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[post_content] => INIETTA&IMPERMEABILIZZA® è il nuovo sistema della Tecnored per risolvere la maggior parte delle problematiche dell'impermeabilizzazione delle murature controterra realizzando una protezione impermeabile nell'estradosso della muratura senza la necessità di effettuare scavi o sbancamenti, attraverso l’uso di Bentoniti sodiche modificate, pompate a bassa pressione.
INIETTA&IMPERMEABILIZZA® evitando scavi e sbancamenti del terreno con indubbi vantaggi e rapidità di intervento.
Può essere impiegato su tutti i tipi di murature: mattoni, pietra, tufo, miste, ecc. prive di impermeabilizzazioni.
Gli iniettori “usa e getta”
Gli appositi iniettori brevettati consentiranno di utilizzare la miscela impermeabilizzante specifica con l’impiego di una pompante a bassa pressione.
Il diametro interno permette l'impiego di tutte le pompanti che adottano il beccuccio standard delle cartucce sigillanti oppure di quello specifico delle lance per fugatura e iniezione.
Anche le tolleranze dei diametri di perforazione consentono di utilizzare indifferentemente punte da 20 sino a 30 mm.
L’adattamento degli iniettori ad angoli con diversa inclinazione delle perforazioni è garantito dai petali separati della corona di fissaggio dell’iniettore stesso.
Posa in opera
Realizzare un reticolo di fori inclinati quasi passanti Ø20/30 mm. con interassi variabili da 100 a 130 cm. Iniziare la prima linea di fori a circa 10 cm. dalla quota del piano campagna. (Foto 1)
Inserire nel muro gli inettori adattando i petali delle corone all'inclinazione dei fori. (Foto 2)
Con l'aiuto di un cazzuolino fissarli alla muratura con del cemento rapido.
Reticolo di foratura standard. Muratura pronta per il consolidamento. Le dimensioni del reticolo risultano indicative e potranno essere variate in funzione delle diverse necessità del cantiere. (Foto 3)
Utilizzando un mescolatore unire il componente B al componente A sino ad ottenere un impasto fluido ed omogeneo. (Foto 4)
Con l'impiego di una pompante (2/3 bar), riempire la muratura sino a saturazione. Iniziare dal basso verso l'alto utilizzando i tappi di chiusura per evitare fuoriuscite dai fori adiacenti. (Foto 5)
La compensazione dei ritiri può essere fatta a distanza di 24/48 ore ripetendo le operazioni precedenti. Si dovrà praticare un foro centrale aggiuntivo al reticolo di foratura preesistente. (Foto 6)
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[post_content] => SISTEMA DRYKIT® - Sistema brevettato in grado di impedire la risalita dell'acqua per capillarità. Applicato attraverso una apposita attrezzatura "usa e getta" consente la realizzazione di una barriera chimica idrofobizzante continua garantita e inalterabile nel tempo.
TRE 128 ECOLOGICO - formulato specifico a base di microemulsione silossanica in solventi eteropolari idrolizzati per murature di qualsiasi tipo di materiale o spessore, da applicare mediante inserimento di diffusori in tubopress di cellulosa pressata in una serie di fori quasi passanti, predisposti a 15 cm dalla quota del pavimento
TRS 114 - formulato specifico a base di polisilossani in solvente alifatico dearomizzato, per murature di qualsiasi materiale o spessore, da applicare mediante inserimento di diffusori in tubopress di cellulosa pressata in una serie di fori quasi passanti, predisposti a 15 cm dalla quota del pavimento
TRX 118 - formulato bicomponente monomerico silanico ad alta penetrazione per murature di qualsiasi materiale o spessore, da applicare mediante inserimento di diffusori in tubopress di cellulosa pressata in una serie di fori quasi passanti, predisposti a 15 cm dalla quota del pavimento
TRA 115 - formulato siliconico in acqua demineralizzata adatto per murature in pietra mista o "a sacco", per murature in cotto, e murature compatte con spessori superiori a 40/50 cm, da applicare mediante inserimento di diffusori in tubopress di cellulosa pressata in una serie di fori quasi passanti, predisposti a 15 cm dalla quota del pavimento
TRF 135 - formulato specifico a base di polisilossani modificati in solventi super rettificati, per il trattamento di murature affrescate, da applicare mediante inserimento di diffusori in tubopress di cellulosa pressata in una serie di fori quasi passanti, predisposti a 15 cm dalla quota del pavimento
TRH 745 - boiacche antisaline specifiche di sottofondo da applicare prima degli intonaci, su murature deumidificate, a base di stereato di zinco a bassa granulometria e additivi organici, da addittivare con TRB 305, e da applicare in due mani incrociate
TRB 305 - aggrappante acrilico per TRH 745
TRH 780 - additivo specifico per intonaco macroporoso deumidificante ad evaporazione controllata, da applicare dopo le boiacche antisaline specifiche, sia per gli impasti di sottofondo che su quelli di finitura
Nelle foto è rappresentata la posa in opera del Sistema DryKit: dopo aver eseguito fori a 15 cm dal suolo e a distanza di 15 cm l'uno dall'altro si procede con l'inserimento dei diffusori con le corone, e si termina con l'applicazione delle pockets al muro, collegando i tubicini alle corone, e riempiendo le pockets con il formulato specifico della Tecnored.
