The Square

Prospetticamente di impianto urbanistico, l’aeroporto tedesco The Square ha l’aspetto di una città viva, segnata dall’incedere frenetico del quotidiano via vai dei 55 milioni di passeggeri che ogni anno transitano di qui e dalla continua presenza delle 60.000 persone che lavorano nell’Airport city.
Una condizione di caos controllato dunque, di movimento casuale, ma gestito.
E qui sta la vena che ha accompagnato lo sviluppo di questo progetto, l’incontro di singoli soggetti che condividono uno spazio senza seguire una apparente regola logica.
Un io unico e molteplice che di dispone come un intreccio di singole realtà involontariamente interconnesse.
Portata a proporzioni gigantesche, la regola della mancanza di regola si concretizza in una serie di strutture esteticamente sottoposte solo a sé stesse e alla fatalità del loro essere, ma studiate per trovare il proprio posto secondo un principio d’ordine funzionale ad una architettura fuori da quelle che sono le teorie di statica e fisica.

L’assenza di una percezione nitida della connessione tra sviluppo strutturale e andamento dei flussi di passeggeri, veicoli e merci portano l’uomo ad una immersione inconscia in una realtà perfettamente in sintonia con sé stesso.
Su una lunghezza di 660 metri l’edificio The Squaire offre 200.000 metri quadrati di superficie lorda di pavimento destinata ad uffici, commercio al minuto, gastronomia ed hotel. 139 mila metri quadrati in vetro e acciaio, 65 metri di larghezza e ben 9 piani raggiungibili con 97 ascensori. Design e funzionalità sfidano i confini della logica costruttiva e scorrendo come un nastro tra presente e futuro si confondono e portano in una dimensione fuori dal mondo.
Con l’edificio per uso ufficio più grande d’Europa che è THE SQUAIRE insieme al progetto NEW WORK CITY, nasce un nuovo modo di concepire lo spazio che pone l’uomo e le sue esigenze al centro, prendendo spunto dal suo quotidiano, accompagnandolo.
Lo Skylink che collega THE SQUAIRE a THE SQUAIRE PARKING si sviluppa come un agile ponte che scorre ad un’altezza di 18 metri proprio sopra l’accesso al Terminal 1.
Lo Skylink con i suoi raccordi in acciaio che si sviluppano in una combinazione apparentemente casuale, rappresenta in realtà una struttura architettonica importante ed unica nel suo genere.
Una sfida alle regole della statica: con il suo sviluppo a cilindro portante, il ponte accompagna il flusso dei viaggiatori con barre sottili e visivamente leggere

I nodi in acciaio tra la cinture superiore e quella  inferiore e le connessioni sono stati studiati ad hoc e presentano una complessità assolutamente inusuale, così unica da essere stata scelta come oggetto di analisi per una tesi di laurea.
Stephan Steinmayer, ingegnere che per Stahlbau Pichler ha coordinato la costruzione del ponte direttamente sul posto, parla di vera e propria “sfida”, soprattutto in riferimento all’abbinata ubicazione complessa e struttura snella.
A causa delle condizioni di spazio limitate non è stato possibile sfruttare la prefabbricazione e realizzare nello stabilimento Stahlbau Pichler i pezzi di ponte di dimensioni maggiori per portarli poi con trasporti speciali su gomma in cantiere. Così la grande maggioranza dei pezzi sono stati saldati sul posto e poi messi in posizione, innalzandoli con delle maxi gru, in 8 segmenti da quasi 120 ton.
Si è trattato di una delle opere in acciaio più complesse dal punto di vista costruttivo che l’azienda abbia affrontato, ma tutto è andato per il meglio, grazie alla forte specializzazione e competenza tecnica di ingegneri, fabbri e saldatori Stahlbau Pichler.
In buona sostanza si tratta di un ponte d’acciaio, sul quale un’ovovia chiamata “MiniMetro” trasporta fino a 1.640 persone l’ora in ogni direzione. Il ponte, che si spinge fino ad un’altezza di 16 – 18 metri con diversi svincoli, precedenze ed un bacino di drenaggio, è una costruzione straordinaria che racchiude complessivamente circa 1.000 barre di collegamento sviluppate per 300 metri in lunghezza.
Sopra il collegamento viaggia sospesa la SQUAIRE metro che fa la spola tra Parkhaus e THE SQUAIRE, passando ben 30 volte l’ora negli orari di punta. Il viaggio è breve, si percorrono 300 metri in un solo minuto, ma il brivido è assicuratto. Un’altezza non esagerata permette, in quella manciata di secondi, di salire a bordo di una delle due cabine che scorrono su binario automatizzato e di godere di quella vista panoramica che regala un visuale mozzafiato sullo skyline metropolitano.

Si tratta di una realizzazione che detiene un record, è infatti il primo ponte al mondo creato e ottimizzato al computer. Per via dell’ambiente circostante, lo Skylink ha richiesto una realizzazione dinamico-espressiva. Questo obiettivo è stato raggiunto grazie alla conformazione irregolare della struttura portante del ponte, che gli ingegneri e gli architetti incaricati del progetto, lo studio di architettura Lengfeld & Wilisch di Darmstadt e gli ingegneri Bollinger + Grohmann di Francoforte hanno concepito in modo parametrico, con l’aiuto dello script “GENTs” da loro sviluppato.

Diversamente da un ponte a struttura portante convenzionale, che si fonda su elementi di base triangolari, riducendo quindi le possibili varianti architettoniche, le diagonali tra la cintura superiore ed inferiore appaiono, a prima vista, messe in modo arbitrario. La collocazione casuale corrisponde però ad un ottimale flusso di potenza. Con l’aiuto di “GENTs”, che consente un calcolo ed un’analisi automatizzate, è stato possibile determinare con un processo evolutivo, la lunghezza, la posizione e distribuzione dei tubolari quadrati, aventi uno spessore tra i 120 e i 140 millimetri. Inoltre le diagonali si trovano non solo sui lati, ma anche sul lato superiore ed inferiore del ponte, per garantire un aspetto unitario da tutte le angolazioni – quindi anche dall’alto. I 500 nodi, che uniscono la cintura e la diagonale, sollecitati al massimo dal traffico su rotaia, hanno dato prova della loro efficacia e resistenza alle tensioni strutturali grazie al metodo degli elementi finiti.
Il tracciato leggermente curvo del ponte, che poggia in pianta su otto sostegni triangolari , presenta una campata di max. 90 metri. La larghezza del tracciato è pari a cinque metri.
Solo nella parte centrale del ponte, ove le due cabine s’incontrano, il tracciato si allarga fino ad arrivare ad otto metri. Nei due punti di salita la struttura in acciaio è rivestita con lastre di vetro, mentre la fermata allo Squaire è collegata all’edificio con una costruzione sporgente lunga dieci metri. La colonna della cintura superiore e inferiore con i suoi 30 centimetri di sezione insieme alle diagonali, disegna una gabbia a voliera. Il percorso con le cabine è una vera e propria avventura nonostante la breve durata: il movimento conosce un’accelerazione ottica grazie al reticolato metallico che sembra luccicare.
Quest’opera, con la sua generazione parametrica, ha quindi l’effetto di una parabola sopra l’Airport city di Francoforte: sopra i jet, sotto le auto, i treni direttissimi e talvolta un pedone isolato, un vivace disordine, apparentemente senza regole, di moto e stato.
Un’opera record che ha portato Stahlbau Pichler a ricevere una menzione speciale al premio tedesco “Deutscher Stahlbaupreis 2012”

 



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