Tecnologia e innovazione in edilizia: occorre aprirsi alla digitalizzazione e all’inclusione 21/07/2025
Indice degli argomenti Toggle Come funziona il riscaldamento a pavimento?Vantaggi del riscaldamento a pavimento in casaCon sistemi radianti, pompe di calore e fotovoltaico i consumi dei condomini si riducono fino al 60%Il sistema radiante come elemento strategico NZEBI contro del riscaldamento a pavimentoNormativa impianto radiante a pavimentoImpianto radiante a secco: che cos’è?Quale caldaia scegliere per un impianto a pavimentoRaffrescamento a pavimentoQuale e quanto massetto per un impianto radianteLa corretta valutazione dei carichi termiciI pavimenti migliori per il riscaldamento a pavimentoQuanto conviene il riscaldamento a pavimentoI costi di un sistema radianteCaldo dal soffitto o dalle pareti, se a pavimento non si puòRiscaldamento a pavimento: rassegna prodottiF488 PLAN di Ferrimix: livellina radiante a basso spessore per sistemi ribassati Homematic IP: nuovo regolatore a 8 canali con attuatori motorizzatiEasy Radiant di IVAR: collettori componibili per impianti radiantiPRODESO HEAT GRIP 5 SYSTEM di Progress Profiles: comfort immediato e tecnologia avanzataUponor Siccus 16: sistema radiante a secco ultra-sottile per ristrutturazioniTOP PLUS 5 di Viessmann: pannello ribassato ad alte prestazioni per la riqualificazioneWavin Comfia Dry: sistema radiante a pavimento a secco e basso spessoreFAQ Riscaldamento a pavimento Cos’è il riscaldamento a pavimento e come funziona? Quali sono i vantaggi del riscaldamento a pavimento rispetto ai termosifoni?È vero che il riscaldamento a pavimento consuma meno energia?Quali sono i materiali migliori per il pavimento con riscaldamento radiante?Il riscaldamento a pavimento può essere installato anche in ristrutturazione?Quanto costa un impianto di riscaldamento a pavimento?È possibile raffrescare con un impianto a pavimento? Il benessere domestico passa attraverso numerosi fattori: la giusta funzionalità degli spazi, la scelta dei materiali di costruzione, il mobilio adeguato e il comfort termico-acustico. Sempre di più nella scelta delle soluzioni di riscaldamento e raffrescamento, si considerano le esigenza di risparmio e di green economy. Il riscaldamento a pavimento è una innovazione nata nel secondo dopoguerra e diffusasi nei decenni seguenti con molti pregiudizi, inizialmente confermati da tecniche poco tarate sul benessere delle persone e sul reale comfort ambientale. Oggi questa soluzione è diventata molto più sofisticata e performante, grazie all’avanzamento della tecnologia e i sistemi radianti a pavimento non sono più una semplice opzione di comfort, ma l’asse portante dell’efficienza impiantistica nell’edilizia NZEB (Near Zero Energy Building) e nella riqualificazione profonda. Il risparmio energetico è sensibile, rispetto ad altre scelte, e la qualità del comfort interno maggiore perché si tratta di una soluzione che garantisce uniformità nella distribuzione del calore. Inoltre, si libera spazio utile in casa, poiché non sono più necessari ingombranti terminali come caloriferi o ventilconvettori. Come funziona il riscaldamento a pavimento? L’efficacia dei sistemi radianti a pavimento risiede nel loro principio fisico di funzionamento, che si basa sull’irraggiamento di calore dalle superfici attive, mentre i sistemi a convezione (come i radiatori tradizionali) che riscaldano primariamente l’aria. Questo meccanismo garantisce una distribuzione termica ambientale molto più omogenea, riducendo le correnti d’aria e minimizzando la stratificazione termica verticale. Il riscaldamento a pavimento, che sfrutta pannelli radianti posati al di sotto del rivestimento, può essere di due tipi, ovvero ad acqua o elettrico. Nel primo caso i suddetti pannelli portano sottili tubature che trasportano il liquido caldo (o freddo per il raffrescamento), nel secondo invece resistenze elettriche, che si riscaldano all’occorrenza. La trasmissione del calore avviene per irraggiamento dal basso verso l’alto: una modalità considerata ottimale, poiché distribuita sull’intera superficie dell’unità abitativa e non puntuale, come accade con altri tipi di impianti. Tubazioni e resistenze (queste seconde molto meno utilizzate) sono infatti agganciate a lastre isolanti – generalmente di polistirolo, polietilene o materiali simili, ma anche naturali come il sughero – che coprono l’intera pavimentazione, seguendo un andamento concentrico o sinusoidale al fine di coprire uniformemente lo spazio. Se i primi impianti a pavimento utilizzavano temperature molto alte, al pari di quelle utili ad alimentare i termosifoni, oggi l’acqua calda nel circuito si aggira sui 30/40°C. Il che garantisce soprattutto un consumo inferiore di energia, ma anche un maggiore comfort interno: il contatto con il pavimento a piedi nudi risulta gradevole, non scottante, e il calore si distribuisce uniformemente verso l’alto, senza brusche variazioni termiche. Vantaggi del riscaldamento a pavimento in casa I vantaggi rispetto ai sistemi tradizionali di riscaldamento sono diversi. Nel caso dei termosifoni la propagazione dell’aria calda avviene per convezione nel momento in cui il sistema ha raggiunto una temperatura di 70°C, mentre nel caso di un sistema a pavimento la trasmissione del calore si basa sull’irraggiamento