esponente dell’architettura organica sperimentale, potrebbe ritrovare parte di sé nel nuovo teatro di Pordenone.
Qualcuno ha voluto spingere l’indagine delle origini e del background architettonico ben oltre, fino a scomodare nomi oggi illustri e attivissimi; come Frank O. Gehry, per la memoria collettiva ormai legato indissolubilmente al Museo Guggenheim di Bilbao. Stesso movimento curvilineo delle superfici, ma nessun “prevaricamento” dei materiali nuovi e nuovissimi su quelli tradizionali.
Le superfici in titanio di Bilbao ritornano anche qui, nel contesto meno internazionale di Pordenone ma non per questo meno promettente in fatto di spunti e percorsi architettonici.
La scelta su Zintek si ricollega alla volontà progettuale di rivestire il teatro Verdi di indizi e segni moderni, di “oggi” per “domani”.
Se infatti il marmo di Carrara riveste il basamento e le vele del corpo principale, per il foyer e le coperture si è scelto il gesto di rottura e l’armonico-disarmonico di vetro e laminato in zincotitanio zintek®. La Simar Spa, società di Marghera e unica produttrice in Italia del laminato per coperture e facciate in zinco-titanio zintek®, ha partecipato alla rinascita del Teatro Verdi fornendo un materiale di copertura avveniristico per qualità tecniche ed architettoniche.
Nel progetto prevale una logica volumetrica trinitaria: tre volumi prevalenti per tre destinazioni d’uso differenti: la sala, la torre scenica e i camerini. La pelle del teatro rispecchia questa tripartizione spaziale nel cromatismo a tre: il bianco del marmo di Carrara, il grigio ardesia dello zintek® e le trasparenze cangianti del vetro.
Le due vele poste sulla facciata principale sono un abbraccio organico che penetra il tessuto urbano, connettendosi con l’adiacente Piazza XX Settembre. Dallo sfogliarsi della facciata principale, dal gonfiarsi delle vele rivestite in marmo di Carrara, si “svelano” le vetrate del foyer e il riverbero della copertura in zintek®. L’andamento curvilineo in facciata si trasmette alla copertura in un continuum cinetico quasi fluido. Il laminato prodotto da Simar SpA segue le convessità della copertura con estrema naturalezza, contrappunto tecnologico alla convessità delle vetrate del foyer e delle vele del portico d’entrata del teatro.
Le qualità meccaniche del laminato zinco-titanio zintek® consentono di assecondare i profili “mossi” del Verdi senza forzatura alcuna: le sue caratteristiche fisiche e chimiche determinano un’elevata duttilità e malleabilità, qualità queste indispensabili per partecipare attivamente alla realizzazione del Nuovo Teatro.
Lo zintek® non presenta solo qualità formali capaci di rispettare l’anima progettuale, ma caratteristiche che incontrano le esigenze più pragmatiche di un’amministrazione comunale e regionale che ha impiegato importanti risorse economiche per realizzare il Verdi di Pordenone.
L'ultimo piano dell'edificio, il quarto, ospita gli uffici del teatro e sulla copertura la centrale frigorifera per il condizionamento, la centrale termica e il locale per il generatore di emergenza. A coronamento della torre scenica invece, troviamo graticci all’italiana e attrezzature per la macchina teatrale. Punti “caldi” e delicatissimi che richiedono una continua manutenzione e protezione.
Il laminato zinco-titanio zintek® assicura la massima resistenza al tempo e agli agenti chimici e atmosferici, abbattendo così i costi di manutenzione. Una volta posato, la superficie del laminato si ricopre di uno strato autoprotettivo che rimane stabile nel tempo. La patina autoprotettiva vira il cromatismo del laminato verso il calore del grigio ardesia. Il processo interessa la totalità della superficie impiegata e attraverso particolari trattamenti si possono ottenere tonalità cromatiche differenti.
Per il teatro si è scelta la versione prepatinata, capace di “visioni tattili” che ricordano la morbidezza del velluto e che bene si accordano alle sinuosità delle superfici dell’edificio.
