New York è la città in assoluto più cara, mentre Londra, ‘causa’ la Brexit, si conferma leggermente meno costosa. E’ stato pubblicato l’International Construction Costs Index 2017, a cura di Arcadis, la classifica che stila i costi di costruzione nelle principali metropoli del mondo. I costi si riferiscono alla realizzazione di 13 diverse tipologie di edifici (tra cui varie categorie di uffici, abitazioni private e strutture alberghiere nonché scuole, supermercati e centri commerciali, ospedali e residenze studentesche): il raffronto è stato compiuto mediante un’indicizzazione dei costi rispetto a quelli medi del Regno Unito e tenendo conto anche dei rapporti di cambio valutari, del costo del lavoro e dei costi dei materiali. Tra le 44 città incluse nel report di quest’anno e alla luce dei risultati dell’edizione precedente, New York si conferma la città più cara in cui costruire, seguita da Hong Kong (che ha scalzato Londra, ora scesa al 4° posto) e Ginevra, terza nella graduatoria globale ma prima tra le città europee. In linea di massima, le variazioni in classifica rispetto al report 2016 sono riconducibili principalmente al clima di instabilità economica, politica e sociale registrato in diverse aree del mondo e capace di condizionare, contraendolo, il mercato delle costruzioni nel suo complesso. Anche nel vecchio continente, nonostante il calo dei prezzi dell’energia, la crescita del settore, dove c’è stata, è stata debole. Il quadro europeo resta comunque sostanzialmente stabile. A parte Londra, dove un’analoga variazione è stata però dovuta agli effetti della Brexit sui tassi di cambio, solo Milano ha visto un aumento del prezzo medio di costruzione al mq inferiore a quello delle altre città europee, passando così dal 14° al 16° posto delle città più care in classifica. “I dati rilevati nel capoluogo lombardo, da un lato, testimoniano la vivacità del mercato dell’edilizia locale che però determina l’incremento dei costi di costruzione ma, dall’altro, tale incremento, proprio in quanto più contenuto rispetto a quello di altre città europee, rende Milano attrattiva di nuovi investimenti e in grado di poter beneficiare della crescita del settore che le previsioni relative al Vecchio Continente stimano pari al 2,6% annuo.” commenta Roberto Talotta, Managing Director di Arcadis Italia Rispetto all’edizione 2016, ad essere rimaste invariate nelle loro posizioni in classifica sono le città di Copenaghen (6), Stoccolma (7), Francoforte (8), Parigi (9) e Kiev (22). Salgono di una sola posizione Vienna (10), Bruxelles (12), Amsterdam (20), Riga (24) e Atene (32), mentre la variazione è più ampia per Madrid (dal 26° al 23° posto), Zagabria (dal 28° al 26°), Lisbona (dal 31° al 28°), Varsavia (dal 32° al 29°), Belgrado (dal 34° al 30°), Sofia (dal 36° al 33°), Sarajevo (dal 37° al 34°), Praga (dal 38° al 36°) e Bucarest (dal 39° al 37°). Per scaricare il report integrale clicca qui Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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