I costruttori dell’Ance di Paolo Buzzetti chiedono al Governo correttivi urgenti per rilanciare il piano casa: semplificazione normativa, incentivi fiscali per l’edilizia green e premi volumetrici nelle operazioni di demolizione e ricostruzione legate al risparmio energetico. Così com’è non funziona, ha sottolineato il presidente Buzzetti, nel senso che non ha dato i risultati attesi per ridare fiato all’economia e all’industria delle costruzioni, secondo le intenzioni originarie. Il Governo si è impegnato per dare una scossa, ma la scossa non ha funzionato, per Buzzetti. La conferma del rischio flop è arrivata anche dal ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, che ne ha fatto pubblica ammissione intervenendo ieri al convegno organizzato a Roma dall’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori italiani, «Piano casa 2: qualcosa si muove?». E ha sostenuto la necessità di fare chiarezza sul quadro normativo per evitare contenzioni. Inoltre, nell’occasione, il ministro ha annunciato il nuovo commissariamento della Regione Calabria perchè inadempiente: insieme alla Sicilia non ha ancora presentato il piano casa (scadenza il 30 giugno 2009), ma la Sicilia non subirà provvedimenti, al momento, perchè Regione a statuto speciale. Sarà il prossimo consiglio dei ministri, ha annunciato Fitto, a nominare un nuovo commissario per l`approvazione del piano casa della Calabria. «Gli incentivi a favore del risparmio energetico vanno adottati. A tempo magari, per 12 o 24 mesi», ha sostenuto il presidente dell’Ance, «Bastano anche pochi, Scajola ha detto di sì e poi mi pare che stia ridicendo di no». «Il Piano casa, l’idea geniale di Silvio Berlusconi rischia di trasformarsi in un grande flop», secondo il ministro Fitto perchè, ha spiegato, gli obiettivi che si era dato e che sono stati recepiti dall’intesa istituzionale raggiunta con le Regioni non sono stati registrati dalle leggi regionali che hanno ristretto notevolmente i margini, non prevedendo, per esempio, la possibilità di demolire e ricostruire. In sostanza, le Regioni non hanno colto, nelle loro normative, perlopiù restrittive, lo spirito dell’idea originaria ispiratrice del Piano casa, di rilancio dell’economia e del settore delle costruzioni e dell’edilizia che sta soffrendo una crisi senza precedenti. Nel triennio 2008-2010, l’Ance ha stimato un calo del 20% degli investimenti per le grandi opere. «Una situazione drammatica», ha denunciato Buzzetti, «le imprese chiudono e gli operai vanno a casa. Ad aggravare il quadro ci sono i paletti e vincoli posti dagli enti locali sul piano casa varato dal Governo. Iniziativa ottima ma ferma», ha affermato Buzzetti aggiungendo che «a porre vincoli non sono soltanto le Regioni ma anche i Comuni che stanno tagliando le gambe alle proposte delle loro Regioni». Il ministro Fitto ha spiegato che l’Intesa con le Regioni che hanno competenza in materia è stata voluta e costruita ma «le maglie fissate sono ampie con il risultato che diverse Regioni hanno ristretto i margini non cogliendo l’idea originaria». «Le leggi regionali», ha aggiunto il ministro, «vanno rispettate per evitare l’apertura di un contenzioso enorme che poi blocca tutto, ma vanno anche valutate: il tema è politico», ha detto Fitto, «in conferenza Stato-Regioni serve un momento di chiarezza e bisognerà fare una valutazione di merito». Fitto ha anche detto che la conferenza Stato-Regioni è aperta al contributo dell’Ance. Inoltre, il ministro ha proposto di cominciare a discutere, dopo le elezioni, della necessità di modificare il Titolo V della Costituzione che, secondo il ministro, «è la causa dei ricorsi alla Corte costituzionale in materie concorrenti. Questa questione dovrebbe far parte del pacchetto di riforme che ci apprestiamo a varare». Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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