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L’intervento di restauro del Sacrario Militare di Castel Dante di Rovereto presentava in particolare tre aspetti critici: la cupola, i serramenti e le terrazze. Per la cupola l’architetto Bonazza ha previsto la sostituzione integrale del manto di copertura con uno analogo in lamiera di zinco-titanio di Zintek, durevole nel tempo ed esente da manutenzione. a cura di Silvia Giacometti Indice degli argomenti: Un po’ di storia Il progetto di restauro L’intervento di Zintek La stratigrafia Il rivestimento di copertura in doppia aggraffatura Il Sacrario Militare di Castel Dante di Rovereto è uno dei luoghi più significativi sorti in ricordo delle vittime della Grande Guerra in Italia. Costruito negli anni 1932-36 a cura del C.O.S.C.G. – Onoranze delle salme dei caduti di guerra, nel luogo dove un tempo sorgeva un antico maniero (Castel Dante), il monumento ospita oggi le salme di 20.280 soldati italiani, austroungarici e cecoslovacchi. Il progetto iniziale ha avuto una gestazione lunga e difficoltosa ma il risultato finale è un possente manufatto a forma semicircolare, impostato su un alto basamento composto di due gradoni terrazzati destinati ad accogliere le spoglie dei caduti in loculi disposti nello spazio murario dei due ordini di gallerie. La costruzione è stata ultimata nell’aprile del 1937 e il monumento è stato inaugurato il 4 novembre del 1938. Un po’ di storia… Il Sacrario prende origine da un contesto bellico, da una guerra che ha chiesto il sacrificio di migliaia di giovani vite, ma è un monumento che guarda al futuro e che esorta alla pace. Si erge sulla sommità di un colle, in una posizione ben visibile da tutta la Val Lagarina, a fianco del colle che ospita la Campana della Pace. È un luogo che va raggiunto a piedi, attraverso un parco, percorrendo un breve tracciato in salita che orienta lo sguardo verso il cielo. Salire la maestosa gradinata fino al portale monumentale entrare nell’ampia sala luminosa sormontata dalla cupola, dove sono poste le are di Fabio Filzi e Damiano Chiesa e ridiscendere le scale interne per percorrere i tre anelli del basamento accompagnati dai nomi di migliaia di vittime, incisi nella pietra delle cellette, è un’esperienza che toglie il fiato e che ferma il tempo. Il progetto di restauro Il progetto di restauro è da ricondursi alle problematiche evidenziatesi nella conservazione della struttura legate al tema delle infiltrazioni di acqua piovana che avvenivano ormai da tempo sia dalle terrazze originariamente pavimentate con grandi lastre in pietra, sia dalla cupola che presentava un manto di copertura in lastre di piombo. Il restauro è iniziato nel gennaio 2019 e si è concluso dopo l’interruzione per emergenza sanitaria da Covid-19. Il progetto di restauro è stato commissionato nel 2015 all’architetto Andrea Bonazza di Trento dalla Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento, su delega del Ministero della Difesa – Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, proprietario del sito monumentale. Il primo approccio con il monumento e con il sito è stato orientato verso la conoscenza del sistema architettonico, sia da un punto di vista fisico e materico (sulla base del progetto dell’architetto Andrea Bonazza), sia per quelle particolari componenti dell’architettura capaci di rendere un edificio qualcosa di molto più complesso, trasformandolo in un vero e proprio elemento simbolico. Il monumento presentava tre aspetti critici su cui concentrare l’attenzione progettuale: la cupola, i serramenti e le terrazze. Per la cupola l’architetto Bonazza ha previsto la sostituzione integrale del manto di copertura con uno analogo in lamiera di zinco-titanio, durevole nel tempo, esente da manutenzione, posato su un’intercapedine con tavolato ligneo e facilmente lavorabile su parti curve. L’intervento di Zintek Il rivestimento di copertura in zinco-titanio zintek® dello spessore di 7 / 10, scelto non solo per la