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L’INU, da una parte, valuta positivamente il significato dei segnali costituiti sia dal ripristino completo della tassazione comunale degli immobili (ICI), sia della ristrutturazione della tassa sui rifiuti (TARSU) e soprattutto della sua innovativa integrazione riferita ai servizi indivisibili dei comuni (anche se la norma ne rimanda la definizione, è probabile che si tratti di sicurezza, illuminazione e manutenzione degli spazi pubblici, ecc.). In quest’ultimo caso alla tariffa per i rifiuti, si applica una maggiorazione pari a 0,30 euro per metro quadrato, “a copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni”, (che i Comuni possono portare fino a 0,40 euro, graduandola in ragione della tipologia dell’immobile e della zona ove è ubicato). D’altra parte però, l’INU esprime forti perplessità e preoccupazione perché accanto a tali segnali con carattere di positivi e necessari principi (il Governo Monti ha di fatto legittimato la necessità di tassare gli immobili della città esistente che sussistono in quanto si avvalgono di servizi ed infrastrutture pubblici, prodotti dalla collettività, al cui mantenimento debbono contribuire), non vi sono elementi in grado di compensare, almeno in parte, la pesantezza dei tagli alla finanza degli Enti locali, ed a quella parte della spesa pubblica indispensabile per il governo del territorio e la costruzione della “città pubblica”. Con ciò impedendo, di fatto, la partecipazione degli Enti locali, con azioni di investimento, eliminazione degli sprechi e rigorosa spesa corrente, di sicura ed immediata efficacia, sia alla crescita economica, sia al sostegno del Welfare in un momento in cui entrambe le cose appaiono più necessarie, pur in un contesto di necessaria consapevole sobrietà. Ci si riferisce al fatto che la Manovra: da un lato costringe I Comuni a “mettere la faccia” (come ha detto il presidente dell’ANCI) su una tassa (l’IMU) che i Sindaci incasseranno per il 50% per conto dello Stato centrale; dall’altro che agli incrementi di entrata stimati per i Comuni nel loro complesso, per effetto del maggior gettito ICI, corrispondono riduzioni di pari importo dei trasferimenti statali. Ne deriva dunque una situazione in cui non è stata colta, almeno in questa prima fase, l’opportunità di utilizzare le Città, le loro progettualità e le loro politiche come laboratori economici e sociali per andare oltre la crisi, capaci di innescare azioni condivise e visibili per la crescita nelle comunità e nel territorio. Forse ancora troppo poco si discute e si opera nei confronti della questione centrale, quella dell’autonomia e di una reale politica fiscale locale e dunque soprattutto di vere tasse di scopo in libera disponibilità (e controllo democratico da parte delle comunità) per i Comuni, o di tassazioni comunque innovative. Non si parla né di una platea diversa e più ampia di soggetti ed oggetti su cui operare con la fiscalità municipale, né tanto meno di una equilibrata e motivata ineludibile fiscalità “di scopo” che appare necessario e legittimo poter delineare, entrando davvero nel merito. Né viene minimamente posto il tema di una tassazione della rendita fondiaria, che l’INU ritiene possa essere la risorsa fondamentale per finanziare governo del territorio e “città pubblica”. L’aggravarsi ed articolarsi di una crisi economica, sociale e politica che riguarda con certezza anche il modo di pianificare, progettare e governare le Città e il territorio, impegna l’INU nella sua attività culturale e nella sua elaborazione disciplinare, a partire dalla entrata in vigore di una importante manovra del Governo; una manovra di cui conosciamo per ora solo la prima durissima fase ed auspichiamo di poter vedere a breve una seconda fase più meditata, equa e progettata per una ripresa di una innovata e sostenibile crescita. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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