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[post_content] => INIETTA&CONSOLIDA è il nuovo kit della Tecnored, per consolidare tutte le murature.
Garantisce una distribuzione diffusa dei leganti idraulici sferoidali ad alta resistenza coadiuvati dalle speciali resine acriliche reticolanti che risolvono brillantemente le problematiche di adesività anche in presenza di polveri.
TRN 100
Il componente (A) TRN 100 è composto da leganti idraulici micronizzati ad alta resistenza con elementi sferoidali in grado di favorire lo scorrimento e la penetrazione capillare all'interno delle cavità delle murature.
TRB 308
Il componente (B) TRB 308 è realizzato con l'impiego di un promotire di aggregazione reticolante a base acrilica. Oltre ad aumentare la resistenza a compressione dello speciale legante TRN 100, conferisce allo stesso elevate caratteristiche di permeabilità al vapore.
Nelle foto sono rappresentate le fasi della posa in opera del kit INIETTA&CONSOLIDA.
Si inizia con la realizzazione di fori inclinati con interassi variabili; si procede con l'inserimento degli iniettori, fissati con cemento rapido; terminato il reticolo di foratura standard con l'impiego di normali imbuti si riempie la muratura (dal basso verso l'alto) con la miscela ottenuta dai due componenti A e B.
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[post_content] => Mercoledì 24 Settembre 2008, alle ore 17, Tecnored in collaborazione con la Rivendita Arrighi&Brogi organizza a Gambassi Terme (FI) un Convegno tecnico formativo rivolto a tecnici e applicatori, sui temi della deumidificazione, del consolidamento e della impermeabilizzazione.
Programma:
• h. 17.00 registrazione partecipanti
• h. 17.30 Inizio lavori – Temi trattati
• L’umidità, i tipi e le cause
• Metodologie e tecniche di risanamento a confronto
• Risanamento dell’umidità ascendente con il sistema Dry Kit
• Le boiacche antisaline specifiche
• Consolidamenti speciali di murature slegate con il sistema Inietta&Consolida
• Facilità di utilizzo con analisi dei dati tecnici e delle certificazioni
• Il risanamento dei locali interrati con particolare riferimento all’utilizzo delle bentoniti sodiche modificate iniettate con il sistema Inietta&Impermeabilizza
• Altri prodotti particolari per la soluzione di problematiche diverse:
- membrana molecolare Riparaterrazza
- Consolidamento massetti SplendidoGarage
- Coibentazione pareti Intonaca&Coibenta
- Protezione superfici ParaPioggia
- Tecniche di impregnazione in vuoto dinamico
• h. 19.00 dibattito
• h. 19.30 chiusura dei lavori
Relatori:
Dott. Paolo Mariani
Sig. Marco Mannucci
Per scaricare la scheda di adesione clicca quiConvegno tecnico formativo su deumidificazione, impermeabilizzazione e consolidamento
Mercoledì 24 Settembre 2008, ore 17
Sede del Convegno: Arrighi&Brogi srl Via Magenta 2/4 - Località Badia a Cerreto - 50050 Gambassi Terme (FI)
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[post_content] => “Giulietta e Romeo”, la tragedia immortale di William Shakespeare, ha 700 anni. E quello della protagonista è il balcone più celebre al mondo, scandito da 20 nicchie gotiche.
[caption id="attachment_591120" align="aligncenter" width="600"] Balcone di Giulietta a Verona[/caption]
Ogni anno attira oltre un milione di persone nel cortile veronese di via Cappello 23, sede in stile della Casa di Giulietta. Nel 2016 quasi 329 mila visitatori si sono affacciati sullo storico cortile dal verone di arenaria, marmo rosso scaligero e tufo di Avesa, nel complesso medioevale della famiglia Dal Cappello, trasformato nella prima metà del 900 - su ispirazione del cinema hollywoodiano - e arredato con mobili d’epoca, per dare un preciso riferimento agli innamorati che, da ogni paese, giungevano già allora in città per confermarvi il loro pegno d’amore.
E’ stanco il verone di Giulietta: fessurazioni, abrasioni, consunzioni lo hanno intaccato.
Sponsor una ditta veronese ben nota in Italia e Spagna - per la sua produzione di sistemi per la deumidificazione ed il consolidamento di edilizia civile e monumentale - la Tecnored, arriva ora il suo restauro gratuito dell’affaccio consacrato all’amore, specie a quello contrastato ma quasi sempre vincente; anche a carissimo prezzo.