garanzia di durata nel tempo del materiale, ma anche per il colore opaco che assomiglia molto al piombo originale, è modellato sulla cupola lungo i meridiani conci concentrici, con passo di partenza non superiore a 60 cm. Le lastre sono state posate con il sistema di giunzione in aggraffatura doppia e ancorate alla sottostruttura in legno con viti in acciaio inossidabile mediante graffette di fissaggio. La sottostruttura è costituita da tavolato in legno di abete grezzo essiccato di spessore 3 cm, larghezza 10 / 12 cm anch’esso sagomato a conci concentrici secondo i meridiani della cupola. Tra le tavole è stato lasciato uno spazio di circa 6 mm per permettere l’areazione del lato inferiore del manto metallico. Il tavolato è stato posato su doppi listelli in legno, a loro volta fissati alla soletta cementizia con ancoraggio chimico. I listelli creano una intercapedine aerata tra la struttura della cupola e il manto metallico. Tra il rivestimento metallico e il tavolato è stata interposta una stuoia a filamenti drenante antirombo con altezza di 8 mm. Essa crea uno strato di separazione che consente la fuoriuscita di eventuali condense che possono formarsi sotto il rivestimento in metallo nei periodi di cambio stagione e al contempo riduce la diffusione acustica provocata da pioggia e grandine. La stratigrafia Il manto metallico di copertura e il suo supporto di posa sono separati dalla struttura della cupola per mezzo di un’intercapedine aerata. L’intercapedine aerata favorisce i “moti convettivi ascensionali” e le coperture ventilate possono produrre un abbassamento della temperatura durante le ore di insolazione estiva e migliorare il comfort termico del sottotetto. Dettaglio stratigrafia Il lavoro è stato particolarmente complesso poiché il profilo della cupola presenta, oltre alla calotta semisferica superiore, anche parti inclinate e tratti verticali, concludendosi alla base con il canale di gronda, perfettamente integrato a formare un tutt’uno con il manto. Il tema del controllo delle dilatazioni è stato risolto con l’impiego di ganci speciali (formati da due unità scorrevoli) già predisposti da Zintek. Dettaglio gronda Questo dettaglio, che apparentemente sembra una giunzione trasversale semplice, offre tuttavia un doppio ostacolo alle infiltrazioni grazie alla ripiegatura della lastra inferiore e alla bandella di fissaggio stagnata. Per evitare infiltrazioni nel tempo dovute all’effetto di capillarità è stata interposta nella giunzione una stuoia a filamenti drenante. Il rivestimento di copertura in doppia aggraffatura Questo sistema si adatta bene a molteplici forme architettoniche comprese le cupole. La tenuta all’acqua di un sistema aggraffato è strettamente legata alla pendenza del tetto. L’altezza della aggraffatura standard è di 25 mm e deriva dalla piegatura verso l’alto dei bordi longitudinali. Una volta agganciate le lastre, la piegatura del lembo di bordo crea una aggraffatura angolare. La aggraffatura doppia è frutto della ulteriore piegatura della aggraffatura angolare. Per consentire la dilatazione trasversale delle lastre, la piegatura verso l’alto del bordo di aggancio viene realizzata con un angolo di 95° in questo modo si crea in corrispondenza delle giunzioni uno interspazio di circa 3mm che assorbe la dilatazione trasversale delle lastre. L’interasse delle lastre può raggiungere la larghezza massima di 600 mm che corrisponde a uno sviluppo effettivo di 670 mm. Per la realizzazione della cupola l’interasse utilizzato ha una misura variabile compresa tra un massimo di 580 e un minimo di 60 mm. Scheda progetto Restauro del Sacrario di Castel Dante Luogo: Rovereto (TN) Progetto architettonico di restauro: arch. Andrea Bonazza Direttore Lavori: arch. Manuela Baldracchi Cliente: Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento Impresa appaltatrice: Inco di Pergine Valsugana Durata lavori: Gennaio 2019 – Giugno 2020 Condividi
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