La crisi sulle imprese di costruzione

La crisi sulle imprese di costruzione

La struttura produttiva In Italia, il tessuto produttivo industriale e dei servizi risulta costituito nel 2013 da circa 4,4 milioni di imprese attive, per un totale di 16,4 milioni di addetti. Nel settore delle costruzioni, in particolare, operano 549.846 imprese pari al 12,5% del totale (per circa 1,4 milioni di addetti), l’industria in senso stretto incide per il 9,8%, mentre il settore del commercio, trasporti e alberghi e altri servizi hanno quote rispettivamente pari al 36,4% e al 41,3%.

Confrontando il numero di imprese con i relativi addetti nei settori di attività economica emerge una struttura del sistema produttivo italiano caratterizzata da una elevata frammentazione con un numero medio di 3,7 addetti per impresa. Per le costruzioni la dimensione media è di 2,6 addetti per impresa e il 96,2% delle imprese ha meno di 10 addetti.

Nelle costruzioni, il 60% delle imprese, pari a circa 330mila, risulta avere un addetto, mentre nella fascia 2-9 addetti si concentra un’ulteriore quota rilevante del tessuto produttivo settoriale (il 36,2%). Nelle successive due classi dimensionali (10-49 addetti e maggiore o uguale ai 50 addetti) ricade rispettivamente, il 3,6% e lo 0,2% del totale. I dati appena menzionati fanno riferimento al numero totale delle imprese e degli addetti operanti nel settore delle Costruzioni, settore che nella classificazione Istat-Ateco 2007 è definito come l’insieme delle classi di attività economica relative a “Costruzione di Edifici”, “Ingegneria Civile” e “Lavori di Costruzione Specializzati”. Al netto, in particolare, delle imprese che operano prevalentemente nell’ “Installazione di Impianti Elettrici, Idraulici ed altri Lavori di Costruzione e Installazione”, nel 2013 sono circa 401mila le imprese, su un totale di 550mila (il 73%), che svolgono come attività prevalente quella di costruzione.

La riduzione del numero di imprese nel settore delle costruzioni Nel 2013 il settore delle costruzioni12 mostra un’ulteriore riduzione del 3,9% su base annua del numero di imprese che corrisponde ad una perdita in termini assoluti di circa 22.500 imprese in solo anno. 12 Comprende le imprese di istallazione impianti. *comprende le imprese di installazione impianti.

L’intensità della flessione è stata più elevata per le imprese con oltre un addetto (-5,9% rispetto al 2012 che corrisponde a quasi 14mila imprese in meno) mentre nelle microimprese (con un addetto) il calo è stato più contenuto e si è attestato al 2,6%. Il risultato del 2013 accentua una dinamica negativa che sta caratterizzando l’offerta produttiva del settore delle costruzioni già da alcuni anni. Tra il 2008 ed il 2013 13, infatti le costruzioni hanno sperimentato una notevole contrazione del tessuto produttivo, con una fuoriuscita dal sistema di quasi 80.000 imprese che corrisponde ad un calo in termini percentuali del -12,7%. Con riferimento al numero di imprese, le riduzioni si concentrano principalmente nelle imprese con più di un addetto, diminuite in cinque anni di circa 66.500 unità (-23,2%), mentre le imprese con un solo addetto si sono ridotte di 13.400 unità (-3,9%).

Nel dettaglio delle classi di addetti, le maggiori perdite in termini assoluti si concentrano nelle piccole imprese (2-9 addetti), che, nel periodo considerato, si riducono di circa 55.000 unità (su un totale di quasi 80.000).

In un contesto generale di crisi settoriale, la significativa contrazione del numero di imprese con più di un addetto operanti nelle costruzioni appare particolarmente preoccupante in quanto testimonia che il settore sta perdendo le realtà imprenditoriali più strutturate e dotate di un know-how specifico e consolidato nel tempo.

Alla flessione del numero delle imprese nel settore delle costruzioni si continua ad associare una progressiva riduzione della dimensione media d’impresa, che passa da 3 addetti per impresa nel 2008 a 2,6 addetti per impresa nel 2013. La forte contrazione del tessuto produttivo nel settore delle costruzioni tra il 2008 e il 2013 è generalizzato a tutto il territorio nazionale con tassi di flessione che oscillano tra il -4,9% della Puglia e il -18,2% della Toscana. In termini assoluti la perdita più elevata si rileva in Lombardia, con quasi 17.000 imprese uscite dal settore tra il 2008 e il 2013 (circa il 21% della perdita complessiva).

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