Architettura rurale: al via la valorizzazione

Il Ministro dei beni culturali, in accordo con gli altri Ministri interessati, ha emanato il Decreto 6 ottobre 2005 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 238 del 12 ottobre 2005) con il quale vengono individuate le tipologie edilizie e i relativi interventi ammissibili al contributo statale previsto dalla Legge 378/2003 in materia di tutela e valorizzazione dell’architettura rurale.
Con questa legge infatti é stato istituito, presso il Ministero dell’economia e delle finanze, il Fondo nazionale per la tutela e la valorizzazione dell’architettura rurale, avente una dotazione iniziale per gli anni 2003-2005 di 8 milioni di Euro annui e successivamente rifinanziabile con apposti stanziamenti nell`ambito della legge finanziaria.
Il Fondo, le cui risorse vengono ripartite dal Ministero dell’economia fra le Regioni e le Province autonome, contribuisce insieme ad altre risorse regionali, proventi di sponsorizzazioni, lasciti e donazioni, al finanziamento di interventi di recupero di edifici e fabbricati rurali.
Il Decreto ha pertanto individuato (art. 1) negli “edifici ed insediamenti, realizzati tra il XIII e il XIX secolo, che siano testimonianze significative…. della storia delle popolazioni e delle comunità rurali, delle economie agricole tradizionali e dell’evoluzione del paesaggio” le tipologie di immobili la cui valorizzazione può avvenire con una parte di contributi pubblici (fino all’importo massimo del 50% della spesa riconosciuta).
Il Decreto stabilisce inoltre gli interventi ammissibili al contributo (art. 2) e le condizioni tecniche (art. 3) che i privati dovranno rispettare nella riqualificazione degli immobili rurali.
Per dare completa attuazione alla Legge 378/2003 le Regioni e le Province autonome, dovranno ora provvedere ad individuare gli insediamenti di architettura rurale presenti nel proprio territorio anche attraverso la predisposizione di appositi programmi di recupero, riqualificazione e valorizzazione, che é condizione necessaria per accedere al riparto del Fondo.

Per informazioni:
www.ance.it

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