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Continuano a crescere, di mese in mese, gli investimenti mossi dal Superbonus, che nel mese di giugno appena concluso hanno toccato i 4,5 miliardi, ovvero la cifra più alta mai registrata dal 2020. Nel complesso nei primi 6 mesi dell’anno sono stati investiti 19 miliardi di euro (contro il 16,2 dell’intero 2021), che hanno attivato effetti positivi a livello economico, in termini di una produzione stimata di beni e servizi, sia diretta che indiretta, di 40 miliardi di euro e più di 300 mila posti di lavoro. Ne deriva un gettito fiscale stimato di circa 7,7 miliardi di euro al momento, che “ha più che compensato, per questo anno, la prima delle quattro tranche di minori entrate dello Stato derivanti dalle detrazioni al 110% del valore delle spese per lavori di efficientamento energetico”. Sono i dati elaborati dal Centro Studi del CNI che spiega che questi numeri in parte sono legati alla scadenza della maxi detrazione al 31/12/2022 per i lavori negli edifici unifamiliari. Ma solo in parte, appunto, perché, contrariamente a quanto si pensa, aumentano anche gli interventi di riqualificazione nei condomini, che hanno interessato nel primo semestre dell’anno in corso il 50% degli investimenti in Superbonus 110%; un terzo è stato destinato agli edifici unifamiliari e la parte restante a quelli funzionalmente indipendenti. Inoltre ben il 71% dei cantieri risultano conclusi. Armando Zambrano, Presidente del CNI commentando i dati sottolinea che i benefici economici legati alla misura sono evidenti, nonostante il rialzo dei prezzi di molti materiali e alcune difficoltà di gestione: “E’ chiaro a tutti che i termini legati al livello delle detrazioni ed alcune procedure vanno ridefiniti, ma pensare di porre fine al processo di risanamento energetico appena iniziato rappresenterebbe, a nostro avviso, un grave errore”. Zambrano ha poi ricordato che il 65% degli edifici presenti in Italia sono stati realizzati prima del 1977 e necessitano dunque di interventi di messa in sicurezza ed efficientamento energetico, sollecitati (non solo per il nostro paese, naturalmente), anche dalla Commissione Europea, per esempio con la proposta di risoluzione 0426/2021 volta a rendere più efficienti gli edifici sia per il riscaldamento che per il raffrescamento, o con il piano Renovation Wave. Giuseppe Margiotta, Presidente del Centro Studi CNI sottolinea che il Governo italiano con il Superbonus ha iniziato un percorso che fino ad oggi ha previsto 35 miliardi di euro di investimento, che, ricalibrato, deve proseguire: “il Governo non dovrebbe chiedere di porre un limite temporale sic et simpliciter a questo tipo di intervento, ma studiare un meccanismo che consenta il prosieguo dell’opera di risanamento e efficientamento energetico degli edifici con minore aggravio per lo Stato ponendosi però un ambizioso obiettivo strategico”. Stima dell’impatto economico degli investimenti in Superecobonus 110% nel periodo gennaio-giugno 2022 -Fonte: elaborazioni Centro Studi CNI Ance: il superbonus ha generato valore per 124,8 miliardi e va confermato A confermare che il Superbonus 110%, con tutte le sue imperfezioni, stia generando valore economico, arriva una ricerca realizzata da NOMISMA per Ance Emilia: i dati parlano di 38,7 miliardi di detrazioni, che hanno generato 124,8 miliardi di euro di ritorno economico (pari al 7,5% del Prodotto interno lordo del Paese), 634mila occupati totali e 979.000 tonnellate risparmiate di CO2. Inoltre la misura sta rappresentando quasi il 50% dell’incremento di potenza rinnovabile, tra fotovoltaico ed eolico, e si stima un risparmio in bolletta di 500 euro annuo per ogni beneficiario. Non si parla solo dei redditi medio alti: sono infatti 483mila le famiglie con reddito inferiore ai 1800 euro che hanno realizzato lavori di riqualificazione. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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