Impermeabilizzare bacini artificiali e canali

Il sistema di impermeabilizzazione da adottare può dipendere da diversi fattori, il principale dei quali è senza dubbio la destinazione d’uso dell’opera.

bacini

Se si tratta di bacini artificiali, le possibili destinazioni d’uso potrebbero essere:

  • riserve idriche ad uso antincendio;
  • sistemi per l’innevamento artificiale;
  • riserve idriche;
  • bacini di decantazione;
  • impianti per i trattamenti terziari delle acque di scarico (fitodepurazione).

Nel caso dei canali, le casistiche sono decisamente inferiori rispetto ai bacini, trattandosi sostanzialmente di sistemi per il trasporto di acque a scopi irrigui o di trasporto (idrovie).
Parallelamente al sistema di impermeabilizzazione, in funzione delle differenti condizioni al contorno, è possibile e necessario prevedere diversi accorgimenti a protezione e garanzia dello strato impermeabile.
In funzione del tipo di opera in terra considerata (bacino o canale), di seguito verranno evidenziate le possibili opere accessorie che potrebbero essere realizzate mediante sistemi geosintetici, in relazione alla problematica specifica.

lavori

Bacini artificiali

Un bacino artificiale è sostanzialmente un invaso creato artificialmente attraverso uno sbarramento.
La vasca che si viene a creare, è caratterizzata da un fondo e pareti che necessariamente devono essere rese impermeabili, in quanto il sistema deve poter essere in grado di contenere rilevanti quantità d’acqua.
Un’altra tipologia di bacini artificiali è rappresentata dai bacini di decantazione.
Si tratta di vasche, generalmente di grande dimensioni, all’interno delle quali far decantare dei liquidi.
Generalmente all’interno della vasca vengono immesse acque cariche di materie solido o grasse, provenienti da scarichi fognari o da rifiuti industriali.
Il processo di decantazione permette l’eliminazione della gran parte delle sostanze inquinanti.
Le vasche di decantazione vengono utilizzate anche per l’irrigazione dei campi, al fine di ridurre la velocità dell’acqua e permettere la decantazione dei materiali solidi in sospensione.
Per queste opere è fondamentale definire dei sistemi che siano in grado di proteggere lo strato di impermeabilizzazione.
Chiaramente, in funzione del tipo di rivestimento previsto, è necessario individuare il sistema di protezione più adeguato.
Una possibile soluzione praticabile è la seguente:

  • geotessile di grammatura adeguata posto nella parte inferiore dello strato impermeabilizzante;
  • strato di impermeabilizzazione
  • geotessile non tessuto posto nella parte superiore dello strato impermeabilizzante;
  • geostuoia antierosiva tridimensionale.

Per quanto riguarda la parte sommersa della sponda, occorrerà prevedere la posa di una geostuoia tridimensionale in PP rinforzata con geogriglia, presaturata industrialmente, mediante ghiaia e leganti bituminosi, mentre per la parte non interessata dal battente idraulico, installare una geostuoia tridimensionale in PP rinforzata con geogriglia.
La funzione dello strato antierosivo è sostanzialmente quello di garantire maggiore stabilità al terreno di copertura finale, per quanto riguarda la parte all’asciutto della sponda, e di proteggere il pacchetto impermeabilizzante per quanto attiene la parte sommersa.

laghi

Canali

Per i canali, oltre a sussistere le stesse modalità protettive del rivestimento impermeabile previste per i bacini, è possibile prevedere la realizzazione di sponde o argini rinforzati mediante manufatti in terre rinforzate.
Un muro in terra rinforzata è sostanzialmente un ammasso di terreno reso solidale grazie all’inserimento di elementi di rinforzo sintetici (geogriglie), capaci di assorbire parte delle sollecitazioni a cui il manufatto in terra è sottoposto dal sistema dei carichi esterni.
Il principio di funzionamento è molto semplice.
L’attrito che si sviluppa all’interfaccia terreno-rinforzo mobilizza all’interno del rinforzo sintetico delle azioni di trazioni, le quali incrementano la capacità dell’ammasso rinforzato (sistema composito) di resistere alle sollecitazioni imposte.
nell’ambito di canali o corsi d’acqua, la necessità di incrementare la capacità di invaso, suggerisce a volte il ricorso a tali manufatti, in grado di garantire un rialzo arginale limitando gli impedimenti alla base.
Il sistema è costituito da elementi di rinforzo sintetici (geogriglie tessute in poliestere ad alata tenacità tipo X GRID), da un pannello in rete elettrosaldata sagomata diam. 8 mm maglia 15×15 cm, dotata tiranti, da elementi antierosivi da posizionarsi tra geogriglia e cassero costituiti da geostuoie in polipropilene.

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Dal punto di vista realizzativo, le principali fasi di installazione del sistema, consistono in:
Fase 1: pulizia dell’area e predisposizione del piano di posa;
Fase 2: posizionamento dei casseri a perdere in rete elettrosaldata;
Fase 3: posizionamento dell’elemento antierosivo al fronte, costituito da una biostuoia in paglia cocco tipo Ecovermat PC 450;
Fase 4: posizionamento della geogriglia di rinforzo, per una lunghezza totale Ltot data dalla somma di tre componenti:

Ltot = La + 2 x Ls + 2 x Lp
La: lunghezza della base del trapezio;
Ls: lunghezza del risvolto;
Lp: lunghezza dello strato i-esimo in corrispondenza del paramento frontale;
SLv: spessore dello strato i-esimo

artificiali

Fase 5: formazione dell’elemento i-esimo, prevedendo il riporto di terreno in funzione dello spessore Sv previsto (50 cm).
Solitamente le categorie di terreni da impiegarsi per la realizzazione dei manufatti in terre rinforzate appartengono alle classi A1, A2-4, A2-5 ed A3 (secondo le norme italiane CNR-UNI 10006), prevedendo, in fase di posa, l’esecuzione di un adeguata compattazione mediante rulli vibranti.
Solitamente è necessario il raggiungimento di valori di densità non inferiore al 90% di quella massima raggiungibile con la prova AASHTO modificata.
Fase 6: ultimata la stesura dello strato i-esimo, sarà necessario prevedere il risvolto sia della geogriglia che della biostuoia;
Fase 7: allestimento del sistema di casseratura in corrispondenza dello strato successivo, ripetendo in modo sequenziale, le fasi precedentemente analizzate.

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