Produttività in edilizia, come la pandemia ha stravolto il settore immobiliare

Nonostante la ripresa, il settore delle costruzioni ancora oggi sta affrontando sfide difficili dopo la pandemia. Come affermano i dati Cresme, nel 2022 la produttività nel settore ha registrato un aumento notevole, superando la crescita economica complessiva. Ma la buona notizia è che l’Italia mostra una tendenza positiva unica rispetto ad altri Paesi europei, suggerendo che si può crescere di nuovo

A cura di:

Produttività in edilizia, come la pandemia ha stravolto il settore immobiliare

Nonostante la pandemia sia ormai un ricordo, i suoi effetti ancora oggi sono evidenti in tanti settori. Il mercato immobiliare è quello che è stato colpito più duramente di altri, portando instabilità nel settore e l’ingente immissione di liquidità legata a PNRR e Superbonus hanno contribuito al cambiamento.

Questo mercato è ora caratterizzato da un declino graduale della domanda, attribuibile al significativo aumento dei prezzi e dei mutui.

Per il Cresme, l’innovazione e la sostenibilità nel settore immobiliare è fondamentale

Lorenzo Bellicini, direttore generale di Cresme, in occasione del convegno di apertura di MIBA, BUILDING INNOVATION FORUM, ha sottolineato che il settore delle costruzioni deve adattarsi a questi cambiamenti, spostandosi verso driver di innovazione e sostenibilità. Questa necessità è particolarmente rilevante considerando la natura frammentata e estesa della filiera nel settore edilizio.

Secondo l’ultima indagine Cresme, emergono diverse criticità nella gestione dei processi, tra cui la scarsa qualità nella posa in opera, le difficoltà nella definizione delle tempistiche, gli elevati costi legati agli errori, lo spreco di materiale, i costi alti di smaltimento e la complessa gestione dei rischi.

Nel corso del 2022, il valore aggiunto per ogni ora lavorata nel settore delle costruzioni si è attestato a 26 euro, cifra significativamente al di sotto della media nazionale di 36,5 euro e superiore solo a quella registrata nel comparto turistico. Questa situazione, come descritta dal Cresme, sottolinea l’urgente necessità di apportare miglioramenti sostanziali all’efficienza dell’intero settore delle costruzioni e delle attività correlate.

L’aumento record della produttività post-pandemica

Sta emergendo così un cambiamento significativo nel panorama delle costruzioni. Nel periodo post-pandemico, il settore ha registrato un notevole aumento della produttività oraria. Confrontando i dati del 2022 con la media del triennio pre-crisi (2017-2019), si evidenzia una crescita del +9,2%, superiore all’incremento dell’intera economia, che si attesta al +2,8%.

Questa evoluzione può essere interpretata da diverse prospettive. In primo luogo, potrebbe esserci un effetto legato all’aumento dei prezzi. Inoltre, una possibile sottovalutazione delle ore lavorate potrebbe aver influito positivamente sulla misura della produttività. L’espansione del mercato della ristrutturazione incentivata potrebbe aver avuto un impatto significativo, così come la crescita nel settore delle infrastrutture (+14,9% nell’incremento del valore della produzione tra il 2022 e il 2019).

A questi elementi si aggiungono due fattori chiave: l’aumento dell’importanza della componente impiantistica, che oggi rappresenta il 35% della produzione settoriale (il dato più alto in Europa, rispetto al 27% di dieci anni fa), e lo sviluppo della digitalizzazione dei processi.

Produttività in crescita: l’Italia leader negli ultimi cinque anni

Il trend di crescita della produttività nel settore delle costruzioni non è confinato al solo triennio post-pandemico, ma si estende anche al periodo pre-pandemico (2017-2019). Le costruzioni si confermano come il settore con la crescita media annua della produttività più elevata, registrando un aumento del +1,5%. Inoltre, negli ultimi cinque anni, tra i quattro principali Paesi europei, l’Italia emerge come l’unico in cui il settore delle costruzioni abbia mostrato una crescita così significativa della produttività oraria, con una media annua del +2,0%. Questo contrasta con la situazione in Germania, Spagna e Francia, dove si sono verificate diminuzioni rispettivamente del -0,8%, -4,5% e -1,0%.

Prospettive positive per il settore, con potenziale di crescita del 62%

I dati indicano una tendenza positiva a lungo termine nel settore delle costruzioni italiano, in netto contrasto con le performance di altri Paesi europei. L’analisi dei bilanci delle imprese mediante l’approccio DEA (Data Envelopment Analysis) suggerisce che il settore delle costruzioni potrebbe aumentare il proprio valore aggiunto del 62% operando in modo ottimale.

Addirittura, sollevare l’edilizia a un livello di miglioramento simile a quello delle imprese attive nel settore del genio civile o dei lavori specializzati potrebbe portare a un aumento del valore aggiunto compreso tra il 5% e il 10%, equivalente a 5-10 miliardi di euro. Risulta evidente che investire in miglioramenti nei processi produttivi, nella tecnologia, nell’organizzazione e nei modelli gestionali è essenziale per sfruttare appieno il potenziale del settore. La digitalizzazione, in particolare, potrebbe svolgere un ruolo chiave in questo contesto, contribuendo a ottimizzare le operazioni e a incrementare l’efficienza complessiva.

Consiglia questa notizia ai tuoi amici

Commenta questa notizia



Categoria notizia

EDILTREND

Le ultime notizie sull’argomento