“Esso funge da simbolo di un affetto divenuto immortale grazie al genio di Shakespeare, e del sentimento amoroso in generale. - Dice Margherita Bolla, direttrice dei Musei d’Arte del Comune di Verona. - Siamo molto grati alla Tecnored che si è resa disponibile gratuitamente alla globalità dell’intervento che prevede un’indagine statica ed un accuratissimo restauro, con analisi dei materiali e studio delle più moderne tecniche non invasive di conservazione.
Responsabile della Tecnored il dottor Paolo Mariani: “Verona non solo è il mito mondiale dell’amore ma la sede della nostra società ed è anche la mia città, che amo in ogni suo aspetto. - Spiega Mariani. - E’ un dono impegnativo che facciamo volentieri, un contributo al suo mito che concreteremo in autunno quando l’afflusso dei visitatori sarà più contenuto, cosa difficile peraltro, visto che, dal 2015, sono cresciute di 20 mila unità solo i visitatori che sono salite ai quattro piani della casa dell’eroina e, naturalmente, si sono affacciate al celeberrimo verone di Giulietta. Evidentemente in tempi di crisi mondiale l’amore resta un sogno universale ed un mito concreto, scespiriano appunto”.
[post_title] => Il Balcone di Giulietta torna al suo antico splendore
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[post_content] => Sorto nel XIII sec. e appartenuto prima ai visconti e poi agli Sforza, nel 1452 il castello fu donato da Francesco Sforza a Michele Matteo Bolognini.
Agli inizi del ‘900 la famiglia Bolognini dopo importanti opere di restauro lo destinò a museo e a sede della Fondazione Morando Bolognini con finalità di sperimentazione, istruzione e propaganda agricola.
Il parere del direttore dei lavori, Architetto Arturo Sclavi di Pavia:
“Da sempre le problematiche dell’umidità sono risultate di difficile soluzione soprattutto in presenza di murature antiche e, come nella ristrutturazione del castello di S. Angelo Lodigiano, di notevole spessore.
La soluzione proposta dalla Tecnored di Verona e di seguito da noi accettata, consiste nella realizzazione di una barriera chimica a lenta diffusione a base di microemulsione silossanica in solventi eteropolari idrolizzati TRE128 inserita attraverso appositi diffusori “a perdere” in cellulosa pressata.
Tali diffusori, oltre a garantire la perfetta imbibizione delle mura anche in presenza di cavità all’interno, venivano forniti per qualsiasi lunghezza venisse da noi richiesta consentendo il trattamento dei notevoli spessori tipici dei castelli e delle fortificazioni.
A tal proposito, l’azienda ci spiegava di avere in corso contemporaneamente ai lavori di Lodi il risanamento di un castello nella Spagna Meridionale con murature di oltre 3,50 metri di spessore.
Fatto salvo l’approvvigionamento delle punte di perforazione da parte dell’Impresa Foglia di Parma esecutrice dei lavori, non abbiamo rilevato problematica alcuna durante l’effettuazione dei lavori di deumidificazione anche per merito dell’ottima assistenza fornita dall’organizzazione Mattei di Milano che rappresenta il DryKit® in tutta la Lombardia”.
[post_title] => Il castello Visconteo di Sant’Angelo Lodigiano
[post_excerpt] => Tecnored s.r.l. è un’azienda che produce sistemi per la deumidificazione e la conservazione degli edifici, che si sta espandendo sul mercato italiano e straniero grazie alla qualità garantita dei suoi prodotti e alla serietà del suo operato.
La referenza di seguito presentata è uno dei molteplici esempi dell'utilizzato del Sistema Drykit
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[post_content] => Applicato attraverso una apposita attrezzatura “usa e getta” consente la realizzazione di una barriera chimica idrofobizzante continua garantita e inalterabile nel tempo.
Già apprezzato da moltissime amministrazioni, consente di ridurre i costi dell’intervento in quanto può essere facilmente applicato dal proprio personale (addetti alla manutenzione, carpentieri, giardinieri, volontariato ecc.), o da qualsiasi impresa operante nel settore dell’edilizia.
DryKit® viene corredato con il Manuale tecnico di istruzioni e “Polizza Nominale Responsabilità Civile Prodotto” di primaria compagnia.
Attrezzatura Usa e Getta
L’attrezzatura usa e getta, appositamente studiata e brevettata, si compone di sacche graduate munite di maniglia e regolatore di flusso posizionato lungo il tubicino di raccordo ai diffusori. I diffusori sono realizzati con un particolare tipo di cellulosa ed hanno il compito di far assorbire uniformemente il formulato alla muratura, impedendo che lo stesso segua vie preferenziali o cada all’interno di fessurazioni o cavità. L’utilizzo dei diffusori consente, pertanto, anche il trattamento delle murature realizzate in laterizio, quelle di blocchetti di cemento con foro centrale ecc...
