Illy bar concept: sistema di illuminazione polimorfico

Illycaffè investe molte energie nello studio delle caratteristiche estetiche e funzionali dell’ambiente bar e ha ideato un progetto denominato “Illy bar concept” per realizzare dei punti vendita, dove siano trasmessi valori emozionali e creativi.
Se in questi punti vendita il consumatore vive un esperienza positiva, può trascorre nel locale un tempo prolungato. Perché il consumatore possa ritornare nello stesso locale anche in diversi momenti della giornata, l’esperienza offerta deve essere diversificata nelle varie ore della giornata, dato che il cliente si aspetta servizi, prodotti e atmosfere diverse.
Su queste premesse Illycaffè ha sviluppato un sistema illuminotecnico innovativo che si adatta alle esigenze di illuminazione di ogni singolo bar, alle diverse fasce orarie di consumo, alle specifiche aree del locale e all’esposizione dei prodotti.
Il progetto illuminotecnico sviluppato è definito “polimorfico” per queste sue caratteristiche di flessibilità e variabilità.
L’intero progetto per il sistema di illuminazione dei bar è frutto di uno studio sviluppato da Illycaffè in collaborazione con il Master in Light Design dello Iuav (Istituto Universitario di Architettura di Venezia) e con lo studio di architettura Traverso-Vighy di Vicenza, ed è stato coordinato da CBC-inno-cent.

Esperienza del consumatore
Il progetto del sistema di illuminazione “polimorfico” per i bar Illy si è basato su alcune premesse teoriche ottenute da studi sociologici e relazionali forniti da Illycaffè.
Tali studi evidenziano come lo spazio Bar-Coffee shop possa variare rispetto alle caratteristiche sociali che definiscono le diverse occasioni di aggregazione e le diverse tipologie di consumo.
Sono quindi cinque le diverse tipologie di bar: Core, Landscape, Transit, Community e Corner.
Possiamo riassumere queste tipologie semplificandone le caratteristiche come: bar per il centro storico, bar per il centro commerciale, bar per i luoghi di passaggio, bar di quartiere e corner.
Il layout di ogni bar può inoltre essere scomposto in diverse microaree (cassa, bancone, tavoli…): ogni area è stata presa in considerazione sia come luogo di esperienza per il consumatore, sia come luogo operativo mettendone in evidenza le esigenze prestazionali.
Infine la giornata lavorativa del bar può essere suddivisa in cinque fasce di consumo diverse; colazione, pranzo, break, aperitivo, cocktail.
In ognuna di queste fasce di consumo il cliente ricerca esperienze diverse: questo dipende dai ritmi lavorativi, dalle diverse tipologie di consumo, ma anche dal bioritmo umano che è regolato dal ciclo notte giorno, scandito dall’intensità, dal colore e dalla variabilità della luce naturale.
L’attività di molti bar, e di conseguenza l’illuminazione di quei luoghi, è spesso specializzata solo su una, o al massimo due, delle cinque fasce di consumo presenti nella giornata.
L’esigenza evidenziata da questi dati ha portato a sviluppare l’idea che un sistema di illuminazione personalizzato, variabile nelle diverse fasce orarie, potesse portare a modificare l’esperienza del consumatore all’interno di uno stesso spazio.
La caratterizzazione data dalle luce, in modo diversificato nelle diverse fasce di consumo, riesce a coinvolgere il cliente durante tutto l’arco della giornata, e riesce ad aumentare quindi i prodotti e i servizi offerti dal locale e di conseguenza le opportunità di business.