e non prevede alcun movimento di aria come avviene invece nel tradizionale calorifero. Il sistema radiante lavora a temperature più basse (circa 30-35°C), ma garantisce che il calore sia diffuso su una superficie maggiore in maniera uniforme. Interessante anche l’analisi relativa ai costi in bolletta. Il radiatore fa lavorare maggiormente la caldaia per riscaldare l’acqua, con un dispendio di energia maggiore rispetto al sistema radiante che funziona a basse temperature. Buone notizie anche sul fronte del risparmio energetico: infatti il sistema di riscaldamento a pavimento va spesso a utilizzare fonti energetiche “green” come il pellet o caldaie a energia solare. Infine, aspetto positivo da non sottovalutare, la minor presenza nell’aria di polveri dovute al sistema di convezione dei riscaldamenti a parete. Riscaldando i pavimenti viene ridotta quasi del tutto la formazione di muffe o la presenza di acari, un fattore importante da considerare in quanto può provocare allergie. Con sistemi radianti, pompe di calore e fotovoltaico i consumi dei condomini si riducono fino al 60% Un studio condotto lo scorso novembre dal Politecnico di Torino in collaborazione con il Consorzio Q-RAD ha dimostrato che, intervenendo esclusivamente sulla parte impiantistica di un condominio – sostituendo quindi caldaie e radiatori con sistemi radianti, pompe di calore e ventilazione meccanica controllata (VMC) – è possibile ridurre i consumi energetici tra il 30 e il 40%, con punte che superano il 60% grazie all’integrazione con impianti fotovoltaici. La ricerca si inserisce nel percorso di recepimento della nuova direttiva europea “Case Green” (EPBD) e analizza il potenziale di efficientamento del patrimonio edilizio italiano, composto in gran parte da edifici costruiti tra gli anni ’40 e ’70. Due i casi studio presi in esame, localizzati a Torino, Roma e Palermo, corrispondenti a edifici plurifamiliari di epoche differenti e con classi energetiche iniziali F/G ed E. La strategia di riqualificazione è stata articolata in tre fasi progressive: Step 1 – Impianto radiante e pompa di calore elettrica reversibile, che da solo permette un taglio dei consumi tra il 26% e il 40%, innalzando la classe energetica a D. Step 2 – Integrazione della VMC con recupero di calore, che consente di raggiungere riduzioni fino al 41%. Step 3 – Installazione di un impianto fotovoltaico da 21,8 kWp, che porta l’efficienza complessiva a valori di risparmio fino al 64% e classi energetiche B o A1, a seconda della tipologia e della zona climatica. Secondo Michele Bottoni, presidente del Consorzio Q-RAD, i risultati dello studio dimostrano che «gli obiettivi europei di transizione green sono raggiungibili anche con interventi mirati sugli impianti, senza necessariamente agire sull’involucro edilizio». I sistemi radianti, in particolare, giocano un ruolo centrale grazie alle basse temperature di mandata, che aumentano l’efficienza delle pompe di calore e migliorano la qualità del comfort interno. L’indagine condotta dal Dipartimento di Energia “Galileo Ferraris” del Politecnico evidenzia inoltre come la combinazione pompa di calore – impianto radiante – VMC – fotovoltaico consenta di raggiungere livelli di efficienza energetica in linea con gli standard previsti dalla EPBD, riducendo l’impatto ambientale, migliorando la qualità dell’aria interna e garantendo un comfort termico costante. Per Q-RAD, la sfida del recepimento della direttiva “Case Green” dovrà quindi includere incentivi specifici e strumenti mirati per rendere accessibili queste soluzioni impiantistiche a un pubblico più ampio, valorizzando il contributo delle tecnologie radianti nel percorso di decarbonizzazione degli edifici. Il sistema radiante come elemento strategico NZEB La Direttiva Europea EPBD impone che gli edifici di nuova costruzione e quelli sottoposti a ristrutturazione profonda siano Edifici a Energia Quasi Zero (NZEB), caratterizzati da altissime prestazioni e un fabbisogno energetico quasi nullo, coperto in larga misura da fonti di energia rinnovabile (FER). Per conformarsi agli obblighi normativi, in particolare il rispetto dei limiti per l’indice di prestazione energetica globale e l’integrazione delle FER (fino al 50% dei consumi per climatizzazione e ACS, come richiesto dal D.Lgs n. 28/2011) , è imperativo massimizzare l’efficienza media stagionale degli impianti. I sistemi radianti a bassa differenza di temperatura (con mandata tipica di 30−40∘C) si coniugano in modo ottimale con generatori di calore ad alta efficienza che lavorano a basse temperature, come le pompe di calore (PdC) e le caldaie a condensazione. La capacità di lavorare a temperature più basse innesca l’ottimizzazione del generatore, garantendo un COP elevato. Senza questa condizione di esercizio, l’impianto potrebbe non raggiungere i coefficienti di rendimento stagionale minimi imposti dalla normativa NZEB, compromettendo la certificazione energetica dell’edificio stesso. I sistemi radianti sono quindi il driver tecnologico e normativo fondamentale per la climatizzazione moderna. I contro del riscaldamento a pavimento Ovviamente bisogna calcolare anche gli svantaggi, nonostante siano ridotti. Presa in considerazione infatti l’entità sostenuta dei costi di realizzazione – soprattutto in caso di installazione a