Abitare nelle micro case: una scelta che sposa nuove esigenze

La casa e l’abitare cambiano nel tempo e si adattano ai mutamenti sociali, culturali ed economici che caratterizzano ogni epoca. Recentemente in risposta a nuove esigenze, come uno stile di vita sostenibile e più economicità, hanno trovato ampia diffusione le micro case, spazi abitativi essenziali e – come dice il nome – molto piccoli.Abitare nelle micro case: una scelta che sposa nuove esigenzeIndice:

La casa risponde alle esigenze di chi la vive, si adatta al contesto in cui si trova ed è coerente con l’ambiente storico-culturale di riferimento. Ecco perché è necessario riflettere su tematiche che vanno oltre l’architettura di per sé per comprendere la recente diffusione delle micro case, spazi molto piccoli in cui si sceglie l’essenziale.

Una risposta che si pone in netta contraddizione alla tradizione, molto risoluta nei confronti di una società e di un momento storico caratterizzati da contraddizioni e problematiche sociali e ambientali che non si possono ignorare.

Cosa sono le micro case e come sono nate

Le micro case, come si intuisce dal nome, sono edifici molto piccoli in cui gli spazi sono stati ridotti al minimo. L’ottimizzazione degli spazi e lo studio di arredi “intelligenti” e multifunzione sono indispensabili per un progetto di micro casa, in cui si rinuncia alla maggior parte degli oggetti che siamo abituati ad avere in una casa “normale”. Queste abitazioni hanno trovato larga diffusione negli Stati Uniti, dove a micro si accompagna spesso l’aggettivo mobile.

Queste “tiny house” in realtà non sono una novità dei giorni d’oggi e in Giappone il processo che ha portato alla loro nascita inizia in conseguenza ai fenomeni di inurbamento successivi alla seconda Guerra Mondiale, quando vennero costruiti molti grandi edifici collettivi. Contemporaneamente, i terreni rimanenti vennero suddivisi in piccoli appezzamenti, su cui molti privati costruirono case monofamiliari più vicine alla tradizione nipponica.

Negli anni successivi, a causa della recessione economica, i lotti divennero sempre più piccoli e fu necessario costruire abitazioni di dimensioni più ridotte, case progettate su misura per i proprietari, che garantissero quell’equilibrio da sempre ricercato dalla tradizione abitativa giapponese.

In queste case, non manca mai il giardino e gli spazi sono fluidi, rinunciando al concetto di spazio-funzione tipico della nostra tradizione. Il nome utilizzato era kyosho jutoku, che appunto significa micro house.

Vantaggi e svantaggi di una micro casa

La domanda che sorge spontanea ora è: perché vivere in una micro casa? Innanzitutto va specificato che la grande diffusione di micro case si ricollega al crescente interesse per una vita sostenibile e “green”. Queste piccole abitazioni, soprattutto se realizzate con soli materiali naturali ed ecologici – tendenzialmente il legno – riescono ad avere un impatto ambientale minore rispetto alle normali case.

Casa trasportabile LeapHome
Il progetto LeapHome firmato da Stefano Testa e Luca Gentilcore: un’abitazione contemporanea pratica e leggera, trasportabile ovunque si desidera.

Chiaramente riscaldare/raffrescare un ambiente molto piccolo ha un costo, sia energetico che economico, molto basso, quasi azzerato se progettate con accorgimenti per l’autosufficienza energetica. Fonti rinnovabili, molta luce naturale e sistemi passivi possono rendere ancor più ecologiche le Tiny House.

Oltre all’ambiente, i proprietari di queste micro case hanno sicuramente prestato attenzione anche all’aspetto economico, poiché i costi per la produzione e costruzione di queste case sono decisamente ridotti rispetto a quelli da sostenere per realizzare un’abitazione tradizionale. Oltretutto, molto spesso i componenti sono prefabbricati e il montaggio avviene in pochi giorni – se non ore.

Gli svantaggi di una micro casa

Non possiamo certo pensare che adattarsi ad una vita in ambienti così piccoli sia semplice o senza un “prezzo” da pagare. Lo spazio è davvero poco e le varianti per la distribuzione interna limitate. Una scelta di questo tipo, comporta la rinuncia a moltissimi agi, a un po’ di privacy e, più in generale, all’abitare tradizionale.

Interni della tiny house progettata da Cubist Engineering
Interni della tiny house progettata da Cubist Engineering

Un tipico problema che si riscontra nelle micro case è l’insofferenza al sovraffollamento costante di ambienti così piccoli, che incide sulle condizioni di salute e benessere degli abitanti, che presentano spesso anche difficoltà a dormire.

Queste problematiche sono chiaramente amplificate nel caso in cui il clima non permetta di stare molto tempo all’aperto. In conclusione, la scelta di una micro casa è sicuramente molto sostenibile e rispettosa dell’ambiente, ma da fare con un certo grado di consapevolezza.

Alcuni esempi di micro case 

Il primo esempio dimostra come in passato grandi architetti si siano cimentati nello studio e nell’approfondimento del tema degli spazi minimi.

Le Cabanon
Le Cabanon, micro casa progettata e realizzata da Le Corbusier tra il 1951 e il 1952, come regalo alla moglie. Fonte: Olivier Martin-Gambier, Fondation Le Courbusier

Le Corbusier, nei primi anni ’50, realizzò una piccola casa per le vacanze, che chiamo Le Cabanon. Questa piccola casa, grane 3,6×3,6 metri, conteneva tutto ciò che risulta indispensabile, con un bagno, il letto, un armadio e un tavolo.

Kasita, una moderna micro casa
Kasita, una moderna micro casa super tecnologica progettata da Jeff Wilson che rivoluziona il concetto di abitare

A questa abitazione semplice ed essenziale, si contrappone Kasita, (img in apertura) una micro casa il cui tema centrale è la tecnologia. Studiata da un professore universitario in Texas, è un’abitazione di 33 mq realizzata in vetro e acciaio con tecnologia a comando vocale. Le micro case prefabbricate, proprio per la loro ridotta dimensione, si prestano molto all’autocostruzione.

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