Le città italiane, tra abusi edilizi e sovraffollamento abitativo

Le città italiane, tra abusi edilizi e sovraffollamento abitativo

Aumenta l’abuso edilizio in Italia e in molte città l’affollamento abitativo è un problema sempre più serio. Il COVID ha diminuito gli spostamenti con benefici per la qualità dell’aria, ma cala l’uso dei mezzi e aumenta quello della macchina. L’analisi dell’ASviS del Goal 11 dell’Agenda 2030 dell’Onu: Città e comunità sostenibili

Rapporto ASviS: Le città italiane, tra abusi edilizi e sovraffollamento abitativo

In occasione della Giornata mondiale delle città istituita dall’Onu, che si è celebrata il 31 ottobre, ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ha pubblicato il Rapporto dedicato alle città italiane, considerando l’andamento del Goal 11 dell’Agenda 2030 dell’Onu, “Città e comunità sostenibili”.

Non emerge un bel quadro: l’andamento rispetto al 2019 è peggiorato e, per raggiungere l’obiettivo europeo della carbon neutrality al 2050, sono necessari interventi strutturati a sostegno dell’efficienza energetica del patrimonio edilizio, di contrasto all’inquinamento, al consumo di suolo, agli abusi edilizi e ai problemi di sovraffollamento abitativo, con attenzione in particolare al degrado delle periferie.

L’indice composito elaborato dall’ASviS segnala che l’Italia fa un po’ peggio della media europea.

Obiettivo 11 dell'agenda europea 2030 in Europa

C’è stato un miglioramento dell’inquinamento da PM10, dal 2010 al 2018, anno in cui il nostro paese per la prima volta ha rispettato il target europeo di numero di giorni in cui si registra un superamento dei limiti di PM10 (31,4 giorni rispetto a un obiettivo di 35). Nello stesso periodo è calata dell’8,7% l’offerta del trasporto pubblico. Tra il 2010 e il 2019 c’è stato un aumento dell’abusivismo edilizio del 5,5% e addirittura del 18,6% del sovraffollamento abitativo. Cresce anche l’uso della macchina per andare al lavoro. Nell’anno in corso l’aria nelle nostre città è migliorata grazie al lockdown imposto dal Coronavirus, ma in contemporanea, a causa dell’emergenza sanitaria, è diminuito l’uso dei mezzi.

Intervenire sulle città, con politiche lungimiranti e di lungo periodo – spiega Enrico Giovannini, Portavoce dell’ASviS – è importantissimo per raggiungere gli obiettivi al 2030 in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale. “Il loro ruolo è fondamentale per la riduzione dell’inquinamento, la lotta contro povertà e disuguaglianze, la digitalizzazione, il consumo di suolo. La crisi pandemica le sta già trasformando se consideriamo gli effetti che lo smart working e la didattica a distanza esercitano sul tessuto economico e sociale”.

Come dicevamo l’Italia per quanto riguarda l’indice composito è al di sotto della media europea, a causa in particolare del sovraffollamento abitativo che nel nostro paese è al al 27,8% contro una media europea del 15,5%. Tra le azioni proposte l’ASviS segnala che è necessario coordinare il “Programma straordinario per le periferie” (Legge n. 208 del 2015) di 2,1 miliardi di euro (in corso di attuazione) e il “Programma rinascita urbana” di 854 milioni di euro dal 2020 al 2033 (Legge n. 160 del 2019), e pianificare un finanziamento stabile e continuativo di un miliardo di euro l’anno per 10 anni.

E’ inoltre necessario che il Senato approvi velocemente la legge in discussione contro il consumo di suolo.

 

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