posteriori di una ristrutturazione –, e quella di eventuali riparazioni nel tempo, l’unico svantaggio è quello che la messa a regime dell’impianto non è immediata. Uno degli aspetti che maggiormente preoccupa gli acquirenti è quello della manutenzione: per esempio l’acqua che scorre nei tubi potrebbe, a causa del calcare formatosi, corrodere i tubi e comportare la loro sostituzione oppure un trattamento di sostituzione dell’acqua ricca di calcare con acqua addolcita. Fortunatamente è possibile prevenire questo fenomeno inserendo nell’acqua che circola nelle tubature degli additivi che prevengano la formazione di calcare o di alghe. Il consiglio, al momento dell’installazione, è quello di rivolgersi ad esperti del settore che regoleranno la temperatura del sistema e forniranno un’analisi della durezza delle acque per garantirvi una buona resa dell’impianto. Al contrario di un sistema a caloriferi o a ventilconvettori, che iniziano quasi subito a scaldare l’ambiente sfruttando temperature di attivazione piuttosto elevate, i pannelli radianti, proprio perché lavorano su gradi inferiori, hanno bisogno di più tempo. Normativa impianto radiante a pavimento L’impianto radiante a pavimento è regolato principalmente dalla UNI EN 1264 (edizione 2021), norma europea recepita in Italia che definisce requisiti, metodi di prova, criteri di dimensionamento e regole di installazione per i sistemi radianti idronici integrati nelle strutture edilizie (pavimenti, pareti, soffitti). La norma è articolata in 5 parti: Parte 1 – definizioni, simbologia e classificazione dei tipi di sistema radiante (tipi A, B, C, D, H, I, J, ecc.) Parte 2 – metodi per la determinazione della potenza termica mediante calcoli e prove sperimentali Parte 3 – regole di dimensionamento dell’impianto (scelte geometriche, portate idrauliche, perdite di carico) Parte 4 – prescrizioni per l’installazione, prove di tenuta e messa in opera (incluse le procedure di avvio) Parte 5 – determinazione della potenza termica (sia in riscaldamento che in raffrescamento) per pavimenti, pareti e soffitti Tra le novità introdotte con la revisione 2021 vi è l’inclusione, nella Parte 1, di nuove tipologie di sistemi radianti senza isolante o a basso spessore, utili soprattutto nelle applicazioni di ristrutturazione. La UNI EN 1264-4:2021 stabilisce dunque regole operative di posa, test di tenuta e ciclo di primo avvio, che devono essere documentati. In fase di installazione, per esempio, la norma prescrive il posizionamento corretto del collettore, l’uso di pannelli isolanti conformi, la gestione dei giunti e le prove preliminari prima della posa del rivestimento. Oltre alla UNI EN 1264, nella progettazione e realizzazione degli impianti radianti possono intervenire anche altre norme complementari: La UNI 10329:2018 per la misurazione dell’umidità residua nei massetti prima della posa dei pavimenti. La UNI 11471 / UNI 11741 (o loro futuri aggiornamenti) per i requisiti professionali degli installatori di sistemi radianti idronici a bassa differenza di temperatura. Le norme ISO di settore (es. ISO 11855) che trattano aspetti di sistema radianti in ambito internazionale e sovrappongono alcuni contenuti alla EN 1264. Infine, la corretta applicazione normativa non è solo una prescrizione tecnica: costituisce protezione legale per progettisti, installatori e committenti. In caso di contestazioni o danni al pavimento, la conformità alle norme tecniche (UNI/EN e complementari) rappresenta un riferimento consolidato per le verifiche e le responsabilità in ambito edilizio. Impianto radiante a secco: che cos’è? Una delle tipologie di posa più richieste è quella a secco, ma in che cosa consiste? Il sistema a secco costituisce una soluzione veloce e dai costi contenuti, ideale per chi desidera installare un sistema di riscaldamento a pavimento senza dover fare lunghi lavori in casa. Il sistema a secco prevede l’uso di un pannello prefabbricato: per installare questo tipo di pavimento non si ricorre a collanti, calcestruzzi o malte. Lo spessore di un impianto radiante di questo tipo è molto ridotto e la tempistica di posa è notevolmente più breve rispetto ad un pavimento con massetto. Un’altra caratteristica propria di questo sistema riguarda le tempistiche di riscaldamento (e raffreddamento) degli ambienti domestici. Con un sistema a secco la casa si riscalda in modo più rapido, ma al tempo stesso si raffredda con la stessa velocità quando il riscaldamento è spento. Per tornare al confronto con il massetto, questa specifica tipologia scalda gli ambienti in più tempo proprio perché è necessario riscaldare il massetto stesso. Quale caldaia scegliere per un impianto a pavimento Poiché le temperature necessarie agli impianti a pavimento sono sempre miti, sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento, ogni tipo di caldaia è possibile – a condensazione o anche a pellet – ma la soluzione ottimale resta una pompa di calore. Questo tipo di apparecchio infatti funziona al meglio proprio a basse temperature di mandata e di conseguenza riduce i consumi energetici. Inoltre, essendo alimentata ad energia elettrica, quindi anche da fonti rinnovabili, e non rilasciando emissioni nell’ambiente (niente fumi né anidride carbonica), risulta una opzione più sostenibile rispetto ad altre. E, aspetto