Il teatro Verdi è nella declinazione dei volumi e dei materiali, un’opera estremamente innovativa nel cuore della città di Pordenone; una realtà urbana a metà strada “geograficamente e metaforicamente” fra l’unicuum veneziano e triestino. Il Verdi poggia sulle antiche fondazioni del teatro Licinio, realizzate più di cento anni fa secondo il sistema della Serenissima con pali in pino nero d’Austria conficcati nel terreno per solidificare la base dell’edificio. L’atmosfera cittadina preannuncia quella quasi esotica di Trieste, una perla mitteleuropea nel cuore del Mediterraneo.
Osservando il Teatro e il parziale svelarsi in facciata delle vetrate del foyer e della copertura in laminato zinco titanio zintek®, si può giocare e correre con il pensiero oltre le Alpi, per immaginarsi i tetti curvilinei e piombati di molte città del nord. Coperture che spesso violano lo spazio canonico e irrompono nel piano di facciata per nuovi linguaggi in architettura.
Lo zintek® trova pertanto piena applicazione nella totale libertà artistica del progetto architettonico e assoluta condivisione delle leggi fisiche applicate alla statica dell’edificio.
Ma il laminato promosso da Simar SpA sfugge alla definizione di semplice materiale per l’edilizia.
Qualità fisiche, meccaniche e chimiche ne fanno il laminato per coperture e facciate per eccellenza. Il Teatro di Pordenone, nella scelta del laminato zinco titanio zintek® non ha solo dotato l’edificio di un materiale capace di garantire durata e bassi costi di manutenzione, ma di un servizio di posa in opera rapido ed efficiente, oltre all’impiego di maestranze altamente preparate e specializzate.
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[post_excerpt] => L’intero edificio è valorizzato da facciate che si concretizzano nel gioco fluido del concavo-convesso, planimetrie che irrompono all’esterno e “sfogliano” la superficie del teatro, per riorganizzarla secondo la ogica della sovrapposizione e curvatura dei piani; come se i materiali impiegati fossero altri, e oltre il calcestruzzo, il ferro, il laminato di zinco-titanio zintek®, il vetro e il marmo di Carrara
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[post_content] => Il Molino Stucky è il più importante monumento di archeologia industriale conservato a Venezia.
Eretto in stile Liberty sull'isola della Giudecca nel 1895 per volontà dell'industriale Giovanni Stucky, nel periodo di maggior splendore dava lavoro 24 ore su 24 a 1500 operai, attivi non solo nei quattro silos per la lavorazione dei grani, ma anche negli annessi pastifici e biscottifici.
Dal 1955 il Molino aveva subito un progressivo degrado strutturale sino alla svolta, avvenuta con l'acquisto del complesso da parte dell'Acqua Marcia e l'avvio nel 2000 di un lungo lavoro di ristrutturazione (che ha dovuto anche affrontare l’incendio di una parte del Molino nell’aprile del 2003) per la creazione di 138 appartamenti, un centro congressi per duemila persone e un grande albergo di lusso di oltre quattrocento stanze che dovrebbe essere completato entro il 2005, sulla base di un accordo sottoscritto con Hilton International.
Il progetto di riuso prevede il rispetto della struttura esterna, di sapore prettamente neogotico, frutto dell'inventiva dell'architetto di Hannover Ernest Wullekopf, e il ridisegno delle parti interne, per complessivi duecento mila metri cubi di volumi.
Si tratta indubbiamente di una delle più grandi opere di restauro in Europa.
L’architettura del molino, incorniciata da infinite bucature ad arco ribassato e lunghe paraste terminanti in frontoni a gradoni, lo hanno reso inconfondibile.
La qualità e la durevolezza dei materiali da costruzione usati non si è limitata ai soli elementi strutturali ma si è estesa a tutto il complesso permettendo di trasporne il valore pressoché intatto fino ai nostri giorni.
Il tema importante e delicato delle coperture piane, presenti in larga misura in tutto il complesso monumentale del Molino Stucky, è stato affrontato sotto più aspetti.
Analizzando gli edifici e la documentazione fotografica raccolta dalla chiusura dell’attività nel 1955 ad oggi, ci si è resi conto che tutte le grondaie, pluviali, converse ed elementi nelle coperture piane (quelle a falda erano in coppi o marsigliesi), elementi decorativi delle scale metalliche esterne, le parti superiori di alcuni elementi decorativi (pinnacoli) tuttora in ottimo stato di conservazione sono stati realizzati in lamiera di zinco.