Ai lati del diffusore vi sono da una parte il tappo espulsore, dall’altra la corona in plastica che facilita le operazioni di fissaggio ed il beccuccio per il raccordo con il tubicino vitrex della sacca.
Modalità di impiego
Collegare le sacche ai diffusori, riempiendole successivamente del formulato prescelto in quantità variabile in funzione dello spessore delle murature. Le quantità vengono riportate nell’apposita tabella del “Manuale Istruzioni".
Sempre nel manuale si trovano, inoltre, tutte le indicazioni relative al ripristino degli intonaci unitamente a quelle relative all’applicazione delle boiacche saline di sottofondo TRH745 unitamente a TRB305.
I formati
Tutti i formulati del DryKit®System garantiscono, in ugual misura, la certezza del risultato; le differenze riguardano esclusivamente alcuni componenti che variano in funzione della tipologia di muratura da risanare: per murature affrescate il formulato specifico risulta essere il TRF135, per quelle storiche con obbligo di mantenimento degli intonaci originali il TRS114, per tutti gli altri tipi di murature il TRE128 all’alcool garantisce tempi rapidi di asciugatura, mentre i tempi risultano più lunghi con il formulato specifico TRX118.
Formulato Drykit TRF135
Soluzione di polisilossani modificati in solventi super rettificati con agenti penetratori e tensioattivi equilibratori in formulato pronto all’uso. Formulato Drykit TRS1148
Soluzione di polisilossano oligomerico in solvente alfatico dearomatizzato con agenti promotori della penetrazione – formulato pronto all’uso.
Formulato Drykit TRX11
Soluzione bicomponente A+B a base di silani monomeri bicomponenti a catalisi separata con agenti promotori della penetrazione. Formulato ad elevata resistenza allo stoccaggio (oltre 3 anni dalla data indicata sulla confezione). Componente A: catalizzatore con agenti promotori della penetrazione e sostanza attiva di base. Componente B: sostanza attiva reattiva.
Formulato Drykit TRE128
Soluzione bicomponente A+B a base di microemulsione silossanica in solventi eteropolari idrolizzati a catalisi separate con agenti promotori della penetrazione. Formulato ad elevata resistenza allo stoccaggio (oltre 3 anni dalla data indicata sulla confezione). Componente A: catalizzatore con agenti promotori della penetrazione e sostanza attiva di base. Componente B: microemulsione attiva reattiva.
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[post_excerpt] => DryKit®System di Tecnored è l’esclusivo sistema brevettato in grado di impedire definitivamente la risalita dell’acqua per capillarità
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[post_date] => 2006-04-28 00:00:00
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[post_content] => La Chiesa sorge su un luogo sacro di piccole dimensioni, fatto costruire dai frati Eremitani verso il 1220.
Nel 1276 il Comune di Padova contribuisce alla riedificazione della Chiesa dato che le modeste dimensioni iniziali risultavano insufficienti.
Nel 1306 Fra' Giovanni degli Eremitani ne cura la notevole copertura e il completamento della facciata.
L'edificio risultante si compone di una grande aula rettangolare con tre absidi e cappelle laterali.
Innumerevoli e di notevole fattura le opere in essa contenute, tra le quali affreschi del Guariento, di Giusto Dè Menabuoi, oltre agli affreschi del Varini, di Giovanni D'Alemagna, di Pizzolo e Andrea Mantegna, andati parzialmente distrutti durante i bombardamenti della 2° guerra mondiale.
Oltre agli affreschi ritroviamo sculture rappresentative di Bartolomeo Ammannati, (monumento funebre del Giureconsulto Marco Mantova Benavides) e il sarcofago di Ilario Sanguinacci.
Le problematiche
Da sempre la struttura realizzata in cotto, con spessori verticali da 60 a 80 centimetri, ha sofferto le classiche problematiche legate alla risalita per capillarità dell'acqua e dei sali in essa disciolti, che hanno causato nel corso dei secoli la perdita o il forte degrado della parte più bassa degli affreschi o il danneggiamento delle opere scultoree a diretto contatto con le murature umide.
Vari interventi sono stati eseguiti per limitare tali danni, quali la creazione di intercapedini per il miglioramento dell'areazione dell'edificio, senza che si siano comunque raggiunti risultati soddisfacenti.
La Soprintendenza di Venezia, in collaborazione con lo Studio di progettazione dell'architetto Amedeo Ruffato e dell'ingegner Ruffato, dopo studi di analisi conoscitive decideva di utilizzare la tecnologia del DryKit®System per risolvere definitivamente l'annoso problema.
Tale scelta è stata determinata dalla contemporanea verifica effettuata nell'area Veneta nell'asco di 17 anni su edifici di notevole rilevanza trattati con il sistema a lenta diffusione DryKit®.
