Tecnologia e innovazione in edilizia: occorre aprirsi alla digitalizzazione e all’inclusione 21/07/2025
Indice degli argomenti: Un settore energivoro e inquinante: come migliorare La normativa Decarbonizzare le costruzioni: esempi virtuosi In Italia non c’è una normativa specifica sulle emissioni di CO2 relativa a ogni fase del ciclo di vita di un edificio. Di solito ci si limita a valutare l’impatto di un’opera edile in base al suo utilizzo, sia esso residenziale, commerciale e per uffici. In realtà, la fase di cantiere e di trasporto materiali ha un impatto elevato dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Andrebbe quindi introdotto, nel nostro Paese, il concetto di carbonio incorporato, che tenga conto di ciò che deriva dall’origine dei materiali e dalla loro gestione. E andrebbe accelerata la decarbonizzazione degli edifici in tutte le fasi e componenti. Su questo tema Legambiente e Kyoto Club hanno prodotto un report dal titolo “Il settore edilizio verso una nuova sfida: la decarbonizzazione delle costruzioni”. Il report intende sensibilizzare su come un edificio emetta gas climalteranti in ogni fase del suo ciclo di vita. Alla valutazione sull’efficienza energetica andrebbe affiancata quella relativa all’embodied energy (energia incorporata), cioè un dato che includa la misurazione dell’impatto energetico tenendo conto anche delle fasi di estrazione materie prime, manifattura, assemblaggio, fine vita, ecc. Un settore energivoro e inquinante: come migliorare “Carbonio ed energia incorporata sono due parti cruciali del ragionamento verso un settore edile con impatti ambientali sempre più ridotti. Se gli edifici in tutta l’UE rappresentano il 40% dell’energia totale consumata, le emissioni “incorporate” contribuiscono tra il 10% e il 20% dell’impronta di carbonio totale. Il comparto edile entro il 2050 dovrà diventare climaticamente neutrale ed è proprio per questo che è necessario che cresca la consapevolezza su questi temi. Tra le cose da sapere, per esempio, c’è il fatto che la riqualificazione degli edifici consente di risparmiare fino al 75% di emissioni rispetto a una nuova costruzione, specie nel caso in cui fondamenta e strutture rimangano intatte. Per ridurre le emissione si può optare per miscele cementizie a basso contenuto di CO2. Spazio anche a materiali come ceneri leggere, argilla calcinata o calcestruzzo riciclato. La normativa In Europa la normativa relativa alla valutazione dell’energia e del carbonio incorporati negli edifici è la EN 15978:2011. Prende in considerazione tutte le fasi necessarie a realizzare un edificio e classifica gli impatti in tre categorie: iniziali, ricorrenti e di fine vita, di recupero. Anche la revisione del Regolamento sui Prodotti da Costruzione detta i requisiti d’informazione obbligatoria sulle emissioni incorporate nei materiali. I singoli Stati si stanno muovendo: in Francia, per esempio, la normativa richiede che tutti i nuovi edifici pubblici siano costruiti con almeno il 50% di legno o altri materiali naturali a base biologica. Nei Paesi Bassi, invece, dal 2013 è obbligatorio calcolare le emissioni climalteranti dei nuovi edifici di oltre 100 m2, incluso il carbonio incorporato. Per quanto riguarda l’Italia, il riferimento normativo sono i Criteri Ambientali Minimi. Al momento, però, sono obbligatori solo per i cantieri pubblici. Secondo Legambiente e Kyoto Club, sarebbe quindi tempo di introdurre obblighi più stringenti. Decarbonizzare le costruzioni: esempi virtuosi Tra i casi positivi citati nel report c’è quello di Bologna: la città ha introdotto degli incentivi per la sostenibilità degli interventi edilizi e ha fornito parametri per misurare l’impatto di un intervento. Per esempio, guardando alla percentuale di inerti provenienti da impianti di recupero. A Prato il Regolamento edilizio prevede degli incentivi stanziati secondo un sistema a punteggio che valuta la quantità di materiali riciclati o di recupero. Anche a Milano c’è un esempio virtuoso: il progetto di ampliamento del campus dell’Università Bocconi vede il 97% dei materiali di costruzione utilizzati riciclabile, il 32% proviene già da riciclo, e il 47% è di provenienza regionale. Guardando al di fuori dei confini nazionali, spicca Oslo, dove nel 2019 è stato inaugurato il primo cantiere al mondo a zero emissioni, dove tutti i macchinari sono elettrici ed è stato eliminato l’inquinamento ambientale e acustico. Entro il 2030 tutti i cantieri della città saranno così, sia quelli pubblici sia quelli privati. E a Londra, in fase di progettazione dell’hotel “room2 Chiswick”, sono state considerate le fasi di costruzione, funzionamento ed eventuale decostruzione dell’edificio per renderlo a zero emissioni. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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