Amata città

«Ci siamo domandati se la città in cui viviamo risponde ai nostri desideri, se ci rappresenta nelle nostre aspirazioni di convivenza civile, offerta culturale o semplicemente habitat quotidiano. Io registro che a forza di utilizzare Firenze come ineffabile città di Monumenti e di Opere d’Arte si è finito per dimenticare, trascurare o peggio, rimuovere, la sua proiezione nel futuro come “luogo contemporaneo”.
Ogni città ha il proprio mito; esso è composto da una serie di immagini stratificate nel tempo, parte integrante della sua cultura, grazie alle quali essa è famosa. Firenze è una città “congelata” nel mito del suo passato a cui non ha saputo aggiungere un mito contemporaneo. Oggi ho la piena consapevolezza che non riesce a esprimere pienamente quelle qualità di vita e le identità culturali di una comunità moderna. Tutt’altro.
Mi chiedo se sia ancora possibile reinventare una nuova dimensione urbana che sappia accogliere chi ci vive, studia e lavora e penso che occorrerebbe un coraggioso e difficile “progetto in controtendenza” che sia innovativo e possa contrastare il progressivo processo di degrado della città. Firenze richiede un grande e impegnativo progetto culturale a cui vorrei partecipare con il contributo di ‘Amata città’.» (Alberto Breschi)