Fase analitica
La prima fase operativa del progetto si è concentrata sull’analisi delle “microaree”, di cui si è già accennato, collocandole in relazione alle diverse tipologie di Bar e Coffee shop Illy.
Le microaree all’interno dello spazio bar definiscono luoghi ai quali corrisponde una specifica esperienza del consumatore, un diverso tipo di prodotto consumato e quindi diverse necessità di illuminazione.
Sono l’area macchina del caffè, la parete liquori e superalcolici, la cassa, vendita tabacchi, il bancone, il banco cibo, l’area tavoli, area mensola con sgabelli ecc…
Si è analizzata l’esperienza del visitatore all’interno di ogni singola area, nei diversi momenti di consumo, attraverso una ricerca sui valori che caratterizzano l’ambiente del bar e del coffee shop.
I valori sono quelli in grado di condizionare positivamente sensi, pensiero e azione del consumatore, perché si senta bene, apprezzi il servizio e possa ritornare nel locale.
Si sono quindi posti degli obiettivi per la redazione del progetto; essi prendono in considerazione sia esigenze di tipo prestazionale illuminotecnico che esigenze relative all’esperienza nei diversi momenti di consumo.
– Obiettivo 1: condizionare positivamente il sistema sensoriale del consumatore.
Questo significa valorizzare l’aspetto dei prodotti e dei servizi offerti nei diversi momenti di consumo; dare risalto agli aspetti sensoriali, quali ad esempio il colore e trasparenza di cibo e bevande o gli aspetti tecnologici dei processi di preparazione (il vapore, l’alluminio dei barattoli, l’acciaio lucido della macchina del caffè). Significa inoltre adeguare l’atmosfera del locale ai modi di fruizione e alle aspettative del cliente nelle diverse fasce orarie.
– Obiettivo 2: adeguare l’illuminazione interna ai livelli di illuminamento esterni al negozio per rendere visibile il negozio all’esterno e per contenere i disturbi dati dal contrasto visivo.
I livelli di illuminamento interni al locale devono essere rapportati ai livelli di luce naturale esterni al negozio. I diversi momenti di consumo sono pertanto caratterizzati da livelli di illuminamento differenziati: più elevati nelle ore centrali della giornata e bassi nelle ore notturne. L’introduzione di tale principio consente anche un considerevole risparmio energetico, riducendo i costi di gestione del locale.
– Obiettivo 3: valorizzare i momenti di identificazione con il marchio Illy.
L’identificazione della qualità del prodotto e del servizio del locale con il marchio Illy avviene attraverso una serie di “icone” poste nell’arredamento (i barattoli di caffè macinato, le tazzine, i barattoli sottovuoto per i grani, l’insegna…), negli elementi di servizio, negli spazi espositivi, e nei metodi di preparazione.
La fase analitica si è poi intrecciata con la fase progettuale per verificare gli strumenti (sorgenti
luminose, sistemi di controllo, caratteristiche della gamma di possibili variazioni) che permettono al sistema di illuminazione di variare durante la giornata.
Il sistema studiato deve la sua dinamicità di adattamento nelle diverse fasce orarie al fatto che permette di bilanciare, a seconda delle esigenze emerse dalle analisi, quelle che sono le tre variabili principali della luce: l’intensità luminosa, la temperatura di colore, la distribuzione della luce.
Questa caratteristica di dinamicità è amplificata dal fatto che il locale è illuminato in maniera diversificata su ogni microarea che lo compone, caratterizzando l’intero spazio con modulazioni diverse.

Progetto con sperimentazioni su modello in scala
Il progetto prende quindi forma e si ricerca una modulazione delle variabili principali della luce (l’intensità luminosa, la temperatura di colore, la distribuzione della luce) che consenta di ricreare una qualità di luce il più possibile vicina alla luce naturale, stimolo per il benessere psico-fisico delle persone.
Si selezionano delle sorgenti luminose che utilizzate insieme possano dare una miscela di luce diffusa, luce diretta, luce a tonalità fredda e a tonalità calda.
Queste vengono utilizzate nell’arco della giornata in modo da seguire le aspettative del bioritmo dell’uomo: nelle ore centrali del giorno una luce con livelli di intensità maggiori, tonalità più fredda e distribuzione con una forte componente diffusa data dal cielo e nelle ore pomeridiane livelli decrescenti, tonalità più calde date dalla componente prevalente del sole, che ha una distribuzione con fascio di luce diretta.
Per testare in modo immediato l’efficacia del sistema si sono costruiti dei modelli in scala di due microaree principali di qualsiasi locale: il bancone-macchina del caffè e l’area tavoli con mensola per sgabelli (Foto 1).
La simulazione illuminotecniche è stata condotta utilizzando al posto degli apparecchi di illuminazione, delle micro-fibreottiche, la cui distribuzione luminosa e temperatura di colore è stata corretta utilizzando lenti concentratrici o diffondenti e filtri colorati.
Lo spazio del bar è quindi scomposto in due aree analizzate singolarmente, che vanno poi ricomposte in un progetto unitario. Il sistema di illuminazione abbozzato è in grado di emettere una luce variabile, sia per intensità che per temperatura di colore, ed è in grado di modificare la percezione dello spazio creando esperienze differenziate in diverse ore della giornata (Foto 2).