Tra questi ricordiamo il Teatro Olimpico di Vicenza, l'altare Poiana Maggiore nella Basilica di S. Lorenzo a Vicenza, la cappella di S. Biagio a Verona con un ciclo di affreschi del Falconetto, l'arca di Giasanello Da Folgaria nella Basilica di Sant' Anastasia a Verona ecc.
La tecnica adottata
L'idrofobizzazione della parte della muratura a diretto contatto con il terreno viene raggiunta utilizzando formulati polisilossanici in solventi super rettificati, mirati a non inserire sostanze grasse in prossimità degli affreschi, onde evitare viraggi indesiderati della pellicola pittorica.
Il sistema utilizza appositi diffusori in cellulosa pressata che svolgono la duplice funzione di distribuire il formulato in maniera adeguata e di impedire nel contempo il percolamento dello stesso, qualora all'interno della muratura si trovassero fessurazioni e/o cavità.
Le quantità di formulato che vengono impiegate sono determinate esclusivamente dallo spessore della muratura da trattare e possono agevolmente essere determinate tramite apposite sacche (pockets) graduate, munite di regolatore di flusso.
Analisi preventiva e valori successivi all’intervento
Oltre alle analisi relative ai sali presenti sulle superfici interessate, sono state eseguite misurazioni della quantità d'acqua presente nei muri a varie altezze, sia con strumentazione elettronica, sia a carburo di calcio - Hoechst.
I valori medi riscontrati (riferiti in peso acqua/materiale oscillavano dal 13% al 18,5% ad un metro d'altezza e degradavano verso l'alto sino a metri 02,70 dal piano stradale.
L'intervento di risanamento con DryKit® è stato eseguito nel mese di Aprile 1999 ed i valori riscontrati nel Novembre dello stesso anno confermano una diminuzione considerevole dell'acqua residua interna, con una variazione dal 7% al 4,5%, sempre ad un metro d'altezza.
Tali valori sono destinati a scendere ulteriormente, fino ad arrivare ai tassi fisiologici tipici del materiale da costruzione utilizzato asciutto.
Il completamento del restauro
Ad asciugatura avvenuta si è provveduto ad effettuare il restauro conservativo delle superfici affrescate che è stato affidato alla Dottoressa Brambilla di Milano, che ha curato recentemente il restauro del "Cenacolo" di Leonardo.
Per le zone di intonaci antichi il ripristino risulterà decisamente più rapido e consisterà nella demolizione dell'intonaco ammalorato sino ad una altezza superiore di circa 50 centimetri all'altezza massima raggiunta dall'umidità.
Si dovranno applicare preventivamente apposite boiacche antisaline per evitare ulteriori idratazioni dei sali ad opera dei nuovi intonaci durante l'asciugatura degli stessi.
L'intervento di deumidificazione è stato effettuato nella chiesa degli Eremitiani a Padova utilizzando il formulato specifico per affreschi TRF 135.
Per ulteriori informazioni sui prodotti
www.tecnored.it
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[post_content] => La deumidificazione
I saloni Odèo e anti Odèo ed altre parti del Teatro Olimpico, sono stati oggetto, nel 1995, di un importante intervento di deumidificazione operato con il sistema DryKit® della Tecnored.
L'urgenza di tale intervento è risultata evidente fino dagli anni ottanta, per la perdita cromatica costante di una fascia oscillante dai due ai tre metri a causa dei sali, prevalentemente nitrati e solfati, che arrivavano sulle superfici degli affreschi più volte restaurati, trasportati dall'acqua risalente nelle murature per capillarità.
Le analisi
Dopo opportune indagini effettuate con analisi termografiche, rilevamento delle percentuali d'acqua contenute nelle murature con strumentazione elettronica Hidromette HTR 300 ed a carburo di calcio Hoechst, oltre alla determinazione in parti per milione delle concentrazioni saline presenti sulle superfici affrescate, la Dott.ssa per i Beni Artistici e Storici del Veneto in Venezia, Filippa Aliberti Gaudioso decideva di adottare la tecnica di DryKit®. impiegata dalla stessa dodici anni prima per un analogo importante risanamento effettuato con successo nella Basilica di San Lorenzo in Vicenza.
I formulati
La tecnica consiste nell'idrofobizzazione della parte bassa della muratura direttamente a contatto con il terreno, con il formulato specifico TRS 114 e/o TRF 135 a base di polisilossani in solvente opportunamente modificati.
Tali formulati, reticolando sulle superfici dei capillari, aumentano la tensione superficiale all'interno degli stessi rovesciando il menisco dell'acqua che precedentemente ne permetteva la risalita per capillarità.
