Laterizio 2012

L’analisi delle criticità, unitamente alle opportunità in prospettiva e alle mutate esigenze di un mercato fortemente modificatosi negli ultimi tempi, è stata alla base dell’apertura dei lavori assembleari curata dal Presidente di ANDIL, Luigi Di Carlantonio.
Dopo aver sottolineato come l’Associazione abbia prontamente reagito ai cambiamenti in atto, riorganizzando la sua struttura operativa, ampliando i servizi resi ai propri associati e ottimizzando le risorse economiche a disposizione, Di Carlantonio ha sinteticamente enucleato i punti di merito che dovranno costituire, opportunamente rielaborati e interconnessi, la base per una strategia di settore da attuare con la massima tempestività. E più precisamente:
– capacità produttiva ridondante
– gamma di prodotti in larga misura ancorati al “tradizionale”
– mercato orientato alla riqualificazione dell’esistente
– stringenti requisiti energetici, ambientali, di sicurezza
– concorrenza agguerrita ed efficiente
– forte richiesta di innovazione
– risorse economiche limitate
– operatori del settore in difficoltà a fare squadra e affrontare insieme il cambiamento.
Le finalità sono senz’altro chiare, declinabili come segue:
– promuovere forme di aggregazione finalizzate alla riorganizzazione dell’offerta sul mercato
– trovare forme di sinergia con i produttori di impianti per lo studio di nuove tipologie produttive
– individuare modalità di integrazione con altri materiali e sistemi edilizi coerenti con i plus del laterizio
– lanciare un tavolo di lavoro con esperti aziendali, di università, di centri di ricerca per analizzare il fenomeno laterizio e i suoi potenziali sviluppi, nel nuovo così come nell’esistente
– potenziare la comunicazione sul territorio, specialmente nei confronti dei progettisti, attraverso una concreta sintonizzazione con gli uffici stampa aziendali, per creare una nuova e più evoluta cultura del “costruire in laterizio”
– verificare la possibilità di accedere ai mercati esteri vicini
– consolidare, in termini di offerta, la presenza sul mercato dei prodotti innovativi
– riconsiderare il tema della industrializzazione edilizia.
La presenza del Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, e del Presidente di Federcostruzioni e di ANCE, Paolo Buzzetti, ha animato in modo significativo il dibattito, consentendo di ribadire , ancora una volta, come l’industria delle costruzioni debba essere considerato uno dei motori più importanti dell’economia del Paese e come la sua stabilità e il suo sviluppo vadano supportati in modo efficace.
È proprio questo settore, ad alta intensità di manodopera, che dovrà occuparsi della ormai improcrastinabile riqualificazione dell’enorme patrimonio edilizio esistente, molto spesso di grande valenza artistica e storica, di forte impatto sull’immagine dell’Italia, non solo dal punto di vista del risparmio energetico, ma anche dal punto di vista della messa in sicurezza, soprattutto dopo i drammatici eventi sismici che continuano a funestare il Paese.
Molta attenzione, dunque, è stata data al “Piano Città” che il Governo si appresta a varare all’interno di un “pacchetto” di provvedimenti, espressamente dedicato al rinnovamento dei centri urbani, delle infrastrutture, della gestione idro-geologica del territorio.
In particolare, più volte, in parallelo, è stata richiamata la necessità di una forte semplificazione delle procedure burocratiche, spesso ostacolo insormontabile del fare impresa.
Lorenzo Bellicini e Francesco Toso, entrambi del CRESME, hanno illustrato ai presenti due dettagliati scenari, rispettivamente correlati alla situazione del settore e dei suoi specifici comparti merceologici e all’evoluzione del mondo delle costruzioni, agli orientamenti, alle previsioni possibili, all’influenza determinante delle variabili finanziarie ed economiche, non solo nazionali.
Anche in questo caso, innovazione, riqualificazione, integrazione, comunicazione, ricerca, sono stati considerati driver significativi, indispensabili per alimentare e sostenere una “ripartenza” da tutti considerata indispensabile, oltre che possibile, in tempi brevi.
A rafforzare il tema dell’innovazione, della sicurezza e della efficienza energetica, qualità tutte intrinsecamente e contemporaneamente presenti nel laterizio, Leopoldo Rossini, progettista, ha presentato agli intervenuti il progetto cosiddetto “Sulmona”, frutto di una collaborazione che ANDIL ha avviato, in stretta collaborazione con ENEA, per la realizzazione di un edificio pubblico in muratura portante su isolatori simici, sistema questo che consente di realizzare costruzioni con un maggior numero di piani, risolvendo in modo radicale il problema della prevenzione e della definitiva messa in sicurezza degli edifici. La soluzione d’involucro adottata – per la quale ANDIL fornirà gratuitamente i materiali dei propri associati – consentirà anche di avere requisiti di prestazione termica tali da classificare il manufatto nZEB (near zero energy building), dunque in accordo con la futura normativa europea sul risparmio energetico, di cui già è in corso la stesura dei relativi decreti nazionali. Questo consentirà di riposizionare il laterizio al centro della dialettica del “costruire oggi”, quale materiale di eccellenza in termini di prestazioni, affidabilità nel tempo, rispetto ambientale.

Catervo Cangiotti, Past President di ANDIL, a seguire, ha animato una tavola rotonda alla quale hanno preso parte:
– Roberto Palumbo (docente Università La Sapienza Roma, Società Italiana della Tecnologia dell’Architettura)
– Francesco Marinelli (progettista, Ecomake)
– Stefano Capaccioli (impiantista, Gruppo Capaccioli)
– Giancarlo Tofanelli (housing sociale, Federabitazione)
– Valerio De Molli (Amministratore Delegato,The European House – Ambrosetti).
Con rapide battute, come richiesto dal tempo necessariamente contingentato, i diversi intervistati hanno espresso il loro punto di vista sui temi all’ordine del giorno, concordando sostanzialmente sulle tesi formulate dai precedenti relatori. Esprimendo, in conclusione, positive considerazioni sul fatto di poter muovere verso obiettivi precisi e chiaramente individuati per ridare tono, immagine e mercato al laterizio, al pari di quanto già fatto da altre nazioni con risultati di rilievo, con l’avvertenza però circa la necessità di “fare squadra”, favorendo una concreta interazione tra i diversi segmenti della filiera dell’industria delle costruzioni, stimolando con determinazione il sistema politico a promuovere ciò che serve al cambiamento e allo sviluppo.
Tutti ambiti questi in cui l’Associazione può, sa e deve operare, sicuramente con risultati di eccellenza.

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