Verso un cantiere a impatto zero: le aziende chiedono incentivi

Il settore delle macchine per costruzioni è sensibile ai temi della sostenibilità: per arrivare ad avere un cantiere a impatto zero si punta sulle tecnologie da lavoro elettriche e ibride

Verso un cantiere a impatto zero: le aziende chiedono incentivi

La transizione green per il settore delle macchine per costruzioni è iniziata: è stato evidente a Samoter, la fiera delle macchine movimento terra da poco conclusasi a Verona. La maggior parte dei player del settore offre ormai, all’interno della propria gamma, anche mezzi elettrici o ibridi: dai mini-escavatori, ai camion con gru, fino alle betoniere.

Le tecnologie per il cantiere a impatto zero sono già disponibili sul mercato, ma affinché si diffondano realmente dovranno diventare sostenibili, non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello economico.

Cantiere a impatto zero: non tornano i conti

Quello che frena la diffusione di queste tecnologie sono gli aspetti di competitività. Oggi, a conti fatti, un cantiere a impatto zero costerebbe circa il 30% in più di uno “tradizionale”. “A pesare – spiega Claudio Bettini di Site sono i maggiori costi delle macchine, mentre in termini di costi di alimentazione e costi di manutenzione il cantiere sostenibile è più vantaggioso

Bisogna considerare che le soluzioni green portano a un risparmio nel lungo periodo e ad ammortizzare i costi grazie a esigenze di alimentazione e manutenzione ridotti. Però, il comparto andrebbe sensibilizzato in questo senso e la domanda maggiormente stimolata.

Verso un cantiere a impatto zero: le aziende chiedono incentivi

Anche – secondo molte delle aziende che hanno esposto a Samoter – attraverso gli incentivi. In questo modo, si potrebbero attivare quelle economie di scala che permetterebbero di arrivare a una transizione completa del parco mezzi.

Le testimonianze del mercato

Se ne è parlato proprio a Samoter durante il convegnoLavorare a zero emissioni? Ecco come, nel nostro cantiere urbano virtuale”, organizzato in collaborazione con Vaielettrico.

Alcune realtà hanno raccontato la propria esperienza relativa al cantiere a impatto zero: Claudio Bettini di Site, per esempio, ha spiegato come la sua azienda abbia per prima cosa analizzato la fattibilità tecnica in termini di disponibilità di mezzi e constatato che camion, betoniere, mini-escavatori, furgoni e power bank mobili “green” erano presenti sul mercato. In seguito, facendo i conti, è emerso come a essere costose sono le macchine, mentre alimentazione e manutenzione risultano essere più vantaggiose.

Karim Moussa di Tesmec ha sottolineato come, per far diventare realtà il cantiere a impatto zero, serva la collaborazione di tutta la filiera.

Bisogna poi attivare leve che permettano ai costruttori di produrre di più, secondo Emanuele Viel di Komatsu, azienda che a breve lancerà il suo primo escavatore 100% elettrico. Inoltre, anche le gare d’appalto premianti per i cantieri a zero emissioni stimolerebbero la richiesta di macchine elettriche.

La visione di Komatsu verso il cantiere a impatto zero

Molti costruttori stanno lavorando anche per arrivare ad avere solo veicoli a zero emissioni, come Volvo Trucks che ha già una gamma elettrica completa anche nel segmento dei pesanti.

Si attende che le nuove tecnologie consentano di aumentare la densità del pacco batterie, come ha sottolineato Francesco Mastrandrea di E-Gap Engineering.

Insomma, il tema è molto sentito e le aziende si stanno muovendo: in fiera, un progetto virtuale di cantiere a impatto zero ha dimostrato che il settore è a un punto di svolta e la sostenibilità in cantiere è possibile.

credit img ©Veronafiere-EnneviFoto

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