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Nel settore delle costruzioni, la svolta ci sarà nel 2016 ma solo se ci sarà un ”intervento pubblico”. Questa è l’opinione del presidente Ance Paolo Buzzetti. ‘L’economia italiana sta sperimentando, dalla fine del 2014, un graduale, seppur lieve, miglioramento ed i dati Istat del Pil relativi al primo trimestre del 2015 indicano un aumento dello 0,3% rispetto all’ultimo trimestre del 2014. Si tratta del primo dato positivo per il Pil italiano da un anno e mezzo. Sul miglioramento del clima congiunturale incidono favorevolmente alcuni fattori esogeni, quali il permanere del prezzo del petrolio su bassi livelli, un regime più favorevole del tasso di cambio e l’immissione di liquidità messa in campo dalla Banca centrale europea. La previsione formulata dall’Ance per il 2015 è ancora di una riduzione degli investimenti in costruzioni dell’1,3% in termini reali, seppur in miglioramento rispetto alla stima formulata a dicembre 2014 (-2,4%). La nuova stima tiene conto delle più recenti valutazioni delle imprese associate Ance, nell’indagine rapida svolta nel mese di maggio 2015, che indicano, per l‘anno in corso, per la prima volta dopo molti anni, un’aspettativa di allentamento della crisi. A ciò si aggiungano anche le dinamiche osservate nei principali indicatori settoriali riferiti all’anno in corso che evidenziano ancora flessioni, ma con livelli di intensità inferiori rispetto agli anni precedenti, ed in alcuni casi mostrano primi segni positivi. L’indice Istat della produzione nelle costruzioni registra, nei primi quattro mesi dell’anno in corso, una flessione del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2014, un livello di riduzione più contenuto dopo i significativi cali degli anni precedenti (-6,9% nel 2014 su base annua; -10,8% nel 2013). Anche i dati Istat riferiti agli occupati nelle costruzioni, relativi al primo trimestre 2015, evidenziano una ulteriore riduzione tendenziale dell’1,2%, in rallentamento rispetto al -4,4% registrato nel 2014 su base annua. Le indicazioni fornite dalle Casse edili evidenziano nei primi tre mesi dell’anno in corso, per le ore lavorate, riduzioni mensili tendenziali di intensità via via più contenute fino a registrare, nel mese di aprile 2015, un primo segno positivo (+0,6% rispetto ad aprile 2014). Il calo degli investimenti in costruzioni nel 2015, più contenuto rispetto agli anni precedenti, è stato mitigato dalla proroga fino a dicembre 2015 del potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico (previsti dalla Legge di Stabilità per il 2015). A ciò si aggiungono alcuni provvedimenti relativi alle opere pubbliche che, sebbene non sufficienti ad invertire il ciclo, ne mitigano, tuttavia, già nel 2015, la flessione. Inversione di segno nelle previsioni di spesa pubblica per investimenti fissi Con riferimento alle opere pubbliche, per la prima volta, dopo molti anni, il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2015 formula una previsione di spesa per investimenti fissi lordi della Pubblica Amministrazione in crescita, dopo i forti cali degli anni precedenti. Secondo il documento programmatico per questo aggregato, costituito per la maggior parte da opere pubbliche, sono stimati aumenti tendenziali in valori correnti dell’1,9% nel 2015, del +4,5% nel 2016 e del +2,4% nel 2017 (-6% nel 2014). Il DEF attribuisce questa previsione di aumento di spesa per investimenti fissi principalmente alle misure contenute in tre recenti provvedimenti: il Piano europeo di rilancio degli investimenti (c.d. “Piano Juncker”), il decreto Sblocca-Italia (DL 133/2014) dell’autunno 2014 e la modifica del Patto di stabilità interno degli enti locali. Secondo l’Ance, questi provvedimenti avranno effetti limitati sul rilancio degli investimenti pubblici, in particolare nel 2015: la tempistica di avvio del Piano Juncker e la previsione di un significativo coinvolgimento di risorse private su cui si basa il programma, non lascia prevedere un aumento importante degli investimenti quest’anno; il profilo temporale eccessivamente lungo delle risorse dello Sblocca Italia mina la capacità del decreto di produrre effetti positivi nel 2015; infine, in assenza di vincoli a favore degli investimenti, i potenziali effetti espansivi determinati dalla ridefinizione degli obiettivi del Patto di stabilità restano da valutare. A tale proposito, appare non più rinviabile una forte accelerazione dei programmi infrastrutturali approvati, come quelli di edilizia scolastica (per citarne alcuni: il programma #ScuoleSicure e il Decreto Mutui), di mitigazione del rischio idrogeologico e la necessità di spendere i fondi europei della programmazione 2007-2013 entro l’anno, contribuiscono a dare un impulso alla realizzazione di investimenti già nel 2015 e, di conseguenza, ad attenuare la caduta inizialmente prevista nelle costruzioni non residenziali pubbliche quest’anno. EDILIZIA: solo con un intervento pubblico ci sarà una svolta 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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