Il sistema DryKit® applicato dal personale del comune
Per conciliare la necessità del risanamento e problemi di bilancio, l'Azienda Municipalizzata di Vicenza, all'avanguardia a livello nazionale per la prestazione di servizi tradizionali e specializzati (restauro lapideo, restauro monumentale, ecc.), decide di utilizzare proprio personale per tale intervento impiegando il sistema DryKit® messo a punto nel 1992.
Il sistema DryKit® infatti, è la soluzione ottimale e brevettata, un kit di intervento (DryKit® appunto) comprendente, oltre all'attrezzatura specifica "usa e getta", i necessari formulati, tra i quali uno espressamente messo a punto per il risanamento delle murature affrescate.
Il DryKit® è completato da un praticissimo manuale istruzioni, oltre che dall'assistenza tecnica eventualmente fornita su richiesta.
Tale soluzione ha permesso in questi ultimi anni il risanamento di numerose Chiese, Istituti Religiosi ed edifici privati, che hanno potuto con soddisfazione constatare direttamente i risultati raggiunti.
Alcuni dati sul risanamento del Teatro Olimpico in Vicenza
I valori medi presenti sulle murature del Teatro Olimpico in Vicenza, riferiti in peso acqua materiale ad un metro di altezza, risultavano oscillare dal 12 al 16,5%.
Le misurazioni effettuate sulle stesse murature a distanza di sei mesi dall'intervento, risultavano più che dimezzate.
Sono previste ulteriori misurazioni sino ai valori ottimali per poter procedere al ripristino degli intonaci esterni.
Per approfondimenti sul DryKit System
Per ulteriori informazioni sui prodotti
www.tecnored.it
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[post_excerpt] => Deumidificate le murature affrescate da Francesco Maffei dei saloni Odèo ed anti Odèo, grazie ai prodotti ed alla tecnologia della Tecnored
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[post_content] => Umidità ascendente
L’umidità ascendente interessa quasi tutti gli edifici antichi e, in alcuni casi, anche quelli di recente costruzione, privi di adeguati sistemi di isolamento. Le problematiche si manifestano soprattutto con la comparsa di macchie alla base della costruzione, con sgretolamento delle tinteggiature oppure con distacco degli intonaci o di frammenti di materiale da costruzione,(pietre, mattoni, ecc.). L’umidità ascendente è causata dalla presenza d’acqua nel terreno e dalla capillarità dei materiali di costruzione. I canali microscopici dei capillari, a causa della poca tensione superficiale, permettono questa risalita d’acqua, che aumenta ulteriormente con la presenza di sali disciolti nel terreno o derivanti dalla formazione dalla combinazione di sostanze organiche nell’acqua e il calcio presente nella muratura. Oltre ai danni estetici, l’umidità ascendente aumenta la dispersione del calore dall’interno dell’edificio verso l’esterno, provocando la formazione di “ponti termici” e conseguenti problematiche igieniche e ambientali.
Danni igienici
Muri umidi significano ambienti umidi, cioè malsani. Un ambiente ideale per la formazione di muffe e funghi alcuni pericolosi, come ad esempio la “carie secca” che si alimenta distruggendo il legno (travi, perlinati, pavimenti, ecc.). L’acqua che evapora dalle murature o dai pavimenti, trasferendosi nell’atmosfera dei locali, crea tassi di umidità relativa molto alti e dà luogo a situazioni igienico-ambientali assolutamente nocive per le persone che operano negli stessi, specie per quelle sofferenti di problemi respiratori o artritici. Anche i problemi di isolamento termico su una muratura umida risultano più che evidenti se si considera che la stessa perde in tale situazione dal 30%al 50% del suo potere isolante. Conseguentemente a causa di questa dispersione di calore, si deve ricorrere ad un maggior costo energetico per riscaldare adeguatamente l’ambiente.
Danni strutturali
Il degrado delle murature provocato dall’umidità ascendente con il passare degli anni può compromettere, in casi estremi, la struttura stessa dell’edificio (emblematica la parte bassa delle murature in Venezia). Il degrado inizia con lo sfarinamento delle pitture, per poi passare allo sgretolamento dell’intonaco e quindi alla disgregazione del mattone o della pietra (soprattutto tufo, pietra serena e marmi poco compatti). La risalita dell’acqua nella muratura contenente sali disciolti nel terreno evaporando provoca un accumulo superficiale degli stessi. Questi sali, essendo igroscopici sono la vera causa del danno; Gli stessi, possono aumentare sino a 50 volte il loro volume da anidri a saturi in funzione del tipo di sale (nitrati, cloruri, solfati) e della maggiore o minore umidità relativa presente nell’ambiente.
