Che cos’è l’umidità residua o umidità da costruzione

L’umidità residua o da costruzione è un termine utilizzato per indicare l’acqua presente nei materiali da costruzione che, nelle giuste condizioni, evapora in modo naturale dopo la posa in opera. Ecco di cosa si tratta e che problematiche possono nascere se non si presta attenzione.

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Che cos’è l’umidità residua o umidità da costruzione

L’umidità è un nemico per il benessere e la conservazione di ogni edificio. Si possono distinguere diverse tipologie di umidità, a seconda della loro causa d’origine, che in alcuni casi può essere riconducibile alla costruzione stessa della struttura. Muffa e altre forme di degrado possono essere la conseguenza diretta di questi fenomeni, fino alla compromissione della durabilità dei componenti edilizi e del comfort interno. L’umidità, infatti, è pericolosa anche per la salubrità dell’aria interna e per il benessere delle persone che vivono ogni giorno quegli ambienti.

Che cos’è l’umidità residua o da costruzione nei materiali da costruzione

Molti materiali da costruzione contengono al loro interno una certa quantità di acqua, che con il passare del tempo evapora in modo naturale. Materiali come malte, intonaci o calcestruzzo, infatti, richiedono un periodo di “essicazione”, che in alcuni casi deve necessariamente essere considerato anche nelle varie fasi costruttive. Quando si parla di umidità residua o da costruzione si fa proprio riferimento a questa quantità di acqua, che rimane all’interno dei materiali da costruzione. Non si tratta di un fenomeno raro, anzi, per molti materiali è perfettamente normale considerare questo tempo di evaporazione. Non è un caso che si predispongano procedure di asciugatura durante la realizzazione dell’edificio, così da contenere la percentuale di acqua qui contenuta.

Umidità del calcestruzzo

Anche dopo queste operazioni, però, alcuni materiali possono contenere ancora una certa quantità di acqua, che evapora nella fase successiva di utilizzo dell’edificio. Ma è bene prestare la dovuta attenzione, perché in quantità eccessive l’umidità residua nei materiali da costruzione può interferire con la durabilità e le prestazioni dell’edificio nel tempo. Progettisti e costruttori, pertanto, devono conoscere a pieno il comportamento e le caratteristiche di ogni materiale utilizzato, al fine di prevenire problematiche in momenti successivi alla costruzione.

Cosa incide sull’umidità residua dei materiali

Ciò che influisce sull’umidità residua è innanzitutto la composizione del materiale stesso. È il motivo per cui in cantiere è necessario un tempo utile per l’“asciugatura” delle opere in calcestruzzo, mentre ciò non avviene nel caso delle strutture in metallo.

Umidità materiali da costruzione

Ma la tipologia di materiale non è l’unica cosa che incide sulla quantità di acqua che si accumula nei prodotti edili. Un altro fattore particolarmente influente, infatti, sono le condizioni ambientali durante la fase di costruzione. Pioggia, neve, ma più in generale fattori quali temperatura e umidità relativa sono sicuramente fonte di un aumento dell’umidità residua finale.

Nella maggior parte dei casi, l’umidità residua è presente anche nei mesi successivi alla costruzione, anche fino ad un anno, manifestando eventuali “sintomi” visibili. Ne sono esempio criticità quali muffa, umidità interna dell’aria elevata e odore di umidità. Una situazione che si verifica molto più spesso nel caso delle nuove costruzioni, rispetto alle ristrutturazioni, in cui le strutture sono quelle originali e si interviene su componenti come isolamenti e infissi. In questa seconda casistica, però, molto spesso il problema dell’umidità è comunque presente, solo in altra forma, come ad esempio a causa di problemi di infiltrazioni.

Come procedere per evitare problemi con l’umidità residua

L’umidità residua diventa una problematica da risolvere nel momento in cui non si rispettano alcune importanti precauzioni, principalmente connesse proprio alla naturale deumidificazione delle strutture realizzate. L’umidità presente in murature e altri componenti, come già detto, evapora spontaneamente, è sufficiente rispettare le giuste tempistiche di esecuzione ed evitare di eseguire certe lavorazioni in condizioni climatiche avverse.

Nel caso vi siano sospetti di un tasso di umidità elevato e persistente dopo la costruzione, è possibile procedere con una misurazione della stessa, tramite appositi strumenti, come gli igrometri.

Come misurare l'umidità residua

Questi dispositivi sono utilizzati anche in fase di cantiere, per verificare l’umidità dei massetti. Anche la termografia è un valido alleato per monitorare le condizioni delle murature, valutando eventuali differenze di temperatura che si verificano in corrispondenza di un accumulo di umidità. Al di là della metodologia di verifica scelta, un contenuto troppo elevato di umidità è dannoso per le strutture, che devono essere opportunamente asciugate, tramite tecniche di deumidificazione delle murature.

Inoltre, per prevenire problematiche significative, in alcuni casi si sceglie di inserire additivi specifici nella miscelazione del calcestruzzo, che favoriscono una più rapida asciugatura. Una volta che la costruzione è ultimata è fondamentale, anche in fase di utilizzo, una corretta ventilazione degli ambienti, che favorisce l’evaporazione di eventuale umidità residua.

In conclusione, l’umidità residua è una questione da prendere in considerazione e valutare dalla fase progettuale, poi durante la costruzione e infine in fase d’uso dell’edificio. In ognuno di questi step le precauzioni da utilizzare sono diverse e tutte finalizzate ad evitare accumuli di umidità, per garantire nel tempo la salute delle strutture, ma anche la salubrità dell’aria interna.

Normativa di riferimento

L’umidità residua è un tema trattato anche a livello di normativa tecnica, tanto che si possono trovare più riferimenti e norme ISO di interesse. Un primo testo da citare è la UNI EN ISO 12572:2016 “Prestazione igrotermica dei materiali e dei prodotti per edilizia – Determinazione delle proprietà di trasmissione del vapore d’acqua – Metodo del recipiente di prova”.

La norma è relativa ai metodi di prova per determinare la loro permanenza igroscopica, in condizioni isoterme. Si applica a tutti i materiali edili, inclusi gli isolanti e i rivestimenti. Lo scopo è definire le proprietà del materiale, così da informare in modo adeguato progettisti e costruttori rispetto al comportamento dello stesso in relazione all’umidità.

Passando alla fase di cantiere, invece, è possibile citare un altro riferimento, ossia la UNI 10329:2018 “Massetti per pavimentazioni – Metodi di misurazione dell’umidità”, che definisce come misurare l’umidità presente nei massetti cementizi.

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