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Sistema ferroviario metropolitano regionale

Ritenuta la più grande opera pubblica mai intrapresa dalla regione veneto, il SFMR rivoluzionerà le abitudini di mobilità dei cittadini, inducendo a spostarsi su rotaia almeno il 47% dei passeggeri in più, il 5% degli automobilisti a non utilizzare l’autovettura e il 16% dei pendolari ad abbandonare l’autobus.
Una voce del progetto SFMR riguarda i manufatti stazione, tra adeguamento dell’esistente e nuove opere.
Oltre alla ristrutturazione delle stazioni esistenti è infatti prevista la realizzazione di nuove stazioni-fermata e di alcune stazioni di porta, utili per intercettare i mezzi su gomma fuori dalle aree più congestionate.
L’esercitazione ha come oggetto le tipologie di stazione riconducibili alla definizione di stazioni-fermata, viste come elementi strettamente funzionali che interpungono il paesaggio della campagna veneta facendosi portatori di una potenzialità inespressa: sovrapporre alla grande scena della periferia i frammenti di una configurazione presente.
Obiettivo della tesi è definire un manufatto prototipo inteso come manufatto ripetibile e seriale: essere il manufatto ripetibile ( con possibilità di adeguamenti a specificità morfologiche e viabilistiche diverse) ne implica una qualità-identità figurativa in quanto elemento del paesaggio urbano; al tempo stesso ne implica una definizione tecnica secondo congruenti sistemi di costruzione e messa in opera.
In altri termini: la caratterizzazione figurativa dei manufatti in progetto non è da intendersi come disegno di un’immagine di architettura: è un carattere intrinseco alla definizione costruttiva e funzionale del prototipo, e, come tale, si prevede agisca rendendo le opere in questione significativamente partecipi delle sequenze architettoniche percepite percorrendo e usando le periferie urbane.
La scelta del materiale è legata in primo luogo alla necessità di ridurre i tempi di realizzazione e ammortizzare i costi del manufatto-prototipo in questione.
Le strutture primarie, secondarie e i tamponamenti sono stati sostituiti con degli elementi portanti in alluminio estruso, in modo da “ridurre all’ osso” la statica e la messa in opera del manufatto-stazione.
Per la progettazione degli estrusi proposti è stato fatto riferimento ad un’ azienda italiana che lavora nel campo dei profilati, la quale ha rilasciato un certificato di dimensionamento e verifica dei componenti disegnati.
In particolare sono stati studiati una serie di profili_modulo che combinati fra di loro con dei semplici incastri, incollati e saldati con metodi adeguati, danno luogo ad manufatto costituito da elementi ripetibili e seriali staticamente portanti.
Le nuove stazioni-fermata sono state studiate e concepite come i nuovi possibili landmark del paesaggio contemporaneo, nati per rispondere a bisogni e necessità di natura tecnologica e trasformati in figure che marcano fortemente il paesaggio urbano.

Tesi premiata con la menzione speciale per l’edizione 2006 del Premio Nardi intitolato “Alluminio e …”, la cui cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso 30 novembre nell’aula Rogers della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano.

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