‘’Mai come ora il sistema industriale italiano si presenta unito e con una visione complessiva delle cose da fare per agganciare la ripresa e tornare a crescere. Non ci può essere crescita senza l’edilizia: un’edilizia che guarda al futuro, che è attenta al proprio processo produttivo e che promuove prodotti di qualità ad alta efficienza energetica che, esattamente come in tutti gli altri settori industriali, hanno una data di produzione e una di scadenza. Il nostro patrimonio immobiliare è vecchio, energivoro e in molti casi poco sicuro. Dobbiamo mettere in moto un processo su larga scala di sostituzione edilizia. Dobbiamo promuovere la cultura del bello ed efficiente che ancora in Italia è un tabù: comprare case ad alta efficienza energetica deve diventare conveniente e soprattutto un valore aggiunto che migliora la qualità della vita dei cittadini e delle nostre città. Un percorso di questo tipo è in grado anche di favorire la creazione di sinergie e reti virtuose tra tutti gli attori del processo produttivo. Abbiamo di fronte una strada da percorrere che può fare molto per rendere più pulito e competitivo il nostro Paese, promuovendo sviluppo e occupazione. Il pacchetto di proposte che qui presentiamo insieme a Confindustria mira proprio a cogliere questi importanti obiettivi, utilizzando la leva fiscale per ridurre il consumo di energia e promuovere la competitività delle imprese.’’ Sono gli obiettivi del pacchetto di proposte presentate da Ance e Confindustria nel corso della conferenza stampa congiunta che si è tenuta alla presenza dei Presidenti Claudio De Albertis e Giorgio Squinzi. “Abbiamo elaborato una serie di proposte da consegnare al Governo in vista della legge di stabilità insieme all’Ance perché riteniamo che la filiera delle costruzioni sia fondamentale per la ripartenza”, ha sottolineato Squinzi in apertura, lasciando a De Albertis il compito di illustrare nel dettaglio i contenuti di un documento congiunto elaborato dalle Associazioni. “Abbiamo deciso di fare questo percorso insieme perché mai come ora il sistema industriale è unito e deciso a fare la sua parte per delineare una nuova politica industriale che guardi verso l’innovazione, la ricerca e la sostenibilità”: secondo De Albertis, “dobbiamo incentivare un processo di sostituzione di tutti quegli edifici che, costruiti prima degli anni ’70, sono obsoleti ed energivori”. Di qui la proposta di detassare l’acquisto di case ad alta efficienza energetica, di estendere al 2016 il bonus del 65% per la riqualificazione energetica e introdurre un’imposta di registro fissa per chi rottama un vecchio edificio”. “La ripresa è dietro l’angolo e noi vediamo con ottimismo alle prossime sfide del mercato perché le imprese che ce l’hanno fatta sono ben attrezzate e sono consapevoli della necessità di promuovere un processo di industrializzazione dei propri prodotti che, allo stesso modo di quanto avviene in altri settori industriali, hanno una data di produzione e una di scadenza, con costi di esercizio e di gestione ben precisi”, aggiunge De Albertis. “Ma perché il settore riparta ci vuole una scintilla che queste proposte, che ci auguriamo il Governo inserisca nella legge di stabilità, potrebbero innescare”. Questi i punti da affrontare 1. Un mercato immobiliare più sostenibile con incentivi che spingono verso prodotti di qualità e meno energivori. Meno spreco di energia=meno tasse Per chi compra casa: detassazione dell’acquisto di case nuove in classe A e B e esenzione di IMU, TASI o futura Local Tax fino al 2018. Per chi rottama un vecchio edificio: introdurre un’imposta di registro, ipotecaria e catastale fissa nelle operazioni di rottamazione degli edifici inquinanti e di sostituzione con fabbricati di nuova generazione. Per chi ristruttura: confermare per il 2016 il bonus del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici e stabilizzare il potenziamento degli incentivi per le ristrutturazioni edilizie. 2. Obiettivo sostenibilità per imprese e Pa Introdurre incentivi a sostegno degli investimenti in efficienza energetica di imprese e pubbliche amministrazioni e favorire il riuso a fini produttivi dei capannoni dismessi. Adattare il meccanismo già collaudato con la “nuova Sabatini” a investimenti in efficienza energetica. Prevedere un abbattimento totale dell’Imu, nella fase di avviamento, sugli immobili industriali riutilizzati oppure riconoscere un credito d’imposta su Ires e Irap all’impresa che ha riciclato l’immobile dismesso. 3. Risposte innovative al disagio abitativo Agevolare operazioni di affitto con patto di futura vendita, che possono favorire l’accesso alla casa. Rimodulare l’imposizione fiscale nel rent to buy per spostare il pagamento delle imposte al momento dell’effettivo trasferimento della proprietà. 4. Via le storture fiscali che penalizzano le imprese Eliminare una volta per tutte le imposte che ancora gravano sull’attività d’impresa e frenano gli investimenti produttivi. Imu deducibile sugli immobili strumentali delle imprese L’Imposta municipale pesa sui fattori produttivi delle imprese e in tal modo non rispetta il principio costituzionale di capacità contributiva. Per questo è necessario aumentare la quota di deducibilità dell’IMU dalle imposte sui redditi e prevederne la deducibilità anche dall’IRAP. Niente tasse patrimoniali su immobili invenduti dalle imprese e sulle aree fabbricabili L’Imu e la Tasi sulle aree fabbricabili e la Tasi sull’invenduto delle imprese sono prelievi ingiusti che vanno ad intaccare beni che non producono ancora reddito per le aziende. Per questo vanno eliminati! No a Imu su macchinari imbullonati L’imposizione fiscale sui macchinari e gli impianti funzionali al processo produttivo è una vera e propria patrimoniale su chi investe e fa impresa! Per questo occorre escluderli dalla rendita catastale. Meno tasse, meno sprechi e più innovazione 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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