Il settore delle costruzioni è, in Italia, uno tra i più colpiti dall’inaccettabile fenomeno dei ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione. Un fenomeno che, unito al credit crunch operato dalle banche, determina una situazione di estrema sofferenza per le imprese che realizzano lavori pubblici ed estende i suoi effetti su tutta la filiera, creando i presupposti per l’insolvenza di migliaia di imprese. Bastano, infatti, ritardi di poche centinaia di migliaia di euro per far fallire un’impresa. La dimensione finanziaria dei ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione nel settore dei lavori pubblici, infatti, ha raggiunto i 19 miliardi di euro ed è in costante crescita. Anche i tempi di pagamento aumentano: in media, secondo i risultati dell’indagine rapida realizzata dall’Ance ad ottobre 2012, le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate dopo 8 mesi –circa quindici giorni in più rispetto a maggio scorso- e le punte di ritardo superano ampiamente i 2 anni. Il Patto di Stabilità Interno, che limita fortemente la capacità di investimento degli enti locali, continua a rappresentare la principale causa di ritardo nei pagamenti della Pubblica Amministrazione. Sotto questo profilo, appare estremamente preoccupante l’ulteriore irrigidimento del Patto previsto nel prossimo triennio per un importo pari a 25 miliardi di euro, che, unito all’estensione delle regole di contenimento della spesa pubblica ai Comuni più piccoli, rischia di gravare principalmente sull’imprenditoria medio-piccola. Occorre quindi modificare le regole del Patto di stabilità interno riducendone l’entità in termini di contributo chiesto a Regioni, Province e Comuni e modificandone le regole in modo da favorire le spese in conto capitale (c.d. “golden rule”). Oltre alle misure di contenimento della spesa pubblica, la situazione di estrema sofferenza nei pagamenti dei lavori pubblici è anche determinata da una legislazione nazionale inadeguata, che risulta essere tra le più penalizzanti d’Europa per le imprese. Le sanzioni previste per le Pubbliche Amministrazioni italiane in caso di ritardo di pagamento, infatti, sono risibili e molto inferiori a quelle applicate negli altri Paesi dell’Unione Europea. Da questo punto di vista, l’applicazione della nuova direttiva europea sui ritardi di pagamento al settore dei lavori pubblici, recentemente confermata anche dalla Commissione Europea, può consentire di evitare, in futuro, un ulteriore aumento dell’importo dei ritardati pagamenti nel settore dei lavori pubblici. Parallelamente, però, appare urgente definire un programma di emersione e smaltimento del debito pregresso. ANCE: i ritardati pagamenti della PA continuano a colpire il settore delle costruzioni 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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