2006: anno dell’efficienza energetica?

Dall’interessante convegno organizzato da Ises Italia e Camera di Commercio di Milano sono emersi molti elementi utili a una riflessione.
Il decreto legge 192/2005, con cui l’Italia recepisce la direttiva europea 2002/91 suscita reazioni e letture piuttosto contrastanti, che nel convegno di dicembre sono apparse in modo esplicito.
La stessa possibilità che i decreti attuativi vengano effettivamente emanati in tempo utile appare non così probabile.
Più che l’anno dell’efficienza energetica il 2006 si prospetta come un altro anno di incertezza.
Come ha sottolineato Sergio Zabot , della Provincia di Milano, il fantasma delle norme contenute nella 192/2005 creerà problemi a chi, coraggiosamente, ha intrapreso strade ben più efficaci per la promozione dell’efficienza energetica in edilizia.
E si è potuta osservare con chiarezza la differente prospettiva con cui guardano agli scenari futuri i soggetti che si sono già preparati a dare l’assalto al mercato dell’efficienza energetica e quelli che, per statuto o per scelta, riescono ancora ad esercitare un ruolo critico nei confronti di una legge che fa acqua da tutte le parti.
La “torta” della certificazione, così come quella delle misure di miglioramento dell’efficienza, hanno già pretendenti ben strutturati, che si guardano bene dal mettere in evidenza le incredibili carenze del dl. 192/2005.
Semmai, solo quelle che li toccano direttamente.
In tale contesto suonavano decisamente fuori dal coro le voci di ANAB, rappresentata dal segretario nazionale Giancarlo Allen, e dell’istituzione universitaria, rappresentata da Marco Sala del Centro ABITA.
Tra la proposta di sistemi di certificazione “open source” e di facile utilizzo e la riaffermazione del ruolo dell’architettura e del disegno urbano, i limiti di una visione banalizzante della questione della sostenibilità del costruire sono apparsi evidenti.
Su tutto questo dibattito aleggia, desolante, la presa di posizione dell’ANCE, che se a livello nazionale dà qualche segno di consapevolezza del problema, a livello locale non fa che ribadire il concetto di “non disturbare il conduttore” per non distoglierlo dal suo obiettivo unico: il profitto, costi qualche costi.

Per ulteriori informazioni
www.anab.it

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