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Gli indicatori settoriali continuano ad evidenziare una continua ed incessante crisi in atto della produzione nelle costruzioni e del mercato dei lavori pubblici. L’indice Istat di produzione nelle costruzioni ed i dati sugli appalti di lavori pubblici diffusi dall’AVCP, mostrano, nella prima parte del 2013, cali significativi. L’indice Istat della produzione nelle costruzioni, evidenzia a maggio 2013, una flessione del 15,2% rispetto allo stesso mese del 2012. Complessivamente nei primi cinque mesi dell’anno in corso, l’indice registra un calo del 12,5% nel confronto con lo stesso periodo del 2012. Vi sono poi i risultati molto negativi del mercato dei lavori pubblici. Secondo i dati dell’AVCP, nel 2012 gli appalti di lavori (di importo superiore a 40mila euro) sono diminuiti, in valore, del 24,4% rispetto all’anno precedente e nei primi quattro mesi del 2013 si è registrata un’ulteriore riduzione tendenziale del 27%. I dati sui bandi di gara, che anticipano quella che sarà l’evoluzione della spesa pubblica negli anni successivi, dimostrano chiaramente quanto i tagli stiano penalizzando la spesa pubblica produttiva e in particolare gli investimenti in infrastrutture. La forte caduta degli appalti di lavori contrasta con l’andamento registrato per gli altri tipi di contratti pubblici. Nel 2012, gli appalti pubblici di forniture evidenziano, infatti, una modesta riduzione del 2,4% mentre gli appalti di servizi segnano un aumento del 10,4% (l’Avcp precisa che l’aumento dei contratti di servizi è determinato dall’affidamento di una concessione di gestione rifiuti dell’ATO Toscana Centro di 5,5 mld di euro; al netto di questo bando i contratti di servizi evidenziano una riduzione del 3,6%). I dati sui bandi di gara, che anticipano quella che sarà l’evoluzione della spesa pubblica negli anni successivi, dimostrano chiaramente quanto i tagli stiano penalizzando la spesa pubblica produttiva e in particolare gli investimenti in infrastrutture. Gli indicatori settoriali relativi ai primi mesi del 2013, rappresentano un’ulteriore conferma della gravità della crisi del settore e della necessità di contrastare la grave caduta degli investimenti sia pubblici che privati. Le stime formulate dall’Ance nell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni del giugno scorso, danno evidenza di un calo degli investimenti in costruzioni del 29,1% nel periodo 2008-2013. La nuova edilizia abitativa segna un calo del 51,6%, l’edilizia non residenziale privata del 32,8%, mentre le opere pubbliche registrano una caduta del 45,2%. Per questo ultimo comparto il ridimensionamento dei volumi produttivi è in atto ormai da nove anni, con una flessione complessiva, tra il 2004 ed il 2013, del 51,6%. Solo gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo registrano un aumento del 17,2% grazie anche agli effetti di stimolo degli incentivi fiscali. Senza l’apporto fornito da questo comparto la caduta degli investimenti in costruzioni, nel periodo considerato, sarebbe stata del 42,5%. Si tratta di uno scenario assai critico che continuerà, per il settimo anno consecutivo, anche nel 2014, se non verranno adottati incisivi interventi di politica economica e di allentamento della stretta creditizia. La previsione dell’Ance per il prossimo anno è di un’ulteriore contrazione dei livelli produttivi del 4,3% in termini reali. Il protrarsi della crisi si riflette pesantemente sui livelli occupazionali del settore: dall’inizio della crisi il settore delle costruzioni ha perso 446.000 posti di lavoro, che salgono a 690.000 unità, considerando anche i settori collegati. Per invertire il ciclo, l’Ance ha formulato alcune proposte di natura fiscale, di sblocco del credito a medio-lungo termine e di avvio di un incisivo piano di investimenti infrastrutturali, per un sostegno concreto alla ripresa del settore e dell’economia. Fonte ANCE Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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