Ance: la crisi durerà altri 3 anni

Un valore minore rispetto a quelli registrati nello scorso anno, ma comunque sempre elevato e indice che la restrizione nei confronti delle imprese del settore delle costruzioni ancora esiste. Il 2009 rappresenta un anno da dimenticare: -15% i mutui alle imprese per gli investimenti in edilizia abitativa, -18,3% nel non residenziale. Anche le famiglie hanno subito questa restrizione: -10% i finanziamenti erogati per l’acquisto dell’abitazione. I tassi di interesse applicati alle imprese di costruzioni continuano a mantenersi su livelli significativamente superiori a quelli degli altri settori.

Il problema della liquidità delle imprese, fa notare l’Ance, sconta anche la difficoltà di vedere soddisfatti i propri crediti verso la pubblica amministrazione.Questo problema si è accentuato molto nell’ultimo anno. Secondo i risultati dell’indagine svolta dall’Ance a maggio 2010, il 58% delle imprese denuncia ritardi medi nei pagamenti superiori a due mesi oltre i termini contrattuali previsti dalla legge (2 mesi e mezzo). Circa il 15% delle imprese denuncia inoltre punte di ritardo superiori ad un anno e mezzo, che in alcuni casi arrivano a toccare i 24 mesi. L’Ance ha stimato che un ritardo di 3 mesi (ritardo medio) su un pagamento da 100.000 euro costa ad un’impresa di costruzioni circa 2.500 euro. Una tassa aggiuntiva del 2,5% che le imprese di costruzioni pagano per fare credito alla Pubblica amministrazione.

Secondo l’Ance, infine, la manovra di stabilizzazione finanziaria varata dal Governo a fine maggio 2010 porterà ad una contrazione delle risorse dello Stato nella realizzazione di opere pubbliche, già ridotte del 7,8% dalla Finanziaria 2010. A livello nazionale, il carattere indiscriminato dei tagli determinerà un ulteriore indebolimento della capacità di infrastrutturazione del territorio italiano. A livello locale, invece, desta forte preoccupazione la vigorosa riduzione dei trasferimenti a Regioni (10 miliardi di euro in 2 anni), Province e Comuni nonché il peggioramento delle condizioni del Patto di stabilità interno, che determinerà nel 2010 una riduzione di 1,3 miliardi di euro della capacità di investimento degli enti locali rispetto al 2009.

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