Danni estetici
Risulta evidente che un ambiente attaccato dalle muffe, dai funghi e dai sali presenti sugli intonaci, è assolutamente sgradevole anche dal punto di vista estetico. Mentre è possibile disinquinare le superfici interessate dalla presenza di muschi e licheni con idonei antibiotici a largo spettro, risulta estremamente difficile rimuovere i sali delle superfici intonacate. Tali operazioni vengono generalmente effettuate utilizzando impacchi estrattori con polpa di cellulosa, attapulgite, seppiolite, etc. Ovviamente questi interventi sono giustificati esclusivamente dalla presenza di superfici affrescate e/o intonaci antichi di pregio, in quanto per gli intonaci tradizionali risulta decisamente conveniente la loro demolizione e successivo rifacimento, prevedendo l’utilizzo di idonee boiacche antisaline di sottofondo.
Le varie metodologie contro l’umidità ascendente
In questi 30 anni abbiamo potuto confrontare e verificare le varie tecniche di risanamento, prendendo in esame tutte le metodologie del settore, evidenziando i limiti o i pregi delle stesse. Dalle infinite variabili del taglio delle murature (con inserimento di piombo, di resine, di fogli in p.v.c., con tecniche miste, o con sostituzione parziale/totale della muratura stessa) alle tecniche legate all’elettrosmosi attiva o passiva (tubi Knabel, sifoni, aeratori, ecc.) ai sistemi di riscaldamento microclimatico, alle barriere ottenute con resine occludenti epossidiche, poliesteri, acriliche, iniettate ad alte pressioni per non addentrarci nelle ulteriori variabili delle stesse. Il nostro deciso orientamento verso le barriere chimiche idrofobizzanti inserite a lenta diffusione, è la risultante puntuale e ragionata circa gli indiscussi vantaggi e certezza del risultato finale, derivanti dall’utilizzo delle stesse.
L’evoluzione delle barriere chimiche idrofobizzanti dagli anni 50 a oggi
L’evoluzione di queste barriere chimiche idrofobizzanti, arrivate in Italia attorno agli anni sessanta ottenute con formulati utilizzati in Inghilterra già dal dopoguerra (a base di metilsiliconato di sodio e/o potassio) hanno avuto un notevolissimo impulso con l’avvento di nuovi formulati privi dei limiti operativi dei precedenti. In sostanza il metilsiliconato di sodio o di potassio si diffondeva nella muratura seguendo le stesse vie dell’acqua di risalita capillare. Si depositava nei capillari microreticolando e favorendo un aumento considerevole della tensione superficiale nei capillari stessi impedendo in tal modo la risalita dell’acqua a causa della modifica dell’angolo di bagnabilità per il rovesciamento del menisco, che passava da concavo a convesso. I limiti operativi di questi formulati derivavano dalla loro incompatibilità con ph elevati presenti in certe murature, costituite da cementi freschi o realizzate con arenarie compatte. Inoltre, avendo bisogno di anidride carbonica per il processo di reticolazione, non potevano essere impiegati su murature con spessori superiori ai 40-50 centimetri. Infatti, in alcuni casi, la velocità di risalita capillare poteva essere superiore ai tempi di reticolazione, con conseguente spostamento e dispersione della zona di barriera. Per il risanamento di architetture storiche non era secondario il fatto che il residuo di tali formulati dal processo di polimerizzazione fosse costituito da sali che avrebbero potuto provocare effetti meccanici indesiderati sulle superfici.
Il risanamento delle superfici affrescate e l’ideazione del Drykit System della Tecnored
Dagli anni ’80, finalmente sono stati resi disponibili polimeri della nuova generazione, costituiti da silani, polisilossani, silano monomeri bicomponenti, microemulsioni silanche, etc. che potevano essere veicolati in acqua e/o solventi, privi dei limiti operativi precedentemente descritti, hanno consentito di poter operare tranquillamente su una gamma vastissima di strutture, raggiungendo in alcuni anni standard elevatissimi di sicurezza e di affidabilità.
I formulati in solvente, si sono rivelati ideali per il trattamento delle superfici affrescate in quanto, contrariamente a quelli all’acqua, non veicolavano i sali presenti nella muratura con conseguenti fenomeni disgregativi superficiali. Inoltre, è risultata di fondamentale importanza l’esperienza diretta nel restauro delle superfici affrescate per mettere a punto un formulato specifico in grado di non provocare effetti indesiderati sulle superfici stesse quali modificazioni cromatiche anche lievi provocate dagli olii e dalle sostanze grasse contenute nei normali solventi. Ciò è stato possibile utilizzando solventi specifici opportunamente equilibrati da agenti penetratori e tensioattivi neutri per consentire la successiva pulitura, ritocco e protezione finale dell’affresco finalmente restaurato e deumidificato.
In questo quadro di rinnovato dinamismo e diffusione di tali metodologie di risanamento, abbiamo aderito alle esigenze manifestate dalle imprese operanti nel recupero e nella ristrutturazione, di poter effettuare direttamente queste operazioni sino ad allora effettuate da aziende specializzate del settore.
