Suddiviso in 10 punti, il Patto si propone come un decalogo di impegni ineludibili (alcuni già in atto), per rispondere alla richiesta abitativa popolare secondo modalità all’altezza dei tempi. E’ stato messo a punto in un anno di serrato lavoro, di dialogo e di confronto con tutti i protagonisti e in tutti i territori della Lombardia. Sostegno economico per gli affitti, nuove forme di agevolazione dei mutui per la prima casa, introduzione di strumenti finanziari innovativi (come il Fondo immobiliare che passerà da 220 milioni a 400), un piano di costruzione di 6.000 nuovi alloggi entro il 2015 e la riqualificazione di altri 4000 alloggi Aler esistenti, il riassetto di interi quartieri per garantire qualità di vita e sicurezza: ecco alcuni degli obiettivi principali del Patto. L’intesa è stata accolta con favore da tutti i sottoscrittori che, per alcuni aspetti, l’hanno definita “storica”. In particolare è stata apprezzata la grande capacità di fare sistema e di convogliare attorno ad un unico tavolo 53 sigle. Un plauso convinto è arrivato, inoltre, per la caparbietà profusa nel mettere in campo strumenti, anche finanziari, sempre nuovi, per fronteggiare la pochezza delle risorse statali. UN NUOVO WELFARE PER UNA NUOVA RISPOSTA – “Il Patto – ha esordito il presidente Formigoni – rappresenta un sistema integrato di interventi che interessano quello che può essere considerato uno dei pilastri del welfare, messo a dura prova dalla difficile congiuntura economica: il tema della casa. Nasce da un confronto ampio, allargato a tutto il territorio lombardo. Un approccio nuovo, che invita a una maggior responsabilizzazione di ciascuno e rende possibile una moltiplicazione delle risorse grazie anche al lancio di strumenti come il Fondo immobiliare, che vanta già una dotazione di oltre 200 milioni di euro”. “E’ il nostro modo di rispondere colpo su colpo a una crisi che morde sempre di più – ha aggiunto – e a una domanda abitativa che presenta sfaccettature molto diverse rispetto al passato. Per questo è quanto mai urgente rivolgersi anche a chi presenta un reddito medio”. La sottoscrizione del Patto è anche il seguito di un impegno preso nel programma elettorale del 2010 e confermato nel Programma Regionale di Sviluppo di Regione Lombardia. CONTINUA IL CONFRONTO CON IL GOVERNO – Formigoni ha anche garantito che, anche per quanto riguarda il tema “casa”, prosegue il confronto serrato con il Governo nazionale, sia attraverso la Conferenza Stato-Regioni, sia attraverso una interlocuzione diretta con l’esecutivo “per favorire misure agevolative sotto il profilo fiscale a favore dei proprietari di immobili destinati alla locazione e promuovendo l’attenzione dei Comuni per l’applicazione dell’IMU”. “Questo perché – ha concluso – vogliamo essere attenti alle istanze di tutti i soggetti a dimostrazione del fatto che Regione Lombardia ha e continuerà ad avere un rapporto dialettico e propositivo con il Governo e che sosterrà sul piano politico e istituzionale le istanze condivise dai sottoscrittori di questo Patto”. ATTENZIONE AI VERI BISOGNI DELLE FAMIGLIE – L’assessore Zambetti ha poi illustrato i contenuti dell’Intesa, sottolineando anzitutto come l’obiettivo dell’agire istituzionale deve partire “da un’attenzione ferma e rigorosa ai bisogni della gente”. “Il Patto – ha spiegato – individua nuove e più efficaci linee d’azione attraverso cui rispondere alle differenziate e specifiche esigenze abitative dei cittadini e vuole avere l’ambizione di rappresentare anche il contributo lombardo allo sviluppo di politiche nazionali per l’abitare”. Un compito ambizioso che sconta un grosso handicap iniziale: vale a dire il sostanziale azzeramento dei trasferimenti statali. “Abbiamo dunque dovuto ripensare il nostro welfare abitativo – ha aggiunto -, individuando le modalità per finalizzare al meglio le minori risorse disponibili”. Ecco quindi il ripensamento del Fondo sostegno affitti e del contributo per l’acquisto della prima casa e la ferma convinzione della necessità di riportare sul mercato il patrimonio privato invenduto. Anche le Aler saranno valorizzate e sarà introdotto un meccanismo di accreditamento dei privati”. Altro aspetto cui Regione Lombardia tiene in modo particolare – ha concluso l’assessore – è quello della sicurezza e della socialità per creare quartiere “improntati a quel mix abitativo che può garantire la convivenza serena”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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