Per ricomporre l’originario effetto cromatico e materico dei succitati elementi è stato scelto lo zintek®: il materiale è stato scelto per svariate ragioni che vanno dal filologico alle sue caratteristiche fisico-chimiche.
Mantenendo l’intera visione del complesso architettonico sotto l’aspetto di uniformità del progetto e delle lavorazioni, avvicinandosi al restauro e alla conservazione del singolo manufatto l’architetto Giuseppe Boccanegra dello studio C.R.R. Engineering di Venezia, responsabile del progetto, ha studiato l’intervento di tutela attraverso un’attenta ricerca filologica.
In merito alle coperture si è posto l’obbiettivo di analizzare i materiali originariamente impiegati, di valutare le tecniche costruttive utilizzate per la posa di questi ultimi e di comprenderne le scelte, le motivazioni legate al contesto storico.
Il laminato di zinco è presente originariamente in molti edifici del complesso del Molino Stucky, utilizzato per più elementi, da quelli della semplice ricopertura dei tetti piani a quelli per l’utilizzo di elementi decorativi “pennacchi - torrini”, alla realizzazione delle semplici lattonerie, gronde e pluviali.
Questa, anzitutto, la motivazione della scelta di zintek®, che è stata estesa anche alle coperture piane per motivi di conservazione: esse infatti erano originariamente ricoperte, sopra al tavolato, da uno strato di semplice guaina bituminosa, soluzione assai povera e di frequente manutenzione, in quanto corpi edilizi esclusivamente a uso industriale.
Presentando ottime caratteristiche fisico–chimiche, come la sua ottima malleabilità, la sua capacità di autoprotezione agli agenti atmosferici (dovuta alla sua ossidazione una volta messo in opera) e la sua elevata resistenza all’usura, lo zintek® ha soddisfatto pienamente le esigenze progettuali, entrando in perfetta sintonia con tutti gli altri materiali utilizzati, in particolar modo i mattoni.
Per l’uniformità dell’intervento, inoltre, tutte le lattonerie, dalle gronde, scossaline ai pluviali sono stati proposti con lo stesso prodotto.
Scheda tecnica dell'interventoCittà
Venezia
Nome Progetto
Restauro Molino Stucky
Committente
Società dell'Acqua Pia Antica Marcia S.p.A. Roma
Progettista
CRR Centro Recupero e Restauro di Venezia
Impresa esecutrice dei lavori
Euroappalti S.r.l.
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[post_excerpt] => Utilizzo del laminato di zinco zintek®, per il recupero del Molino Stucky.
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[post_content] => Per rispondere a una richiesta sempre crescente di nuovi e affidabili applicativi in architettura ed edilizia, Zintek srl, società che propone e veicola zintek® , il laminato in zinco-titanio per facciate e coperture, si presenta ai professionisti della progettazione con incontri ben articolati e ricchi di contenuti.
Il Meeting Professionisti di architettura ed edilizia del 20 luglio scorso, organizzato presso la propria sede di Porto Marghera, ha concluso l’anno didattico.
L’incontro ha richiamato in laguna un pool di professionisti di livello, tra progettisti e imprenditori, da tutta Italia.
Molto positivi i commenti espressi dai partecipanti, che nel corso dell’intera giornata hanno avuto l’occasione di fare, o approfondire, la conoscenza di zintek® e delle sue potenzialità. Lo zintek®, laminato composto prevalentemente da zinco, con piccole percentuali di rame e titanio che ne migliorano le prestazioni, è infatti uno dei metalli non ferrosi più impiegati all’estero per il rivestimento di edifici pubblici o privati. La sua grande malleabilità e la sua eccezionale resistenza all’aggressione degli agenti atmosferici ne fanno una scelta ideale per combinare potenzialità estetiche e affidabilità.
In molti si sono dichiarati positivamente sorpresi nello scoprire un materiale innovativo e versatile come lo zintek®, e alcuni dei presenti hanno subito richiesto una consulenza ai tecnici dell’ufficio progettazione.
Dopo una presentazione di Zintek srl, di Simar Spa e del gruppo Cordifin, gli interventi si sono concentrati sulle caratteristiche tecniche del prodotto zintek® e sulle sue possibilità di applicazione, facendo riferimento al trend contemporaneo dell’architettura, e di conseguenza dell’edilizia, che vede il rivestimento di un edificio come elemento sempre più determinante nella definizione di un progetto.