In tal senso, la scelta operata è stata quella di fornire a tali imprese non solamente un formulato, magari in confezioni predosate, bensì di trasferire tutte queste conoscenze fondamentali per il raggiungimento di un sicuro e certo risultato finale fornendo, oltre alla specifica attrezzatura “usa e getta” appositamente ideata e brevettata, anche una informazione che consentisse la scelta autonoma e ragionata sulla gamma dei quattro formulati proposti per diverse specifiche esigenze.Il DryKit®System, infatti, è composto, oltre che dalle sacche riutilizzabili e dai diffusori in cellulosa pressata di lunghezza variabile in funzione dello spessore della muratura e da quattro tipi di formulati diversi, di cui uno specifico (TRF135) sopra descritto, per murature affrescate.
Un praticissimo manuale istruzioni riporta i consigli e risolve ogni dubbio per facilitare al massimo tutte le operazioni di tracciatura, perforazione, imbibizione e ripristino dei nuovi intonaci.
L’applicazione dei formulati Drykit System sottovuoto
Nei casi in cui l’importanza e/o la fragilità dell’opera da risanare non consenta la realizzazione di una perforazione con diametri anche inferiori a quelli standard normalmente utilizzati, è possibile ottenere una barriera idrofobizzante continua con la tecnologia del “sottovuoto”. Si tratta di un vuoto dinamico ottenuto con pompe aspiranti collegate alla muratura da apposite gronde di aspirazione sigillate a teli di polietilene perimetrati da cordoli adesivanti. I condotti delle gronde di aspirazione confluiscono in una centralina di distribuzione di vuoto per permettere la regolazione dell’aspirazione sulle varie zone della superficie interessata. Tra le gronde di aspirazione e la centralina sono indispensabili delle “trappole” realizzate con serbatoi a caduta per impedire il passaggio dei formulati utilizzati dalla centralina alla pompa di aspirazione. Ottenuto un vuoto dinamico non inferiore all’80% di 1 bar è possibile collegare dei tubicini perforando e sigillando il polietilene ai fusti contenenti il formulato che sarà aspirato ed impregnerà in profondità la muratura interessata.
Con tale tecnologia, ad esempio, sono state trattate alcune murature della Basilica di S. Sofia a Padova, del monumento funebre di Mantua Benavides della chiesa Degli Eremitani, di alcune murature del Barco della Regina Corsaro ad Altivole, Treviso, oltre a parecchi altari di chiese nell’Italia del Nord e di statue in pietra arenaria.
Estratto della relazione svolta dal Geom. Paolo Mariani (Tecnored S.r.l.) in occasione del primo Congresso Iberico Americano sul restauro tenutosi a Madrid nel Novembre 2001.
* Il geom. Paolo Mariani è Perito ed esperto nel settore del risanamento e delle impermeabilizzazioni presso la Camera di Commercio di Verona. Si occupa del settore del risanamento da circa 30 anni. Ha ideato e brevettato il sistema di risanamento a lenta diffusione DryKitSystem. Collabora con il Politecnico di Torino e con altre Università Italiane per convegni e seminari sul tema. Ha svolto consulenze ed incarichi per le problematiche del settore per innumerevoli Amministrazioni Pubbliche tra cui, emblematica, quella di Venezia.
Per informazioni o approfondimenti
www.tecnored.it
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[post_content] => Tecnored vanta un’esperienza quasi trentennale nel settore della deumidificazione avanzata, compresa l’impregnazione sotto vuoto. La Tecnored ha realizzato e brevettato nel 1991 la tecnologia DryKit®System che consente ad imprese, restauratori o privati di effettuare interventi di deumidificazione ad altissimo livello con massima garanzia sul risultato anche in presenza di affreschi e/o paramenti storici di pregio. DryKit® è stato adottato dalla Soprintendenza del patrimonio Reale Spagnolo per il risanamento di edifici di notevole valore storico e artistico.
Realizzazioni
Con il DryKit®System sono stati effettuati oltre 12.000 interventi di deumidificazione tra i quali la Chiesa degli Eremitani a Padova incluse le murature affrescate dal Mantegna, dal Guariento, da Giusto de Menabuoi, i saloni affrescati dell’Odeo e Antiodeo del Teatro Olimpico di Vicenza, il ciclo di affreschi del Falconetto della cappella S. Biagio a Verona, la Piazza di Spagna a Siviglia, Palazzo Branislav a Mosca, l’arca di Gianesello da Folgaria a S.Anastasia, edicole e murature decorate a “stucco marmo” nel costrueiro della Rejna a Segovia e dell’Università complutense di Madrid, Palazzo ducale dei Gonzaga a Guastalla, Villa Gasparini Loredan ora centro direzionale della Benetton Sport System a Venegazzù, Treviso.
Il Villaggio Arabo di Gardaland costruito in gasbeton. Chiese ed edifici storici in tutte le regioni d’Italia.
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