Simulazione in scala reale
Si è passati ad una seconda fase del progetto per verificare la realizzabilità dell’apparecchio illuminante e l’efficacia del sistema di illuminazione sia sul piano illuminotecnico, che sul piano emozionale.
A questo scopo si sono predisposte delle sperimentazioni a scala reale presso il laboratorio dello studio Traverso-Vighy.
Sono stati cioè costruiti due set che riproducono diverse microaree dell’ipotetico bar Illy; tutti gli arredi riprodotti all’interno dei due set di simulazione hanno una connotazione volutamente neutra e non rispecchiano i Concept dei progetti proposti per “Illy bar concept” (Foto 3-4).
Le simulazioni eseguite nei due Set hanno permesso di verificare e di mettere a punto importanti aspetti del progetto, perché arrivasse ad una definizione esecutiva.
– 1: la prototipazione degli apparecchi “polimorfici” caratterizzati da corpi illuminanti che integrano tre diverse sorgenti luminose (2 fluorescenti compatte da 55W di 2700 e 6000°K + 1 AR111 alogena 50W 24°). Esse lavorano in modo integrato e sono gestite da un sistema di controllo BUS.
– 2: la scelta, la verifica e la programmazione del sistema di controllo Bus che, interfacciato con un computer, permette la programmazione di infiniti scenari illuminotecnici all’interno dello spazio bar.
– 3: la programmazione dei cinque stati illuminotecnici (colazione, pranzo, break, aperitivo e cocktail) secondo le indicazione dello studio su i cinque momenti di consumo, sviluppato nella prima fase di progetto.
– 4: i rilievi illuminotecnici (illuminamento, luminanza, spettri) all’interno del set in scala reale.
Le simulazioni a scala reale sono state filmate e montate su un video professionale per mettere in risalto le potenzialità espositive e sensoriali della luce all’interno degli spazi del bar.
Lo spazio di simulazione, con una dimensione di 4.5×4.7 m., è stato pensato con la stessa logica di una scenografia teatrale per poter essere facilmente assemblato, modificato e poi smontato alla fine delle sperimentazioni (Foto 5).
I tamponamenti laterali sono stati eseguiti con pannelli di tela scenografica nera per prendere in analisi la sola luce emessa dagli apparecchi installati senza la componente diffusa data dalla riflessione sulle pareti laterali.
La parete di fondo è invece stata studiata in modo variabile per i due set di ripresa: nel SET1 è costituita da un insieme di pannelli laccati che riproducono l’area sgabelli (Foto 6), nel SET2 un insieme di pannelli laccati e di quinte in materiale diffondente per il fondale della macchina del caffè e della parete delle bottiglie (Foto 7).
La sperimentazione a scala reale ha permesso di dare definizione al sistema testandone anche le problematiche che riguardano l’ergonomia dello spazio, l’influenza della luce sulla funzionalità del luogo e sul confort tanto per chi lavora (il barista e il personale) quanto per chi lo vive in modo occasionale (i consumatori).
Infine la simulazione a scala reale è stata utile come mezzo di comunicazione per esprimere quanto l’illuminazione, controllata nell’intensità, nella tonalità di colore e nella distribuzione, influisca in modo determinante sulla percezione estetica dello spazio.