non indifferente, un solo apparecchio può servire sia per il caldo sia per il fresco. Abbinare poi una pompa di calore a dei pannelli fotovoltaici – o solari termici come ausilio per riscaldare l’acqua – permette di ridurre ulteriormente il costo della bolletta elettrica, rendendo il sistema praticamente autosufficiente. Raffrescamento a pavimento I nuovi impianti a pavimento oggi funzionano anche per il raffrescamento. Nelle tubazioni viene infatti fatta scorrere acqua a basse temperature (15/18° C), che rinfresca l’aria dell’ambiente. L’uso dei sistemi radianti in modalità estiva (raffrescamento) sfrutta la stessa ampia superficie per la sottrazione di calore per irraggiamento, offrendo un comfort termico superiore, silenzioso e privo dei fastidiosi getti d’aria fredda tipici dei climatizzatori a convezione. L’uniformità della trasmissione, sempre per irraggiamento – il sistema assorbe il calore delle stanze quando l’aria interna supera la temperatura superficiale del pavimento – garantisce così anche d’estate un grado di comfort ottimale, al pari della stagione invernale. E anche in questo caso si libera spazio: niente più split a parete dei climatizzatori o griglie a soffitto di impianti canalizzati. Il principale vincolo tecnico del raffrescamento radiante è la gestione dell’umidità relativa (UR) dell’aria interna. Se la temperatura superficiale del pavimento si avvicina o scende al di sotto del punto di rugiada, il vapore acqueo contenuto nell’aria condensa sulla superficie fredda, causando bagnature, danni strutturali al massetto e problemi igienici. Per un funzionamento sicuro, è importante installare un sistema di regolazione avanzata che includa sensori di punto di rugiada posizionati strategicamente. Questi sensori monitorano l’umidità relativa e la temperatura dell’aria, calcolando costantemente il punto di rugiada e, se necessario, agendo sulla valvola miscelatrice per aumentare la temperatura dell’acqua di mandata al pavimento, garantendo un margine di sicurezza igrometrico. A questo proposito è consigliabile l’integrazione di un sistema di deumidificazione dedicato: i deumidificatori (spesso accoppiati a sistemi di ventilazione meccanica controllata, VMC) rimuovono il vapore acqueo in eccesso, abbassando l’umidità relativa e, di conseguenza, il punto di rugiada. Quale e quanto massetto per un impianto radiante E’ consigliabile installare l’impianto di riscaldamento a pavimento in fase di costruzione di un nuovo edificio o in caso di ristrutturazione importante di un appartamento. Questo perché il sistema, per funzionare al meglio, necessita di un pacchetto dallo spessore non indifferente (almeno dai 10 cm in su) e soprattutto di un massetto ad hoc, che faciliti l’effetto radiante. Come abbiamo visto, esistono certamente delle soluzioni da posare su pavimentazioni preesistenti già finite, e per questo dallo spessore particolarmente ridotto, ma, anche se producono calore in tempi brevi, non sempre garantiscono le medesime performance sul lungo periodo. Dunque, per la posa a regola d’arte di un impianto a pavimento è necessario avere un sottofondo tirato a piano perfetto. Su di esso, previa stesura di una barriera al vapore e di un eventuale sottile strato fonoassorbente, si appoggiano i pannelli isolanti (utili a non disperdere il calore verso il basso), che grazie alla superficie bugnata permettono curvatura e fissaggio delle tubazioni. Il massetto superiore di calcestruzzo, meglio se autolivellante, deve essere ad alta conducibilità termica, quindi con fibre o additivi ad hoc nella miscela. E il suo spessore minimo superiore, a norma di legge, deve essere almeno di 3 cm. La corretta valutazione dei carichi termici La progettazione di un impianto radiante richiede una determinazione meticolosa dei carichi termici (fabbisogno per zona), in linea con le metodologie stabilite dalla normativa UNI/TS 11300 (standard metodologico italiano per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici e per la redazione dell’APE (Attestato di Prestazione Energetica). Per la determinazione della potenza termica specifica del pavimento, la norma di riferimento è la UNI EN 1264-5:2021. Questa definisce i metodi di calcolo e prova per stabilire la potenza in funzione della differenza di temperatura tra la temperatura media del fluido che scorre nei tubi e la temperatura ambiente. Una valutazione errata della potenza termica specifica o del carico termico comporterebbe una sovra o un sottodimensionamento, costringendo l’impianto a operare fuori dalle condizioni di bassa temperatura necessarie per l’alta efficienza. I pavimenti migliori per il riscaldamento a pavimento Come per il massetto, anche il rivestimento del pavimento è fondamentale per il risultato finale. Se i materiali termoconduttori e dalla struttura stabile, grazie a speciali processi produttivi o spessori ridotti, siano da preferire, oggi grazie all’innovazione l’offerta sul mercato è ampia ed è possibile optare anche per materie prime naturali. In primis il legno, di per sé cattivo conduttore termico. Così, a fianco del più diffuso grès porcellanato, realizzato in lastre particolarmente sottili e adatto a diffondere in modo omogeneo il calore, è possibile posare anche il parquet: però prefinito (quindi non massello, ma a due o tre strati