120.000 posti cancellati in edilizia

È la fotografia scattata in uno studio della Fillea-Cgil, presentato ieri, due giorni dopo il grido d’allarme lanciato dai costruttori dell’Ance che prevedono per il 2009-2010 un calo complessivo di circa 220mila occupati ed una riduzione degli investimenti nel settore pari al 9,4% (2009), destinato a proseguire nel 2010, quando la contrazione potrebbe oscillare tra il 7,1% e il 3,9% a seconda del contributo del piano casa.
Sindacato e aziende concordano, quindi, nel sottolineare che per il biennio 2009-2010 la strada è tutta in salita.
In questo scenario entro novembre è attesa la convocazione dell’Ance per l’avvio delle trattative per il rinnovo del triennio contrattuale 2010-2012 che interessa un milione e 200mila addetti, visto che l’attuale contratto scade il prossimo 31 dicembre.
Contrariamente alla tradizione unitaria degli edili, per la prima volta i sindacati si presentano divisi all’appuntamento negoziale, con tre distinte piattaforme.
Segno che la spaccatura avvenuta con la riforma del modello contrattuale – non siglata dalla Cgil – ha avuto ripercussioni anche in questo settore.

Ieri il segretario generale della Fillea Walter Schiavella e il segretario nazionale Mauro Macchiesi hanno illustrato la proposta che sul versante economico per il triennio 2010-2012 contiene la richiesta di aumento di 143 euro per il secondo livello (parametro 117 con l’addensamento medio del settore), a cui si aggiungono, per i livelli 1° e 2°, rispettivamente 15 e 10 euro come Edr (elemento distinto dalla retribuzione) a «recupero parziale della perdita di potere d’acquisto subita nel corso degli ultimi anni».
La Fillea chiede anche di portare l’Eet (Elemento economico territoriale) al 12% della paga base, con un incremento di 50,57 euro al 2° livello e di definire le code contrattuali dell’accordo del 18 giugno 2008. La piattaforma, spiegano dalla Fillea, è stata sottoposta a 3.513 assemblee, con 80.543 lavoratori votanti, di cui 77.115 favorevoli (95,74%), 1.080 contrari (1,34%) e 2.348 astenuti (2,92%).

Mentre la Filca-Cisl, sulla base del nuovo indicatore, l’indice previsionale Ipca (indice armonizzato dei prezzi al consumo) elaborato dall’Isae, ha chiesto per il triennio un aumento salariale al 1°livello (parametro 100) di 118 euro, comprensivo del recupero del differenziale di inflazione relativo al biennio precedente.
Anche la Filca ha proposto di portare l’Eet al 12% complessivo, «eventualmente superabile nei casi ove sia rilevabile un andamento degli indici particolarmente positivo e comunque superiore alla media nazionale».
Quanto alla Feneal-Uil per il triennio ha chiesto 142 euro di incremento per il 2° livello, in applicazione dell’indice Ipca e del recupero degli scostamenti tra inflazione programmata ed inflazione reale registrati nell’ultimo biennio.

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