Buzzetti, a rischio 500 mila posti di lavoro nel 2011

Quattro risposte immediate dal Governo, entro novembre, per tamponare la crisi dell`edilizia, oppure il mondo di tutta la filiera delle costruzioni, imprese e operai insieme, scendera` in piazza a Roma contro l`Esecutivo.

E` questo lo scenario, del tutto inedito, emerso ieri dopo la riunione della Consulta Ance dei 102 presidenti provinciali dell’Associazione dei costruttori edili (Confindustria). Il comunicato racconta di «un clima molto teso». «Da Nord a Sud – si legge – si è levato un grido di dolore da parte degli imprenditori: pagamenti bloccati, risorse non spese, lavoro agli sgoccioli, misure fiscali punitive». A tutto questo, secondo gli imprenditori edili, «è mancata una risposta politica efficace».

La Consulta ha dato mandato al presidente di «avviare una serie crescente di iniziative», tra le quali, «in assenza di risposte concrete», «anche una manifestazione di protesta nazionale da convocare insieme agli stati generali della categoria (imprese, sindacati e tutta la filiera del settore)». «Gli enti locali non pagano – racconta il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti – a causa del Patto di stabilità, questo è il primo problema». L’ultima indagine Ance segnalava tempi di pagamento alle imprese edili superiori a 4 mesi per il 58% delle imprese, con punte di oltre 7 mesi per il 28%, e un totale di crediti non pagati per 14 miliardi di euro. «L’impatto sulle imprese – racconta Buzzetti – è sempre più pesante, vista la crisi del settore (-17% in tre anni, ndr). Anche le imprese che stanno bene in termini economici, di bilancio fatturato-costi, rischiano la crisi per problemi di liquidità. Il settore ha perso, rispetto al 2008, 200mila posti di lavoro (erano allora 1.970.000), che rischiano di diventare 500mila nel 2011».

L’Ance propone quattro cose da fare subito. Sul problema pagamenti il massiccio coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti e Sace per fornire garanzie sui pagamenti e anticiparne l`importo alle imprese. Si chiede poi lo sblocco del Piano infrastrutture da 11,3 miliardi approvato dal Governo nel giugno 2009 e rimasto ancora quasi tutto sulla carta. Terza priorità, l’abolizione dell`Iva sull`invenduto (obbligo di rettificare l’Iva detratta se l`alloggio e` venduto dopo quattro anni dall’ultimazione), una norma che vista la crisi dell`immobiliare – spiega Buzzetti – sta strangolando soprattutto le imprese del Nord. L’Ance propone la possibilità di mantenere l’Iva anche dopo i quattro anni su opzione del venditore.

Quarta priorità, infine, l’ampliamento degli ammortizzatori sociali in edilizia, innalzando il limite massimo di disoccupazione speciale e abbassando i contributi delle imprese per la Cigo al livello del resto dell`industria.

«Queste cose – conclude Buzzetti – si possono fare subito. Mi auguro che arrivino risposte in tal senso da parte del Governo, diciamo entro novembre, altrimenti siamo pronti a scendere in piazza insieme ai nostri operai».

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