dalle fibre incrociate), maggiormente in grado di resistere alle variazioni di temperatura e di umidità. Isolmant TOP Incollapavimento è un materassino isolante certificato Blue Angel, adatto per la posa “ibrida” di pavimentazioni in parquet, laminati e LVT, particolarmente indicato nelle applicazioni con sistema di riscaldamento a pavimento. Ottime anche le resine, elastiche e da stendere in spessori estremamente ridotti, a patto però che non liberino sostanze nocive se riscaldate. Quanto conviene il riscaldamento a pavimento Nonostante i costi effettivamente più alti di realizzazione – dovuti in particolare alla invasività delle opere edili necessarie – sul lungo periodo un impianto di riscaldamento a pavimento conviene. Lo dimostrano indagini sul tema, che confrontano diverse tipologie di sistemi per il comfort interno: i consumi di energia per il funzionamento sono estremamente ridotti (minori del 10-30% rispetto a soluzioni tradizionali), a maggior ragione se l’impianto è collegato a dei pannelli fotovoltaici o termici solari per sfruttare l’acqua calda. Inoltre, la manutenzione è praticamente inesistente, poiché le serpentine sono protette nella pavimentazione e, se posate a regola d’arte, hanno garanzia di durata di diversi decenni. I costi di un sistema radiante La spesa economica da affrontare per la realizzazione di un impianto di riscaldamento a pavimento può arrivare a toccare il 50% in più rispetto a un sistema tradizionale, ma questo perché si devono considerare più fattori. In primis le opere di realizzazione, in caso di nuovo edificio, o di demolizione, se ci si trovi al contrario in fase di ristrutturazione di una preesistenza, poi i materiali e i componenti necessari (nuova caldaia inclusa) e per finire la necessaria progettazione da parte di un professionista competente. Importante ricordare però che l’installazione, oltre a beneficiare degli sgravi fiscali inerenti alle opere di ristrutturazione, può rientrare nelle migliorie energetiche. Pertanto si può accedere al Bonus Casa all’Ecobonus, destinati ad agevolare con detrazioni Irpef gli interventi di riqualificazione, a patto di rispettare tutti i requisiti richiesti. L’ecobonus prevede un’agevolazione del 50% per interventi di riqualificazione energetica legati alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con sistemi ad alta efficienza (come l’abbinamento a PdC, o caldaie a condensazione ad alta efficienza) e comporta un miglioramento della prestazione energetica. Il bonus ristrutturazione è applicabile ad interventi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione edilizia. L’installazione di un nuovo impianto radiante è coperta, con una detrazione del 50% su un tetto massimo di spesa di 96.000€ per unità immobiliare. Caldo dal soffitto o dalle pareti, se a pavimento non si può Quando risulti improponibile – per motivi tecnici o economici – intervenire sul pavimento, si può optare per una soluzione riscaldante a soffitto o a parete. Sul mercato esistono infatti diversi prodotti industrializzati da utilizzare come controsoffitti o rivestimenti verticali: pannelli preassemblati, che integrano al loro interno le sottili canalizzazioni necessarie e alle estremità gli spinotti per la connessione funzionale e sicura tra di esse. Riscaldamento a pavimento: rassegna prodotti F488 PLAN di Ferrimix: livellina radiante a basso spessore per sistemi ribassati Il massetto autolivellante F488 PLAN della gamma FerriFLOOR di Ferrimix è la soluzione ideale per impianti di riscaldamento a pavimento ribassati e interventi di ristrutturazione che richiedono spessori contenuti (da 5 a 40 mm). La sua elevata conducibilità termica (λ 1,51 W/mK) assicura una trasmissione rapida e uniforme del calore, contribuendo a ridurre i consumi e a garantire il massimo comfort abitativo. Grazie alla stabilità dimensionale e alla resistenza meccanica ≥ 25 N/mm², F488 PLAN garantisce prestazioni durature anche in condizioni di utilizzo intenso, permettendo campiture fino a 200 m² senza giunti di contrazione. La formulazione speciale a ritiro controllato assicura superfici perfettamente planari e regolari, pronte a ricevere qualsiasi tipo di pavimentazione, anche sensibile all’umidità. Facile da posare grazie alla consistenza fluida-autolivellante, il prodotto consente una posa veloce che riduce i tempi di cantiere, ottimizzando le operazioni di finitura. Inoltre, la calpestabilità dopo sole 24 ore rende F488 PLAN particolarmente indicato per cantieri che richiedono rapidità di esecuzione. Disponibile sia in sacco sia sfuso per grandi superfici, rappresenta una tecnologia evoluta per massetti ribassati, unendo efficienza termica, praticità applicativa e lunga durata. Homematic IP: nuovo regolatore a 8 canali con attuatori motorizzati Il nuovo Regolatore per riscaldamento a pavimento Homematic IP – 8 canali (disponibile da fine ottobre 2025) è progettato per ottimizzare comfort e consumi negli impianti radianti ad acqua, introducendo funzionalità evolute come il bilanciamento idraulico automatico e l’utilizzo di attuatori motorizzati per una gestione continua e precisa del flusso termico. Pensato per appartamenti e abitazioni indipendenti, il dispositivo affianca la versione a 12 canali già disponibile, offrendo una soluzione compatta e versatile. L’installazione