Decumano Carbon Free: l’anello virtuoso che potrebbe essere applicato a tutti i borghi europei 22/10/2024
Positivi i dati del comparto ceramico, grazie anche alla nuova fiscalità sulla “casa”: il 2015, infatti, registra una ripresa nelle vendite complessive, grazie alla auspicata fine della caduta della domanda sul mercato italiano (-0,3%) e ad una espansione, seppur su valori più limitati rispetto al 2014, delle esportazioni (+1,8%) e della produzione (+3%). Le previsioni parlano di tassi di vendita complessivi in crescita particolarmente per il contributo dell’export, su cui però pesano le tensioni internazionali, e di un mercato italiano stabile. Positivi i livelli di capitalizzazione delle aziende, in grado di supportare gli investimenti, e la riduzione delle scorte di prodotto finito. Sono queste le principali evidenze presentate durante il Convegno di Fine Anno di Confindustria Ceramica, che ha visto l’illustrazione degli studi messi a punto da Confindustria Ceramica in collaborazione con Prometeia e Banca Popolare dell’Emilia Romagna, e a cui ha partecipato anche il professor Marco Fortis dell’Università Cattolica di Milano, il Direttore Generale di BPER Fabrizio Togni, il Presidente di Confindustria Ceramica Vittorio Borelli. Il profilo economico finanziario Positive indicazioni emergono dall’esame dei bilanci 2014 delle aziende ceramiche considerate nel loro insieme. Il campione analizzato da BPER mostra un EBITDA di settore pari all’11,1% una redditività da gestione caratteristica positiva ed in grado di generare un apprezzabile flusso di cassa. L’incidenza del circolante sul fatturato 2014 si riduce di tre punti percentuali al 38,7%, grazie a percorsi di efficientemente sul stock di magazzino e alla selezione dei crediti commerciali. Tale aspetto ha determinato un miglioramento nei livelli di capitalizzazione del settore, ora prossimi all’80% del capitale investito, superiore ai livelli pre crisi quando erano più consistenti il magazzino prodotti finiti ed il ricorso al credito. Il 2015 si chiude per l’industria italiana delle piastrelle di ceramica con esportazioni nell’ordine dei 320 milioni di metri quadrati (+1,8%) e vendite stabili per 81 milioni di metri quadrati sul mercato nazionale (-0,3%). Tra le aree geografiche che hanno messo a segno le migliori performance nel 2015 si registrano il Far East (+7,2%), l’area NAFTA (+6,3%) i Paesi del Golfo (+5,5%), l’area Balcanica (+3,7%). In flessione invece il Nord Africa (-3%) e l’Europa Centro Orientale (-5,6%), dove la crisi della Russia ha dimezzato la capacità di assorbimento del mercato, anche in conseguenza delle note sanzioni UE. La produzione di ceramica italiana crescere di alcuni milioni di metri quadrati (393 milioni; +3,0%), sia per assecondare l’espansione della domanda che per il completamento del ciclo di destoccaggio di prodotti finiti, presenti in eccesso nei magazzini. La crescita 2016 appare più consistente nei paesi NAFTA e del Golfo, anche se le incertezze politiche ed economiche di alcune aree potrebbero inficiare tali previsioni. Il commento del Presidente. “L’ormai imminente approvazione della Legge di Stabilità per il 2016 contiene aspetti positivi sul tema della fiscalità – afferma il Presidente di Confindustria Ceramica Vittorio Borelli –: mi riferisco all’eliminazione di Imu e Tasi sulla prima casa, come anche alla proroga agli incentivi sulle ristrutturazioni edilizie e a quelli sul risparmio energetico, per i quali abbiamo apprezza la conferma di aliquote e massimali, anche se avremo preferito che venissero rese strutturali. Altra cosa che abbiamo apprezzato è l’eliminazione dell’Imu sugli imbullonati, un alleggerimento sulla fiscalità alle imprese che però rimane ancora troppo alta e che vede la presenza di balzelli – come gli oneri impropri pagati per il finanziamento delle fonti rinnovabili, la tassazione sull’energia prodotta dalla cogenerazione, il contributo per il finanziamento all’Autorità Antitrust e, in ambito locale, le modalità di prelievo sulla TARI – che appesantiscono la nostra competitività, sui quali sono necessari urgenti interventi da parte del Governo”. Il Presidente di Confindustria Ceramica ha poi ricordato due grandi sfide che attendono l’industria ceramica italiana nel 2016. “La richiesta da parte della Cina di ottenere lo stato di ‘Economia di Mercato’ contrasta con le evidenze che quotidianamente ci troviamo ad affrontare. Ha fatto bene Confindustria e l’Associazione Europea degli industriali a negare con forza la concessione di questo status, che renderebbe inefficaci i dazi alle importazioni di piastrelle di ceramica in Europa, una misura che il 16 settembre è in scadenza e per la quale chiediamo al Governo Italiano ed alla Commissione e Parlamento Europeo un impegno preciso e forte volto al rinnovo degli stessi per altri cinque anni. Apprezziamo, altresì, la recente presa di posizione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi relative al superamento delle sanzioni commerciali verso la Russia”. Il secondo tema riguarda le infrastrutture al servizio del distretto della ceramica. “Abbiamo apprezzato la ferma presa di posizione della Regione Emilia Romagna – prosegue Vittorio Borelli – nel definire la Bretella Campogalliano – Sassuolo tra le priorità infrastrutturali della Regione, dichiarando l’avvio dei cantieri entro la fine della legislatura regionale. Ad un anno dal via libera stiamo però ancora attendendo l’inizio dei lavori, che auspichiamo avvenga il prima possibile. La politica che fa scelte e che si dà tempi certi è quella che piace al mondo dell’industria che, su questi territori, investe per creare sviluppo, occupazione e benessere diffuso”. Dati emersi dal Q&As – l’Italia nel 2015 ha pesato il 20% delle vendite di piastrelle di ceramica a volume e il 15% delle vendite a valore. Il resto delle vendite è legato all’export. – Il prezzo medio di vendita si attesta intorno ai € 10/mq in Italia e intorno ai € 13,60/mq all’estero. – Le vendite a valore si dovrebbero assestare intorno a un + 5% a valore grazie al cambio favorevole con il dollaro, ma i dati di fatturato di comparto rispetto ai livelli precrisi segnano ancora un 20% in meno (confronto 2007-2014, fonte studio BPER). In questo quadro particolarmente interessante l’ottima performance delle piccole industrie (fatturato <40 mio di euro) che nel 2014 hanno registrato un +17%. – I dati di vendita evidenziati nel report non tengono conto della produzione di piastrelle di filiali estere di gruppi italiani che vendono sul mercato locale, in particolare quello statunitense. Si stima che a volume queste vendite rappresentino circa 85 milioni di mq per il 2015. – Per il futuro l’incognita più grande è il previsto termine dei dazi sulle merci cinesi, questione su cui l’industria europea sembra per una volta unita nella richiesta di proroga +1,8% l'export, -0,3% l'Italia per le piastrelle 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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