Finalmente dopo quasi due settimane di rimbalzi il decreto Pa ha tagliato il traguardo della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, ed è stato oggi firmato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Per quanto concerne il comparto dell’edilizia è presente nel Decreto un mini-pacchetto di semplificazioni, tra cui spicca l’impegno a introdurre un modulo unico per l’edilizia e per l’avvio delle attività produttive, e un maxi-capitolo dedicato ad appalti e dintorni. Con un occhio di riguardo per l’Expo 2015: su cui accenderà i suoi fari l’Authority anticorruzione guidata dall’ex pm Raffaele Cantone che assorbirà i compiti dell’Autorità sui lavori pubblici. Si è, però, volutamente evitata l’apertura del mercato dei lavori pubblici, che rimane accessibile a pochi eletti, sottolinea il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. “Avevamo ingenuamente creduto – confortati anche dalle diverse versione del testo circolate nei giorni scorsi – che il Governo Renzi procedesse davvero ad una reale semplificazione delle norme, mantenendo saldi i principi di tutela del territorio, alla effettiva promozione di Riuso, la rigenerazione urbana sostenibile e che venissero finalmente adottati provvedimenti per favorire, all’insegna della trasparenza, il mercato dei lavori pubblici. Ma evidentemente manca il coraggio per fare riforme vere e si rimane ostaggio di quella burocrazia che sta affondando lentamente e inesorabilmente l’Italia “. “Non aver smontato il coacervo opaco di norme e di procedure defatiganti che ostacolano gli investimenti e la qualità dell’architettura condanna il Paese all’abusivismo e – come se non bastassero le recenti vicende Expo e Mose – alla corruzione e al malaffare”. “Non aver reso maggiormente accessibile il mercato dei lavori pubblici riducendo – sempre come si leggeva nelle diverse versioni del testo – i requisiti richiesti ai professionisti per la partecipazione alle gare di progettazione, santifica l’esistenza di quelle vecchie regole discriminatorie che hanno finora impedito alla pressoché totalità dei giovani architetti, oltre che alla grande maggioranza degli studi professionali di piccole e medie dimensioni, di partecipare alle gare per l’affidamento di servizi di architettura e di ingegneria. Ciò in violazione ai principi della libera concorrenza a cui si ispirano le più recenti direttive europee in materia di appalti.” Si chiedono, in conclusione, per quanto tempo l’Italia possa essere assoggettata ad una cieca burocrazia. Firmati da Napolitano i decreti su riforma della Pa 2 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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