Momenti teorici in aula si sono alternati a prove in laboratorio molto apprezzate, che hanno consentito di vedere dal vivo sia il materiale sia le sue applicazioni, e gli approfondimenti sui trend dell’architettura contemporanea.
Dimostrazioni pratiche, tenute dai docenti della scuola di lattoneria, hanno seguito l’esposizione delle diverse tecniche di posa dello zintek®: si sono potuti così osservare la profilatura, l’aggraffatura e la posa delle lastre di zintek®, nonché esempi di saldatura e differenti applicazioni su modelli di realizzazioni di facciate.
Si è poi sottolineata l’importanza del rispetto dell’ambiente nella progettazione, con accenni alla bioarchitettura e alle possibilità di risparmio energetico che derivano da specifiche scelte progettuali, come quella delle coperture ventilate.
Un’interessante e coinvolgente sessione pratica ha dimostrato in questo senso come tali coperture, sia per i tetti che per le facciate, siano di eccezionale importanza per garantire il benessere di chi usufruisce di un edificio.
Sono quindi stati presentati i diversi pacchetti-copertura e facciata che Zintek srl è in grado di proporre ai propri clienti. Altro elemento fondamentale è stata la presentazione del cosiddetto “servizio chiavi in mano” che Zintek srl offre alla clientela: assistenza totale durante tutte le fasi di lavoro, dalla progettazione alla preventivazione – per la quale è stato creato un apposito software, liberamente accessibile sul sito dell’azienda –, al lavoro in cantiere, e capacità di fornire non solo il proprio prodotto, ma anche manodopera qualificata formata internamente.
A conclusione dei lavori, ogni partecipante ha ricevuto una documentazione completa relativa allo zintek®, comprendente il manuale Sviluppo in architettura sia nel formato pocket che nella pregevole versione enciclopedica, oltre a voci di capitolato, scheda prodotto, e brochure con esempi di realizzazioni. Ciascuno, inoltre, ha avuto la possibilità di esprimere il proprio giudizio sull’incontro mediante la compilazione di un apposito questionario anonimo.
Prossimo appuntamento a settembre.
Per ulteriori informazioni sui prodotti Zintek
[post_title] => I meeting di Zintek: punto d’incontro tra domanda e offerta
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[post_content] => L'utilizzo del laminato di zinco-titanio è una delle nuove tendenze in architettura che sta conoscendo uno sviluppo decisamente interessante.
In particolar modo lo zintek, prodotto cento per cento italiano da Simar Spa e commercializzato da Zintek Srl di Porto Marghera, unisce un insieme di caratteristiche in grado di adattarsi a qualsiasi esigenza progettuale e in qualsiasi contesto ambientale, sia urbano che rurale.
Centri commerciali, aeroporti, chiese, manufatti storici, strutture sportive, centri direzionali, ma anche costruzioni residenziali trovano in zintek utilizzato sia per coperture che per facciate e lattonerie - una versatilità pregevole, unita a caratteristiche di economicità, di risparmio energetico, di assenza di manutenzione e di una durata nel tempo senza pari.
Realizzazione
Rendere esteticamente piacevole la costruzione e privilegiare il rendimento energetico erano gli obiettivi principali perseguiti nella progettazione e realizzazione della nuova sede dell'azienda Ing. Ferrari di Modena, operante dal 1917 nel settore della climatizzazione e qualità dell'aria.
L'efficienza energetica del nuovo centro direzionale trova la sua massima espressione nella scelta di un rivestimento di facciata ventilato e coibentato, realizzato utilizzanto il laminato di zinco-titanio zintek ed eseguito dalla Lattoneria Gallina Snc di Pilastro, Parma.
Non solo il rivestimento di facciata, ma anche alcune opere di lattoneria (scossaline e coperture), i profili di riquadratura delle aperture, i profili di partenza e arrivo delle lastre aggraffate, le lamiere forate per ventilazione e i marcapiani sono stati tutti realizzati in zintek prepatinato, spessore 7/10.
Si tratta di un edificio di notevoli dimensioni, costituito da più corpi e rientranze, come ingressi e finestrature.