è semplificata grazie alle opzioni di montaggio su guida DIN, guida C o a vite, mentre il display retroilluminato consente di verificare in tempo reale lo stato delle valvole. I connettori preassemblati agevolano ulteriormente il collegamento degli attuatori, riducendo tempi e complessità di cantiere. Grazie alla regolazione intelligente, il sistema adatta automaticamente il flusso dell’acqua in base alla temperatura impostata e alle reali condizioni termiche, evitando sbalzi e dispersioni. Rispetto alle valvole tradizionali, gli attuatori motorizzati garantiscono risparmio energetico, maggiore durata del generatore di calore e funzionamento ottimale anche in abbinamento con pompe di calore. Il regolatore può operare in modalità stand-alone, gestendo fino a otto termostati a parete compatibili Homematic IP, oppure essere integrato nell’ecosistema domotico del brand, controllabile da app con oltre 150 dispositivi smart interoperabili. La possibilità di configurare fino a sei programmi di riscaldamento/raffrescamento con profili personalizzati consente di adattare il comfort domestico alle diverse esigenze quotidiane, con la sicurezza di un impianto sempre bilanciato ed efficiente. Easy Radiant di IVAR: collettori componibili per impianti radianti La gamma Easy Radiant di IVAR è progettata per la distribuzione del fluido termovettore in impianti di riscaldamento e raffrescamento a pannelli radianti. Realizzati in ottone CW617N giallo, i collettori si distinguono per la facilità di montaggio e la precisione di regolazione, grazie a una soluzione componibile che garantisce efficienza, affidabilità e tempi di installazione ridotti. Il sistema sfrutta la fasatura dei filetti che mantiene sempre allineati i collettori, eliminando la necessità di sigillanti aggiuntivi come canapa o PTFE. L’o-ring in EPDM perossidico assicura una perfetta tenuta idraulica, rendendo il montaggio rapido e sicuro. Le derivazioni di mandata sono dotate di regolatori di portata Fluxer con vetrino sostituibile anche a impianto in funzione, garantendo bilanciamento idraulico e controllo puntuale di ogni circuito. Le derivazioni di ritorno, invece, integrano valvole di intercettazione con vitone termostatizzabile e cappuccio di protezione. Disponibili con 3, 4 o 5 uscite e attacco principale G 1”, i collettori Easy Radiant sono compatibili con uscite G 3/4” EK e M24. Possono lavorare fino a 90 °C di temperatura del fluido e 10 bar di pressione massima, assicurando robustezza e durata anche in condizioni gravose. Completati da un’ampia gamma di accessori, i collettori Easy Radiant offrono agli installatori la massima flessibilità nella configurazione degli impianti radianti, coniugando affidabilità, semplicità di utilizzo e qualità costruttiva made in IVAR. PRODESO HEAT GRIP 5 SYSTEM di Progress Profiles: comfort immediato e tecnologia avanzata Il sistema radiante elettrico PRODESO HEAT GRIP 5 SYSTEM di Progress Profiles è progettato per riscaldare solo le zone desiderate, senza dover intervenire su tutta la superficie. Una caratteristica che permette di raggiungere più rapidamente la temperatura ottimale, riducendo tempi e costi di posa sia in fase di costruzione sia in ristrutturazione. Con uno spessore minimo di appena 5 mm, il sistema è adatto a pavimenti e rivestimenti e lascia totale libertà progettuale negli interni. Grazie alle proprietà desolidarizzanti e impermeabilizzanti, PRODESO HEAT GRIP 5 SYSTEM può essere installato anche su supporti fessurati o soggetti a ritiro igrometrico, assicurando stabilità e durata nel tempo. È disponibile anche nella versione autoadesiva PRODESO HEAT GRIP 5 STICK (5,5 mm di spessore), particolarmente adatta per pavimentazioni preesistenti, in compensato o metallo, con una resistenza allo strappo raddoppiata e una resistenza alla compressione superiore del 50%. La scelta del polietilene elimina l’effetto memoria tipico del polipropilene, rendendo la posa più semplice e rapida senza necessità di fissaggi aggiuntivi. A completare il sistema ci sono i cavi di ultima generazione PRODESO HEAT GRIP 5 CABLE, con resistenze in parallelo per garantire continuità di funzionamento anche in caso di danno localizzato, e il PRODESO HEAT GRIP 5 THERMOSTAT KIT, un termostato digitale connesso via WiFi e gestibile da smartphone o tablet tramite app Android e iOS. Il sistema, una volta completato con le soluzioni di design Progress Profiles – come profili e battiscopa della collezione Kaleidos – coniuga tecnologia e stile. Per un bagno di 5 m² con potenza installata di circa 500 W, il costo del pacchetto (membrana, cavo e termostato) è di circa 750 euro da listino. Uponor Siccus 16: sistema radiante a secco ultra-sottile per ristrutturazioni Il sistema Uponor Siccus 16 rappresenta una delle soluzioni più evolute nel settore della climatizzazione radiante a pavimento per interventi di ristrutturazione. Con un’altezza costruttiva ridotta a soli 20 mm, il pannello a secco consente l’installazione diretta di pavimentazioni come laminato, parquet, piastrelle o pietra naturale, senza necessità di ulteriori strati di distribuzione del carico. La struttura con strato di alluminio integrato assicura una distribuzione uniforme del calore, rapidità di risposta (fino al 90% della potenza entro la prima ora) e durata nel