La luce del caffè
Partendo dal presupposto che la luce influenza la percezione, si è voluto approfondire uno studio della sorgente in grado di esaltare le caratteristiche cromatiche del caffè espresso. Illy si è interrogata su quale fosse il colore giusto del suo caffè ideale, cioè della tazzina Illy, del caffè e della sua schiuma.
Per questo è stato condotto uno studio colorimetrico: presso lo stabilimento Illy di Trieste sono state condotte le misure del colore sul caffè espresso appositamente preparato dal personale Illy in modo da valutare gli effetti delle differenti sorgenti luminose sulla percezione cromatica del caffè.
Lo strumento usato è stato uno spettrofotometro Spectrascan PR-650 della Photoresearch inc. che ha misurato, in riflessione, il colore della superficie del caffè espresso appena preparato e contenuto in una tazzina Illy.
La tazzina colma di caffè appena fatto, è stata di volta in volta illuminata dalle sorgenti previste nelle precedenti fasi del progetto. Alla misura del caffè veniva alternata una misura sul piattino Illy, scelto nella versione acromatica che è stata assunto come bianco campione.
Il progetto di illuminazione dinamica prevede l’utilizzo di una combinazione di sorgenti alogene (AR111 o dicroiche) e di sorgenti fluorescenti compatte (TC-D 55) con temperature di colore diverse (2700° e 6000°K) (Foto 8).
Le sorgenti utilizzate nelle sperimentazioni del progetto sono:
– AR 111 (Osram Halospot 111 41835 FL) sorgente alogena a bassa tensione, con riflettore in alluminio incorporato, 50W, angolo di proiezione 24°, temperatura di colore 3000°K, indice resa cromatica: 1A
– QR CB 51 (Osram Decostar 51 41870 FL ) sorgente ad incandescenza a ciclo di alogeni, con riflettore dicroico 50W, angolo di proiezione 24°, temperatura di colore 3000°K, indice resa cromatica: 1A
– TC-D 55 27 (Osram Dulux L55W 827 ) sorgente fluorescente compatta, 55W, temperatura di colore 2700°K, indice resa cromatica: 1B
– TC-D 55 60 (Sylvania CF LE 55W 860 ) sorgente fluorescente compatta, 55W, temperatura di colore 6000°K, indice resa cromatica: 1B
Per garantire la dinamicità della luce tutte le sorgenti utilizzate sono dimmerabili.
A questo proposito è importante far notare che mentre lo spettro delle lampade fluorechenti compatte (TC-D 55) non varia con la dimmerazione, la luce emessa dalle lampade alogene ad incandescenza (AR 111 e dicroiche) cambia notevolmente colore (Temperatura di Colore).
Dai risultati prodotti dalle misurazioni si sono ricavate alcune considerazioni che, sebbene a prima vista possano apparire scontate, sono interessanti proprio per la particolarità dell’oggetto da illuminare.
Come si sa, le lampade a incandescenza e a scarica nei gas (fluorescenti) hanno spettri tipicamente diversi: continuo e simile a quello di un corpo nero le prime, irregolare e sostanzialmente a righe le seconde.
Questa differenza è la causa dei diversi valori di resa cromatica Ra che risultano prossimi al 100 % per le lampade a incandescenza e relativamente più bassi per le fluorescenti. Da questo parametro, che viene valutato su colori campioni distribuiti entro l’intero spettro, si evince che, in generale, i colori vengono percepiti meglio sotto le lampade ad incandescenza, piuttosto che sotto quelle fluorescenti.
Nel caso specifico, la differenza degli spettri è evidente soprattutto dalle misure cromatiche sul piattino che, essendo acromatico (bianco), rimanda sostanzialmente lo spettro della lampada.
Osservando il tipico colore del caffè alla luce naturale (o ricavandolo semplicemente per sottrazione da qualsiasi coppia degli spettri del caffè e del piattino sotto la stessa lampada) è evidente la particolare ricchezza dei toni gialli e rossi.
Se ne deduce che quella che si potrebbe denominare resa cromatica specifica del caffè è fortemente influenzata dalla capacità della sorgente luminosa di illuminare in modo continuo la seconda parte del visibile (gialli, arancio e rossi). Questa è una proprietà caratteristica delle lampade a incandescenza, mentre le fluorescenti, anche se con bassa temperatura di colore, avendo uno spettro a righe lasciano inevitabilmente scoperte alcune lunghezze d’onda.
É stata infine prodotta una campionatura grafica che mostra i colori assunti dai piattini e dal caffè sotto i diversi illuminanti, riportando le misure delle coordinate tricromatiche di volta in volta rilevate dallo spettrofotometro. Si ribadisce che tali colori sono decisamente meno saturi dei colori letti dallo strumento, ma mantengono la stessa dominante (Foto 9).
Essendo astratti dalla scena, dove il fenomeno di costanza del colore agirebbe sull’occhio inducendolo a riconoscere sempre il medesimo colore, i campioni rendono conto del differente tono assunto dal caffè e permettono di valutare l’effetto cromatico prodotto dall’illuminante testato.
La scelta, a questo punto, viene dettata dalla gradevolezza e dall’identificazione della migliore resa cromatica specifica del colore del caffè Illy. E’ evidente che tale resa cromatica rappresenta, rispetto al parametro Ra che si utilizza in genere per le lampade, una resa cromatica mirata all’oggetto da illuminare.
Dalle analisi degli spettri è comunque apparso come la lampada a incandescenza AR111 sia la più idonea per l’illuminazione del caffe Illy.
Nelle sperimentazioni finali del sistema polimorfico di illuminazione, la sorgente AR111 è stata utilizzata come lampada d’accento nei momenti e luoghi (banco e tavoli) di consumo del caffè.