La sottostruttura delle facciate è stata realizzata con staffe di sostegno in allumio posate con interasse orizzontale di 80 cm, più fitte in prossimità dei porti, a sostegno di angolari in alluminio postati a orditura orizzontale.
In spessore con gli angolari, sporgenti dalla facciata 4 cm, è stato posato l'isolante in pannelli di polistirene (spessore 4 cm), mentre ai profili sono stati fissati listelli in legno, con la duplice funzione di realizzare la camera d'aria per la ventilazione della facciata e di sostegno per l'assito di sottofondo delle lastre metalliche.
L'assito, con dimensione 12 per 2,5 cm, è stato posato a orditura orizzontale con le assi distanziate di 8 mm per permettere la microventilazione e limitare così la formazione di condensa.
Su questa struttura sono state posate le lastre profilate in laminato di zinco-titanio zintek, utilizzando la tecnica dell'aggraffatura angolare.
Da osservare il fatto che non vi è soluzione di continuità del bordo di aggraffatura nei cambi di direzione della facciata.
Per ottenere il massimo del beneficio climatico, si è inoltre provveduto a non interrompere mai la ventilazione delle facciate, nonostante la presenza di grandi finestre: ciò è stato possibile operando particolari forature eseguite tramite punzonatura dei profili e delle lastre.
L'ingresso della camera di ventilazione è stato ottenuto punzonando l'ultima lastra che si inserisce sotto il davanzale, con un'altezza di foratura tale che essa rimane nascosta e protetta dalle infiltrazioni di acqua proprio dalla presenza del davanzale stesso, permettendo, allo stesso tempo, la fuoriuscita dell'aria.
L'apertura superiore per ventilazione è stata invece realizzata forando il celino che completa l'imbotto della finestra.
Clicca il tasto sottostante per richiedere ulteriori informazioni
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[post_content] => Zintek S.r.l., parte del gruppo Cordifin, produce e commercializza il laminato in zinco-titanio zintek® per l’edilizia.
Nell’impianto di 86.000 m² a Porto Marghera, Venezia, Zintek segue l'intero ciclo di vita del prodotto: dalla fusione e laminazione dello zinco alla vendita e applicazione in coperture, facciate e lattonerie. La mission aziendale è migliorare l’estetica e la durabilità degli edifici, in armonia con l’ambiente, attraverso nuove costruzioni, restauri e rigenerazioni.
[caption id="attachment_562303" align="aligncenter" width="680"] UniCredit Pavilion, Milano - Progetto Arch. Michele De Lucchi[/caption]
Zintek offre consulenza progettuale e tecnica, supportando la definizione di capitolati, preventivi e budget, e fornendo materiali di supporto come il manuale applicativo e il trattato sullo zinco-titanio. Gestisce inoltre il P.O.L., un'applicazione online per il calcolo dei capitolati.
Comprende la vendita diretta del laminato e degli accessori in zintek®, e attività di marketing per aumentare la visibilità del prodotto e dell'azienda. Dal 2018, Zintek è l'unico referente commerciale per i laminati in zinco del gruppo Cordifin, con una presenza internazionale grazie a showroom ad Amsterdam e Shanghai.
Fondata nel 2003, Zintek ha ampliato la sua attività dalla produzione del laminato a general contractor per grandi opere, fornendo pacchetti applicativi completi per coperture e facciate. L'azienda coordina pool di aziende specializzate per le grandi opere e dispone di una rete di installatori qualificati.
Formazione
Zintek gestisce una Scuola di lattoneria che offre corsi di formazione per lattonieri e installatori, con livelli di specializzazione crescente. Organizza anche meeting per professionisti dell'edilizia e dell'architettura, mettendo in luce le caratteristiche dello zintek® e le sue applicazioni.
Zintek è un punto di riferimento in Italia per coperture, facciate e lattonerie in zinco-titanio, adatte a qualsiasi contesto edilizio, dai nuovi progetti ai restauri conservativi.
Certificazioni
Zintek ha soddisfatto tutti i requisiti delle normative di riferimento per il suo prodotto, inclusa la gestione sostenibile delle risorse naturali. Ha implementato la mappatura dei crediti LEED® e la valutazione del ciclo di vita del prodotto mediante la metodologia del Life Cycle Assessment. Inoltre possiede le certificazioni ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001 e SA8000 e Certificazione Etica, e applica la marcatura CE ai propri prodotti.
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