Il sistema tetto: strati funzionali e loro interscambio

Link Industries

I tetti di oggi sono costituiti da un insieme complesso di strati differenti alla cui progettazione bisogna prestare attenzione per favorire l’interazione corretta e creare comfort e risparmio energetico. 

Il sistema tetto: strati funzionali e loro interscambio

Se in passato il solaio e il sottotetto venivano utilizzati come deposito, creando un vano intermedio a salvaguardia degli ambienti abitativi sottostanti, oggi quegli spazi vengono sfruttati per nuove funzioni, adibiti a mansarde accoglienti e funzionali.

Per ottimizzare l’abitabilità di questi spazi è importante prevedere nella stratigrafia l’inserimento di barriere apposite che incrementino il comfort. Link Industries ha sviluppato soluzioni di questo tipo.

La stratigrafia del tetto e le soluzioni più idonee

La stratigrafia del tetto è strettamente legata alla struttura portante, può assumere diverse configurazioni ed essere realizzata in molteplici materiali come legno, laterocemento, calcestruzzo armato o acciaio.

Nel caso della copertura in legno, l’insieme delle travi portanti sorregge un assito continuo in tavole di legno su cui sono posati gli altri strati funzionali del tetto. Nel caso di coperture in laterocemento o in cemento armato la struttura può essere costituita da un piano continuo formato direttamente dal solaio inclinato che costituisce le falde del tetto.

Su questo strato vengono applicati prodotti che hanno la funzione di regolare la diffusione e il passaggio del vapore acqueo, evitando così la formazione di condensa negli strati della copertura e in particolare nel materiale isolante. Questi strati sono, poi, coperti da un isolante e successivamente da uno strato permeabile al vapore che evita accumuli d’acqua.

Nel caso del tetto rovescio, invece, l’elemento isolante è collocato in posizione ribaltata rispetto allo strato di tenuta al di sotto di esso, agendo anche da schermo o barriera al vapore e trovandosi a contatto con l’esterno.

I tetti ventilati presentano intercapedini di ventilazione che prendono aria all’altezza delle gronde e la espellono in corrispondenza del colmo, migliorando la coibentazione termica, l’asciugatura della condensa del sottotegola.

Le soluzioni di Link Industries

Barriere al vapore in tessuto

Link Industries propone barriere al vapore in tessuto NET-MVB/***, NET-WSL/*** e NET-MVL/** in polietilene EN 13984. Queste soluzioni vengono installate dietro il rivestimento interno, coperte dall’isolamento termico, per ostacolare il passaggio del vapore attraverso la struttura e ridurre l’infiltrazione di aria e le perdite di calore.

Lo strato isolante, applicato sulla barriera al vapore, permette di rispettare i requisiti minimi di efficienza energetica e confort abitativo, riducendo le spese per il riscaldamento e per il raffrescamento.

Membrana funzionale permeabile al vapore

Sopra allo strato isolante viene applicato un film permeabile al vapore che ferma e raccoglie l’acqua che può filtrare dal manto di copertura e la condensa che si può formare nello strato sotto-tegola. Quest’acqua viene, poi, convogliata verso il canale di gronda, dove viene smaltita dal sistema di raccolta delle acque meteoriche.

Link Industries propone la membrana funzionale permeabile al vapore e impermeabile NET-BBM/**** con protezione dello strato in polipropilene su entrambi i lati – EN 13859-1, EN 13859-2. La sua funzione è quella di consentire il passaggio del vapore proveniente dall’interno verso l’esterno e la sua applicazione avviene direttamente sull’isolamento termico, parallelamente alla gronda con una sovrapposizione minima di 15 cm.

Le coperture correttamente coibentate presentano uno strato isolante continuo che annulla i ponti termici, ossia quei punti in cui il materiale isolante è interrotto per la presenza di altri elementi, spesso strutturali.

L’applicazione del manto di copertura

Una volta definita e disposta la stratigrafia si passa all’applicazione del manto di copertura con materiali differenti in base la tipo di tetto: per i tetti a falde si possono utilizzare coppi, tegole o manti in lamiera; per i tetti piani possono essere usati ghiaia sfusa, pavimentazioni flottanti a quadrotti o in legno, pavimentazioni in ceramica o pietra naturale, ma anche tetti verdi.

La maggior parte delle tecniche di installazione prevedono l’applicazione di un sottofondo per creare un percorso di drenaggio verso la grondaia. Questo serve per evitare che il vapore acqueo, che migra verso l’esterno nella stagione invernale e trova l’opposizione del manto impermeabile sotto la copertura, possa condensare e inumidire l’isolante termico adiacente.

Il tessuto rivestito in polietilene di Link

Come bloccare il vapore prima dell’isolante termico? Con apposite barriere che prendono il nome di “freni a vapore”.

Link Industries propone NET-ACL/****, un tessuto rivestito in polietilene con protezione bianca non tessuta in polipropilene EN 13859-1 da appoggiare parallelamente alla grondaia con una sovrapposizione di almeno 15 cm.

Il sottofondo è fissato lungo le travi con controsoffitti sollevando le stecche di piastrellatura dal sottofondo per creare un efficace percorso di drenaggio verso la grondaia.

La copertura è completata con vari dispositivi scelti come le tegole fermaneve, le lastre in vetro per illuminare i sottotetti, i comignoli e le torrette per i fumi e la lattoneria.

A fine lavori il tetto si presenta come un “pacchetto” di copertura complesso, bilanciato a livello termo-igrometrico, che fornisce un efficace contributo nell’efficientare il consumo energetico e per la salubrità di tutta l’abitazione.

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