Entro il 2040 in Italia ci sarà un numero crescente di immobili ereditati da una popolazione in calo, con la prospettiva concreta di una “mass sell generazionale“. La diminuzione delle nascite (-2,1% nel 2024) e l’invecchiamento del patrimonio edilizio — con oltre il 56% delle abitazioni costruite tra il 1961 e il 2000 e il 9,5% con più di un secolo di storia — spingono a ripensare il concetto stesso di casa. “Il fenomeno delle case vuote ha importanti ripercussioni sull’economia e sul tessuto sociale; da un lato, riduce la domanda di nuovi immobili, dall’altro contribuisce al degrado urbano e alla perdita di valore del patrimonio immobiliare” spiega Massimiliano Pierini, Coordinatore di MCE Lab. Di fronte a questo scenario, la riqualificazione diventa una scelta strategica e sostenibile. Non si tratta solo di recuperare l’abitazione della nonna, ma di trasformarla in una Smart Ready House: una casa intelligente, efficiente, connessa, che genera valore sociale, economico e ambientale. Come nasce una Smart Ready House: dalla diagnosi energetica al comfort smart La trasformazione inizia da un’attenta valutazione energetica, fondamentale per identificare gli interventi prioritari. L’isolamento termico di pareti, tetti e pavimenti, con materiali ecologici come fibra di legno o lana di roccia, permette di ridurre sensibilmente i consumi. L’adozione di impianti ad alta efficienza, come pompe di calore o caldaie a condensazione, insieme a soluzioni rinnovabili come pannelli fotovoltaici, segna il passaggio verso l’autosufficienza energetica. Non meno importante è l’attenzione ai serramenti, che migliorano il comfort termico e acustico, e alla sostituzione delle vecchie canne fumarie, per una maggiore sicurezza domestica. L’aggiornamento di sanitari e rubinetteria porta con sé benefici in termini di igiene, estetica e risparmio idrico. “Certamente, la gestione del patrimonio immobiliare richiede un approccio proattivo e innovativo, capace di concentrarsi sulla riqualificazione dell’immobile esistente, sull’attrazione di un nuovo residente e sulla promozione di un modello abitativo sostenibile“, continua Pierini. Le nuove misure della Legge di Bilancio 2025 offrono ulteriori incentivi: dal Superbonus (con aliquota al 65% per lavori avviati entro il 15 ottobre 2024), al Bonus Ristrutturazioni e all’Ecobonus. Questi strumenti agevolano economicamente la trasformazione, rendendo l’intervento più accessibile. In un mercato dove le abitazioni in classe energetica A sono apprezzate fino al 25% in più rispetto a quelle in classe G, la riqualificazione non è solo un atto di modernizzazione, ma un investimento strategico. E come sottolinea ancora Pierini: “Riqualificare una vecchia casa non è solo un investimento sul valore economico, è anche creare legami più forti tra le generazioni, conoscere il patrimonio culturale locale, contribuire a preservare l’identità della propria città o paese“. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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