Nella bozza del decreto, infatti, sono contenute disposizioni inaccettabili e incomprensibili che renderebbero di fatto inapplicabili le detrazioni per le finestre e rischierebbero di produrre forti distorsioni sul mercato. Nello specifico, questi sono i punti inaccettabili e incomprensibili riguardanti porte, finestre e vetrine comprensive di infissi contenute nella bozza: 1. La detrazione è ottenibile per le chiusure apribili e assimilabili solo se sono “installate congiuntamente a sistemi di termoregolazione per singolo appartamento o singolo locale, o valvole termostatiche ovvero in presenza di detti sistemi al momento dell’intervento”; L’inserimento delle valvole termostatiche implica interventi sull’impianto (sia esso autonomo o condominiale) con un aggravio di spesa per il consumatore. Inoltre, l’inserimento delle valvole termostatiche in un impianto condominiale implica l’approvazione unanime dell’assemblea condominiale (mentre per sostituire i serramenti ciò non è necessario, purché le nuove finestre siano esteticamente fedeli all’originale e non alterino quindi la facciata). 2. Viene fissato un costo unitario massimo, al netto dell’Iva, di 450 euro al metro quadrato; Questo punto è assolutamente inaccettabile perché rappresenterebbe una scelta dirigista da parte del governo di sapore da socialismo reale. Sarebbe infatti gravissimo che l’esecutivo indicasse costi unitari massimi per i prodotti delle costruzioni ammessi alle detrazioni, pregiudicando la libera scelta sul mercato da parte dei consumatori. Peraltro l’introduzione di un costo unitario massimo potrebbe produrre un risultato negativo per l’erario, infatti aziende poco serie potrebbero ricorrere alla pratica dello scorporo del prezzo fra quanto effettivamente pagato dal consumatore e quanto dichiarato. Va inoltre sottolineato come l’introduzione del costo unitario massimo risulti ancora più incomprensibile in presenza di un tetto massimo di spesa (che passerebbe da 60.000 a 40.000 euro). Infine, per i costi massimi indicati nella bozza, non sarebbe neppure prevista una indicizzazione all’inflazione nel triennio 2012-2014. 3. L’aliquota del 55% per finestre, porte e vetrine comprensive di infissi passerebbe al 41%; Questa rimodulazione va oltre ogni ipotesi sostenibile di riduzione e rappresenterebbe nei fatti un disincentivo agli incentivi. 4. Non è prevista alcuna rimodulazione del periodo di detrazione; Tutto il fronte associativo delle costruzioni han da tempo richiesto una rimodulazione del periodo di detraibilità da 3 a 10 anni, rispetto ai 10 anni vigenti attualmente. 5. Non è prevista alcuna estensione delle detrazioni ai beni strumentali Uncsaal, intensificherà fin da subito l’azione di sensibilizzazione dell’Esecutivo, affinché le anticipazioni apparse sulla stampa restino tali e sia invece varato un provvedimento realmente in grado di supportare il mercato italiano delle finestre. Infatti, come evidenziato nel recente Rapporto Uncsaal n. 2/2011 “Il mercato italiano dell’involucro edilizio”, l’impatto degli incentivi fiscali è e sarà determinante per sostenere la tenuta del mercato. Proiettando, infatti, i dati di Enea e Cresme relativi al periodo 2009-2010, è possibile stimare che il 55% abbia generato una domanda complessiva di serramenti fra 1 e 1,3 miliardi di euro nel 2011. Per il 2012, uno scenario che non prevedesse la conferma delle detrazioni o prevedesse un sostanziale depotenziamento come contenuto nella Bozza del Decreto Sviluppo, comporterebbe una netta contrazione del mercato, stimabile in un 27%, che potrebbe provocare la chiusura di oltre 200 Aziende produttrici di serramenti e l’esubero di 7.500 dipendenti. Uncsaal ribadisce quindi come condizioni indispensabili per garantire un reale supporto al comparto italiano dei serramenti, i quattro punti condivisi dall’intero fronte italiano dei produttori di infissi: 1. Conferma del provvedimento legislativo relativo agli incentivi per 4 anni (dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2015). La bozza del decreto sviluppo prevede il rinnovo delle detrazioni dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2014. 2. Possibilità di recupero del credito da parte del contribuente modulabile dai 3 ai 10 anni. La bozza del decreto confemerebbe il recupero esclusivamente in 10 anni. 3. Estensione del provvedimento anche ai beni non strumentali e individuazione di forme di applicazione del provvedimento anche ai soggetti pubblici non assoggettati all’IRES. La bozza del decreto non prevede alcuna estensione dei soggetti in grado di accedere alle detrazioni. 4. Conferma dell’attuale aliquota del 55%. La bozza del decreto fisserebbe al 41% l’aliquota spettante alle finestre. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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