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Nei Paesi Ue, secondo le ultime statistiche ERMCO, la produzione di calcestruzzo preconfezionato nel 2008 si attestava a 368,1 milioni di metri cubi. Un anno dopo, nel 2009 è sceso a 291,7 milioni di metri cubi con una diminuzione del 20, 8%. Il calo della domanda è proseguito nel 2010 quando i consumi (che per quanto riguarda il calcestruzzo preconfezionato coincidono con la produzione) sono ammontati a 274, 5 milioni di metri cubi prodotti, con un ulteriore calo del 5,9% rispetto al 2009. In due anni il comparto ha registrato una contrazione produttiva di oltre un quarto (26,7%) rispetto al 2008. Tra i Paesi con andamento peggiore si segnalano l’Irlanda con un calo della produzione del 62% tra il 2008 e il 2009 e del 28, 9% tra il 2009 e il 2010; la Spagna ( – 29, 1% nel 2009 e – 20, 1% nel 2010; la Grecia ( – 22, 7% nel 2009 e – 22, 4% nel 2010). Stime negative si attendono anche in molti Paesi per quanto riguarda il biennio 2011 – 2012. Anche se – come emerge dall’indagine diretta presso alcune realtà produttive nazionali – la situazione appare quanto mai diversificata da Stato a Stato. La netta diminuzione della produzione si evidenzia anche nei paesi componenti di ERMCO, seppure con percentuali più contenute, dovute alla presenza di Paesi extra europei per i quali la crisi è stata decisamente più morbida e per alcuni, che hanno registrato dinamiche positive, addirittura non vi è stata Per l’insieme dei Paesi ERMCO nel 2008 la produzione è stata di 463 milioni di metri cubi mentre nel 2009 era scesa a 382, 9, con un calo percentuale del 17, 4%. Nel 2010 la produzione si attesta sui 380,3 milioni di metri cubi (- 0, 6% rispetto all’anno precedente). Tra i Paesi che hanno registrato un andamento positivo si segnala in particolare la Turchia che passa da 66, 4 milioni di metri cubi nel 2009 ad una produzione di calcestruzzo preconfezionato di 79, 7 milioni nel 2010, con una crescita in due anni del 20% rispetto al 2008. Anche Israele ha registrato un dato positivo: da 9, 5 milioni di metri cubi nel 2008 e nel 2009 ha prodotto 11 milioni di metri cubi di calcestruzzo preconfezionato nel 2010 (+15, 8%). “In questi anni di crisi, però – ha commentato il presidente di ERMCO Andrea Bolondi- una dinamica interessante c’è: la crescita del contenuto medio di cemento: nei Paesi dell’Unione europea”. Infatti a fronte di 288 kg di cemento per metro cubo di calcestruzzo preconfezionato registrato nel 2008, nel 2010 il valore medio è aumentato a 295 Kg, in miglioramento ulteriore rispetto anche al dato del 2009 (293 Kg). In due anni la quantità di cemento in ogni metro cubo di preconfezionato è cresciuto mediamente del 2,6%. Questo dato sta ad indicare una tendenza verso una sempre maggiore domanda di calcestruzzi di maggiore resistenza, più fluidi e più rispondenti alle esigenze di impatto ambientale”. Da questo punto di vista si apre una questione fondamentale, legata ad una cultura dell’etica delle costruzioni. “E’ proprio nei periodi di crisi che le regole e i principi debbono rimanere ben saldi”, ha aggiunto Bolondi, secondo cui “è’ giunto il momento di cogliere l’opportunità che i profondi mutamenti che caratterizzano il mercato delle costruzioni ci stanno offrendo per favorire un percorso virtuoso di qualificazione del tessuto imprenditoriale e in una logica di regolarità del lavoro. Tutto questo si deve concretizzare in uno sforzo di formazione e di informazione sulle nuove frontiere delle costruzioni spingendo per un’accelerazione dei processi tecnologici, come l’automazione, così da poter dare sempre maggiori garanzie di rispondenza tra domanda ed offerta”. Tornando alle dinamiche del mercato, in calo costante risulta anche la produzione complessiva di calcestruzzo (comprendendo oltre al preconfezionato anche gli elementi prefabbricati (precast)). Nei Paesi dell’Unione europea nel 2008 si erano prodotti 605 milioni di metri cubi, scesi nel 2009 a 563,9 e nel 2010 a 547,6. Per quanto concerne i Paesi che fanno parte di ERMCO la produzione nel 2008 è stata di 699,2 milioni di metri cubi, nel 2009 653, 5 milioni e nel 2010 655, 9 , un calo meno rilevante per il segno positivo registrato da alcuni Paesi extra europei e dalla Turchia in particolare, che passa dai 78 milioni di metri cubi nel 2008 ai 90 del 2010. Una crisi che, però non può durare in eterno: “Ogni ciclo ha un inizio e una fine. Sui tempi e le modalità della ripresa peserà – ha proseguito il presidente di ERMCO – la capacità dell’Unione europea e dei singoli Paesi a saper accompagnare politiche di riequilibrio finanziario con politiche di crescita. Al centro del nostro Congresso di giugno insieme all’Ance e all’Atecap – ha annunciato Bolondi – metteremo infatti i programmi infrastrutturali strategici che costituiscono il potenziale maggior mercato per la nostra industria. Egualmente siamo certi e condividiamo le proposte che provengono da molte associazioni dell’imprenditoria edile e dei produttori di calcestruzzo industriale per rilanciare programmi di riqualificazione urbana, soprattutto in Paesi dove la crisi è più acuta, ad esempio nel Mediterraneo. In questi mesi – ha concluso – seguiremo con la massima attenzione da un lato il dibattito all’interno delle Commissioni europee sulla revisione del Piano delle reti Ten, dall’altro il dialogo tra mondo delle costruzioni e governi nazionali sulle politiche di sviluppo, così da saper coordinare al meglio il confronto n occasione del Congresso”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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