Un manuale tecnico
Alla fine del processo sperimentale si è arrivati alla progettazione di un impianto di illuminazione dinamica in grado di variare l’atmosfera interna del bar IBC in modo automatico, grazie alla progettazione di una particolare tipologia di apparecchi di illuminazione che combina la luce di tre diverse sorgenti luminose, controllate da un sistema di controllo digitale integrato (BUS).
É stato redatto quindi un manuale con le finalità di dare delle indicazioni semplificate relative alla progettazione illuminotecnica di un locale bar. A questo proposito sono stati riportati i dati qualitativi e quantitativi, emersi durante la messa a punto del sistema nelle sperimentazioni di laboratorio in scala reale.
lluminazione di un bar Illy viene suddivisa in quattro specifiche tematiche, che concorrono, grazie alla loro variabilità (distribuzione, intensità, tonalità di luce e colore) a generare l’atmosfera tipica di ogni momento di consumo:
– Illuminazione di bancone e tavolini (Foto 10): è l’illuminazione generale del locale ed è costituita da un cono di luce, che varia di forma (distribuzione), intensità e temperatura di colore. La variabilità viene ottenuta attraverso delle speciali lampade polimorfiche che combinano la luce di tre diverse sorgenti luminose.
– Illuminazione delle pareti perimetrali (Foto 11): è l’illuminazione dei fondali del locale e gioca un ruolo molto importante nella percezione dell’atmosfera interna nei diversi momenti di consumo.
Questa illuminazione utilizza lampade a luce variabile con ottica asimmetrica incassate a soffitto.
Ciascun apparecchio miscela la luce di due sorgenti lineari una di colore bianco e una di colore rosso (o di altro colore).
– Illuminazione dei vari elementi utili alla guida sensoriale del visitatore (Foto 12): è l’illuminazione d’accento di tutti i singoli elementi che concorrono a guidare l’attenzione del visitatore
nei diversi momenti di consumo (macchina del caffè, spine della birra, parete bottiglie…).
Tale illuminazione è ottenuta con l’impiego di lampade alogene a bassa tensione con riflettore incorporato.
Le singole sorgenti vengono regolate in intensità dal sistema Bus nei diversi momenti di consumo.
– Illuminazione dedicata alle icone IBC (Foto 13): è l’illuminazione di tutte le icone Illy (tazzine in esposizione, insegne, barattoli….). É l’unica illuminazione che non viene variata nei diversi momenti di consumo. Per l’illuminazione di tutte le icone Illy è stata fissata una temperatura di colore di 3000°K, che viene ottenuta, a seconda dei casi sia con lampade alogene, che con lampade di tipo fluorescente.
Il sistema di illuminazione polimorfico è utilizzato all’interno dei bar Illy dal febbraio 2006.

Marina Vio
laureata in Architettura presso l’Università IUAV di Venezia dove tuttora lavora come ricercatore e docente nelle discipline fisico tecniche. Sempre presso lo IUAV è responsabile del master “Lighting Designer: Progettazione della Luce”.
Giovanni Traverso
laureato in Architettura, IUAV di Venezia, frequenta il Master of Science in Architecture “Light and Lighting”, presso la Bartlett School, University College of London.
Nel 1996 fonda a Vicenza lo studio associato Traverso-Vighy, con attività di progettazione archiettonica, di design e di sviluppo di progetti sperimentali relativi all’uso della luce.
E’ docente del corso di Master in Progettazione della Luce presso lo IUAV a Venezia.
Paola Vighy
laureata in Architettura, IUAV di Venezia, frequenta il Master of Science in Architecture “Light and Lighting”, presso la Bartlett School, University College of London. Nel 1996 fonda a Vicenza lo studio associato Traverso-Vighy. Ha svolto attività didattica come “visitor teacher” presso il Vicenza Institute of Architecture – University of Florida.

Foto 1: Immagine interna al modello in scala: area tavoli con mensola per sgabelli.
Foto 3: SET 1 area tavolini e mensola con sgabelli
Foto 4: SET 2 banco bar, macchina caffè, parete liquori
Foto 6: SET 1 Area tavolini: il fondo riproduce la mensola per sgabelli con esposizione tazzine Illy
Foto 7: SET 2 Banco bar: il fondo riproduce la macchina del caffè e la parete alcolici

Tratto dal convegno internazionale “Luce e Architettura”, oganizzato dall’AIDI



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