tempo. Grazie a un’inerzia ridotta, il comfort termico viene raggiunto in appena 20 minuti, con un significativo risparmio energetico rispetto ai sistemi tradizionali. Compatibile con moderne pompe di calore e impianti a bassa temperatura, Uponor Siccus 16 è ideale per edifici con vincoli di spessore e problematiche statiche, poiché la configurazione leggera riduce le sollecitazioni strutturali. L’installazione è semplice e veloce, richiede una sola persona e riduce fino al 40% i tempi di posa rispetto ai sistemi convenzionali, garantendo minimi disagi durante i lavori. Robustezza, efficienza e praticità rendono Uponor Siccus 16 la scelta perfetta per installatori, progettisti e proprietari che cercano un sistema radiante affidabile, sostenibile e adatto alle esigenze delle ristrutturazioni moderne. TOP PLUS 5 di Viessmann: pannello ribassato ad alte prestazioni per la riqualificazione Il TOP PLUS 5 di Viessmann è un pannello isolante termosaldato ad alta resistenza meccanica, progettato per sistemi radianti a pavimento con massetti ribassati di nuova generazione (a partire da 1 cm di spessore). Realizzato in polistirene espanso sinterizzato (EPS 500) a cellule chiuse, additivato con grafite per ottimizzare le prestazioni termiche, il pannello è accoppiato con una pellicola termosaldata che ne incrementa la robustezza, efficienza e leggerezza. Queste caratteristiche lo rendono ideale per interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica su edifici esistenti, dove è fondamentale limitare i sovraccarichi strutturali e ridurre gli ingombri. Con uno spessore totale di soli 38 mm e una resistenza alla compressione di 500 kPa, TOP PLUS 5 consente la posa di tubi da 16 o 17 mm con passo modulare di 50 mm, assicurando stabilità anche in presenza di carichi elevati. La struttura bugnata favorisce una distribuzione omogenea del calore e semplifica la posa, rendendo il sistema idoneo sia per riscaldamento sia per raffrescamento a pavimento. Le prestazioni termiche sono garantite da una conducibilità λ dichiarata di 0,030 W/mK e una resistenza termica di 0,63 m²K/W, in conformità con le norme UNI EN 12667 e UNI EN 12087. Queste caratteristiche, unite alla bassa inerzia termica del sistema, consentono tempi di risposta rapidi e un’elevata efficienza anche con generatori a bassa temperatura come le pompe di calore. Wavin Comfia Dry: sistema radiante a pavimento a secco e basso spessore Il sistema Wavin Comfia Dry è una soluzione radiante a secco pensata per applicazioni civili in cui siano richiesti bassi spessori o ridotti carichi strutturali. Realizzato in EPS300 rivestito da lamina di alluminio, garantisce ottime prestazioni termiche e meccaniche (resistenza a compressione ≥ 300 kPa, λD 0,032 W/mK), assicurando al tempo stesso leggerezza, stabilità dimensionale e facilità di posa. I pannelli, disponibili nelle versioni passo 10 mm e passo 15 mm, sono predisposti per l’inserimento di tubazioni da 16 mm di diametro e consentono la realizzazione di curve e attraversamenti in prossimità di porte e collettori grazie alle scanalature pretranciate. L’installazione avviene senza massetto, con fissaggio diretto a terra tramite adesivo cementizio e collegamento dei pannelli tramite nastro adesivo alluminato Wavin. Il sistema permette la posa diretta di rivestimenti come piastrelle o parquet, sia incollati (previo primer specifico) sia flottanti, garantendo tempi di cantiere ridotti e massima flessibilità progettuale. Con una resistenza termica pari a 0,75–0,76 m²K/W, Wavin Comfia Dry rappresenta una tecnologia affidabile ed evoluta per interventi di nuova costruzione o ristrutturazione che richiedono efficienza energetica, comfort abitativo e rapidità di installazione. FAQ Riscaldamento a pavimento Cos’è il riscaldamento a pavimento e come funziona? Il riscaldamento a pavimento è un sistema di climatizzazione radiante che diffonde calore in modo uniforme dal basso verso l’alto, sfruttando la grande superficie del pavimento come elemento di scambio termico. A differenza dei tradizionali radiatori, che riscaldano l’aria per convezione generando movimenti e stratificazioni, il sistema radiante lavora per irraggiamento, garantendo un comfort termico costante e naturale in ogni punto dell’ambiente. Il principio di funzionamento si basa sulla presenza di pannelli radianti installati sotto il pavimento, all’interno dei quali scorrono tubazioni che trasportano acqua a bassa temperatura (generalmente tra 30 e 40 °C). L’acqua calda cede calore alla superficie sovrastante, che a sua volta lo rilascia agli ambienti circostanti. Il risultato è una distribuzione omogenea del calore, senza correnti d’aria né differenze di temperatura significative tra soffitto e pavimento. In alternativa agli impianti ad acqua esistono anche sistemi elettrici radianti, che utilizzano resistenze o cavi scaldanti annegati sotto il pavimento. Questi sono particolarmente indicati per locali di piccole dimensioni, come bagni o mansarde, o in contesti dove non è possibile intervenire con circuiti idraulici. Dal punto di vista costruttivo, l’impianto può essere tradizionale con massetto o a secco, a seconda delle esigenze progettuali. Quali sono i vantaggi del riscaldamento a pavimento rispetto ai termosifoni? Il riscaldamento a pavimento offre numerosi vantaggi