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Dal dopoguerra ad oggi quella che stiamo vivendo è la più grave crisi del mondo dell’edilizia: 400.000 posti di lavoro persi, 550.000 se si considerano anche i settori collegati. Servono interventi urgentissimi, che gli Stati Generali delle Costruzioni hanno richiesto al primo Ministro Letta, attraverso questa lettera. Illustre Presidente, come ben sa, il settore delle costruzioni sta vivendo una crisi senza precedenti, che sta mettendo in serio pericolo la tenuta del tessuto produttivo. Per questa ragione, Signor Presidente, riteniamo che si debba agire in tempi brevi, con misure efficaci e, al tempo stesso, costruendo le fondamenta per uno sviluppo più equo e sostenibile, rispetto al quale il settore delle costruzioni possa tornare a esprimere le potenzialità positive di un’industria le cui opere incidono profondamente sulla qualità della vita e sulla competitività, con evidenti ricadute sul tessuto economico sociale italiano. Tutte le Parti Sociali, compresi gli Ordini dei professionisti, del Sistema delle Costruzioni, riuniti sotto le insegne degli Stati Generali delle costruzioni, hanno individuato una serie di proposte operative, che desideriamo poterLe illustrare, che crediamo siano in grado di assicurare la sopravvivenza dell’industria delle costruzioni e al tempo stesso fare cose utili e necessarie per il nostro Paese. Si tratta di azioni che il Governo da Lei presieduto potrebbe attuare già nei primi 100 giorni di attività, e che si riferiscono: pagamenti dei debiti della PA alle imprese anche nel 2014; al rifinanziamento della cig in deroga; alla modifica delle regole del patto di stabilita’ in senso tale da garantire agli enti locali la possibilità di predisporre piani delle infrastrutture, a cominciare dalle piccole e medie opere di manutenzione del territorio, e interventi di edilizia scolastica; un piano di riqualificazione delle città, anche attraverso la strutturalità degli incentivi in materia di efficienza energetica degli edifici; un piano per garantire l’accesso alla casa, cercando di trovare adeguate soluzioni per superare la forte restrizione del credito, nei confronti di famiglie e imprese; misure per ridurre la pressione fiscale e contributiva sul costo del lavoro in edilizia, anche al fine di liberare risorse per ammortizzatori sociali e previdenza complementare; interventi per garantire la regolarità e la qualità del lavoro e la trasparenza e legalità del mercato degli appalti. Al tempo stesso, ci rendiamo conto della necessità di aprire un confronto serio e costruttivo sui temi della sostenibilità delle realizzazioni, dell’innovazione dei prodotti e dei processi produttivi, della valorizzazione della qualità delle imprese, consapevoli della necessità che il settore delle costruzioni colga, pienamente, le sfide e i cambiamenti che gli sono imposti dai mutati scenari economici. La nostra speranza, Signor Presidente, è che finalmente sia data la giusta attenzione alle nostre istanze e che si possa recuperare una progettualità per il nostro settore che da fiore all’occhiello dell’industria, asse portante della crescita e del consolidamento economico e sociale italiano, sta arretrando ogni giorno di più lasciando senza lavoro e senza futuro migliaia di persone e di famiglie che pure hanno fatto tanto per il nostro Paese. Con l’auspicio di poterLa incontrare al più presto, Le inviamo i nostri più cordiali saluti. ANCE ANAEPA-CONFARTIGIANATO CNA – COSTRUZIONI FIAE – CASARTIGIANI CLAAI ACI PL FEDERCOSTRUZIONI CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI PAT- professioni area tecnica ASSOIMMOBILIARE CONFEDILIZIA FENEAL UIL FILCA CISL FILLEA CGIL Lettera a Letta dagli Stati Generali delle Costruzioni 2