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A cura di: Giorgio Pirani Entro il 2030, si prevede una diminuzione delle emissioni di CO2 di 28 milioni di tonnellate, portando il totale a 73 milioni di tonnellate rispetto all’obiettivo iniziale di 75 milioni di tonnellate di CO2. Questa riduzione comporterà un vantaggio economico stimato di 5,5 miliardi di euro. Lo evidenzia lo studio condotto da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Edison Next, con il coinvolgimento di importanti attori nel settore energetico e imprenditoriale. La ricerca dimostra che la collaborazione con operatori energetici integrati e un piano di investimento a lungo termine, basato su una vasta gamma di tecnologie, sono fondamentali per raggiungere e superare gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030 nel settore industriale e dei servizi in Italia. I dati delle imprese italiane: c’è comprensione dei problemi della troppa CO2, ma poca partecipazione Secondo la ricerca, su un campione di 425 imprese manifatturiere rappresentative dell’economia italiana, il 64% ha una buona comprensione degli obiettivi di decarbonizzazione, tuttavia solo il 26% si sente in grado di partecipare attivamente ai processi di transizione energetica. Per il 40% delle industrie, l’implementazione di soluzioni energetiche integrate è vista come un’opportunità per la crescita del proprio business e viene considerata una scelta strategica in linea con gli obiettivi del piano industriale. Tuttavia, c’è una mancanza diffusa di consapevolezza riguardo alle soluzioni energetiche, soprattutto per progetti come l’idrogeno e l’elettrificazione dei consumi energetici. In concreto, il 45% delle imprese non ha intrapreso azioni di decarbonizzazione negli ultimi tre anni. Per quanto riguarda il settore terziario, pur rappresentando solo il 6% delle emissioni di gas serra in Italia e il 15% dei consumi energetici finali, le 402 imprese intervistate in questo settore mostrano una maggiore consapevolezza degli obiettivi di transizione energetica rispetto al settore manifatturiero (+12%) e ritengono di poter contribuire maggiormente al raggiungimento degli obiettivi prefissati (+10%). Tuttavia, il 40% delle aziende del terziario non ha ancora adottato soluzioni per la decarbonizzazione. Cosa sta facendo l’Unione Europea Per affrettare il processo di decarbonizzazione e mitigare gli impatti del cambiamento climatico e delle tensioni geopolitiche, l’Unione Europea ha aumentato gli obiettivi al 2030 per lo sviluppo delle energie rinnovabili, l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni, ponendo un’enfasi significativa sull’apporto delle imprese. In particolare, per il settore manifatturiero e i servizi, si prevede entro il 2030 una riduzione delle emissioni di gas serra rispettivamente del 61% e del 44%, in paragone ai livelli del 2005. Il settore manifatturiero riveste un ruolo chiave in questa transizione, essendo responsabile di un quinto delle emissioni e dei consumi energetici finali in Italia. Attualmente, è uno dei settori più cruciali nel processo di decarbonizzazione, classificandosi al terzo posto dopo il trasporto e il settore residenziale. “La transizione energetica è una sfida che si articola su tre dimensioni, quella ambientale, quella sociale e quella della competitività, tema centrale, emerso in modo chiaro anche durante il confronto con le aziende e strettamente legato al costo delle tecnologie – dichiara Giovanni Brianza, Ceo Edison Next – La transizione energetica, infatti, è un percorso che unisce tecnologie già mature, con un ritorno dell’investimento nel breve periodo, come il fotovoltaico e l’efficienza energetica, a tecnologie più prospettiche come idrogeno, cattura della CO2 e nucleare, su cui bisogna investire per creare il futuro della transizione”. Gli scenari di come le imprese possono raggiungere la decarbonizzazione Con l’obiettivo di valutare la capacità delle imprese italiane di raggiungere i nuovi obiettivi energetici stabiliti in seguito alla rinnovata ambizione europea, lo studio ha analizzato la differenza tra lo scenario di politica attuale e due scenari di fattibilità: uno di tipo “business as usual”, che riflette la situazione attuale delle imprese italiane fino al 2030, e uno accelerato che considera solo le risposte delle imprese che hanno un piano di investimento significativo per la decarbonizzazione, utilizzando una vasta gamma di soluzioni tecnologiche e coinvolgendo operatori energetici integrati. Le soluzioni chiave per la decarbonizzazione nello scenario accelerato includono l’autoproduzione, le soluzioni digitali, l’efficienza energetica e l’economia circolare, che insieme contribuiscono al 79% della riduzione prevista delle emissioni entro il 2030. Allo stesso tempo, è importante notare che soluzioni meno mature come i green fuels (idrogeno e biometano) e la Carbon Capture, Utilisation and Storage sono considerate dalle imprese e sono essenziali per raggiungere i livelli di riduzione delle emissioni necessari per adempiere agli obiettivi di politica energetica stabiliti. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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