rispetto ai tradizionali impianti con termosifoni, grazie a una distribuzione del calore più uniforme, un funzionamento a basse temperature e una migliore efficienza complessiva dell’impianto. A differenza dei radiatori, che scaldano l’aria per convezione creando zone calde e fredde, il sistema radiante lavora per irraggiamento: il calore si diffonde dal pavimento verso l’alto, garantendo una temperatura omogenea in tutto l’ambiente e una sensazione di comfort più naturale. Dal punto di vista energetico, l’impianto radiante funziona con acqua a bassa temperatura (30–40 °C), contro i 60–70 °C tipici dei termosifoni. Questo consente un risparmio fino al 30% sui consumi, specialmente se il sistema è abbinato a una pompa di calore o a una caldaia a condensazione. Inoltre, grazie alla distribuzione costante del calore, è possibile mantenere il comfort ottimale con temperature ambiente più basse (19–20 °C anziché 22 °C). Tra gli altri vantaggi, il riscaldamento a pavimento: migliora la qualità dell’aria interna, poiché non genera movimenti d’aria e limita la diffusione di polveri, allergeni e muffe; offre maggiore libertà estetica e spaziale, eliminando i radiatori dalle pareti e consentendo più libertà nella disposizione degli arredi; richiede poca manutenzione, poiché le tubazioni sono protette sotto il pavimento e hanno una durata superiore ai 30 anni; può essere integrato con sistemi di raffrescamento estivo e con regolatori smart per la gestione intelligente della temperatura. È vero che il riscaldamento a pavimento consuma meno energia? Sì. Il riscaldamento a pavimento consuma meno energia perché lavora a basse temperature (30–40 °C invece di 60–70 °C nei termosifoni) e distribuisce il calore in modo uniforme dal basso verso l’alto. Questo consente di mantenere il comfort anche con temperature ambiente più basse e di ridurre i consumi fino al 30–40%, soprattutto se l’impianto è abbinato a pompe di calore o sistemi fotovoltaici. In pratica, serve meno energia per ottenere lo stesso benessere termico e si migliora anche la classe energetica dell’edificio. Quali sono i materiali migliori per il pavimento con riscaldamento radiante? I materiali migliori sono quelli con alta conducibilità termica, cioè capaci di trasmettere rapidamente il calore dal sistema radiante all’ambiente. Tra i più indicati ci sono: Grès porcellanato e piastrelle ceramiche, ideali per efficienza e stabilità; Pietra naturale e resina, che garantiscono ottima diffusione del calore; Parquet prefinito multistrato, se specifico per impianti radianti, perché resiste bene alle variazioni di temperatura e umidità. Sono invece da evitare i pavimenti troppo isolanti o spessi, come moquette o legno massello, che riducono la resa termica. In sintesi, il miglior pavimento per un impianto radiante è sottile, stabile e termicamente conduttivo, così da garantire comfort e consumi ridotti. Il riscaldamento a pavimento può essere installato anche in ristrutturazione? Sì, il riscaldamento a pavimento può essere installato anche negli interventi di ristrutturazione, grazie ai moderni sistemi a basso spessore o a secco. Queste soluzioni, con altezze ridotte fino a 2–3 cm, non richiedono la realizzazione di un nuovo massetto e permettono una posa rapida sopra pavimentazioni esistenti, senza grandi opere murarie. Sono ideali per appartamenti, case d’epoca o edifici con vincoli strutturali, garantendo comunque efficienza energetica, comfort e tempi di installazione ridotti. Quanto costa un impianto di riscaldamento a pavimento? Il costo dipende da diversi fattori: tipologia (ad acqua o elettrico), materiali, spessori, complessità dell’intervento e superficie da coprire. Impianto radiante ad acqua: mediamente tra 70 e 120 €/m² per nuove costruzioni, compresi tubazioni, pannelli isolanti e collettori. Nelle ristrutturazioni con sistemi ribassati o a secco, il costo può salire a 100–150 €/m², compensato però da tempi di posa più rapidi e minori opere murarie. Impianto radiante elettrico: generalmente più economico all’acquisto (circa 50–100 €/m²), ma con costi di esercizio più elevati se non alimentato da impianto fotovoltaico. Pompa di calore abbinata: per un sistema completo, si può considerare un investimento totale tra 8.000 e 15.000 euro per un appartamento medio di 100 m², a seconda del livello di efficienza e della tecnologia scelta. Il risparmio sui consumi (fino al 30–40% rispetto ai termosifoni) e le agevolazioni fiscali – come Ecobonus e Bonus Casa – rendono però il riscaldamento a pavimento un investimento sostenibile nel medio-lungo periodo. È possibile raffrescare con un impianto a pavimento? Sì. Un impianto di riscaldamento a pavimento ad acqua può essere utilizzato anche per il raffrescamento estivo, facendo circolare acqua fredda nei circuiti radianti. In questo modo il pavimento assorbe il calore dell’ambiente e lo cede all’acqua, abbassando gradualmente la temperatura interna. Per ottenere il massimo comfort e prevenire la condensa, il sistema viene solitamente abbinato a una pompa di calore reversibile, a sensori di umidità e a una ventilazione meccanica controllata (VMC) che deumidifica l’aria. Il risultato è un raffrescamento uniforme e silenzioso, senza correnti d’aria né split a vista. Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento