Il progetto di recupero della scuola di bambù esistente risponde ai vincoli imposti dall’autorità militare israeliana: la scuola doveva conservare l’involucro in lamiera e il volume di partenza. Due sono i temi progettuali del recupero: la ventilazione naturale e l’isolamento dell’edificio. Il tetto esistente è stato sostituito con lastre di pannelli sandwich, sollevato e inclinato, creando finestre a nastro di diversa altezza al suo intradosso, che innescano la ventilazione naturale. Le pareti esterne sono state modificate reinterpretando la tecnica del “pisè” e realizzando un muro multistrato spesso 34 cm, comprendente intonaco in calce, cannucciato di bambù, impasto di argilla e paglia, lamiera di alluminio zincato esistente, intercapedine microventilata e pannello schermante esterno in bambù. I nuovi tramezzi tra le aule sono stati ricostruiti con mattoni di terra cruda. I materiali sono tutti di provenienza artigianale e/o locale, i lavori sono stati realizzati in autocostruzione dagli abitanti del villaggio, sotto la DL di ARCò. Il progetto è stato vincitore per l’Italia degli Holcim Awards for Sustainable Construction, ed è stato presentato nelle sue caratteristiche, nella sua nascita e nella sua evoluzione, ma soprattutto nella sua valenza sociale, “facendo emergere la complessità e i vincoli trovati prima ancora di fare architettura”. Un progetto che identifica il concetto che ARCò ha dell’architettura: “la risoluzione di problemi contingenti attraverso un’ interpretazione estetica, e quindi sensibile, della realtà”. Il progetto, realizzato in soli due mesi, garantisce condizioni climatiche confortevoli e sostenibilità energetica grazie all’ottimizzazione della ventilazione naturale e all’isolamento termico, in modo che gli scolari vivano positivamente la loro quotidianità scolastica. Le tecniche usate in altre parti del mondo per la produzione dei tradizionali mattoni di fango sono adattate in modo innovativo dagli artigiani locali, per assicurare un equilibrio climatico e per creare moduli costruttivi di facile realizzazione. La giuria ha apprezzato l’approccio di rinnovare una struttura ormai inadeguata e di trasformarla in un edificio dedicato all’ l’istruzione, grazie a misure precise e mirate, a basso contenuto tecnologico. La costruzione, contenuta in solo due mesi, ha permesso di realizzare il progetto esclusivamente durante le vacanze scolastiche ed ha confermato la fattibilità di tale approccio. Il progetto è anche una nuova esperienza per i fruitori dell’edificio perché gli abitanti del campo hanno partecipato attivamente alla costruzione e hanno portato il loro contributo attraverso la manodopera e la proposta di soluzioni innovative. La trasferibilità è un altro elemento fortemente caratterizzante il progetto nonché uno dei cinque criteri (“target issues”) che definiscono l’edilizia sostenibile secondo Holcim Foundation: – Progress – innovazione e trasferibilità – People – standard etici ed equità sociale con forte attenzione all’ascolto e alla partecipazione degli stakeholder – Planet – qualità ecologica ed uso efficiente delle risorse ponendo l’attenzione ad un uso sensibile delle risorse (materia ed energia) – Prosperity – fattibilità economica e compatibilità con i bisogni e con i limiti – Proficiency – impatto estetico e sul contesto “Il prossimo passo previsto ad Abu Hindi è la costruzione di una biblioteca. Ci stiamo lavorando in modo strutturato perchè grazie agli Holcim Awards abbiamo creduto maggiormente nelle nostre capacità, abbiamo potuto dare una forma giuridica a quella che prima era solo un’attività di volontariato.” ha dichiarato Alessio Battistella durante la presentazione. Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto