Case green: in Italia 6 edifici su 10 sono fuori dai limiti europei. Serve una strategia

Il tema dell’efficientamento energetico degli edifici è di grande rilievo per il nostro Paese, poiché oltre la metà delle abitazioni italiane ha più di 50 anni

Direttiva Case green: in Italia 6 edifici su 10 sono fuori dai limiti europei. Serve una strategia

La direttiva sulle case green, già approvata da parte del Parlamento europeo, è attualmente al vaglio di Consiglio europeo e Commissione europea. Dopodiché tornerà in assemblea plenaria – a livello di tempistiche, dovrebbe farlo entro la fine dell’anno – per l’approvazione definitiva.

La misura impone nuovi standard energetici e interventi finalizzati a raggiungere l’obiettivo “emissioni zero” entro il 2050. Se dovesse entrare in vigore avrà un notevole impatto in Italia, poiché il patrimonio abitativo del nostro Paese è particolarmente energivoro.

La maggior parte delle abitazioni (il 53,7%), infatti, è stata costruita prima del 1970. Solo l’8% delle case ha meno di 20 anni. Secondo la direttiva gli edifici esistenti dovranno essere in classe energetica E entro il 2030 (2027 per gli edifici pubblici) e in classe D entro il 2033.

La direttiva case green avrà impatto su 9,7 milioni di edifici

A oggi il 61% degli immobili in Italia si trova oltre le classi energetiche minime di tolleranza indicate dall’Europa (D ed E). Secondo le stime di Federcepicostruzioni, associazione che rappresenta le imprese di costruzioni, sarebbero almeno 9,7 milioni gli edifici che in Italia avrebbero bisogno di essere riqualificati per adeguarsi alla norma europea, per un investimento di circa mille miliardi di euro.

Cifre importanti che, secondo il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi, avrebbero bisogno di incentivi a supporto. L’Associazione ha infatti ricordato come il Superbonus 110% abbia trainato investimenti per 68,5 miliardi, portando alla riqualificazione energetica di 68,5 miliardi.

Federcepicostruzioni chiede un programma straordinario europeo

Pensando di dover attivare entro il 2033 (salvo proroghe delle scadenze) interventi per mille miliardi di euro, cioè in media 100 miliardi l’anno, appare necessaria una politica di sostegno adeguata da parte dell’Europa.

Il rischio, secondo Federcepicostruzioni, è quello di veder crollare – dopo le scadenze imposte dall’Ue – il valore degli immobili italiani a causa dei mancati interventi di riqualificazione. A farne maggiormente le spese, in questo caso, sarebbero le fasce più deboli della popolazione.

Ecco perché l’associazione chiede di definire un Programma straordinario europeo per incentivare e sostenere la transizione ecologica affinché dal 2033 gli edifici possano essere energeticamente autosufficienti e a consumi zero. Il Programma dovrebbe prevedere, oltre alle detrazioni fiscali, anche investimenti privati, mutui agevolati e strumenti finanziari per supportare le famiglie con reddito medio-basso.

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