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Continua il dibattito sull’alienabilità dei beni culturali. Il ministro Giuliano Urbani ha difeso la possibilità di vendere i beni demaniali ”anche se hanno qualche rilevanza artistica”, attirandosi nuove critiche dall’opposizione, da Sgarbi e da Scalfaro. Ma Tremonti ricorda che finora quella del patrimonio e’ stata una ”non amministrazione” e sottolinea come l’obiettivo non sia ”svendere, ma piuttosto evitare gli sprechi”. Ancora una giornata di botta e risposta tra maggioranza e opposizione, dove quest’ultima registra anche una sorta di appoggio esterno di Vittorio Sgarbi. Il sottosegretario chiede fra l’altro ”perchè Urbani non dice che gli Uffizi sono dello Stato?”. Ma il titolare di via del Collegio Romano non ha dimenticato di rassicurare che al primo posto, tra gli impegni del ministero, c’è la tutela dei beni, con la motivazione che i privati ”li mantengono con più cura”, e anche per questo non e’ uno scandalo se i beni, ”anche se hanno qualche rilevanza artistica”, ha detto Urbani, ”e’ meglio se cominciamo a venderli”. Sul tema della proprietà privata dei beni culturali, il ministro ha rilevato che coloro ”che li comprano, se gli oggetti restano vincolati, li mantengono con piu’ cura di come li mantenga lo Stato. Perchè sono proprietari, ci stanno piu’ attenti, magari hanno solo quello, non ne hanno quattrocentomila. Noi ne abbiamo quattrocentomila, con pochissima gente e un bilancio ridicolo, internazionalmente ridicolo come il nostro. Ecco perchè io ho chiesto che venga triplicato nell’arco della legislatura”. Consumatori e ambientalisti hanno chiesto l’istituzione di un tavolo dei consumatori, dove in questo caso non c’e’ da difendere un prodotto commerciale ma la cultura. E i Verdi ipotizzano anche il ricorso ad un referendum abrogativo, ”per cancellare la svendita del patrimonio italiano”. Italia Nostra, poi, stigmatizza la frase di Urbani sull’esiguita’ del bilancio ministeriale, chiedendo polemicamente ”dov’era il ministro durante l’elaborazione della legge Finanziaria 2002?”. Tra gli interventi, si segnala quello di un ex Presidente della Repubblica. ”Ciampi ha totalmente ragione”, ha detto Oscar Luigi Scalfaro, sottolineando pero’ che ”non vi e’ dubbio che vi sono delle cose che possono essere vendute e che probabilmente verranno anche trattate meglio, una volta vendute”. E secondo il predecessore di Ciampi, comunque, non esistono possibilita’ di cessioni clamorose: ”credo che non vi sia bisogno di una particolare intelligenza per dire che ci sono opere che non c’e’ neppure da pensare di venderle”. Tra gli ex, un ministro come Giovanna Melandri sottolinea la necessita’ che gia’ nel prossimo consiglio dei ministri il governo traduca ”in atto normativo le preoccupazioni espresse dal Capo dello stato, dall’opposizione, dalle associazioni di tutela e dai tecnici”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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