Come funziona il Bonus ristrutturazioni per le seconde case: limiti di spesa e documenti necessari

L’agevolazione sui lavori di ristrutturazione si applica anche alle seconde case? Lo stesso proprietario può chiederlo due volte su immobili differenti? Regole, limiti e importi previsti dalla legge.

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Come funziona il Bonus ristrutturazione per le seconde case: limiti di spesa e documenti necessari

I numerosi incentivi in vigore per le ristrutturazioni hanno permesso a molti proprietari o affittuari di rinnovare la casa, il giardino, eliminare le barriere architettoniche e molto altro. Il tutto in maniera agevolata, recuperando parte della spesa sostenuta tramite detrazione fiscale, cessione del credito o sconto in fattura.

Molti di questi bonus sono validi ancora oggi; tra questi c’è il Bonus Ristrutturazione con il quale “recuperare” il 50% della spesa tramite detrazione fiscale. Rientrano nel bonus gli interventi di ristrutturazione interna e restauro.

Ma cosa succede se l’immobile sul quale si eseguono i lavori non è quello dichiarato “prima casa”? L’agevolazione spetta ugualmente? Analizziamo la situazione nei dettagli.

Bonus in vigore nel 2023, valgono anche per le seconde case?

La legge di Bilancio 2022 ha confermato e prorogato diversi bonus edilizi, volti ad incentivare l’acquisto, l’affitto e la ristrutturazione dei contribuenti, alcuni con specifici tetti Isee (come nel caso del Superbonus) altri senza limitazione.

Parliamo del bonus Ristrutturazione, bonus affitti giovani, Ecobonus, Bonus abbattimento barriere architettoniche, bonus green o giardini, bonus mobili, Sismabonus e Superbonus (quest’ultimo con le modifiche più importanti).

Bonus in vigore nel 2023, valgono anche per le seconde case?

Di questi soltanto il Superbonus – dopo le modifiche apportate dall’ultima legge di Bilancio – è limitato alle prime case, sempre che i proprietari dell’immobile abbiano un reddito familiare annuo inferiore a 15.000 euro.
Le altre detrazioni fiscali invece hanno margini di applicazione più estesi.

Il bonus Ristrutturazione anche per seconde case

Il bonus Ristrutturazioni, grazie alla possibilità di recuperare in 10 anni il 50% di quanto speso, è un’ottima occasione per ammodernare la propria casa a buon prezzo. La maxi agevolazione si applica sugli immobili residenziali a prescindere dall’Isee del richiedente.

Il bonus Ristrutturazione anche per seconde case

Le ristrutturazioni interne non devono necessariamente riguardare l’immobile prima casa, vuol dire che il bonus si può chiedere per interventi sulle seconde case, anche senza residenza.

Il motivo è presto detto: la legge tiene in considerazione il tipo di immobile (se residenziale o commerciale) ma non della proprietà. Ciò vuol dire che lo stesso richiedente può usufruire della detrazione su due appartamenti (sia per la prima casa che per la seconda), oppure richiederlo direttamente per la seconda casa.

Come funziona il bonus Ristrutturazioni

L’agevolazione bonus Ristrutturazioni consistente della detrazione Irpef del 50% per le spese sostenute per lavori interni fino al tetto massimo di 96.000 euro fino al 2024.

La detrazione si applica agli immobili residenziali, sia abitazioni private che condominiali (per le parti private o ad uso comune). Quindi sono inclusi nel bonus gli immobili di classe catastale dalla A1 alla A 11 (esclusi gli immobili in A10, uffici e studi privati). Invece non si può usufruire della detrazione su negozi, laboratori, capannoni, industrie e così via.

Come funziona il bonus Ristrutturazioni

La detrazione del 50% va indicata al momento della presentazione della Dichiarazione dei redditi, avendo cura di allegare documenti e fatture che attestino la spesa sostenuta. Per ottenere la detrazione, in 10 anni e in 10 rate di uguale importo, il richiedente deve aver effettuato i pagamenti tramite mezzi tracciabili come bonifico, assegno, carta di credito o debito.

Lavori ammessi

Non tutti i lavori rientrano nel bonus Ristrutturazioni e danno diritto all’agevolazione fiscale. Si deve trattare di interventi destinati al recupero o al restauro conservativo. L’elenco dei lavori ammessi è il seguente:

  • interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia su singole unità immobiliari residenziali (a prescindere dalla categoria catastale);
  • lavori di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia sulle parti comuni degli edifici residenziali, quindi nei condomini;
  • interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino di immobili danneggiati a seguito di eventi calamitosi

Bonus mobili, vale anche per le seconde case?

Analogamente al bonus Ristrutturazioni, anche la detrazione fiscale per acquistare mobili ed elettrodomestici può essere richiesta per ammobiliare la seconda casa. Ciò è possibile però se viene rispettato un requisito fondamentale: sull’immobilre in questione (prima o seconda casa che sia) devono essere stati eseguiti interventi di ristrutturazione straordinaria o restauro conservativo.

Quindi chi ha beneficiato del bonus Ristrutturazioni al 50% per la seconda casa può richiedere anche il bonus Mobili. Grazie a questa agevolazione si possono acquistare letti, armadi, divani, tavoli e altri elementi d’arredo e grandi elettrodomestici di classe energetica alta, recuperando il 50% della spesa sostenuta. Il tetto è di 8.000 euro per il 2023 e 5.000 euro per il 2024.

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